CONGIUNTIVITI
Quando Isaia, a causa di un guasto, atterrò con la sua astronave sul piccolo pianeta, era preparato all’incontro con qualsiasi forma di vita aliena. Da anni faceva il viaggiatore nello spazio ed era stato in contatto con molte forme di vita “dialoganti”.
Ma questa volta fu diverso. La forma di vita che incontrò gli era così familiare che non ebbe alcun moto di timore o perplessità. Si trattava di grandi occhi in cima ad uno stelo, che raggiungevano più o meno la sua statura. Gli alieni lo accolsero parlandogli nella sua lingua, l’italiano, direttamente attraverso la mente. Non ebbe dubbi sul fatto che fossero loro a parlargli, e non la sua immaginazione, in quanto all’inizio lo scambiarono per un essere doppio e gli parlarono al plurale. Presto l’equivoco fu chiarito: era per via del fatto che aveva due occhi.
Alieni:” salve ragazzi, qualche problema all’astronave? e quali sono i vostri nomi...? siamo affascinati da come riuscite a stare insieme!”
Isaia: “ Salve... (vorrei precisare che sono uno) comunque si, problemi. Potete darmi una mano?
A: “ Beh ci daremo un occhio!!!”
I:” ah il mio nome è Isaia”
A: “molto lieti di aiutarti Isa, io sono bbz e questa è abb.
Isaia fu ancora una volta molto contento che non gli avessero fatto battute sul suo nome, sul profeta e simili argomenti: infatti sulla terra questo era il suo “tormentone”.
Gli alieni avevano una tecnologia molto avanzata e in pochi minuti lo misero nelle condizioni di poter partire. Ma proprio quando stavano per salutarsi Isaia rimase di stucco nel sentirli di colpo ammutolire e nel vedere il fermarsi dei loro gesti, improvvisamente... come belle statuine.
“Beh, pensò, ora devo andare... si vede che questa è la loro regola di saluto. Strano però, guarda che occhi arrossati: non sarà che per aiutarmi si sono stancati troppo? C’è pure del muco o pus intorno, non saprei dire... ma anch’io voglio sdebitarmi con loro”
Così corse sull’astronave a prendere le scorte di collirio che portava sempre con sè e li innaffiò per benino.
Non poteva avere idea più infelice! Gli alieni caddero al suolo come piante appassite e, se non erano morti, erano comunque molto peggiorati.
Fu allora che sentì tuonare una voce dal cielo che lo redarguiva e malediceva con le seguenti parole:
“ Ma cosa hai fatto idiota!!!! per punizione tornerai a vivere indietro nel tempo, quando la società umana era basata sul lavoro e per di più farai l’impiegato... e quando raggiungerai l’età della pensione, il governo abolirà l’istituzione di questa pratica e tu farai l’impiegato nei secoli dei secoli, sempre davanti al computer e senza collirio”
All’istante Isaia si svegliò di soprassalto; riconobbe il suono della nuova sveglia al posto della voce tonante e riconobbe con somma tristezza l’obbligo di alzarsi e sbrigarsi perché alle 8 doveva essere in ufficio.
In fretta si lavò i denti dicendosi “...la barba oggi no, non c’è tempo” e fu allora che vide allo specchio i suoi occhi terribilmente arrossati.
“ Strano , non mi fa male nè prurito.... però l’incubo era conforme al mio stato.... bisognerà che passi da Tumis durante l’intervallo: in questo stato non posso usare il solito collirio, o almeno era come se il sogno mi volesse avvertire di non fare guai con il collirio”.
CONSIDERAZIONI
Sintomi generali della congiuntivite sono: arrossamento congiuntivale, lacrimazione, sensazione di sabbia nell’occhio, fotofobia, gonfiore delle palpebre.
TIPI DI CONGIUNTIVITE:
(1) batterica: secrezione purulenta gialla o verde; leggero edema delle palpebre.
Il soggetto si sveglia con le palpebre appiccicate.
Nelle forme più gravi si stabiliscono infiltrazioni puntiformi corneali, che quando non vengono tempestivamente trattate possono compromettere seriamente il visus. I sintomi soggettivi sono rappresentati dalla sensazione di corpo estraneo (come di sabbia) e di bruciore che si esacerba aprendo l’occhio, dalla lacrimazione e dalla fotofobia. La vista non è compromessa. La congiuntivite batterica più spesso interessa un solo occhio. E’ contagiosa e si trasmette per inoculazione mano-occhio oppure attraverso accessori di uso comune. Chi ne è affetto deve lavarsi le mani dopo aver toccato gli occhi e non deve condividere con altri asciugamani, fazzoletti, cuscini, colliri ed altri possibili veicoli di trasmissione. E’ controindicata la medicazione occlusiva dell’occhio, in quanto provoca un innalzamento locale della temperatura, che promuove la moltiplicazione batterica.
