Indice

1. Sciatica
2. Artrite Reumatoide
3. Osteoporosi
4. Emicrania
5. Dismenorrea
6. Infertilità
7. Gastrite
8. Cistite
9. Menopausa
10. Tabagismo
11. Ipertensione
12. Insonnia
13. Obesità
14. Stress e pnei
15. Cistite interstiziale
16. Psoriasi
17. Occhio secco
18. Viaggi
19. Acufeni
20. Allergie-Asma
21. Gravidanza e neonato
22. Due riflessioni
23. Stipsi
24. Vertigini
25. Cani e Gatti
26. Tipi Omeopatici
27.Bambino-psiche
28.Sport
29.Disturbi venosi
30.Salute obbligatoria
31.Cuore
32.Neonato-mamma-papà
33.Memoria
34.Anziano-aspetti nutrizionali e pnei
35.Colesterolo
35-bis.Colesterolo-bis
36.Acne
37.Anemie
38.Tosse-Omeopatia
39.Enuresi
40.Reflusso gastro-esofageo
41.LEI e LUI
42.LEI e LUI seconda puntata
43.LEI e LUI terza puntata
44.Raffreddore
45.Un po' di respiro
46.Influenza
47.Adolescenza
48.Chakras
49.Ayurveda
50.Medicina cinese
51.DENTI parte prima
52.DENTI parte seconda
53.DENTI parte terza
54.CAPELLI parte prima
55.CAPELLI parte seconda
56.FITOTERAPIA
57.diabete-parte prima
58.diabete-parte seconda
59.Trattamento viscerale
60.Pelle
61.Cronobiologia
62.ANORESSIA parte prima
63.ANORESSIA parte seconda
64.Alcolismo
65.Colori
66.Fegato parte prima
67.Fegato parte seconda
68.Posture
69.Fermenti intestinali parte prima
70.Fermenti intestinali parte seconda
71.Epitrocleite
72.TIROIDE parte prima
73.TIROIDE parte seconda
74.SALUTE E MALATTIA
75.CONGIUNTIVITI
76.OTITE parte prima
77.OTITE parte seconda
78.ORMONI parte prima
79.FISIOGNOMICA
80.ORMONI parte seconda
81.COSMETICI
82.ORMONI parte terza
83.METAFISICA
84.EPIFISI
85. Perchè rinunciare?
86.INQUIETUDINI DI FERRUM METALLICUM
87.ICTUS
88.ICTUS parte seconda
89.Mantra
90.KINESIOLOGIA
91.Fiori di Bach
92.Sogni
93.Odori
94.Gli occhiali
95.La vista
96.Il tatto
97.Il gusto
98.Udito
99.Energia e Cosmo
100.Cento
101.VERATRUM ALBUM
102.EFT
103.Lupus
104.Cavoli
105.Farmaci
106.COLON IRRITABILE parte prima
107.COLON IRRITABILE parte seconda
108. MEDICINA CINESE ancora
109.Il corso di EFT
110.Corsi permanenti
111.Calcoli renali
112.DRENAGGIO
113.Metabolismo2-Fascia
114.PRANOTERAPIA
115.Morbo di Crohn
116.Dolori muscolari
117.Alitosi
118.Carotenoidi
119.Le voglie matte
120.IRIDOLOGIA parte prima
121.IRIDOLOGIA parte seconda
122.HERPES
123.DANNI DEI FARMACI PER LO STOMACO parte prima
124.DANNI DEI FARMACI PER LO STOMACO parte seconda
125.Storia delle babbucce
126.IDROTERAPIA
127.PARODONTITE
128.MEDITAZIONE SUL CUORE
129.LA MORTE DEGLI ALTRI
130.Il sole e la pelle
131.ENFISEMA POLMONARE parte prima
132.ENFISEMA POLMONARE parte seconda
133.Sistema immunitario cerebrale
134.Spagirica
135.TRAUMA DA PARTO
136.SPIGOLATURE
137.I GRASSI
138. Fico d'India
139.Occhi e mirtillo
140.PSICOSOMATICA
141.PSICOSOMATICA parte seconda
142.PSICOSOMATICA parte terza
143.Contatti estenuanti
144.Omeopatia per la pelle
145.HIV
146.CISTI OVARICHE
147.TUMORI
148.Singhiozzo
149.TEMPO DI BILANCI
150.NAUSEA E VOMITO
151.Test per la coppia
152.FEBBRE
153.PARKINSON
154.Minerali da antica farmacia
155.Omotossicologia e metabolismo
156.MEDICINA TIBETANA parte prima
157.DERMATITI E DERMATOSI
158.TRE BIOTIPI
159.Jung
160.GAMBE SENZA RIPOSO
161.Due prodotti delle api
162.ATTACCHI DI PANICO
163.ESAMI DELLE URINE
164.VERMI
165.AVVELENAMENTI parte prima
166.AVVELENAMENTI parte seconda
167.Alcuni alimenti
168.DIVERTICOLI
169.PENSARE POSITIVO
170.Naja Tripudians
171.Tumori 2
172.Unghie
173.Pensare col corpo
174.Gambe disturbi venosi
175.SCLEROSI MULTIPLA
176.Malattie autoimmuni
177.SCLERODERMIA
178.Rimedi per gli occhi
179.INTEGRATORI PER MAMMA
180.PSICHE E FIORI DI BACH parte prima
181.PSICHE E FIORI DI BACH parte seconda
182.PSICHE E FIORI DI BACH parte terza
183.PSICHE E FIORI DI BACH parte quarta
184.PSICHE E FIORI DI BACH parte quinta
185.PSICHE E FIORI DI BACH parte sesta
186.PSICHE E FIORI DI BACH parte settima
187.PSICHE E FIORI DI BACH parte ottava
188.PSICHE E FIORI DI BACH nona e ultima parte
189.Gli oli essenziali
190.OMEOPATIA PER INSONNIA DEL BAMBINO
191.CONSIDERAZIONI SULLA SALUTE
192.Macchie scure sulla pelle
193.Blefarite
194.IPERTENSIONE alcune piante
195.DIFESE IMMUNITARIE
196.ALZHEIMER
197.PIANTE ANTI-STRESS
198.FEGATO parte terza
199.Lavaggio energetico
200.Colpo di fulmine tra due LACHESIS
201.ALOE parte prima
202.Maculopatia degenerativa
203.Fluidificanti del sangue
204.ALLERGIE parte prim
205.ALLERGIE parte seconda
206.ALLERGIE parte terza
207.DEMENZA SENILE
208.INSUFFICIENZA RENALE
209.Quanto siamo aciduli
210.Non è tutto cromo ciò che brilla
211.DALLO SPIRITO ALLA MATERIA
212.Pancreatite
213.Raffinate ed accurate primitive terapie
214.Dermatite seborroica
215.RIMEDI PER BAMBINI
216.SCUOLA SALERNITANA parte prima
217.SCUOLA SALERNITANA parte seconda
218.SCUOLA SALERNITANA parte terza
219.Controllo e Ascolto
220.OLIO DI GERME DI GRANO
221.ORTICARIA
222.REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO parte seconda
223.INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
224.STORIE DI ORDINARIO TORMENTO parte prima
225.STORIE DI ORDINARIO TORMENTO parte seconda
226.DIETA BASE e BAMBINO IPERCINETICO
227.ARTRITE E DOLORI ARTICOLARI
