Un po’ di respiro...
FISIOLOGIA DELLA RESPIRAZIONE
L’aria, passando attraverso le vie nasali e la faringe si riscalda e si umidifica; entra nella trachea, attraversa i bronchi, i bronchioli, ed infine arriva agli alveoli.
Giunto negli alveoli l’O2 passa per diffusione ai vasi circostanti. Così il sangue viene ossigenato e trasportato al cuore sx(vene polmonari che portano sangue arterioso) e da qui all’aorta che lo distribuisce. Contemporaneamente il sangue venoso cede CO2 all’alveolo che nell’espirazione la emette all’esterno.
L’emoglobina dei globuli rossi cattura l’O2 e lo trasporta ai tessuti.
L’inspirazione è attiva ed assicurata dai muscoli inspiratori. L’espirazione, al contrario, è determinata dal semplice rilasciamento de muscoli inspiratori: in questo caso la contrattilità delle fibre della muscolatura liscia polmonare, associata al ritorno elastico delle fibre connettive , facilita l’espirazione.
L’ipossia e l’acidosi inducono immediatamente una iperventilazione; l’iperossia e l’alcalosi una ipoventilazione.
FISIOPATOLOGIA
Ad eccezione di alcuni casi di lesione neurologica e di edema polmonare, non esiste insufficienza inspiratoria, ci sono solo insufficienti espiratori.
Cause di sfasamento degli scambi respiratori. Sono innumerevoli, tuttavia distinguiamo 4 cause principali:
(1)Gli stress e le cause di carattere neurologico o neuropsichico.
Ogni aggressione di carattere neuropsichico o somatico aumenta il tono muscolare. Essendo esso maggiore a livello della muscolatura della statica, ogni messaggio nocicettivo ( notificatore di un danno , come ad esempio dolore oppure , nel caso dei bronchi, aria inquinata) tenderà ad aumentare l’accorciamento e la rigidità dei muscoli della statica e tra questi quella dei muscoli inspiratori. La paura blocca provvisoriamente la respirazione, l’angoscia la altera in maniera permanente; nell’isteria è possibile vedere comparire degli spasmi tonici del diaframma. Ciò si realizza sempre in termini di blocco inspiratorio. I muscoli della statica non possono ritrovare spontaneamente la loro lunghezza originaria dopo essere rimasti retratti per un certo tempo. Il soggetto rimane sfasato nella respirazione. E’ così che tramite la variazione del tono muscolare le aggressioni di carattere neuropsichico si fissano a livello dell’apparato muscolo-scheletrico.
(2) Ogni insufficienza espiratoria del polmone (bronchite, asma), ogni lesione di uno dei suoi costituenti porta a un blocco nello sforzo muscolare inspiratorio. L’asma è sistematicamente legata a una contrazione tonica del diaframma. Nell’enfisema, l’alveolo polmonare perde il suo potere contrattile, mentre un considerevole sfasamento degli scambi induce una dilatazione molto importante del torace ed una ipertrofia delle fibre del diaframma che si posiziona in basso, aumentando così maggiormente la sporgenza dell’addome.
(3) le cause viscerali.
La posizione del diaframma dipende dal volume della massa viscerale. I soggetti magri, con buona muscolatura addominale e perineale presentano un diaframma basso, mentre quelli pletorici spingeranno le cupole verso l’alto. Nel primo caso il blocco inspiratorio si realizza non solo a livello del diaframma, che si innalza con difficoltà, ma anche a livello della parte alta del torace; nel secondo caso esso si realizza soprattutto nella parte bassa, con le ultime 6 coste che seguono la salita del centro frenico rimanendo sollevate (parte bassa del torace “a botte”). Una aerofagia gastrica o dell’angolo colico sx, fa risalire l’emicupola diaframmatica di sx. La sofferenza gastroesofagea caratterizzata da uno stiramento o da un intrappolamento delle fibre che collegano l’esofago allo stomaco e, a maggior ragione, un’ernia iatale, riducono considerevolmente la mobilità delle fibre posteriori e dell’emicupola sx. Un ascesso epatico solleva leggermente l’emicupola dx e ne frena i movimenti. Nella donna incinta il diaframma è spinto verso l’alto nella sua totalità.
(4) i problemi morfologici che riguardano alcuni gruppi muscolari e che si evidenziano nella postura del soggetto. Questo argomento lo tralascio di proposito perché più avanti sarà oggetto di un altro capitolo.