La congiuntivite batterica guarisce spontaneamente nel tempo massimo di 3 settimane nella stra-grande maggioranza dei casi, ma, nei pochi casi in cui non guarisce, può cedere il posto ad una congiuntivite cronica o, peggio, a danni visivi.
Proprio in questo frangente è cruciale la capacità del medico di valutare i rischi ed assumersi la responsabilità della cura.
Un articolo apparso non molto tempo fa su Farmacia news (non ho con me la rivista perché si tratta di un articolo che avevo copiato a mano, perciò chiedo venia se non segnalo il numero e la data), parlando dell’esagerato numero di prescrizioni di colliri ai bambini e ai neonati mi conferma queste perplessità:
“ La maggior parte dei bambini affetti da congiuntivite non ha bisogno di un trattamento a base di antibiotici: lo sostiene uno studio pubblicato dalla rivista Lancet. I medici di base hanno notevoli difficoltà nel distinguere congiuntiviti di origine batterica o virale, e la procedura standard sembra essere la prescrizione di colliri antibiotici, una strategia supportata da scarsa evidenza e che finisce per contribuire pesantemente al problema globale della resistenza agli antibiotici. I ricercatori dell’University of Oxford hanno analizzato l’efficacia di una terapia antibiotica in uno studio multicentrico dividendo 300 bambini in due gruppi rispettivamente trattati con antibiotico e con placebo. Il fatto che dopo 7 giorni i bambini guariti siano stati l’86% nel gruppo antibiotici e l’83% nel gruppo placebo fa supporre che l’utilità del trattamento antibiotico sia pressoché nulla”
(2) virale: secrezione trasparente e fluida; edema delle palpebre quasi assente o assente. Spesso è presente anche una tumefazione dei linfonodi pre-auricolari. Sia la congiuntiva bulbare che quella palpebrale presentano un intenso arrossamento.
La congiuntivite virale è causata, in genere, da Adenovirus ed è strettamente associata a sintomi influenzali o da raffreddamento. All’inizio interessa un solo occhio, ma dopo 24-48 h diventa bilaterale. La congiuntivite virale raggiunge l’acme in una settimana e si risolve completamente nel giro di 15-20 giorni. Come per tutte le malattie virali, è autolimitante e non esiste una terapia specifica.
(3) allergica: secrezione bianca e vischiosa; edema delle palpebre considerevole. Prurito intenso.
I sintomi interessano entrambi gli occhi e spesso associano a rinite, ma non possiamo basarci su questo dato per identificarle, quando non è presente. Il sintomo decisivo è il prurito intenso che porta il soggetto a praticare un intenso, energico ed inarrestabile sfregamento degli occhi. Chi usa le lenti a contatto dovrebbe sospenderne temporaneamente l’applicazione.
(4) Da sostanze chimiche contenute nei cosmetici o inquinanti atmosferici o ambientali come ad esempio vento, polvere, fumo.
Può essere dovuta a detersivi che sono “schizzati” a contatto dell’occhio, penetrandovi. In questo caso vanno fatti lavaggi abbondanti con soluzione fisiologica o, in mancanza, anche con acqua del rubinetto. Dopo, se l’agente non ha causato lesioni più gravi della congiuntivite , è senza dubbio utile instillare un collirio decongestionante.
(5) Infiammatoria: occhio arrossato (iperemia) e presenza di essudato che, dopo aver indotto un edema della congiuntiva, filtra attraverso il tessuto endoteliale e forma, insieme alle lacrime e ai prodotti delle varie ghiandole congiuntivali, la cosiddetta secrezione congiuntivale.
(6) Causate dalla presenza di un corpo estraneo: in tal caso bisogna essere certi di averlo rimosso. Una volta localizzato il corpo estraneo, bisogna cercare di espellerlo praticando un lavaggio con soluzione fisiologica.
In caso contrario bisogna andare urgentemente al pronto soccorso o in ambulatorio oculistico per farlo togliere con gli strumenti adatti, perché il pericolo è un danno permanente alla vista.
(7) da trauma: in questo caso usare prodotti adeguati (a seconda del trauma) per favorire il naturale processo di cicatrizzazione e recupero sia dell’occhio che delle strutture circostanti, sempre essendosi accertati di essere fuori pericolo.
Ovviamente i casi 6 e 7 esulano parzialmente dal nostro tema che è sempre mirato all’automedicazione
(8) dovuta ad agenti fisici, per esempio raggi UV. In questo caso, non esporsi al sole per alcuni giorni e usare un collirio decongestionante alla camomilla. E’ consigliato non sforzare la vista e portare occhiali scuri.
