sabato 22 giugno 2013
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Il tema dell’inquinamento di tipo fisico, dovuto cioè a campi elettrici e magnetici, a radiazioni ionizzanti e ad altri fattori è molto attuale e controverso.
A questo proposito voglio condividere alcuni interessanti spunti che ho sintetizzato da tre articoli pubblicati sulla rivista La medicina biologica (v. nota alla fine del post)
“Oggi siamo circondati da campi elettrici e magnetici provenienti da apparecchiature elettriche, cavi conduttori, prese di corrente e da sorgenti esterne agli edifici come i tralicci dell’alta tensione, forni a microonde, telefoni cellulari ecc.
Per ciò che riguarda l’esposizione alle basse frequenze è stata dimostrata la loro influenza sul bilancio ormonale dell’uomo, e in particolare la produzione di melatonina dall’epifisi. Questa produzione, in prossimità di campi elettrici e soprattutto magnetici, non si incrementa durante il sonno, come dovrebbe. Ne possono derivare importanti conseguenze come disturbi del bioritmo, disturbi del sonno, cefalea, astenia, depressione, ridotta efficienza del sistema immunitario.
Per ciò che riguarda i danni causati da esposizione alle alte frequenze sembra che si esplichino soprattutto tramite un effetto di innalzamento termico e conseguente danno cellulare in prevalenza a livello di occhio, testicoli, sistema nervoso, sistema immunitario.
Tutte queste alterazioni biologiche sono state evidenziate anche in presenza di intensità di campo che possono riscontrarsi in ambiente domestico e non solo lavorativo. Il concetto di elettrosensibilità significa semplicemente che la capacità di difesa nei confronti dell’azione nociva di campi elettrici e magnetici varia da individuo a individuo. Tale variabilità dipende da un gran numero di fattori età biologica, grado di intossicazione, infezioni di tipo virale, microbico, micotico, stato psichico ecc... tutto dipende dal grado di funzonalità dei vari circuiti di regolazione. La variabilità della risposta dipende dalla capacità che ogni struttura ha di autoregolarsi. Per elettrosensibilità si può intendere una reazione allergica, nel senso più ampio del termine, la quale mostra un sinergismo con sensibilità chimiche ed alimentari. I sintomi acuti compaiono soprattutto in soggetti che sono esposti anche ad altre solecitazioni ambientali e che hanno un importante sovraccarico dovuto alla presenza di metalli nel cavo orale.
A questo punto emerge il concetto di sinergismo. Tutte le condizioni morbose, e in particolar modo quelle croniche, sono sostenute da più cause che agendo sinergicamente determinano la sintomatologia. Vi è sempre una pluricausalità che sostiene i vari quadri morbosi.
Valori soglia
questi sono i valori limite che riguardano l’emissione o l’immissione di radiazioni, rumore e soprattutto sostanze tossiche. Tali valori dovrebbero proteggere la popolazione e l’ambiente da danni alla salute. Essi però non tracciano un confine netto tra ciò che non comporta pericolo e il rischio sulla salute, ma sono piuttosto un compromesso tra un supposto rischio sulla salute e gli interessi del mercato.
Le commissioni stesse che devono definire tali limiti hanno troppo spesso una composizione quanto meno sospetta.
Ad esempio in Europa esistono limiti di tolleranza che variano da paese a paese per ciò che riguarda la concentrazione di sostanze chimiche e l’esposizione a campi elettrici e magnetici. Negli ultimi decenni numerosi valori limite che per motivi commerciali erano stati fissati troppo in alto sono stati abbassati a più riprese in modo drastico. Il concetto di valore limite o di tolleranza viene così ad assumere l’unica dimensione possibile: quella cioè dell’essere relativo alla situazione di ogni singolo individuo in quel determinato momento. Del resto com’è logico pensare che il lavoro del fabbro possa essere sopportato meglio da un individuo forte e robusto, non ci si deve meravigliare che l’esposizione ad un campo elettromagnetico possa non arrecare danni visibili a un soggetto con circuiti di relazione indenni, mentre può determinare sintomi anche gravi in soggetti nei quali i sistemi di regolazione fossero stati già precedentemente compromessi da altre noxae.
