domenica 19 luglio 2015
Strategie di bisogno e potere
Le nostre strategie per difenderci dallo stress e per ottenere la soddisfazione, o almeno una parvenza di soddisfazione, delle nostre principali istanze, contribuisce a forgiare e viene forgiata dalla nostra struttura fisica.
Ecco perché per un operatore sanitario può essere importante non trascurare l’analisi morfologica di un soggetto che si affida alle sue cure.
Jader Tolja e Francesca Speciani, su questa materia che unisce la fisiognomica alla psicologia e ad altre discipline affini a queste prime due, hanno scritto un magnifico testo molto apprezzato, “Pensare col corpo”, che vi consiglio di leggere e del quale riporto un breve brano riguardo alle strategie di bisogno e quelle di potere.
AUTONOMIA E DIPENDENZA
nel corpo e nella personalità
una persona in contatto solo con il proprio bisogno prova facilmente la sgradevole sensazione di essere alla mercè degli altri. D’altra parte, chi è in contatto solo con il proprio potere è deprivato dell’esperienza emotiva data dal provare un reale e profondo desiderio e quindi anche del significato che questo darebbe alla sua vita. Vediamo quindi un po’ più in dettaglio cosa comportano queste due organizzazioni a
livello fisico. Che cosa succede quando un soggetto basa tutta la propria strategia sul bisogno? In natura, la visione di un cucciolo o di un bambino piccolo stimola sentimenti di protezione. E’ facile accorgersi che un soggetto sta usando una strategia fisica e psicologica basata sul bisogno ogni volta che in sua presenza ci si sente particolarmente forti, capaci, illuminati, intelligenti, scaltri, coraggiosi. Ovvero quando insieme a lui ci si sente molto potenti. Chi adotta inconsapevolmente la strategia del bisogno è esattamente il tipo di soggetto di cui si circondano volentieri le persone con una polarità complementare, ovvero quelle che applicano (altrettanto inconsapevolmente) una strategia basata sul potere. Tra queste ultime si trovano di frequente insegnanti, medici, guru, militari e chiunque rivesta posizioni di responsabilità, davanti alle quali ci si sente facilmente piccoli, incapaci, impediti, infantili e ignoranti. A questo tipo di rapporto si ispirano spesso coppie di attori comici che rappresentano in modo caricaturale l’attrazione reciproca esistente nella vita reale tra persone che interpretano sempre il ruolo di chi ha bisogno, di chi non ce la fa senza aiuto, e persone che offrono l’illusione di poter soddisfare questo bisogno di dipendenza, assumendosi anche la capacità e il potere dell’altro. Così pure singoli attori che , come Jerry Lewis nel ruolo dell’incapace o John Wayne nel ruolo del duro che protegge i deboli, recitano ruoli sempre uguali a se stessi, circondati da personaggi minori caratterizzati dalla polarità complementare. In realtà qualsiasi guru non è poi molto differente da Ollio se non nel fatto che ai nostri occhi e a quelli di un certo numero di persone sfugge il simpatico aspetto di farsa così ben delineato dall’attore. Alla lunga, anche nei “duri” alla John Waine emerge l’aspetto ripetitivo e quasi caricaturale che però, per coloro che ne subiscono il fascino, rimane ben celato da aspetti emotivi quali timore, bisogno di protezione, fantasie di inferiorità o di ricompensa. Ma non sfugge a occhi lucidi, come ad esempio quelli di Fritz Perls, uno dei più geniali e provocatori rinnovatori della psicologia, che così descriveva il suo incontro con un guru indiano: “ La sua storia era uno stereotipato entrare in contatto con l’infinito... tuttavia ha dei begli occhi e delle bellissime mani. Io personalmente penso che lui sia un disastro e non mi metterei a fare il santo per tutta la fama e l’oro del mondo. Il suo gioco e il suo ruolo sono congelati, sebbene sospetto che ci siano situazioni dove potrebbe essere capace di rivestire altri ruoli” .
Da un punto di vista psicologico i soggetti che basano la loro strategia sul bisogno mostrano in genere uno stato di dipendenza. Per contro, da una persona spinta fin dalla più tenera età a identificarsi esclusivamente con la propria autonomia per sopravvivere alle richieste implicite ed esplicite dell’ambiente familiare ci si può facilmente aspettare una vita coerente con l’idea di fondo che non sia possibile essere amati se non si ha potere. Evento che, fintanto che tale convinzione rimane indiscussa, puntualmente si verifica nella sua realtà.
L’individuo che funziona sul bisogno rinuncia a esprimere la sua potenza, incarna molto bene la fase orale dell’evoluzione. Per questo accanto a una persona che ha potere cerca di mettersi in una posizione di complicità e di indifferenziazione: la sua sopravvivenza è legata all’identificazione con la persona che segue e con cui diventa tutt’uno. Il suo obiettivo primario è non crearle problemi. In certi ambienti, questi soggetti diventano facilmente i favoriti, ma in alcuni casi più per la loro adattabilità e innocuità che per sentimenti di stima o affetto. Quindi senza ricevere rispetto e riconoscimento perché, da parte sua, la persona che basa la sua strategia sul potere, più che di individui con cui confrontarsi, ha bisogno di complicità.