(9) pur di natura virale, un capitolo a parte a mio parere sono le cheratocongiuntiviti ERPETICHE causate dal virus dell’herpes simplex si presentano con sintomi simili a quelle da adenovirus. In genere l’infezione primaria è accompagnata dalla comparsa di vescicole sulla superficie palpebrale, di solito assenti nelle recidive. L’infezione si risolve entro 2-3 settimane ma, nei casi più gravi, può causare danno permanente alla cornea con perdita della acuità visiva e glaucoma. Il rischio di recidive è alto ed è correlato con gli stessi fattori che scatenano la recidiva di herpes in generale. In questi casi viene prescritto ACYCLOVIR in pomata oftalmica.
(10) di origine tossico-metabolica. Il dolore e il fastidio sono assenti: ma si noterà che l’occhio non si presenta come “normale”. In questo caso si tratta di uno dei tanti sintomi di una patologia molto più ampia e perciò viene curata nel quadro della cura della patologia a monte.
CONTENITORI
La garanzia assoluta può essere data solo da un contenitore di vetro; i materiali plastici sono permeabili ai gas e non garantiscono una buona conservabilità del contenuto. I contenitori di vetro devono avere particolari requisiti, come per gli iniettabili.
COME SI APPLICA IL COLLIRIO
Il collirio va instillato senza toccare il bordo del flacone con le mani. Si abbassa la parte inferiore della palpebra, tenendo la testa indietro e si instilla prima una goccia, si apre e chiude la palpebra in quanto così il liquido raggiunge tutte le parti della sezione anteriore dell’occhio, e, se il caso, si instilla una seconda goccia. L’uso che consiglieremo sarà per 3-4 giorni, se il disturbo persiste andare dal medico. Se esistono secrezioni bisogna rimuoverle con un lavaggio prima dell’instillazione del collirio.
Se si utilizzano più colliri contemporaneamente, si dovrebbe attendere almeno 5 minuti (c’è chi consiglia 15) tra le diverse somministrazioni.
Per evitare che il farmaco fuoriesca tramite il dotto lacrimale si possono occludere gentilmente i dotti lacrimali premendo nell’angolo interno dell’occhio per qualche minuto.
Per evitare l’impatto con un liquido freddo, il collirio va tenuto in mano per qualche minuto prima di utilizzarlo per ottenere un lieve riscaldamento.
FITOTERAPIA
HAMAMELIS= leggera azione astringente e decongestionante.
CAMOMILLA = effetto antiflogistico e sedativo;
TIGLIO= effetto spasmolitico, sedativo e ipotensivo;
FIORDALISO ha effetto decongestionante, antinfiammatorio e astringente. I fiori sono impiegati per la presenza sia in antociani che in flavonoidi, nelle infiammazioni dell’occhio. Viene asociato a MELILOTO e PIANTAGGINE per le congiuntiviti. Rientra nella formulazione di acque palpebrali e tonici per pelli delicate.
OMEOPATIA
In uno studio è stato confrontato EUPHRASIA-heel collirio con tetrizolina, un vasocostrittore contenuto nei comuni colliri da banco.
Euphrasia viene indicata nel trattamento di congiuntivite, blefarite e dacriocistite. Il dosaggio è stato di 1 monodose al dì e la durata circa 15 giorni.
E’ emerso che l’efficacia di Euphrasia non è inferiore a quella di tetrizolina. I risultati positivi di euphrasia aumentavano per la congiuntivite di intensità grave. L’equivalenza è emersa per le congiuntiviti allergiche o irritative. Euphrasia ha prodotto migliori risultati per i sintomi dolore e bruciore. In conclusione, vista l’equivalenza dei due farmaci possiamo valutare la tollerabilità. Poiché nel trattamento con vasocostrittori si possono presentare effetti collaterali quali disturbi della circolazione, dolore oculare (rebound) e non ultimo il rischio di glaucoma, riteniamo che il trattamento con Euphrasia sia una valida alternativa essendo esente da effetti collaterali.
Di solito in omeopatia viene largamente usato il collirio a base di Eufrasia o eufrasia con camomilla.
Tuttavia per i disturbi oculari esistono anche altri colliri, ed inoltre si possono usare con ottimo esito anche rimedi per uso interno, come granuli o fiale da bere o gocce.
Ecco una sintesi dei rimedi principali per la congiuntivite:
apis-homaccord, arnica comp-heel, belladonna homaccord, euphrasia-heel collirio,mercurius-heel-s, mucosa comp, staphisagria-heel.
Alain Horvilleur consiglia:
Per una congiuntivite dopo un colpo di freddo aconitum;
per un semplice arrossamento euphrasia;
per un rossore intenso belladonna;
in caso di congiuntive gonfie (si nota un bordo in rilievo intorno all’iride) apis;
per una congiuntivite con lacrimazione non irritante apis; con lacrimazione irritante euphrasia; con pus irritante mercurius corrosivus.
STOP
complimenti, marina!!!! un racconto veramente originale e molto, molto simpatico!! anche l'argomento, ovviamente è interessante, ma il racconto del sogno mi è piaciuto veramente moltissimo! smackkkk
RispondiEliminaLina