CAPELLI parte seconda
Per tonificare il cuoio capelluto e stimolare il microcircolo intorno ai follicoli è utile un massaggio dalla nuca alla fronte, eseguito con tanti piccoli movimenti circolari ed una leggera pressione sui punti descritti nella mappa riportata in figura.
Questo massaggio serve sia per rallentare la caduta che più in generale per mantenere una miglior vitalità dei capelli.E’ consigliato massaggiare il cuoio capelluto a capelli asciutti.
Le condizioni dei nostri capelli esprimono il nostro livello energetico di salute fisica (in seguito a un forte trauma possono imbiancarsi (non mi piace il termine incanutirsi) improvvisamente o cadere.
Lo stesso discorso vale per le condizioni del pelo di un animale.
Con l’aumentare dell’età i capelli tendono comunque a diminuire sia per le donne che per gli uomini, sebbene negli uomini l’effetto sia più “drammatico” arrivando in molti casi all’alopecia androgenetica.
Gli antichi sacerdoti egizi si radevano totalmente il capo, come del resto avviene ancora oggi per molti monaci o ministri di culto di varie religioni. Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito al progressivo aumento di teste rasate per i più svariati e contraddittori motivi. Una testa rasata può indicare “che vuoi fare il duro” oppure che vuoi essere “umile”. Oppure , più semplicemente che , dato che perdi i capelli, ti adegui alla moda di rasare completamente la testa per non avere quella “corona” di capelli intorno alle orecchie e alla nuca che è considerata antiestetica o antiquata.
Il settimo chakra è circa all’altezza del vertice della testa. Inoltre c’è un altro importante chakra nella zona della protuberanza occipitale. Questo ci può in parte spiegare perché i vari religiosi si rasano la testa, come per migliorare la comunicazione tra l’uomo e il cielo.
Ma in altre religioni e correnti di pensiero, al contrario, i capelli non vanno mai tagliati... basta ricordare gli antichi Esseni, gli attuali Sikh e anche altre sette induiste, i moderni Rasta ecc ecc.
C’è poi il mito di Sansone che traeva la sua forza dai lunghi capelli, ed il simbolismo moderno, mirabilmente espresso nel loock degli Hyppies, secondo il quale lunghi capelli trasmettono un’idea estetica di pace, amore, ecologia.
Molto suggestivo è il romanzo “Dell’amore e d’altri demoni” Di “Gabo” Marquez:
"Leggenda di una marchesina di 12 anni la cui chioma strascicava come la coda di un abito da sposa, che era morta di mal di rabbia e che era venerata nei Caraibi per i suoi molti miracoli"
All'apertura di alcune tombe da rimuovere, in un monastero, furono trovati i suoi resti con i capelli lunghi 12 metri.
Insomma dal punto di vista poetico, estetico e stilistico ce n’è per tutti i gusti.
Dal mio punto di vista, per chi ce li ha, sono un prolungamento del piano energetico e non un ingombro.
Ricordate questa canzone di Nicolò Fabi? La trovo molto adatta a descrivere un mio punto di vista sull’aspetto “energetico sottile” dei capelli.
“Io senza capelli
sono una pagina senza quadretti
un profumo senza bottiglia
una porta chiusa senza la maniglia
biglia senza pista
un pescatore sprovvisto della sua migliore esca
don Giovanni senza una tresca
io senza te uno scettro senza re
Non voglio più chiedere scusa
se sulla testa porto questa specie di medusa
o foresta
non è soltanto un segno
di protesta
ma è un rifugio per gli insetti
un nido per gli uccelli
che si amano tranquilli fra i miei pensieri
e il cielo
sono la parte di me che
mi somiglia di più
Vivo sempre insieme ai miei capelli nel mondo.