228.RIEDUCAZIONE DELLA PERCEZIONE SONORA
229.OBESITA INFANTILE
230.UNA MEDITAZIONE PER CORREGGERE LE REAZIONI RIPETITIVE
231.ANCORA CUORE
232.VACCINI
233.Balbuzie
234.PAROLE DIFFICILI idiopatico
235.SCOLIOSI
236.Percorsi benessere con regalo
237.DIURESI alcune piante utilissime
238.DIETA BASE
239.ALCHIMIA
240.RADIOTERAPIA un sostegno omeopatico per limitare i danni
241.CORSO ACCELERATO DI OMEOPATIA
242.ANALISI FISIOGNOMICA di un attore
243.CHILI DI TROPPO
244.CHILI DI TROPPO parte seconda
245.ARGILLA
246.Memoria e concentrazione
247.LE PAROLE DIFFICILI escara e flittena
248.ABBASSAMENTO RENALE
249.ALIMENTI FERMENTATI
250.MELATONINA
251.SONDAGGIO
252.Ottuso dogmatismo
253.Ancora fegato
254.PRANAYAMA parte prima
255.PRANAYAMA parte seconda
256.CEFALEA
257.Alimentazione spigolature
258.LE PAROLE DIFFICILI Fotosensibilizzazione
259.ANCORA RENE
260.MEDITARE STANDO AFFACCIATI
261.PRESSIONE ALTA parte prima
262.IPERTENSIONE parte seconda
263.OGM prodotti transgenici
264.Abusi della sanità
265.PRODOTTI SOLARI
266.Ricette mediterranee
267.IPERTENSIONE parte terza
268.TUMORI parte terza
269.COSE DI DONNE
270.Falsi bisogni creati dal mercato
271.IPERTENSIONE parte quarta
272.ANTICHE RICETTE una conserva di susine
273.LE PAROLE DIFFICILI Palliativo
274.STIPSI
275.TAURINA
276.IPERTENSIONE parte quinta
277.INQUINAMENTO ACUSTICO
278.DERMATITE ATOPICA
279.SAPORE DI SALE
280.PARACELSO
281.Metalli pesanti e danni alla pelle
282.IPERTENSIONE parte sesta RIMEDI NATURALI
283.MIA CONFERENZA
284.MALATTIE AUTOIMMUNI parte prima
285.MALATTIE AUTOIMMUNI parte seconda
286.SISTEMA NERVOSO DUE NOTE
287.LE PAROLE DIFFICILI Deontologia e Metastasi
288.IPERTENSIONE parte settima
289.ALLUCE VALGO
290.VERTIGINI fitoterapia
291.DISTURBI INVERNALI DEL BAMBINO
292.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte primaO
293.OMOTOSSICOLOGIA
294.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte seconda
295.Buon Natale filosofeggiando
296.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte terza
297.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte quarta
298.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte quinta
299.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte sesta e ultima
300.DISTURBI INTESTINALI antichissima ricetta
301.Donna e iperandrogenismo
302.FISIOGNOMICA APPLICATA AI RIMEDI OMEOPATICI
303.Possibile prevenire il tumore al fegato con il Chelidonium
304.Litoterapia
305.Fitoterapia per emicrania
306.Parole difficili della medicina OSTEOFITI
307.IL DOLORE DEI NOSTRI ANIMALI
308.RAVANELLO
309.Tre tipi di pepe
310.RUGHE
311.DISTURBI DELLA PROSTATA
312.FERMENTI INTESTINALI
313.PRANOTERAPIA
314.MENINGITE
315.Parole difficili della medicina FISTOLE
316.CLORURO DI MAGNESIO
317.PANNOLINI PER BAMBINI
318.Le emozioni depositate sui denti
319.Meditazione sulla vergogna
320.ANTIOSSIDANTI
321.Malattie autoimmuni
322.INSONNIA punti da trattare
323.Parole difficili in medicina STEATOSI EPATICA
324.Carota
325.Cicatrizzazione
326.Strategie di bisogno e potere
327.ENZIMI
328.Lampone
329.Commento durante la breve vacanza
330.LE PAROLE DIFFICILI DELLA MEDICINA apoptosi e necrosi
331.Nasce la nuova associazione TING
332.ALOPECIA AREATA rimedio Ayurvedico
333.LAVAGGIO EPATICO
334.Incontri autunnali
335.Sindrome di Dupuytren
336.Abuso di farmaci
337.TOSSE parte prima
338.Corso di alimentazione
339.TOSSE parte seconda
340.TOSSE parte terza
341.TOSSE parte quarta
342.MEDITAZIONE SULLE PAURE
343.Interazione individuo e ambiente
344.Respirazione
345.Epifisi e melatonina
346.Cefalea
347.Ibisco
348.CLa magia dei fermenti
349.LEDUM PALUSTRE
350.Unghia di gatto
351.Cicoria
352.Respirazione
353.Albero della vita e scelta di un rimedio
354.Studiare da adulti
355.Meditazione per essere autorevole
356.Tre piante per gli occhi
357.Metabolismo
358.Un consiglio disinteressato
359.Gengivite
360.Diarrea del bambino
361.Fiori di Bach per uscire da una dipendenza
362.Sulfur
363.Linfa e tessuto connettiv
364.Anatomia della fascia
365.GOLA
366.Fiori di Bach per il neonato
367.Note sul cuore
368.Artemisia
369.Codici biologici
370.Rimedi omeopatici per insonnia e paziente scettico
371.Piselli
372.Rimedi per cani
373.Un decotto antico per depurarsi
374.Un caso di diabete di tipo II
375.ALOE
376.Le radici del desiderio
377.Alzheimer approfondimento
378.Colori
379.Colori per la casa
380.USO PERSONALE DEI COLORI
381.DERMATOMERI E METAMERI
382.La nostra pelle
383.Omeostasi, salute e malattia
384.Parole difficili della medicina ACROMEGALIA
385.DERMATITE un questionario utile
386.Citrus aurantium
387.Fibromialgia
388.Piante per gli occhi
389.Coliche addominali del bambino
390.Disturbi mentali
391.Piccola pausa
392.Raffreddore
393.SISTEMA IMMUNITARIO storiella horror-humor
394.ALIMENTAZIONE tre note
395.ASMA rimedi omeopatici
396.ARNICA rimedi omeopatici
397.Rhus Toxicodendron
398.Zucca
399.Corso di fitoterapia online
400.Conferenza su Cuore e dislipidemie
401.Prove di efficacia
402.Incompatibilità
403.Boswellia
404.Tiroide Storia di due donnea
405.Semprevivo
406.Causticum
407.Assafetida
408.Bryonia

