TIROIDE parte seconda
Colori per la Tiroide
I colori che riequilibrano la tiroide sono :
Blu con effetto calmante generale del sistema nervoso e del metabolismo. Induce il soggetto a prendersi le giuste pause di riposo; migliora il suo livello di comunicazione con gli altri, che di solito è troppo frettoloso. Il soggetto comincia ad apprezzare i momenti di pausa e di inerzia che prima invece lo inquietavano.
Azzurro con effetto riequilibrante sul sistema immunitario; dà un senso di libertà e di nuove prospettive.
Arancione in tutte le sue gradazioni con effetto stimolante opposto a quello del blu. gli effetti che esercita l’arancione sulla psiche sono:
aumento della voglia di fare delle attività
gioia e quindi effetto antidepressivo, autostima fino ad un livello equilibrato, compresa l’accettazione dei propri limiti.
Con la cromoterapia, dove si usano potenti lampade il soggetto può sentirsi molto bene già dopo ogni seduta.
Ma siccome noi a casa non abbiamo queste lampade, faremo la nostra piccola cromoterapia. Va tenuto presente che in questo caso le radiazioni luminose vanno a stimolare solo la nostra psiche e non il corpo.
Tuttavia, dopo alcuni giorni ci si accorge di come si riesce a ricordare in termini visivi (e non concettuali) le immagini e i colori e ci si rende conto che l’impatto psichico fornisce una notevole energia.
(a) scegliere gli oggetti di uso frequente dei nostri colori “terapeutici”
(b) contemplare delle belle immagini dove predominano i colori che ci sono necessari, per 2-3 minuti più volte al giorno
(c) sfruttare i disegni o le immagini prescelte come salva-schermo, in modo da venire inondati da questi colori in forma luminosa, come solo lo schermo del computer riesce a trasmettere. In questo caso sostituiremo la contemplazione di una immagine cartacea con quella che vediamo sullo schermo, per pochi minuti ma più volte al giorno.
(d) quando si può, se siamo “artisti”, useremo questi colori nelle nostre opere.
In rete si trova una quantità enorme di immagini che potete scegliere. Tuttavia io non posso certo trattenermi dal mettere a vostra disposizione qualche mio disegno!
Yoga
per il soggetto ipotiroideo è consigliata una complessa sequenza, per la quale è opportuno farsi seguire da un esperto di yoga.
Da fare a casa consiglio la posizione della candela; all’inizio per 1-2 minuti, poi anche per 5-10, dipende dal grado di comodità che riuscite a trovare, perché questa posizione non deve risultare scomoda nè faticosa.
Alimentazione Il fabbisogno di Iodio (I2) è variabile tra i 100 e i 500 mcg/die. Un apporto inferiore a 50 mcg può contribuire alla graduale comparsa di gozzo. Di fatto un’alimentazione equilibrata è sufficiente a coprirlo interamente. Gli alimenti che ne contengono di più sono quelli di origine marina; al di fuori di essi citiamo soprattutto latte e uova che contengono la stessa quantità di iodio che può trovarsi nello sgombro e nel merluzzo.
Ad una carenza di iodio si può arrivare anche oggi per ridotta introduzione alimentare oppure per eccesso di sostanze antitiroidee come quelle contenute in cavoli, rape, nocciole, senape. In alternativa vi si può arrivare per uso o abuso di farmaci inibitori quali tiocianati, resorcinolo, PAS, solfaniluree, e lo stesso Iodio in quantità eccessive.
Situazioni a rischio sono la gravidanza-allattamento, infanzia e adolescenza. I tiocianati hanno origine da alimenti ricchi di glucosidi cianogeni e zolfo bivalente. Tali composti impediscono l’accumulo di I2 nella tiroide e possono sostituirsi ad esso.
Si consiglia molta frutta e verdura e 1L di latte/die; si sconsiglia l’uso di cavolo, cavolfiore, cavoletti di Bruxelles, rape e spinaci poiché
contengono sostanze che favoriscono l’insorgenza di gozzo. Per quanto riguarda la fitoterapia voglio ricordare che la Melissa è controindicata agli ipotiroidei in quanto rallenta la funzione della tiroide.
fitoterapia
In caso di ipotiroidismo subclinico, osservabile per il sovraccarico ponderale, la freddolosità, l’astenia fisica e psichica: HEDERA HELIX TM 40-60 gtt/die per 15-20 giorni al mese. Essa stimola l’attività della tiroide accrescendone la secrezione ormonale. A lungo andare regolarizza le tiroidi insufficienti. Sottolineo che non è possibile curare con la fitoterapia un mixedema congenito o acquisito che risulta da una incapacità totale della tiroide di produrre ormoni. In questi casi ci vuole la terapia sostitutiva.