Non sono venuto in motocicletta
non mi sono pettinato con le bombe a mano
non ho messo le dita
dentro la spina
non mi sono lavato con
la candeggina
sono uno di quelli che porta i suoi lunghi capelli
per scelta e non usa trucchi
e voi levatevi la parrucca
Io vivo sempre insieme ai miei capelli nel mondo
Tu senza gioielli
sei una pagina senza quadretti un profumo senza bottiglia
una porta chiusa senza maniglia
biglia senza pista
un pescatore sprovvisto della sua migliore esca
don Giovanni senza una tresca
tu senza me uno scettro senza re
Vivi sempre insieme ai tuoi gioielli
Io vivo sempre insieme ai miei capelli nel mondo
Ma quando perdo il senso e non mi sento niente
io chiedo ai miei capelli di darmi la conferma
che esisto
e rappresento qualcosa
per gli altri
di unico vivo, vero e sincero
malgrado questa pietosa impennata di orgoglio
io tento ogni giorno che vivo
di essere un uomo e non un cespuglio”
per mantenerli in buona salute
IGIENE FORFORA E DERMATITI VARIE DEL CUOIO CAPELLUTO
FORFORA
Le cellule cheratinizzate del cuoio capelluto , quelle descritte nel capitolo precedente che occupano lo strato intermedio del capello, sono in continuo rinnovamento.
Un capello vive 4-7 anni, ma non bisogna però credere che esso rimanga sempre uguale, come un’appendice priva di vita attaccata al cuoio capelluto. Abbiamo visto che al microscopio esso risulta come un tubo costituito da tre strati concentrici di cellule. Quindi, queste cellule, come tutte, hanno un loro proprio ciclo vitale quando lo completano muoiono, e quindi si staccano da questo tubo e si disperdono nell’ambiente mentre vengono rimpiazzate da nuove cellule, esattamente come avviene sull’epidermide.
Questo processo in genere si mantiene a livelli invisibili; malgrado ciò, a volte si formano ammassi con l’aspetto di scagliette bianche che costituiscono la forfora.
Secondo la maggior parte degli Autori allopatici essa viene considerata una lieve manifestazione della dermatite seborroica; in realtà, una descrizione più meticolosa è quella di “condizione desquamativa scarsamente infiammatoria del cuoio capelluto”, clinicamente distinguibile dall’eczema. A differenza di quest’ultimo, la forfora non presenta le modificazioni istopatologiche tipiche dell’eczema, tende a restare in uno stato subacuto o cronico localizzato solo sul cuoio capelluto e non a diffondere in aree come tra le sopracciglia o dietro le orecchie, tipiche delle dermatiti eczematose.
Il meccanismo di formazione della forfora è ben noto: un certo grado di leggera infiammazione conduce alla formazione di ammassi di cellule paracheratosiche, ovvero non perfettamente maturate nell’involucro cheratinizzato e quindi ancora nucleate.
Secondo la medicina allopatica, la causa primaria è ignota, anche se sembra oggi riconosciuto il ruolo dei lieviti del genere Malassezia . L’idea che la forfora derivasse da un’infezione microbica fu proposta proprio da Malassez nel 1874 e Sabouraud nel 1902 confermò in alcuni campioni la presenza del lievito conosciuto allora come Pityrosporum Ovale. Oggi Pityrosporum orbicolare e P Ovale vengono entrambi indicati sotto il nome di Malassezia furfur.Nel 1996 sono state identificate 7 specie di lieviti che costituiscono il genere Malassezia, ed è stato meglio compreso il ruolo svolto dalle diverse forme in patologia. In uno studio presentato ad un recente congresso di dermatologia (2005) Malassezia Restricta risultava presente nel 70% dei sogg affetti da forfora, mentre Malassezia globosa nel 45% e in nessun caso è stata ritrovata Malassezia Furfur: questi dati rimettono ancora una volta in discussione la vera natura del problema forfora.