domenica 26 luglio 2015

ENZIMI

Gli enzimi sono delle sostanze (molecole) che si inseriscono in una reazione chimica dell’organismo che avviene tra altre sostanze senza diventare essi stessi il prodotto della reazione. Per le loro azioni essi vengono definiti “catalizzatori”. In pratica si comportano come un mediatore che permette o facilita una transazione in un affare economico: nella compravendita egli non ha né venduto né acquistato e alla fine della transazione è pronto per occuparsi di un nuovo affare tra altri due nuovi clienti. Allo stesso modo, dopo che la reazione è avvenuta, gli enzimi non risultano modificati e sono pronti per catalizzare la successiva. Gli enzimi sono indispensabili per un grandissimo numero di reazioni, in quanto senza il loro intervento queste non potrebbero avvenire; in altri casi invece essi  permettono solo alla reazione di svolgersi molto più velocemente.

Gli enzimi sono composti da due parti: l’apoenzima e il coenzima. La prima rappresenta la struttura principale, al centro della quale si colloca il coenzima, in genere una vitamina o uno ione metallico, necessario affinché l’enzima possa attivarsi ed espletare le proprie funzioni. Per questo quando non riforniamo adeguatamente il nostro corpo di vitamine e minerali, molti enzimi non possono svolgere il loro lavoro, e le funzioni vitali che da essi dipendono sono compromesse. L’organismo sintetizza da sé quasi tutti gli enzimi di cui ha bisogno grazie al DNA. Il DNA è diviso in 24 sezioni dette geni. In alcuni geni (a parte quelli con le caratteristiche morfologiche del soggetto) sono contenute le informazioni per la corretta esecuzione dei processi che si svolgono nell’organismo, come ad esempio la costruzione delle proteine. Ogni cellula, per compiere lo specifico incarico che deve svolgere, copia la parte di DNA che contiene l’istruzione relativa al compito sull’RNA. per la costruzione delle proteine l’RNA viene trasportato nel ribosoma, una specie di laboratorio chimico all’interno della stessa cellula, dove le istruzioni vengono eseguite e la proteina richiesta viene assemblata. Molte di queste proteine sono enzimi. Quando è pronta deve raggiungere il suo “posto di lavoro”, che può essere all’interno della stessa cellula o anche molto lontano in altre parti del corpo. In questo secondo caso passa attraverso la membrana cellulare ed entra nella circolazione sanguigna o linfatica. 
Gli enzimi partecipano a tutti i processi  vitali basilari: all’interno della cellula, e precisamente nei mitocondri, il glucosio viene convertito in energia grazie all’ossigeno e agli enzimi. Se l’energia prodotta è in esubero, altri enzimi si occupano di immagazzinarla. Alcuni, come la pepsina o la papaina, sono coinvolti nel processo digestivo. Essi scindono le macromolecole alimentari nei loro costituenti di base, in modo da renderle assimilabili. Di nuovo è necessario l’intervento degli enzimi: grazie a loro le molecole passano attraverso le pareti dell’intestino nella circolazione sanguigna. Incredibilmente varia è la quantità di compiti che gli enzimi assolvono, ciascuno essendo estremamente specializzato nel catalizzare uno e un solo tipo di reazione, a differenza dei catalizzatori inorganici. Per questo non ci sono praticamente conflitti, e l’attività di ciascuno non intralcia quella degli altri. La loro elevatissima specificità è dovuta al fatto che il sito attivo interagisce con i reagenti in modo stereospecifico, cioè è sensibile anche a piccolissime differenze della struttura tridimensionale.