Omeopatia
Il morbo di Basedow viene classificato nell’ambito delle sindromi ipertiroidee. L’importanza di peculiari tratti psicologici come concausa del disturbo è affermata da diversi autori. La patogenesi è riconducibile ad alterazioni di tipo autoimmune e la principale anormalità immunologica è costituita dalla presenza di anticorpi stimolanti la tiroide.
IODUM alle basse potenze stimola la tiroide, mentre alle alte la inibisce. Iodum è indicato per il soggetto agitato, che si stanca facilmente anche dopo piccoli sforzi; bisogno imperioso di mangiare che lo rende molto irritabile; magro, linfatico con linfoadenopatie disseminate; migliora a contatto con l’aria e l’acqua fredde, camminando e mangiando. Peggiora con il caldo e il clima umido.
LICOPUS AEUROPEUS TM è uno dei rimedi di prima scelta per le tiroiditi e distiroidismi in generale.
ARSENICUM IODATUM debolezza estrema e dimagrimento rapido, con appetito conservato; numerose le secrezioni irritanti e brucianti, spesse, giallastre, con tendenza a produrre escoriazioni. E’ soprattutto un rimedio di forme croniche; per il resto le modalità sono analoghe a quelle di iodum.
CALCAREA IODATA è poco usato; nelle forme di linfoadenopatia con dimagrimento e negli stati tubercolinici.
KALIUM IODATUM era il rimedio della sifilide; oggi è indicato nelle riniti e in alcuni reumatismi, più raramente nell’asma bronchiale. La sua azione è su osso e periostio, mucose, linfonodi. Il tipo kalium iodatum si aggrava di notte (dalle 2 alle 5), quando cambia il tempo, con l’umidità, al mare, con il calore e la pressione; migliora col movimento e all’aria aperta.
MERCURIUS BIIODATUS = si usa per le forme infiammatorie delle tonsille, soprattutto a sx, con linfoadenopatia reattiva; si aggrava col freddo e l’umidità, il pomeriggio e la sera, dopo il sonno, con la deglutizione a vuoto.
Ecco le indicazioni cliniche dello iodio come OLIGOELEMENTO:
(1) Tutte le forme di ipertiroidismo con dimagrimento, polifagia, tremori, tachicardia. E’ utile l’associazione con Mn.
(2) le forme di ipotiroidismo con obesità, mixedema, freddolosità, astenia, bradicardia; utile l’associazione con Mn-Cu.
(3) Le alterazioni della funzione tiroidea in menopausa e andropausa; utile l’associazione con Mn-Co.
(4) Per combattere gli effetti negativi di alcune radiazioni. Lo I2 è l’unica sostanza capace di impedire l’accumulo di ioduri radioattivi nella tiroide alla dose di 130mg di KI al giorno x os, corrispondenti a 100 mg di I2, l’assorbimento di ioduri radioattivi è ridotto a meno dell’1%. Fu questa la misura intrapresa dopo l’esplosione di Chernobyl da molti abitanti degli USA per timore di una ricaduta radioattiva .
(5) Ha azione mucolitica a livello respiratorio. Il KI supersaturo ha una funzione efficace e fa parte di numerosi mucolitici (allopatici).
SPECIALITA’
R59 è indicato per l’obesità da disfunzioni endocrine e per il gozzo. E’ così composto: calcium carbonicum, fucus, graphites, natrum sulfuricum, oleum crotonis, spongia.
R20 è indicato per disfunzioni endocrine, disturbi della crescita, obesità da disfunzione pituitaria, eccessiva magrezza, gozzo, morbo di Graves, morbo di Addison, mixedema ecc. E’ così composto: glandula suprarenalis, hypophysis, ovaria, pancreas, thymi, thyroidinum. Per il gozzo rigido nodulare come sali di Shüssler sono consigliati Magnesium phosphoricum 1 cp 4 volte al dì + calcium fluoricum 1 cp 3 volte al dì per periodi prolungati assieme al trattamento con Calcium fluoratum pomata; altri sali sono kalium iodatum e kalium bromatum.