Ora tutto questo discorso mi sembra un classico dell’errore epistemologico dell’allopatia. Se vogliamo trovare dei germi , basta cercarli e li troveremo sempre e ovunque (e per fortuna, aggiungo). A questo riguardo vale il discorso che ho fatto sull’Helicobacter pylori e sull’acaro della polvere: inutile accanirsi su ospiti di cui non conosciamo tutte le implicazioni (magari hanno un effetto collaborativo e non distruttivo sul nostro organismo. Ad esempio ciò è sicuro per l’acaro che se non esistesse, oggi noi saremmo sommersi dalle scaglie di cellule morte della pelle dei capelli, dei peli di animali domestici e delle innumerevoli sostanze che farebbero centuplicare il volume della polvere), quando dovremmo badare al “terreno”.
Dal mio punto di vista la forfora non è altro che l’evidenza macroscopica dl fisiologico rinnovo cellulare. In alcuni soggetti , in maggior misura nei maschi, essa è più visibile ed in altri invisibile. Certo questo può dipendere dall’assetto ormonale e da innumerevoli fattori, ma il conoscerli non ci dà un contributo in più, dal momento che a livello igienico il problema è di facile soluzione.
Per quanto riguarda le manifestazioni macroscopiche si distinguono due tipi di forfora: secca e grassa. Quella secca è costituita da squame madreperlacee bianche, ripartite sull’insieme del cuoio capelluto da cui si distaccano spargendosi sui vestiti. Nel caso della forfora grassa le squame sono giallastre, grasse, appiccicose, associate a iperseborrea con eritema leggero e diffuso.
Antica farmacia
SALICE, MIRTO, FIELE DI TORO, ORINA UMANA, FIENO GRECO, MALVA, BIETOLA, AGLIO, GIGLIO e ALLUME. Il più importante, riportato anche dalla scuola salernitana, è il fieno greco: la mucillagine del seme cotto nell’acqua ripulisce la testa dalla forfora e dalle ulcerazioni purulente.
(NOTA GENERALE SUL FIENO GRECO NELLE INFIAMMAZIONI :
Secondo Galeno il fieno greco è caldo nel II grado e secco nel I; per questo motivo applicato sugli ascessi caldi li aggrava e li infiamma, quindi è indicato per quelli meno caldi e più duri (= va bene per gli ascessi cronicizzati e non per quelli recenti).
La cosmesi allopatica consiglia le lozioni e i detergenti a base di SOLFURO DI SELENIO o agli agenti cheratolitici come ad es l’ AC SALICILICO , il Mg-PIRITIONE, la VITAMINA A. Le sostanze usate come prima scelta sono : KETOCONAZOLO, CLIMBAZOLO, PIROCTONE OLAMINA, SOLFURO DI SELENIO, PIRITIONI DI ZINCO E MAGNESIO, CICLOPIROX. I derivati dell’ AC SALICILICO vengono spesso aggiunti per la loro azione di facilitazione dell’eliminazione delle squame, dal momento che riducono la coesione tra i corneociti; sono comunque anche fungicidi e batteriostatici.
E’ fin troppo evidente la tossicità di tutti questi prodotti, ad esclusione del solfuro di selenio contenuto negli shampoo. Pur venendo assorbiti in minima parte dall’organismo, la loro applicazione costante e continua comporta una presenza costante. Tutti i tensioattivi, inoltre, che sono di base contenuti nei detergenti e negli shampoo, comportano una distruzione delle membrane cellulari, non solo delle cellule “malate” o dei microrganismi, ma anche di quelle sane.
Il mio consiglio è lavare i capelli una, massimo due volte a settimana, perchè più spesso si lavano, più spesso si produce nuova e più abbondante forfora a causa del feed-back che si viene a creare, come visto per il trattamento dei capelli grassi.
Alimentazione-integratori
minerali da assumere come antiforfora sono: ZINCO E SELENIO; vitamine: A, E, C, Ca-PANTOTENATO, BIOTINA. Alimenti-no= latticini e carne , specie di maiale; molluschi e crostacei, zucchero raffinato.
Fitoterapia
10 gtt di TM di PROPOLI aggiunte ad uno shampoo possono rappresentare un valido e rapido rimedio contro la forfora; i capelli vanno lavati 2 volte alla settimana per almeno 3 mesi, e non tutti i giorni, come invece molti soggetti fanno.