RIEDUCAZIONE:
Ecco cosa farà il terapista-olistico
Questo paragrafo è per darvi un’idea dettagliata di come si correggono i vari muscoli respiratori. In questo capitolo cito solo le correzioni del diaframma. In altri citerò a poco a poco vari gruppi muscolari.
CONSIGLIO DI NON ATTUARE QUESTA PROCEDURA A CASA CON L’IMPROVVISAZIONE: SONO MANOVRE CHE DEVE FARE UN ESPERTO, se no si rischia di ottenere dei danni.
Tuttavia mi piace dare progressivamente più informazioni, affinché quando si incomincia un dato percorso, si sappia per grandi linee cosa attendersi.
Il principio fondamentale è quello di riequilibrare il paziente nella espirazione facendo scomparire la rigidità dei muscoli inspiratori.
Rilasciamento del diaframma
Quando la mobilità diaframmatica è molto alterata, come nei casi di asma, enfisema, sofferenza gastro-esofagea e a maggior ragione ernia iatale, le manovre del diaframma sono indispensabili. Vengono eseguite all’inizio del trattamento.
Prima manovra= si esercitano delle pressioni dolci e progressive seguendo il margine inferiore delle ultime coste di sx, fino all’ombelico. Questo massaggio può essere completato da compressioni espiratorie, esercitate con l’altra mano, sulle ultime coste di sx. Questa manovra viene eseguita solo eccezionalmente a dx , per la presenza del fegato.
Seconda manovra
premere con i polpastrelli dei pollici i margini inferiori delle ultime coste cominciando dal processo xifoideo fino alla punta della dodicesima costa. Va eseguita in maniera progressiva, domandando il permesso alla pelle.
Rilasciamento del diaframma e allungamento
(1) soggetto esile e atletico= il diaframma è teso su una massa viscerale poco abbondante. La corda cervico-toracico-diaframmatica è tesa. La parte alta del torace presenta un grosso blocco inspiratorio. L’iperlordosi diaframmatica è accentuata. Il diaframma può essere reso elastico solo tirando tutte le sue inserzioni, quindi conviene esercitare una trazione sulla zona occipitale, facendo rientrare il mento per delordotizzare la nuca e allungare l’estremità superiore del tendine del diaframma. I lombi e l’iperlordosi diaframmatica sono corretti per mezzo di un pompaggio del sacro e di un arrotolamento del bacino. Successivamente, le ultime 6 coste vengono compresse manualmente verso il basso, per esercitare una trazione sulle inserzioni costali del diaframma. L’insieme di queste manovre ha come effetto immediato il blocco del centro frenico, l’espirazione avviene solo per mezzo della contrazione dei muscoli addominali. In questa situazione per riuscire a sbloccare il centro frenico, allungando il diaframma e il suo tendine, bisogna proibire ogni sforzo inspiratorio che causerebbe un sollevamento delle ultime coste, favorendo l’accorciamento del diaframma. Allo stesso modo, bisogna vietare la contrazione dei muscoli addominali che è anti-fisiologica e non ha alcun effetto sull’allungamento della corda. L’unica soluzione è chiedere al paziente di espirare gonfiando il ventre. Infatti, poiché il diaframma possiede un controllo volontario è impossibile chiedergli di eseguire questo esercizio paradossale : se l’estremità inferiore, che rappresenta il diaframma si abbassa, mentre quella superiore che rappresenta la parte alta del torace si fissa o si solleva l’aria entra. Se l’estremità superiore si abbassa tanto di quanto discende quella inferiore, non si ha nè entrata nè uscita di aria. Se l’estremità superiore si abbassa maggiormente di quella inferiore si avrà l’uscita di aria.
E’ dunque possibile espirare contraendo il diaframma. Il centro frenico può abbassarsi senza sollevare le ultime coste, se queste sono mantenute tonicamente, come dalla contrazione del quadrato dei lombi. Naturalmente questa espirazione avrà un volume minore di quello che si ottiene sommando l’abbassamento del torace e il sollevamento del diaframma. Questa espirazione paradossale si realizza per mezzo di un netto abbassamento della parte alta del torace, nella fase espiratoria grazie alla trazione verso il basso esercitata, dal legamento sterno-pericardico superiore, sul manubrio sternale e alla contrazione del triangolare dello sterno. L’abbassamento stesso della parte alta del torace ha come effetto quello di portare la testa in avanti e di incavare la nuca per mezzo degli SCM e degli scaleni; di arrotolare le spalle in avanti per mezzo dei piccoli pettorali. Converrà dunque ricorreggere simultaneamente la testa e la nuca e derotare le spalle. Avendo portato in trazione tutte le estremità, l’espirazione gonfiando il ventre realizza la contrazione isotonica eccentrica del diaframma e l’allungamento progressivo dell’insieme della corda.