Oltre alla mancanza del coenzimi, altri fattori possono ostacolare o inibire la funzionalità enzimatica: ad esempio può verificarsi una carenza di substrato, cioè della materia che gli enzimi dovrebbero modificare, o le stesse cellule potrebbero non essere in grado di produrre enzimi a sufficienza. Ciò avviene in genere a causa di una mutazione del gene corrispondente, quando cioè parte del codice genetico è corrotto. Gli enzimi sono inoltre molto sensibili alle variazioni di temperatura: il freddo rallenta sensibilmente la loro attività. Questa caratteristica viene sfruttata quando si congelano gli alimenti per conservarli: si arrestano così i processi biologici che li porterebbero alla decomposizione. Al contrario temperature elevate, ma al di sotto dei 50°C, li stimolano: è quello  che succede quando abbiamo la febbre: per fronteggiare rapidamente e con efficacia l’aggressione gli enzimi si mettono a fare gli straordinari!

NOTA
Tratto da: Il grande libro della papaya di Viviana Fontanari e Carlo  Delucca



domenica 19 luglio 2015

Strategie di bisogno e potere






Le nostre strategie  per difenderci dallo stress e per ottenere la soddisfazione, o almeno una parvenza di soddisfazione, delle nostre principali istanze, contribuisce a forgiare e viene forgiata dalla nostra struttura fisica.
Ecco perché per un operatore sanitario può essere importante non trascurare l’analisi morfologica di un soggetto che si affida alle sue cure.
Jader Tolja e Francesca Speciani, su questa materia che unisce la fisiognomica alla psicologia e ad altre discipline affini a queste prime due, hanno scritto un magnifico testo molto apprezzato, “Pensare col corpo”, che vi consiglio di leggere e del quale riporto un breve brano riguardo alle strategie di bisogno e quelle di potere.


AUTONOMIA E DIPENDENZA
nel corpo e nella personalità

una persona in contatto solo con il proprio bisogno prova facilmente la sgradevole sensazione di essere alla mercè degli altri. D’altra parte, chi è in contatto solo con il proprio potere è deprivato dell’esperienza emotiva data dal provare un reale e profondo desiderio e quindi anche del significato che questo darebbe alla sua vita. Vediamo quindi un po’ più in dettaglio cosa comportano queste due organizzazioni a 
livello fisico. Che cosa succede quando un soggetto basa tutta la propria strategia sul bisogno? In natura, la visione di un cucciolo o di un bambino piccolo stimola sentimenti di protezione. E’ facile accorgersi che un soggetto sta usando una strategia fisica e psicologica basata sul bisogno ogni volta che in sua presenza ci si sente particolarmente forti, capaci, illuminati, intelligenti, scaltri, coraggiosi. Ovvero quando insieme a lui ci si sente molto potenti. Chi adotta inconsapevolmente la strategia del bisogno è esattamente il tipo di soggetto di cui si circondano volentieri le persone con una polarità complementare, ovvero quelle che applicano (altrettanto inconsapevolmente) una strategia basata sul potere. Tra queste ultime si trovano di frequente insegnanti, medici, guru, militari e chiunque rivesta posizioni di responsabilità, davanti alle quali ci si sente facilmente piccoli, incapaci, impediti, infantili e ignoranti. A questo tipo di rapporto si ispirano spesso coppie di attori comici che rappresentano in modo caricaturale l’attrazione reciproca esistente nella vita reale tra persone che interpretano sempre il ruolo di chi ha bisogno, di chi non ce la fa senza aiuto, e persone che offrono l’illusione di poter soddisfare questo bisogno di dipendenza, assumendosi anche la capacità e il potere dell’altro. Così pure singoli attori che , come Jerry Lewis nel ruolo dell’incapace o John Wayne nel ruolo del duro che protegge i deboli, recitano ruoli sempre uguali a se stessi, circondati da personaggi minori caratterizzati dalla polarità complementare. In realtà qualsiasi guru non è poi molto differente da Ollio se non nel fatto che ai nostri  occhi e a quelli di un certo numero di persone sfugge il simpatico aspetto di farsa così ben delineato dall’attore. Alla lunga, anche nei “duri” alla John Waine emerge l’aspetto ripetitivo e quasi caricaturale che però, per coloro che ne subiscono il fascino, rimane ben celato da aspetti emotivi quali timore, bisogno di protezione, fantasie di inferiorità o di ricompensa. Ma non sfugge a occhi lucidi, come ad esempio quelli di Fritz Perls, uno dei più geniali e provocatori rinnovatori della psicologia, che così descriveva il suo incontro con un guru indiano: “ La sua storia era uno stereotipato entrare in contatto con l’infinito... tuttavia ha dei begli occhi e delle bellissime mani. Io personalmente penso che lui sia un disastro e non mi metterei a fare il santo per tutta la fama e l’oro del mondo. Il suo gioco e il suo ruolo sono congelati, sebbene sospetto che ci siano situazioni dove potrebbe essere capace di rivestire altri ruoli” .

Da un punto di vista psicologico i soggetti che basano la loro strategia sul bisogno mostrano in genere uno stato di dipendenza. Per contro, da una persona spinta fin dalla più tenera età a identificarsi esclusivamente con la propria autonomia per sopravvivere alle richieste implicite ed esplicite dell’ambiente familiare ci si può facilmente aspettare una vita coerente con l’idea di fondo che non sia possibile essere amati se non si ha potere. Evento che, fintanto che tale convinzione rimane indiscussa, puntualmente si verifica nella sua realtà. 

L’individuo che funziona sul bisogno rinuncia a esprimere la sua potenza, incarna molto bene la fase orale dell’evoluzione. Per questo accanto a una persona che ha potere cerca di mettersi in una posizione di complicità e di indifferenziazione: la sua sopravvivenza è legata all’identificazione con la persona che segue e con cui diventa tutt’uno. Il suo obiettivo primario è non crearle problemi. In certi ambienti, questi soggetti diventano facilmente i favoriti, ma in alcuni casi più per la loro adattabilità e innocuità che per sentimenti di stima o affetto. Quindi senza ricevere rispetto e riconoscimento perché, da parte sua, la persona che basa la sua strategia sul potere, più che di individui con cui confrontarsi, ha bisogno di complicità. 