Altro rimedio è la seguente formulazione:
3 gtt di OE LAVANDA,
2 gtt di OE TEA TREE,
2 gtt si OE TIMO,
un cucchiaino di vodka e 1 di acqua;
miscelare i componenti e distribuire il preparato sul cuoio capelluto, frizionando delicatamente fino a completo assorbimento. Ripetere il trattam 3 volte alla settimana per un mese.
ORTICA è efficace nei casi di forfora più resistente; 25g di radice + 25g di ROSMARINO , lasciare macerare in 1L di acqua e filtrare; usare quotidianamente come lozione sul cuoio capelluto e capelli; il trattamento deve durare almeno 3 settimane.
OLIO DI NOCCIOLA serve per eliminare la forfora particolarmente secca; ha anche un’azione antinfiammatoria e antipruriginosa; dopo aver bagnato i capelli, stendervi l’olio di nocciola massaggiando la cute e strofinandola con cotone idrofilo fino a completo assorbimento; ripetuta l’operazione una seconda volta, risciacquare i capelli e asciugarli senza l’uso del phon.
Per la forfora grassa OLIO DI CALENDULA dopo aver lavato con acqua i capelli, instillare sul cuoio capelluto da 20 a 25 gtt di olio di calendula, a seconda della lunhezza della chioma; coprire il capo con un asciugamano e lasciare agire per almeno 1h; poi lavare e risciacquare con acqua.
IGIENE NOTE GENERALI
SHAMPOO
La funzione primaria dello shampoo è quella di detergere i capelli e il cuoio capelluto. Perché questo processo sia efficace esso deve essere selettivo: bisogna che rimanga una piccola dose di sebo sia sul fusto sia, soprattutto, sul cuoio capelluto. La prova di questo fatto è ben visibile quando per motivi di salute non ci si può sottoporre a shampoo regolari: alla ripresa delle regolari pulizie i capelli sono particolarmente lucidi ed elastici; cosa è accaduto? A causa della notevole deposizione di sebo, il primo shampoo fa fatica a rimuovere del tutto i grassi naturalmente presenti, e sono proprio piccole percentuali di questi ultimi ad assicurare ai capelli puliti un aspetto gradevole.
In generale come prima scelta io consiglio di fare periodicamente, ogni una-due settimane, un impacco con il rassoul:
RASSOUL E’ una terra argillosa saponifera, dal potere pulente, del gruppo delle montemorelloniti. Si trova in Marocco. Lascia sulla pelle una sensazione di morbidezza ineguagliabile. Assorbe dai capelli impurità e grassi, senza alterarli. Per la sua capacità di scambiare ioni evita i depositi calcarei, lasciando i capelli soffici. Si può acquistare in pezzi che verranno sciolti in acqua molto calda per cataplasmi.
PRODOTTI IN COMMERCIO DI LARGO CONSUMO
Tra gli ingredienti primari di uno shampoo abbiamo il detergente primario. Un esempio di detergente primario molto comune (secondo la nomenclatura INCI, che è quella che compare sulle etichette) è il SODIO LAURILSOLFATO, un tensioattivo anionico. Viene spesso utilizzato perché lava molto bene, ma non è l’unico detergente presente di solito negli shampoo: inserito da solo in una formula sarebbe troppo sgrassante e produrrebbe una schiuma dalle caratteristiche non del tutto gradevoli . Per migliorare le sue caratteristiche vengono aggiunti uno o più detergenti secondari, capaci di modificare, a volte radicalmente, le sue proprietà di lavaggio. Come secondari sono utilizzati alcuni tensioattivi della categoria degli anfoteri come la COCAMIDOPROPYL-BETAINE, che viscotizza il prodotto conferendo la giusta consistenza per un comodo utilizzo, riduce il potenziale irritante e sostiene la schiuma rendendola sottile e durevole. In farmacia sono presenti anche tensioattivi d’altro tipo rispetto a questa coppia, che per il rapporto costo/efficaca rimane insuperata per i prodotti a grande diffusione. In genere si tratta di varie miscele di tensioattivi non ionici che proprio all’assenza di carica devono la loro delicatezza. I conservanti sono un altro ingrediente assai importante per un prodotto come lo shampoo, che contiene elevate percentuali d’acqua e che quindi costituisce un terreno di crescita fertile per i microbi. Per questo motivo non bisognerebbe mai diluire uno shampoo e poi lasciarlo lì fino a un prossimo utilizzo: la concentrazione del sistema conservante è calcolata per il prodotto così com’è; dopo la diluizione potrebbe non essere più sufficiente a garantirne la sicurezza.