Soggetto con massa viscerale pletorica=
Il diaframma è sollevato, gli addominali distesi, le ultime coste allargate. Come nel caso precedente, bisogna tirare tutte le estremità della corda: trazione nucale, lordosi lombare e insistenza particolare sulle ultime coste. Il terapista le comprime durante l’espirazione e ciò ha per effetto l’abbassamento del diaframma. Quindi, solo dopo aver ottenuto la correzione delle ultime coste, si potrà ottenere il loro mantenimento in posizione corretta, attraverso la contrazione dei muscoli addominali e in particolare del piccolo obliquo (= flessione laterale e torsione del busto).
NB in entrambe le rieducazioni, la correzione della parte bassa del torace tira il tendine e tende a incavare la nuca e ad arrotolare le spalle. Questo ci obbliga ad effettuare una trazione simultanea su queste estremità della corda, sempre mantenendo la delordosi lombare. Tutte queste manovre verranno eseguite con un approfondimento dell’ampiezza espiratoria.
Soggetto misto=
si avranno le componenti dei primi due e quindi vanno fatte in alternanza le due correzioni.
Riassumendo=
(1)sogg con blocco severo: sospiro ampio e rilassato-ampliamento espirazione e manovra del diaframma
(2) sogg esile con blocco della parte alta e buoni addominali:espirare gonfiando il ventre-correzione manuale sulla parte alta del torace durante l’espirazione
(3) sogg pletorico con blocco parte bassa : espirare rientrando l’addome, correzione su parte bassa del torace durante l’espirazione
(4) sogg misto: alternanza delle ultime due correzioni.
Questo invece è un esercizio che consiglio di fare a casa:
CICLO RESPIRATORIO DI RIGENERAZIONE: LA RESPIRAZIONE TOTALE
va fatto nel seguente ordine:
(1)espirazione toracica
(2) espirazione toracica bassa
(3) espirazione addominale
(4) inspirazione toracica
(5) inspirazione addominale.
I taoisti hanno osservato che durante l’inspirazione l’energia del respiro si muove verso l’alto (verso la testa e verso il cielo) , mentre quando espiriamo l’energia si muove verso il basso, in ogni punto del corpo. Mentre inspiriamo, attraverso i piedi possiamo assorbire l’energia yin della terra, un’energia terapeutica incomparabile, per trasferirla verso l’alto del corpo. Mentre espiriamo possiamo indirizzare eventuali energie tossiche o stagnanti verso il basso, in direzione dei piedi e della terra. Durante l’inspirazione, attraverso il punto della corona, il centro energetico che si trova esattamente alla sommità della testa, possiamo assorbire l’energia yang dei cieli per introdurla direttamente nel corpo; invece, durante l’espirazione possiamo distribuire questa energia verso il basso in ogni punto del corpo. Quando riusciamo a respirare con tutto il corpo e a percepire la nostra verticalità dalla testa ai piedi, ci allineiamo al flusso naturale di energia che collega cielo e terra (preferibilmente in un ambiente confortevole, non inquinato, sedendo o nella posizione del loto o all’estremità di una sedia con le gambe leggermente divaricate ed i piedi paralleli: in questa posizione è più facile mantenere la schiena dritta. Nella bella stagione si consiglia l’esercizio in spazi aperti e naturali).
Esercizio 1=
(a) percepire il movimento esterno del respiro ((( per movimento esterno si intende non espirazione ma la parte esterna del respiro))) Durante l’inspirazione percepire il movimento verso il basso dell’aria e del diaframma. Osservare se l’addome si espande durante l’inspirazione. Se questo non avviene, appoggiare il palmo delle mani sull’ombelico e sentire come il calore delle mani cominci ad attirare il respiro e ad aprire l’addome. Durante l’espirazione osservare il movimento verso l’alto del diaframma e il movimento verso l’interno dell’addome. Continuando a seguire questi movimenti, notare fino a che punto essi si spingono nel corpo. Durata di questa fase 10’.