Per essere innocue, per non sentire un senso di separazione, di frustrazione quando fanno quello che gli viene chiesto, le persone centrate sul bisogno si illudono di ricevere più di quello che danno, mentre la rinuncia alla propria forza e l’assoggettarsi alla complicità sono di fatto il prezzo che pagano anche fisicamente. Per poter aderire a un’immagine meno sana e capace di quella che sarebbe consona e naturale per la loro età, anche il loro corpo si presenta spesso minuto e privo di potenza, con un’energia trattenuta all’interno perché non si manifesti all’esterno, causa di una continua tensione nervosa. Appoggiati su gambe che non esprimono forza e consistenza, hanno torace e spalle più stretti di quanto ci si possa aspettare in persone della loro età. L’atteggiamento fisico è di tipo concavo; il respiro è corto, più scarso del suo potenziale: il  mantenimento della strategia basata sul bisogno richiede infatti di non riempirsi adeguatamente. Lasciarsi nutrire e riempire, apprezzare quello che si riceve, infatti, porta a crescere, a espandersi a mobilitare gli organi addominali (fonte di potenza), e tutto questo non è compatibile con la strategia adottata.

Per contro, chi basa la sua strategia sul potere si presenta con una postura più eretta e una struttura più espansa rispetto a una condizione neutra. Ha un respiro particolare, come se il polmone avesse difficoltà a lasciar uscire tutta l’aria inspirata. Di conseguenza il torace è molto espanso e il diaframma ha un’escursione ridotta così che non può massaggiare con il suo ritmico contrarsi e distendersi tutto il contenuto della cavità addominale, che risulta quindi meno mobile di quanto potrebbe essere. La parte bassa della schiena e gli arti inferiori sono in uno stato di tensione permanente e ricevono poca energia perché la persona, col proprio respiro, con l’attenzione e con la circolazione favorisce, inconsapevolmente ma regolarmente, la parte superiore e anteriore del corpo, cioè quelle che danno una sensazione di potere e di forza più immediate a livello visivo. Psicologicamente, questa persona crede di non avere alternative e quindi cerca di ottenere ciò che gli serve dal potere che ha. E lo fa scoprendo su quali aspetti siano più vulnerabili o ricattabili le persone che lo circondano. Ha una fantasia di essere generoso , ma difficilmente si rende conto che la sua generosità spesso finisce per sottrarre all’altro l’autostima, la capacità di fare da solo, l’autonomia. E per corazzare il proprio nucleo interno --che è fonte di emozioni, di sentimenti, di piacere e quindi in contraddizione con l’esercizio del potere-- ispessisce e carica la parte esterna del corpo, che così diventa più dura (e non di rado molto pelosa). Le differenze fisiche delineate sono la conseguenza della strategia che ognuno di questi personaggi adotta --più o meno consapevolmente-- per sopravvivere. Le persone che fondano la loro strategia sul bisogno e sul potere viaggiano spesso in coppia in quanto rappresentano modi archetipici di essere  molto specifici e complementari, una coppia di polarità tra le più diffuse e conosciute, sul palcoscenico della vita.







BISOGNO, POTERE E MALATTIA
non è pensabile che due persone con corpi e strategie così differenti si ammalino nello stesso modo. Se un soggetto tiene costantemente il torace in inspirazione per sentirsi più potente, più facilmente andrà soggetto a malattie quali asma o enfisema. D’altra parte, se lo tiene in una condizione di costante svuotamento, la sua debolezza polmonare si rifletterà in un tipo diverso di disturbi, quali ad esempio frequenti bronchiti. L’escursione limitata del diaframma e la scarsa mobilità degli organi di una persona del primo tipo, spesso accompagnati da eccessi alimentari e in particolare di zuccheri (necessari per nutrire le ghiandole surrenali che in questa situazione lavorano molto), rendono più esposti a malattie metaboliche quali il diabete. L’eccessiva tensione, contrazione e implosione di chi basa la sua strategia sul bisogno (con tutto il corredo di frustrazioni) porterà invece più facilmente a malattie quali la gastrite o l’ulcera. Anche la pressione arteriosa dei due personaggi sarà certamente differente. Se consideriamo che questo valore esprime la forza interna necessaria a contrastare una pressione esterna -- non solo fisica ma anche psicologica--, la responsabilità che grava su una persona può essere interpretata in modo analogo al peso della vettura su un pneumatico. Come tutti sappiamo, se la vettura è pesante, la pressione delle due o più persone, il limite della situazione potrebbe essere, per chi vi è coinvolto, la difficoltà di muoversi tra aspetti diversi della sua personalità che, quando coesistano in modo equilibrato-- consentono una maggiore possibilità di scelta nelle diverse situazioni che si trova ad affrontare.


 Ovviamente non esistono solo queste due strategie del potere e del bisogno. In realtà le strategie sono numerose tanto quanto le persone dato che anche nelle grandi linee di una strategia ci sono altrettante sfumature assolutamente individuali. Questi esempi ci servono però come traccia per analizzare i corpi dei soggetti che rientrano nelle più comuni strategie di comportamento. Oltre a bisogno e potere sono state definite in modo ampio anche le seguenti:
--negazione del bisogno
--resistenza--distacco
--seduzione
--azione
--mimetismo

...che esamineremo nel prossimo capitolo.