All’interno di una stessa marca vengono prodotti diversi tipi di shampoo.Lo shampoo per lavaggi frequenti è il più delicato, ha la minor percentuale di tensioattivi detergenti; quello per capelli normali e grassi ne ha di più, mentre quello per capelli secchi e danneggiati ne ha una quantità intermedia, ma contiene polimeri cationici e/o idrolizzati proteici ad azione condizionante (shampoo-balsamo).
NB Se i capelli non vengono sciacquati bene, piccole tracce di detergente lasciate sul cuoio capelluto possono causare irritazioni e preludere alla comparsa di forfora e dermatiti irritative di vario genere.
Cosmesi
Per il lavaggio dei capelli usare detergenti non aggressivi; preferire oli lavanti piuttosto che shampoo comuni, che spesso oltre allo sporco asportano anche il film protettivo del capello.
Aggiungere ACETO DI MELE all’acqua del risciacquo rende i capelli brillanti e più compatti.
Come balsamo si consiglia che sia a base di oli siliconici, o di chitina o di collagene. Per i capelli sfibrati e rovinati è utile un impacco con OLIO DI RICINO, che poi verrà asportato con un olio detergente. Altro olio utile è l’OLIO DI JOJOBA, che in realtà è una cera liquida. Esso ha azione seboequilibrante. Terza scelta l’OLIO DI COCCO.
Fitoterapia
GINEPRO DI VIRGINIA (Juniperus Virginiana) i rami e il legno forniscono un OE antiseborroico, antiforfora e antisettico. Preparare una soluzione al 20% di olio di mandorle dolci, applicare sul cuoio capelluto leggermente. Lasciare agire 10’ e poi lavare i capelli.
GINEPRO ROSSO (Juniperus Oxycedrus) Dal legno dei vecchi ginepri si estrae un catrame chiamato olio di Cade, dalle proprietà antisettiche, parassiticide, rubefacenti e antiforfora per capelli grassi. Rammollisce e dissolve le squame cornee non ancora distaccatesi dal cuoio capelluto, preparandolo all’azione di altri prodotti.
GINSENG la radice contiene steroidi e saponine; ha virtù pulenti e toniche.
KARITE’ è un albero dell’Africa centrale, le cui noci hanno un nocciolo da cui si estrae il burro di karité. Ricco di insaponificabili, ha proprietà ammorbidenti, nutrienti e idratanti.
LEGNO DI PANAMA si utilizza la corteccia, che contiene saponine naturali; permettono di pulire senza detergere. Si può impiegare come decotto: 60-100g di corteccia per litro; oppure in tintura eventualmente in un eccipiente come l’alcolato di lavanda al 10-20%.
LICOPODIO si utilizzano le spore in polvere, come shampoo secco. Per shampoo frequenti: polvere di licopodio, polvere di iris, talco parti uguali.
LIMONE qualche goccia aggiunta all’acqua di risciacquo neutralizzerà il calcare e lascerà i capelli lucenti dopo lo shampoo.
ORTICA BIANCA le foglie e le sommità fiorite contengono flavonoidi e tannini; hanno azione antisettica, antiforfora e antiseborroica. Decotto 10g/L di acqua per lozioni 2-3 volte la settimana.