(b) percepire il movimento interno del respiro (((si intende il Qi, l’energia sottile))). Ora, continuando a tenere presente ciò che si è notato durante la fase (a), associare a quei movimenti i movimenti dell’energia del respiro. Durante l’inspirazione percepire se è presente qualche tipo di energia , o vibrazione, che sale verso l’alto dentro la testa. Durante l’espirazione percepire la stessa vibrazione che si muove verso il basso, attraversando tutto il corpo.
(c) prendere contatto con la testa e i piedi. In posizione verticale, sentire che i piedi sono saldamente appoggiati al pavimento, lasciare che si rilassino come se si spandessero sulla superficie del pavimento, penetrando al suo interno. Mentre si rilassano si può sentire una vibrazione nel punto R1 (sorgente zampillante, al centro della pianta del piede). Lasciare che la vibrazione si diffonda in tutto il piede e anche verso l’alto, fino alla gamba. Poi per 1-2’ massaggiare il punto della corona con l’indice e il medio. Riposare, e poi sentire come questo punto si sta aprendo. Questa sensazione di apertura potrebbe assomigliare a una vibrazione sottile, a una sensazione di pizzicore o di intorpidimento. Mantenere concentrata l’attenzione su questi punti fino a quando si riesce a provare una qualsiasi sensazione.
(d) percepire tutto il corpo che respira. Concentrando l’attenzione sui piedi e il punto della corona, si comincerà a sentire che tutto il corpo è coinvolto nella respirazione. Inspirando sembrerà di attingere allo zampillo di energia del piede per diffondere questa energia verso l’alto in tutti i tessuti e gli organi e per ricongiungerla all’energia del respiro, che si sposta in direzione della testa. Espirando si percepirà l’energia interiore del respiro che si diffonde verso il basso attraverso il corpo e fino ai piedi. In questa fase limitarsi a godere della sensazione che procura l’energia del respiro spostandosi verso l’alto e verso il basso, in tutto il corpo. Osservare quali zone del corpo il respiro sembra non riuscire a penetrare o a raggiungere. Proseguire per almeno 10’ e limitarsi a osservare l’innalzamento o la caduta di energia, o di percezione, in ogni punto del corpo. Non c’è da preoccuparsi se non si percepisce nulla, ciò avverrà con la pratica.
Esercizio 2= estendere la CV
Mantenere la posizione eretta di base, con le ginocchia piegate leggermente e i piedi paralleli , ad una distanza più o meno corrispondente alla larghezza delle spalle. Rilassare le spalle allungando le braccia lungo i fianchi. Concentrare l’attenzione sul punto R1 di entrambi i piedi e sul punto della corona. Sentire la vibrazione presente in entrambi. Lascia che l’inspirazione parta dai piedi spostandosi verso l’alto per uscire dalla sommità della testa. Mentre si sposterà, attraversando la parte alta della colonna e la testa, si riuscirà forse a percepire, soprattutto durante i primi respiri, la colonna che si estende e la testa che viene spinta verso l’alto, in modo da pesare meno sulla colonna. Lasciare che l’espirazione parta dalla sommità della testa e si sposti verso il basso per uscire attraverso i piedi, entrando nella terra. Cercare di rimanere in contatto con la colonna mentre espiri, e di mantenerla estesa. Si proverà la sensazione che il respiro ti stia sollevando verso l’alto, e, allo stesso tempo, ancorando verso il basso. Lasciare che questa sensazione faccia il suo corso.
Collegare il cielo e la terra= mentre inspiri, sollevati leggermente sulla punta dei piedi e contemporaneamente solleva le braccia davanti a te. Le braccia dovrebbero allungarsi fin sopra la testa (con i palmi delle mani rivolti in avanti), nello stesso momento in cui avrai raggiunto la massima estensione. Durante l’espirazione abbassa lentamente le braccia e i piedi fino a tornare alla posizione di base. Ripetere 5-6 volte. Percepire il movimento dell’energia verso l’alto e il basso. Sentire tutto il corpo che respira. Osservare come il tuo respiro ti mette in contatto con la tua verticalità collegando il cielo e la terra sia all’interno che all’esterno del tuo corpo. Una volta provata questa sensazione, cammina per qualche minuto e scopri per quanto tempo riesci a mantenerla viva.
STOP
Bellissimo questo post che ho letto solo ora, lo metterò in atto. Il tuo Blog mi piace ogni volta di più per competenza e semplcità di esposizione.
RispondiEliminaGrazie mille Eli!!!
RispondiElimina