mercoledì 15 luglio 2015

domenica 12 luglio 2015

CICATRIZZAZIONE

La pelle ha, tra le sue tante funzioni, quella di “barriera epidermica” (FBE). Lo strato corneo è il principale attore di questa barriera; esso grazie alle lamelle di cheratina e ai lipidi interlamellari, forma una barriera semipermeabile. Una delle cause delle alterazioni della FBE è la diminuzione dei lipidi interlamellari. Normalmente, se avvengono delle lesioni, come ad esempio in seguito a una ferita o ad una ustione, la pelle tende a mettere in atto una complessa sequenza di azioni che rendono possibile il processo di riparazione tissutale. Si viene a formare un tessuto cicatriziale che, pur ripristinando le condizioni iniziali di barriera, presenta però una struttura diversa da quella del tessuto originario. Ma non sempre le cose vanno come dovrebbero. In alcuni casi il processo di riparazione è deficitario e in questo caso insorgono ulcere, oppure il processo è troppo accentuato e allora insorgono cheloidi. In seguito alla lesione si ha: 
 prima fase processi di coagulazione e infiammazione che hanno lo scopo di bloccare la perdita di sangue e richiamare nella zona diversi tipi di cellule, che agiscono nella fase successiva.
 seconda fase. Qui si ha la formazione del tessuto di granulazione (è detta anche fase proliferativa).
 Terza fase processo di rimodellamento tissutale, che tende a ridare al tessuto danneggiato una morfologia e una funzione il più possibile vicina a quella del tessuto originario. 
Cruciale in tutti questi meccanismi è l’intervento dei leucociti, delle cellule endoteliali e dei fibroblasti, richiamati e attivati dalle citochine prodotte a cascata a partire dalle piastrine, responsabili degli eventi precoci del processo di riparazione. I macrofagi partecipano alla rimozione dei residui tissutali ma richiamano anche le cellule endoteliali e i fibroblasti. Alle cellule endoteliali sono delegati i processi di rigenerazione tissutale con la produzione di collagene e il rimodellamento della matrice extracellulare. E’ la fase del tessuto di granulazione, il vero momento di riparazione del danno tissutale, durante la quale vengono prodotte sostanze che verranno modificate nella fase successiva, quella di rimodellamento, a conclusione dell’intero processo. Il tutto orchestrato dalla produzione di citochine (molecole che permettono la comunicazione intercellulare), di enzimi e di proteine. Il fenomeno dell’ipossia accomuna i diversi tipi di ulcere ed è alla base della degenerazione tissutale e delle difficoltà di riparazione. Nei processi di riparazione sono di primaria importanza le citochine di derivazione macrofagica (come le IL1-6-8) ma anche fattori di crescita come il PDGF (platelet derived growth factor) ad attività chemiotattica e attivatrice nei confronti della neoangiogenesi e della riorganizzazione della matrice extracellulare. 

L’applicazione terapeutica del PDGF nell’ulcera cutanea è già in commercio. Sono in fase di studio altre molecole come il GM-CSF (granulocyte macrophage colony stimulating factor=fattore stimolante la proliferazione di macrofagi e granulociti) che sta dando risultati incoraggianti. Nell’ambito dei cosiddetti sostituti dermici, gli autoinnesti cutanei sono già una realtà. La metodica prevede l’amplificazione in vitro di frammenti bioptici di cute del paziente e il successivo reimpianto nella zona di cute lesionata. L’impianto viene eseguito applicando prima il foglietto dermico contenente i fibroblasti al quale si sovrappone il foglietto contenente i cheratinociti.

  Il nuovo tessuto si organizza non come cute integra ma come insieme di fibre collagene ed elastiche che assicurino la tenuta del tessuto e la continuità anatomica dello stesso. Più ampia è la superficie lesionata, maggiore sarà la probabilità di disomogeneità strutturale del tessuto 
neo-formato, con formazione cicatriziale che sfuggirà al controllo omeostatico divenendo essa stessa causa di patologia. I processi di cheloidizzazione, in cui la spinta di formazione del tessuto è esuberante e continua anche dopo la rimarginazione della ferita, sono poco conosciuti. Dopo escissione chirurgica del tessuto cicatriziale anomalo, si assiste spesso a recidiva peggiorativa del cheloide.
I medicinali “astringenti” sono sostanze che agiscono sulle mucose e sulle ferite mediante una precipitazione delle proteine in strati superficiali e causano in tal modo una chiusura ermetica e un leggero restringimento dei tessuti. 

AMAMELIDE Le preparazioni a base di amamelide sono dotate di proprietà astringenti la cui portata varia secondo la modalità di produzione. L’impiego di medicinali astringenti, come le preparazioni a base di amamelide in concentrazioni non sufficientemente alte da indurre la precipitazione delle proteine, induce una chiusura delle membrane cellulari e una riduzione della permeabilità capillare; tali effetti si traducono in un’azione antiflogistica. A concentrazioni più alte gli astringenti causano una precipitazione delle proteine che ha come effetto una condensazione delle porzioni colloidali dei tessuti, la costituzione di una membrana fluida nell’area della lesione e una leggera compressione dei tessuti cutanei immediatamente sottostanti. In questo modo viene ostacolata la penetrazione dei germi e degli agenti nocivi. La capacità di indurre una precipitazione delle proteine tipica delle proantocianidine, sembra dipendere dalla grandezza molecolare di queste sostanze. Tra gli effetti degli astringenti sulla pelle la letteratura cita l’incremento della capacità di resistenza della cute, la diminuzione dell’irritabilità dei tessuti e del riassorbimento delle sostanze tossiche. Tali effetti, sebbene appaiano plausibili, necessitano di un’adeguata conferma sperimentale. Non è accertato un effetto antibatterico diretto dell’amamelide. Sia la droga che la tintura di amamelide possiedono effetti astringenti relativamente marcati; in questo senso il materiale ricavato dalla corteccia ha dato risultati migliori di quello ottenuto dalle foglie. Il trattamento finale di aree purulente con un unguento al 20% di amamelide ha portato a una regressione della suppurazione più rapida rispetto ai controlli (trattati con H2O2), talvolta con il risultato di diminuire o arrestare totalmente la suppurazione nel giro di 24h. E’ stata evidenziata anche un’azione emostatica di questa pianta. La Commissione E riporta una monografia di cui citiamo un passo: “ campo di applicazione: ferite cutanee leggere, infiammazioni locali della pelle e delle mucose, disturbi di vene varicose”. Dosaggio. (In assenza di indicazioni diverse) uso esterno   distillato in vapore acqueo (acqua di hamamelis) non diluito oppure diluito in rapporto 1:3 con acqua in qualità di impacco, dal 20 al 30% in preparazioni semisolide; preparazioni dell’estratto: in soluzioni semisolide e liquide con un contenuto della droga pari al 5-10%; droga: decozione di 5-10 grammi in circa 250 ml di acqua per impacchi e lavaggi. Uso interno (sulle mucose): supposte utilizzare da 1 a 3 volte al giorno in una quantità corrispondente a 0,1-1 g di droga di una preparazione; impiegare acqua di A non diluita o diluita in acqua.  Secondo la maggior parte degli autori, oltre a quanto indicato sulla Commissione E, essa è indicata per: scottature, contusioni, slogature ,ferite aperte, punture di insetti, geloni, piaghe dei capezzoli, infiammazioni del seno, ulcere varicose dei piedi, foruncoli e carbonchio, ulcus cruris e sindrome flebostatica.