STRESS ELETTROMAGNETICO DOMESTICO
Le emissioni originate principalmente dai sistemi di radiotelecomunicazione, sembrano produrre effetti cancerogeni (melanoma), come nel caso della radiazione UV derivata da lunghe esposizioni solari e dall’uso improprio di lampade abbronzanti. Ancora poco conosciuti sono gli
effetti sulla salute derivati dai campi a bassa frequenza (50 Hz) generati dalle linee ad alta tensione, unitamente agli strumenti elettrici presenti in ambiente lavorativo e domestico. Secondo numerose indagini epidemiologiche, l’esposizione cronica a campi elettromagnetici (come avviene ad esempio in prossimità di elettrodotti) è stata messa in relazione con un incremento di incidenza di leucemie infantili anche con campi magnetici molto deboli, inferiori a 0,2 micro-Tesla. Anche l’istituto superiore di sanità nei rapporti “rischio cancerogeno associato a campi elettromagnetici a 50-60 Hz” sottolinea che la letteratura scientifica segnala rapporti e parallelismi tra esposizione cronica a campi di 50-60 Hz e leucemia infantile, sebbene nel mondo scientifico non esista univoca concordanza sul possibile meccanismo biologico di azione dei campi elettromagnetici.
La crescente attenzione verso i problemi sanitari e l’aumento della popolazione esposta ha portato anche alcune ASL a promuovere indagini ambientali per la rilevazione dell’entità dell’esposizione. I valori rilevati risultano spesso superiori a quelli indicati da alcune indagini epidemiologiche per esposizioni croniche, in cui il livello ambientale di campo magnetico superiore a 0,2 mcrT viene ritenuto un potenziale fattore di rischio per la salute.
Il livello ambientale di campo magnetico dipende dall’intensità di corrente e dalla distanza esistente tra i conduttori e il punto di misurazione: sorgenti di piccola entità (prossimi al punto di rilevamento) possono produrre aumenti apprezzabili di campo magnetico.
Si ritiene che rappresenti un potenziale rischio abitare edifici:
(1) prossimi ad aree di media tensione (MT)
1 CONTENENTI CABINE DI TRASFORMAZIONE DA MEDIA A BASSA TENSIONE (MT/BT).
In questi casi, infatti, abbiamo potuto constatare che la differenza di potenziale elettrico (ddp) misurata sul soggetto in camera da letto e in prossimità delle pareti era di circa 3volt, in corrente alternata e, comunque, di gran lunga superiore ai valori rilevati in abitazioni con una messa a terra ottimale e con umidità controllata.
La disregolazione del sistema immunitario nella maggioranza dei soggetti esaminati sembra evidenziare la stretta correlazione tra campi elettromagnetici e la ghiandola pineale che viene, per la sua attività notturna, fortemente influenzata. Le misurazioni effettuate confermano, infatti, il coinvolgimento del sistema immunitario e della sfera sessuale, che tendono a migliorare nettamente dopo un’operazione di bonifica, come riferito dagli stessi soggetti. Ulteriori miglioramenti si evidenziano sulle qualità del sonno e del livello energetico globale. Nell’abitazione tipica (media dei casi considerati) il campo elettromagnetico misurato ha evidenziato valori superiori rispetto a quelli stabiliti dalla norma ed in generale provocati da impianti di trasformazione elettrica posti nelle vicinanze dell’appartamento. Anche per quanto riguarda le analisi sulla radioattività è stato messo in evidenza che i valori rilevati in tutti i casi correlabili a patologie ambientali sono superiori (almeno del doppio) ai valori normalmente attribuiti alle abitazioni ottimali.
Un capitolo a parte merita la bio-architettura che tenta di riscoprire e recuperare sistemi di costruzione semplici e naturali che rendono lo spazio abitativo più rassicurante e in grado di proteggere gli abitanti.
L’abitazione viene paragonata a un organismo vivente: i muri respirano, per trattenere il calore d’inverno e disperderlo in estate; i materiali devono essere il più possibile naturali e forma, colore, disposizione degli ambienti producono benessere.