Un particolare rimedio per il mixedema è GALIUM-heel (GUNA)
Ancora una breve descrizione delle patologie più diffuse
Ipotiroidismo I sintomi più frequenti di ipotiroidismo primitivo sono: astenia, pelle secca e ruvida, sonnolenza, difficoltà ad articolare le parole, gonfiore delle palpebre, sensazione di freddo, pelle fredda, abnorme aumento di volume della lingua (macroglossia), gonfiore del viso, secchezza dei capelli, alterazione del battito cardiaco, perdita della memoria, stitichezza, aumento di peso, caduta dei capelli e/o delle sopracciglia, difficoltà di respiro, gonfiore di mani e caviglie, voce rauca, depressione, alterazione del ciclo mestruale, anoressia. La più severa complicazione della mancata produzione di ormoni tiroidei è il coma mixedematoso che insorge nelle persone anziane ipotiroidee da lungo tempo. La sua comparsa è più frequente nei mesi freddi ed è favorita dalle infezioni e dall’esposizione al freddo. Il coma mixedematoso è preceduto da sonnolenza e abbassamento della temperatura (ipotermia), dopo i che il paziente perde conoscenza entrando in stato di coma .
In caso di ipotiroidismo si verifica un aumento del livello di colesterolo causato dall’alterazione del metabolismo dei grassi indotta dalla minore presenza di ormoni. Questo significa che un eccesso di colesterolo che non diminuisce deve indurre a eseguire un controllo della tiroide.
Gozzo è un visibile aumento di volume della tiroide non causato da infiammazioni o tumori e non accompagnato da iper- o ipo-tiroidismo. Il gozzo familiare è dovuto a un non corretto utilizzo dello I2 da parte della tiroide. Il gozzo endemico è causato da scarsa presenza di I2 nell’acqua e negli alimenti. Quando lo I2 non viene assunto in quantità sufficienti (almeno 150 mcg/die) la tiroide viene continuamente stimolata dal TSH andando incontro così ad un ingrossamento da superlavoro. I problemi causati dal gozzo sono dovuti alla compressione che esso esercita sulla trachea e sull’esofago, da cui consegue una significativa difficoltà respiratoria. In molti casi il gozzo ha come conseguenza l’ipertiroidismo e in altri invece la formazione di noduli.
Tiroidite Qualsiasi infiammazione della tiroide viene definita Tiroidite. Queste si suddividono in acute, subacute e croniche. La tiroidite acuta e quella subacuta di solito si scatenano come conseguenza di un’infezione.
La forma cronica è una malattia autoimmune in cui vengono prodotti anticorpi anti-tiroidei. In genere si manifesta dopo i 30 anni e può dare luogo ad aumento o riduzione del volume della tiroide e ipotiroidismo.
Noduli vengono suddivisi in caldi e freddi. I noduli freddi sono circa l’85% dei casi , non producono ormoni ma tendono ad aumentare di volume. Il 15% di essi si rivela di natura maligna. I noduli caldi non sono quasi mai maligni: la loro caratteristica è di diventare iperattivi e quindi dare luogo a gozzo nodulare tossico che può essere causa di ipertiroidismo.
Attraverso l’ecografia viene stabilito se il nodulo è cistico, cioè a contenuto liquido, oppure solido, cioè costituito da tessuto. Il nodulo cistico generalmente crea meno preoccupazione di un nodulo solido, ma, in ogni caso, qualsiasi nodulo va sottoposto ad ago aspirato che permette di stabilire se si tratta di un tumore benigno oppure di un carcinoma, cioè tumore maligno destinato a espandersi nel tempo.
Ecco un cenno su come si interpreta il risultato del referto dell’ago aspirato: Se c’è una cellularità polimorfa (= presenza di cellule di forma diversa) è indice di malattia benigna, in quanto gli elementi di forma diversa sono indice di uno stato infiammatorio; infatti , ad esempio nel caso citato, le cellule linfatiche si moltiplicano e danno origine a elementi diversi l’uno dall’altro. In un tumore, invece, le cellule sono tutte uguali (essendo cloni della stessa cellula) e ciò verrà indicato come cellularità monomorfa.
Se viene eseguito in un linfonodo , la presenza di istiociti indica la natura benigna della situazione; se c’è un’iperplasia linfonodale si pensa sempre a un fenomeno infiammatorio. Se troviamo scritta la sigla CTM vuol dire cellule tumorali maligne. Allo stato attuale quindi la scintigrafia non è più ritenuta indispensabile se non per determinare le cause di un ipertiroidismo. La scintigrafia consiste nella somministrazione endovenosa di una sostanza radioattiva (iodio o tecnezio).
La maggior parte dei tumori maligni della tiroide è a decorso lento tanto è vero che, facendo le varie cure, l’80% dei soggetti ha una speranza di vita di oltre 20 anni dal momento in cui gli viene diagnosticata la malattia.
STOP
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