Per ottenere una più rapida guarigione delle ferite è necessario favorire le capacità rigenerative della cute, attraverso la modulazione delle reazioni infiammatorie. CALENDULA è indicata per le ferite a lenta e difficile guarigione, ustioni, eczemi. I suoi principi attivi sono carotenoidi, saponine triterpeniche (glicoli ed esteri) nonché prodotti del catabolismo dei carotenoidi


 Particolarmente efficace, secondo un gruppo di ricercatori neozelandesi, sulle ferite è l’applicazione di MIELE DI MIRTO AUSTRALIANO (Leptospermum). Da qui l’immissione in commercio di bende trattate con questo miele.


 Dai semi di ROSA MOSQUETA si ottiene un olio a elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi come l’acido linoleico, linolenico e oleico. Questo olio è indicato sia per l’uso dermatologico che in campo nutrizionale. Esso ha proprietà cicatrizzanti e rigeneranti dei tessuti. Un apporto non equilibrato di acidi grassi, cioè ricco di acidi grassi saturi e trans e povero di polinsaturi, a livello della pelle determina la riduzione delle capacità di trattenere l’acqua da cui derivano disidratazione, anelasticità, esfoliazione e precoce invecchiamento. E’ indicato nel trattamento di cicatrici ipercromiche, cicatrici ipertrofiche, cicatrici retrattili originate da incisioni chirurgiche, traumi e ustioni. In campo cosmetico è usato per cheloidi, invecchiamento prematuro della pelle, attenuazione delle rughe d’espressione, macchie di vecchiaia, scottature solari. Nelle cicatrici chirurgiche viene applicato dopo l’asportazione dei punti di sutura 2 applicazioni al dì per 3 mesi e la cicatrice arriva spesso a scomparire del tutto.


 Secondo  Jelmini: “ l’olio d’oliva applicato sulle cicatrici per circa 1 anno fa scomparire anche le cicatrici profonde, sia internamente che esternamente. In generale ungersi è molto indicato per la donna in menopausa dove si assiste ad un rapido aumento della secchezza cutanea e quindi invecchiamento della pelle”.


MIRRA (spagirico, oppure come olio essenziale) è citato nel prontuario Astrum per gli effetti cicatrizzanti.


domenica 5 luglio 2015

CAROTA

Un alimento con molti effetti benefici per l’organismo, particolarmente utile in questo periodo di caldo estremo e di vacanze al sole è la carota.
Dal punto di vista energetico della medicina orientale, fa parte degli alimenti Yang per la sua caratteristica nutritiva volta al consolidamento e all’effetto rinforzante e ricostituente.

Questo ben noto ortaggio ha un elevato contenuto di beta-carotene (che appunto da esso trae il nome), detto anche pro-vitamina A. Contiene anche notevoli quantità di altre vitamine ed acidi organici. Ricca di minerali: magnesio, zolfo, manganese, zinco, rame, iodio, cobalto, arsenico, bromo. Alto contenuto di fibre soprattutto pectina e cellulosa.

La carota è un modesto apportatore di zuccheri (fruttosio e glucosio), ma importante modulatore delle funzioni organiche, che lavora prevalentemente nella direzione della mineralizzazione e dell’accrescimento, della regolazione intestinale, dell’emopoiesi, della protezione degli epiteli e della retina, della fluidificazione biliare e della produzione di latte nella puerpera.

A proposito del contenuto vitaminico è da sottolineare che la carota contiene alfa, beta e gamma carotene. Il betacarotene si trasforma , con un’efficienza del 50%, in vitamina A, un composto liposolubile che fa parte integrante della rodopsina, pigmento retinico fondamentale per la funzione visiva (adattamento all’oscurità, percezione dei colori) la vitamina A è necessaria inoltre per la protezione delle mucose e della cute anche da agenti cancerogeni. Il betacarotene contenuto in 1 Kg di carote è all’incirca 10 volte superiore al fabbisogno giornaliero dell’organismo umano. La carota contiene pure un OE ricco di vitamina E, rinforzante la funzione riproduttiva e ad azione antiossidante e quindi protettiva nei riguardi dei radicali liberi; asparagina (un composto azotato a effetto blandamente diuretico);  la daucarina  è il principio attivo della carota che secondo ricerche sovietiche avrebbe azione coronaro-dilatatrice.