SALVIA foglie e sommità fiorite hanno effetti antisudoriferi, estrogeni e antisettici; si può usare l’estratto in soluzione acquosa al 20%.
Per ammorbidire e far brillare i capelli: 250g/L far bollire 15’ aggiungere 0,25 L di Rhum. In infusione è un buon prodotto per risciacquare i capelli bruni.
SAPONARIA le parti sotterranee sono ricche di saponine dalle proprietà pulenti; decotto di 80g/L bollire 15’.
TIMO l’OE delle foglie è antisettico (timolo e carvacrolo) stimolante e antiseborroico. Tra le sue indicazioni c’è quella di poter essere aggiunto all’elenco dei catrami e al rassoul.
BARDANA per uso esterno le foglie fresche; per capelli grassi fare frizioni quotidiane col succo.
BETULLA l’acqua distillata della corteccia e delle foglie è un buon tonico cutaneo. La tintura a basso grado alcolico è usata per l’igiene e l’irrobustimento dei capelli.
CAPELVENERE il decotto fatto con 100 g di droga in 100 ml di acqua o la tintura, sono utili per frizioni quotidiane per prevenire la forfora e sgrassare i capelli.
CRESCIONE per stimolare e detergere il cuoio capelluto.
ORTICA decotto al 5% per frizioni per capelli grassi con forfora , ma anche per capelli secchi e sfibrati per la sua azione sostantivante.
SALSAPARIGLIA radice; si può usare il decotto 1 cucchiaio/L macerare per una notte e alla mattina bollire x 20’; berne 1-2 bicchieri mattina e 1-2 bicchieri la sera; si può usare in polvere 0,5-1g in capsule o cialdini 2-3 volte al dì prima dei pasti; in estratto fluido 40 gtt 3-4 volte al dì; in sciroppo al 5% 1 cucchiaio 3 volte al dì. Ha un’azione depurativa e diuretica particolarmente utile per le malattie della pelle in generale.
FUMARIA può essere usata come infuso al 5% 1 tazza 2-3 volte al dì prima dei pasti; in TM 20-30 gtt 2-3 volte al dì per 2 settimane al mese; come estratto secco 100-300 mg 2-3 volte al dì prima dei pasti. Utile anche per la psoriasi dove c’è carenza di ac fumarico. La fumaria mostra un’azione depurativa del sangue; antipletorica in quanto diminuisce la viscosità del sangue ; decongestionante epatica e antiflogistica.Proprietà particolarmente utili nel trattamento della forfora e altre dermatosi squamose.
CARDO MARIANO si usano i semi. Si usa l’estratto secco al 2% di silimarina, 1-2 caps da 500 mg 2-3 volte al dì dopo i pasti. L’uso dei disintossicanti epatici è indispensabile per agire contro la forfora in quanto un affaticamento del fegato ha sempre ripercussioni negative sulla cute.
CATRAMI possono essere minerali (ittiolo) o vegetali (coaltar). L’ittiolo è un catrame minerale solforato derivato da scisti bituminose; solubile in acqua, è riducente e antisettico. Coaltar è la denominazione inglese del catrame di carbon fossile; per distillazione si ottengono coaltar più o meno puri e meglio tollerati. E’ un potente antisettico, cheratolitico e, soprattutto, antipruriginoso. Le indicazioni principali sono la forfora secca, grassa, stati seborroici e pruriti del cuoio capelluto.
CAPELLI GRASSI
Macrobiotica
2 tuorli d’uovo, 1 bicchierino di rhum; dopo aver bagnato i capelli, stendere la miscela e lasciare l’impacco x 15’; poi risciacquare.(((Ricetta molto simile è quella del Phytorum shampoo, realizzata 20 anni dopo questo articolo e indicato come shampoo rinforzante; secondo me è meraviglioso per tutti i tipi di capelli)))
Fitoterapia
OE di EUCALIPTO 3 gtt, OE di LIMONE 3 gtt , OE di SALVIA 3 gtt sciogliere in 1 cucchiaino di vodka e 1 di acqua; distribuire il preparato sul cuoio capelluto massaggiando fino a completo assorbimento. Ripetere la frizione 3 volte alla settimana x 3 settimane.