Per essere innocue, per non sentire un senso di separazione, di frustrazione quando fanno quello che gli viene chiesto, le persone centrate sul bisogno si illudono di ricevere più di quello che danno, mentre la rinuncia alla propria forza e l’assoggettarsi alla complicità sono di fatto il prezzo che pagano anche fisicamente. Per poter aderire a un’immagine meno sana e capace di quella che sarebbe consona e naturale per la loro età, anche il loro corpo si presenta spesso minuto e privo di potenza, con un’energia trattenuta all’interno perché non si manifesti all’esterno, causa di una continua tensione nervosa. Appoggiati su gambe che non esprimono forza e consistenza, hanno torace e spalle più stretti di quanto ci si possa aspettare in persone della loro età. L’atteggiamento fisico è di tipo concavo; il respiro è corto, più scarso del suo potenziale: il mantenimento della strategia basata sul bisogno richiede infatti di non riempirsi adeguatamente. Lasciarsi nutrire e riempire, apprezzare quello che si riceve, infatti, porta a crescere, a espandersi a mobilitare gli organi addominali (fonte di potenza), e tutto questo non è compatibile con la strategia adottata.
Per contro, chi basa la sua strategia sul potere si presenta con una postura più eretta e una struttura più espansa rispetto a una condizione neutra. Ha un respiro particolare, come se il polmone avesse difficoltà a lasciar uscire tutta l’aria inspirata. Di conseguenza il torace è molto espanso e il diaframma ha un’escursione ridotta così che non può massaggiare con il suo ritmico contrarsi e distendersi tutto il contenuto della cavità addominale, che risulta quindi meno mobile di quanto potrebbe essere. La parte bassa della schiena e gli arti inferiori sono in uno stato di tensione permanente e ricevono poca energia perché la persona, col proprio respiro, con l’attenzione e con la circolazione favorisce, inconsapevolmente ma regolarmente, la parte superiore e anteriore del corpo, cioè quelle che danno una sensazione di potere e di forza più immediate a livello visivo. Psicologicamente, questa persona crede di non avere alternative e quindi cerca di ottenere ciò che gli serve dal potere che ha. E lo fa scoprendo su quali aspetti siano più vulnerabili o ricattabili le persone che lo circondano. Ha una fantasia di essere generoso , ma difficilmente si rende conto che la sua generosità spesso finisce per sottrarre all’altro l’autostima, la capacità di fare da solo, l’autonomia. E per corazzare il proprio nucleo interno --che è fonte di emozioni, di sentimenti, di piacere e quindi in contraddizione con l’esercizio del potere-- ispessisce e carica la parte esterna del corpo, che così diventa più dura (e non di rado molto pelosa). Le differenze fisiche delineate sono la conseguenza della strategia che ognuno di questi personaggi adotta --più o meno consapevolmente-- per sopravvivere. Le persone che fondano la loro strategia sul bisogno e sul potere viaggiano spesso in coppia in quanto rappresentano modi archetipici di essere molto specifici e complementari, una coppia di polarità tra le più diffuse e conosciute, sul palcoscenico della vita.
BISOGNO, POTERE E MALATTIA
non è pensabile che due persone con corpi e strategie così differenti si ammalino nello stesso modo. Se un soggetto tiene costantemente il torace in inspirazione per sentirsi più potente, più facilmente andrà soggetto a malattie quali asma o enfisema. D’altra parte, se lo tiene in una condizione di costante svuotamento, la sua debolezza polmonare si rifletterà in un tipo diverso di disturbi, quali ad esempio frequenti bronchiti. L’escursione limitata del diaframma e la scarsa mobilità degli organi di una persona del primo tipo, spesso accompagnati da eccessi alimentari e in particolare di zuccheri (necessari per nutrire le ghiandole surrenali che in questa situazione lavorano molto), rendono più esposti a malattie metaboliche quali il diabete. L’eccessiva tensione, contrazione e implosione di chi basa la sua strategia sul bisogno (con tutto il corredo di frustrazioni) porterà invece più facilmente a malattie quali la gastrite o l’ulcera. Anche la pressione arteriosa dei due personaggi sarà certamente differente. Se consideriamo che questo valore esprime la forza interna necessaria a contrastare una pressione esterna -- non solo fisica ma anche psicologica--, la responsabilità che grava su una persona può essere interpretata in modo analogo al peso della vettura su un pneumatico. Come tutti sappiamo, se la vettura è pesante, la pressione delle due o più persone, il limite della situazione potrebbe essere, per chi vi è coinvolto, la difficoltà di muoversi tra aspetti diversi della sua personalità che, quando coesistano in modo equilibrato-- consentono una maggiore possibilità di scelta nelle diverse situazioni che si trova ad affrontare.
Ovviamente non esistono solo queste due strategie del potere e del bisogno. In realtà le strategie sono numerose tanto quanto le persone dato che anche nelle grandi linee di una strategia ci sono altrettante sfumature assolutamente individuali. Questi esempi ci servono però come traccia per analizzare i corpi dei soggetti che rientrano nelle più comuni strategie di comportamento. Oltre a bisogno e potere sono state definite in modo ampio anche le seguenti:
--negazione del bisogno
--resistenza--distacco
--seduzione
--azione
--mimetismo
...che esamineremo nel prossimo capitolo.
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com
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