Aspetti terapeutici
 tonico, rimineralizzante, antianemico (aumenta la sintesi di emoglobina e il numero di globuli rossi), fattore immunitario e di crescita, regolatore intestinale (antidiarroico e lassativo contemporaneamente), depurativo, coleretico, diuretico, pettorale, galattogeno, vermifugo e cicatrizzante. Nei confronti dello stomaco ha un effetto antiacido.
Risulta utile durante la crescita , in caso di debolezza, demineralizzazione, osteoporosi, rachitismo, anemie, sensibilità alle infezioni, linfatismo, carie, emeralopia, alcune dispepsie e gastriti, enterocoliti, stipsi, intossicazioni, lievi insufficienze epato-biliari, ritenzione di liquidi, sovrappeso, reumatismi, affezioni respiratorie croniche, allattamento, parassiti intestinali, dermatosi, geloni, piaghe, scottature. E’ stata da più parti dimostrata anche l’azione preventiva della carota su molti tumori, probabilmente da attribuirsi all’azione anti-radicali liberi delle sue vitamine (bassi livelli di betacarotene nel sangue preannunciano il cancro). Per avere 1/2-1/4 delle normali possibilità di contrarre il carcinoma polmonare, la carota dovrebbe essere  consumata quotidianamente dai fumatori e anche dagli ex fumatori. Stesso accorgimento per prevenire il cancro della laringe, dell’esofago, del pancreas, della prostata, della vescica, dell’utero e del fegato. L’azione antiossidante si riflette beneficamente anche sull’apparato cardiovascolare, sui processi infettivi e sull’invecchiamento cellulare. Il beta-carotene ha anche dimostrato di stimolare la produzione di linfociti T, producendo un netto stimolo delle difese immunitarie, ma da più parti si è notato che è il complesso dei carotenoidi, e non il solo beta-carotene a sortire questo effetto (infatti in olistica consigliamo senza dubbio di mangiare carote e di non assumere vitamina A sintetica!). Nella radice di questa ombrellifera sono stati isolati gli aminoacidi serina e prolina e a quest’ultimo, che fa normalmente parte del collagene, sarebbe attribuibile l’effetto elasticizzante che la carota esercita sulla cute. L’uso abituale di carote (o del loro succo) oltre a far bene alla vista, evita infatti l’edema delle palpebre, la caduta delle ciglia e dei capelli, la secchezza della pelle, la debolezza delle unghie e la crosta lattea nei lattanti.
Secondo Weiss il suo esclusivo uso alimentare per 48h consecutive, libera i bambini dagli ossiuri.

 Alcuni disturbi metabolici come l’iperglicemia, l’iperuricemia e l’ipercolesterolemia vengono attenuati con un uso anche modesto (circa 200 ml) ma abituale di carote.
Infatti, un particolare effetto della sua fibra consiste nella capacità di riciclare gli acidi biliari.
Si è constatato da parte di ricercatori americani, a Filadelfia, che un particolare componente della fibra della carota, il pectato di calcio, ha la singolare proprietà di unirsi agli acidi biliari: il composto che si forma viene però espulso con le feci.
Ecco allora che altro colesterolo verrà richiamato dai depositi per riformare nuovi acidi biliari.
La contemporanea presenza di pectato di calcio, se continuiamo ad assumere carote, ne causa l’eliminazione. Così il ciclo può proseguire e si assiste finalmente a una progressiva riduzione del colesterolo che così viene sottratto all’organismo.



ASPETTI TOSSICOLOGICI
 la carota contiene dei composti ad azione estrogenica in concentrazione direttamente proporzionale al grado di concimazione del terreno di coltura: calcolati in DES (dietilstilbestrolo) sono stati rinvenuti da o,6 a 0,4 mcg di estrogeni x 100 di sostanza secca.
Questa radice contiene anche piccole quantità di antiormoni: sostanze antitiroidee ad effetto gozzigeno.  
Altri ricercatori hanno rinvenuto nelle carote cotte e mal conservate, composti nitrosi suscettibili di dare origine a nitrosamine cancerogene. Tale rischio aumenta se le piante sono cresciute su un terreno povero di molibdeno, poiché tale oligo-elemento entra nella funzione enzimatica che catalizza la conversione del nitrato ad ammoniaca. Giacché il  carotene è parzialmente termolabile e molto facilmente ossidabile all’aria, è senz’altro preferibile mangiare le carote crude, ed evitare di tagliarle molto tempo prima di servirle e consumarle. L’uso continuativo ed esagerato di carote (chili al giorno) masticate o in succo non è tossico ma provoca la colorazione giallo-arancio della cute.

PREPARAZIONI E DOSI
centrifugato da bere freschissimo: 1/2-2 bicchieri al giorno. Questo è un rimedio utilissimo anche nella colite ulcerosa: in tal caso è bene miscelare in parti uguali il succo fresco di carota con quello di cavolo: 2-4 bicchieri al giorno a stomaco vuoto.
In caso di diarrea: succo fresco oppure passato di carote bollite 10-20 minuti. dose: 200-400 ml al giorno.
In caso di stipsi: crema di carote ottenuta bollendo per 2 ore 1Kg di carote in 1 litro di acqua. Dose: 300-400 ml al giorno.
Vino al 5-8%  2-3 bicchierini al giorno.
Sovrappeso e fame nervosa: tenere pronta in frigorifero una ciotola di radici e gambi di sedano tagliati a rondelle: dose a volontà fra un pasto e l’altro in caso di “voglie pericolose”. E’ consigliabile aumentare il consumo di carote nei periodi di esposizione intensa al sole (azione protettiva e favorente la pigmentazione cutanea). La polpa fresca tritata ha effetto cicatrizzante sulle scottature, e protettivo, eudermico ed emolliente sulla pelle irritata o avvizzita: cataplasmi locali di mezz’ora 1-3 volte al giorno. Le foglie con i loro gambi sono molto ricche di vitamine A ed E: è opportuno aggiungerli alle radici durante la preparazione delle minestre, o guarnire gli stufati o i piatti di altre verdure.
Le foglie fresche sono un buon lenitivo su piaghe ulcere, scottature e paterecci.
I semi ricchi di OE composto soprattutto da pinene, limonene, daucolo, carotolo, acido formico e acetico, sono come per la maggior parte delle ombrellifere, una droga ad azione aperitiva, stomachica, carminativa, antisettica , antispasmodica sui muscoli lisci, colagogo-coleretica, galattogoga ed emmenagoga. Se ne usa la polvere: g 2-4/die oppure l’infuso al 5%: 2-3 tazze al giorno- tintura alcolica al 20% 1-3 cucchiaini al giorno.



INTEGRATORI
Deve essere prestata estrema cautela in caso di impiego dell’olio di semi di carota che potrebbe avere effetti sedativi sul SNC, simili a quelli determinati dai barbiturici. Ecco perché oggi si trova più facilmente in forma di estratto secco e non di perle contenenti l’olio come era d’uso fino a dieci anni fa.







Informazioni personali

Le mie foto
Marina Salomone
Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com
Visualizza il mio profilo completo

Lettori 5995

Archivio blog