L’olio di JOJOBA regola l’umidità della cute, riducendo l’ipersecrezione sebacea; per fare un impacco è molto efficace questa ricetta: 3 cucchiai di olio di jojoba, 10 gtt di OE di LIMONE, 1 cucchiaio di ARGILLA BIANCA; dopo aver miscelato gli ingredienti, stendere l’impasto sui capelli lasciando agire per mezz’ora. Dopo aver risciacquato con cura, asciugare senza phon né casco; ripetere l’impacco 2 volte a settimana x 1 mese.
CAPELLI SECCHI E/O CRESPI
Macrobiotica lasciare macerare 2 cucchiai di SEMI DI LINO in 500 ml di acqua fredda per qualche ora. Il liquido si trasformerà in una soluzione lievemente vischiosa, che applicata con un pettine sui capelli puliti, ne migliorerà la lucentezza; asciugandosi poi formerà una pellicola trasparente che protegge i capelli.
Fitoterapia
ORTICA, BETULLA, PSILLIO possono essere messi insieme per fare un impacco ristrutturante: mescolare 35 g di radice di ortica, 35 g di foglie di betulla e 35g di polvere di semi di psillio. Stemperare qualche cucchiaino del composto in poca acqua fino a ottenimento di una pastella fluida, non troppo liquida. Applicare il preparato prima dello shampoo su cute e capelli e farlo agire per almeno 1/2 h; risciacquare e lavare normalmente i capelli; ripetere il trattamento 3 volte alla sett x 3-4 sett.
DOPPIE PUNTE
E’ un problema tipicamente femminile. E’ controindicato spazzolare i capelli. Utili sono i prodotti a base di cheratina che si deposita sulle fibre danneggiate secondo i loro bisogni specifici, di facile assorbimento e che si riflette in una aumentata resistenza a tutti i maltrattamenti cui vanno incontro.
Tinture
VISIONE OLISTICA
In generale le tinture per capelli normalmente usate in cosmesi allopatica-industriale “fanno male” considerando che una piccola percentuale entra ripetutamente nell’organismo. Inoltre spesso le tinture, e specialmente quelle scure e nere, scatenano allergie. E’ sconsigliato tingersi i capelli in gravidanza, durante il ciclo mestruale, durante la menopausa se sono presenti anemia o malattie renali. In alternativa si possono usare prodotti a base di henné e pigmenti naturali.
CAMOMILLA si usano i fiori in decozione al 7% per ottenere riflessi dorati in una capigliatura castana; non eccedere nel tempo di applicazione per evitare l’ingiallimento.
CENTAUREA BLU (Fiordaliso) L’estratto attenua o elimina l’ingiallimento dei capelli grigi o bianchi e dona riflessi argentati. Si usa come dopo shampoo (decotto dei fiori).
HENNE’ la polvere delle foglie si usa per ottenere riflessi rossi sui capelli bruni; tale proprietà è dovuta a un pigmento, il lawsone, e ai tannini; si trova anche un henné neutro, impiegato come tonico.
EDERA E NOCE far bollire per 20’ una manciata di foglie di noce o di edera ; filtrare e immergere nel liquido ottenuto i capelli per 10’; quindi asciugare. Ripetere il trattamento 2 volte a settimana x 1 mese.
ORTICA se i capelli non sono ancora totalmente bianchi, un infuso di ortica filtrato e usato per sciacquare i capelli dopo ogni lavaggio può aiutare a mascherare l’ingrigimento rendendo i capelli scuri e soffici.
Quando i metodi naturali diventano scarsamente efficaci, allora consiglio di ricorrere alla comune tintura. E’ evidente che i possibili effetti collaterali saranno minori se una percona comincia a colorarsi i capelli verso i 50 anni, piuttosto che dalla giovane età.
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