Ai fini della nostra indagine va notato che i campi a bassa frequenza sono presenti anche nella nostra abitazione e che ogni motore elettrico o trasformatore in funzione, asciugacapelli, trapano a corrente alternata, e altri dispositivi elettrici che vengono tenuti in vicinanza del corpo, espongono l’utilizzatore a EMF maggiori di quelli prodotti da una stazione radio-amatoriale. Piccole anomalie o picchi notevoli nelle misurazioni, pur non comportando lunghe esposizioni contribuiscono all’accumulo totale di energia dispersa nell’ambiente. In tal caso un’impianto di messa a terra potrebbe contribuire a ridurre il carico.
La seconda parte delle operazioni ha riguardato lo studio del campo bio-energetico con particolare riferimento alle zone geopatiche o a quelle associate ad un aumento della radioattività naturale del suolo. Si sottolinea che alcune zone dell’abitazione, anche in piani alti, hanno mostrato una presenza notevole di radiazione beta e gamma eccedente di circa il 20% la media ambientale posta a circa 2 m SV/gamma.
Sebbene tutti gli esseri viventi e i minerali emanino radiazioni naturali, l’aggiunta di quelle artificiali provoca spesso un’interazione negativa sulla qualità della vita. Coadiuvanti dell’inquinamento interno sono anche le esalazioni dei materiali da costruzione. In primis va segnalato il radon, gas radioattivo che deriva dal decadimento dell’uranio: inodore, incolore e invisibile, si raccoglie soprattutto nei luoghi chiusi dove la concentrazione può risultare 8 volte superiore rispetto all’ambiente esterno. Il radon non è intrinsecamente pericoloso, poichè quando viene inspirato non aderisce alle mucose alveolari polmonari ed è eliminato velocemente. Le sostanze radioattive generate dal suo decadimento, come il polonio (Po), possono invece considerarsi pericolose. Il Po si deposita nelle particelle di polvere e, una volta inalato, si fissa nei polmoni irraggiandoli. Il rischio di contrarre una neoplasia è pari a quello di un fumatore di più di 20 sigarette al giorno. Abbiamo trovato delle aree “a rischio” dove sono presenti anomalie geomagnetiche. Sembra che queste agiscano negativamente in particolare sugli organi dell’apparato gastrointestinale e sull’epifisi.
Alcuni soggetti sono particolarmente sensibili agli stressori di natura elettromagnetica (elettroensibilità) domestica.
La medicina biologica attribuisce al fenomeno dell’atopia due condizioni distinte e talvolta coesistenti: da un lato una disreattività del sistema immunitario e dall’altro una possibile mesenchimopatia di natura tossico-dismetabolica con progressiva alterazione delle funzioni emuntoriali: lo stress elettromagnetico potrebbe essere considerato un allergene in grado di scatenare e aggravare entrambe le reazioni. Tale ipotesi è avvalorata dal fatto che l’epifisi, che svolge un ruolo cardine nella regolazione del sistema immunitario, è attiva soprattutto nelle ore notturne, quando maggiormente si producono i danni da stress elettromagnetico (durante il sonno).
Una geopatia deve essere (oltre che evidenziata dal test EAV o kinesiologico) sospettata tutte le volte che il quadro clinico sia dominato da insonnia, disfunzioni del tratto gastrointestinale, sindromi atopiche, asma bronchiale, stati ansioso-depressivi e astenia cronica. I farmaci di risonanza psiconeuroendocrina efficaci nella terapia dei soggetti con geopatia sono quelli che regolano l’immunità, sottesa da una condizione di cronico ipersimpaticotono e da problematiche disreattive complesse a livello affettivo: SILICEA, JODUM, IGNATIA, CHAMOMILLA, NATRUM MUR, AURUM MET, LUESINUM e CALCIUM FLUORATUM. In questi pazienti la disregolazine dell’epifisi interferisce sia con la sfera gonadico-sessuale che con quella immunitaria dell’apparato respiratorio e digerente (BALT-GALT). Per tali motivi THALAMUS COMPOSITUM, CORPUS PINEALIS SUIS, MELATONINA omeopatica e immunomodulanti omeopatici della serie suis rappresentano insieme ai nosodi specifici dello stress elettromagnetico, i farmaci di base della regolazione delle problematiche cliniche legate alla geopatia. Ovviamente andrà fatta la bonifica dell’ambiente abitativo (o la ricerca di un’altra casa).
Riassumendo, le misurazioni dei fattori naturali connessi con le geopatie riguardano la presenza di corsi d’acqua sotterranei, le faglie geologiche, i vettori energetici delle reti magnetiche naturali che, sebbene possiedono una potenza debolissima, possono essere rilevati su frequenze dell’ordine dei 2,5 G-Hz; queste possono essere bilanciate attraverso particolari antenne, capaci di scaricare a massa la polarizzazione levogira del vettore. Poi c’è la misurazione della radioattività che si genera in seguito alla trasformazione di sostanze instabili, con emissione di radiazioni alfa, beta e gamma , di cui le prime due sono particelle di materia mentre le gamma sono onde elettromagnetiche di origine naturale (ad es dalle rocce), oppure di origine cosmica o di produzione artificiale come nelle centrali nucleari, armi atomiche ecc. Le radiazioni differenti per raggio di azione e potere di penetrazione, possono ionizzare gli atomi, cioè liberare elettroni (radiazioni ionizzanti), rompere legami chimici molecolari e cellulari e provocare conseguentemente danni biologici. Nella materia vivente, possono influenzare il metabolismo cellulare, modificare il DNA o provocare la morte della cellula stessa. A seconda della quantità di radiazioni al di sopra dei 500/gamma/anno si riscontrano patologie acute, quali alterazioni del quadro ematologico e dell’apparato gastrointestinale. Nel caso di piccole dosi, possono verificarsi, nel tempo, danni ereditari o tumori. Tali effetti tuttavia non sono documentabili per i livelli naturali mediamente presenti nel nostro territorio. In tutti i casi analizzati tutti i valori sono risultati eccedenti i valori medi nominali, soprattutto nelle camere da letto, dove l’organismo passivo è maggiormente ricettivo nei confronti delle influenze esterne.
In conclusione:
(1) La geopatia può essere classificata come un’intossicazione elettromagnetica. Essa si manifesta attraverso una perdita di forza muscolare.
(2) Il carico elettromagnetico causato dalla risonanza magnetica (quella fatta abitualmente come strumento diagnostico) dipende sia dalla durata dell’esame che dalle variazioni individuali. E’ stata rilevata un’intossicazione elettromagnetica di 3 giorni, come conseguenza di un’esposizione di 30’. Successivamente non è stata più rilevata alcuna intossicazione elettromagnetica al test kinesiologico; ciò a dimostrazione dell’innocuità della RMN.
1 Il ridotto margine di errore conferisce alla kinesiologia un’alta affidabilità nella valutazione degli influssi elettromagnetci sull’uomo.
NOTA
Autori:
V Minaudo, M . Corgna su la med biol gen-marzo 2000; A. Pasciuto su la med biol luglio-sett 97. Hans jorgen Schramm su la med biol apr-giu 2001.
Immagini:
La prima è Angoscia di Giovanni Ambrosioni, autore che potete visitare su Flickr;
la seconda è Le diabolo di Jacques Resch che ho tratto da facebook dalla pagina Musica pittura e dintorni.
La terza è un mio scatto di qualche anno fa :-)
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com
E' sicuramente un argomento molto attuale ed importante per la nostra qualità di vita, ma spesso viene accantonato... siamo così immersi nei campi elettromagnetici che credo sia quasi impossibile trovare un luogo che ne sia esente. A meno di non vivere in mezzo alla natura, ma anche lì è la casa stessa che può rivelare brutte sorprese. La nostra vita (parlo in generale naturalmente) è sempre più lontana da quella naturale, ma certo la bio-edilizia (quella seria) dovrebbe ricollegarci con la natura eliminando o riducendo ciò che può provocare dei danni, fisici e psicologici, al nostro organismo. Ciao Marina, buona domenica e grazie per questa interessante lettura!
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