martedì 27 luglio 2010
Perchè rinunciare?
Rispondo ad un commento appena ricevuto al capitolo "sesta paziente".
Voglio sottolineare che quanto detto in questo articolo è solo la mia opinione, e ognuno può pensare e decidere per se ciò che ritiene oppotuno. Tuttavia, data la tua gentile domanda ti dico perchè, continuando a esprimere solo la mia opinione. In questa nostra società moderna, basata sul marketing,dove possiamo comperare tutto, purtoppo, ci siamo abituati a non rinunciare a niente ed è proprio questo il problema. Una persona ha avuto la "sfortuna" di avere tube non funzionanti (questo è segno che non è adatta a diventare madre) o peggio, a causa di un intervento fatto prima ora non può avere figli. Io direi "l'appendicectomia era necessaria...rischiavo la vita: ringrazio la sorte che grazie ad un'operazione mi sono salvata, anche se questo mi ha causato infertilità" e stop. Allora potrei anche dire se ho un seno piccolo e non mi piace perchè dovrei rinunciare ad un'operazione per aumentarlo di un paio di misure? Non sarebbe più semplice e sano imparare ad amarsi per come si è ed imparare ad accettare la nostra vita per com'è?
Se c'è una via naturale per avere questo figlio, ben venga. Ma se per averlo devo ricorrere ad un sistema invasivo che potrebbe causarmi altri danni a lungo termine perchè farlo? E soprattutto perchè non posso rinunciare ad un figlio? Questo desiderio così intenso, non deriva forse da un condizionamento che ho avuto, tale per cui se non divento mamma mi sento fallita come donna? Solo una persona già incinta è logico che voglia avere il figlio. Una che non lo è lo vuole per principio, lo vuole con la mente, non con il corpo.Una che vuole fidanzarsi con chicchessia solo perchè vede che le sue amiche lo sono è diversa da una che vuole fidanzarsi con un uomo che ha conosciuto e di cui si è innamorata.Spero di aver chiarito il mio pensiero, ma non condanno certo chi decide in direzione opposta. Ciao!
domenica 25 luglio 2010
EPIFISI
EPIFISI
L’epifisi, detta anche ghiandola pineale, è una ghiandola situata nell’encefalo e così denominata in rapporto all’altra ghiandola, l’ipofisi (ghiandola pituitaria), che è situata più a valle.
L’epifisi produce melatonina e, in quantità ridotta, serotonina che è precursore della melatonina.
L’epifisi in generale e la sintesi di melatonina in particolare, non sono influenzate da ormoni prodotti in altre ghiandole o cellule. Al contrario, il principale regolatore della sintesi di melatonina è il ciclo luce-buio dell’ambiente circostante.
In un certo senso l’epifisi è un organo del sistema visivo, non dissimile dalla corteccia visiva. La trasmissione del segnale luminoso parte da una serie di neuroni che originano dalla retina e arrivano all’epifisi.
I classici recettori fotosensibili, coni e bastoncelli, non sembrano essere coinvolti nella percezione della luce che modula la produzione di melatonina.
Al contrario, vi sono neuroni specializzati che contengono un fotopigmento sensibile alla luce. L’informazione è tradotta in un sistema neurale che, attraverso i nuclei soprachiasmatici, termina nella ghiandola, dove l’informazione sull’ambiente di luce-buio determina il ciclo di sintesi di melatonina.
Al contrario di altri organi endocrini, la ghiandola pineale non immagazzina melatonina per rilasciarla successivamente alla sua sintesi. Il risultato è che i livelli di sangue e liquido cerebrospinale aumentano di notte e le concentrazioni di melatonina in questi 2 fluidi sono considerate indici della sua sintesi nella ghiandola pineale. I livelli di melatonina circolante di notte sono 10-20 volte quelli misurabili durante il giorno.
La quantità di melatonina sintetizzabile dalla ghiandola pineale è determinata geneticamente: vi sono grandi variazioni di concentrazioni ematiche notturne tra individui della stessa età.
La produzione di melatonina è abbastanza costante in un dato individuo. Alcune persone ne producono quantità molto maggiori di altre nel corso della vita.
L’introduzione della luce artificiale ha fortemente compromesso la quantità di melatonina prodotta dall’ipofisi umana. La luce durante il ciclo notturno impedisce al SN di attivare i meccanismi di segnale per la produzione di melatonina. L’esposizione alla luce regola la sintesi sia a livello acuto (anche brevi periodi di esposizione alla luce bloccano la sintesi di melatonina) che nel sincronizzare la stessa al ritmo circadiano di 24h.
Un secondo importante fattore che regola la sintesi di melatonina è l’età: mentre i cicli di produzione di melatonina normali si applicano a individui giovani o di mezza età, l’ampiezza degli aumenti di sintesi notturna negli anziani può essere di molto attenuata (anche se con grandi differenze tra un soggetto e l’altro). Il graduale decremento della capacità di sintesi di melatonina è fisiologico nell’anziano.
Nell’organismo si trovano recettori per la melatonina MT1 e MT2. Pochi sono i tessuti che non dispongono di recettori per la melatonina.
Essa ha elevato carattere lipofilo e facilità ad entrare nella cellula.
La melatonina è un antagonista dell’MSH ( ormone melanocito-stimolante, che nei rettili provoca depigmentazione della cute).
Come già detto, la secrezione di melatonina mostra un ritmo circadiano con un massimo nella notte. La luce inibisce la secrezione di melatonina.
La Melatonina riduce la secrezione di LH-RH e perciò di gonadotropina: quindi inibisce la funzione delle gonadi. Questo chiarisce l’esistenza di un breve periodo di fertilità annuale in molti mammiferi.
L’attività dei nuclei sopraottici viene modificata dall’azione della luce sulla retina, che è collegata con la regione sopraottica attraverso un circuito retinico-ipotalamico. Attraverso la progressiva inibizione della secrezione di melatonina con l’allungamento della giornata, che caratterizza una parte dell’anno, aumenta la secrezione di LH-RH e perciò la quantità di gonadotropina secreta ogni giorno e ciò provoca l’estro e l’attività sessuale.
Disturbi dell’epifisi possono provocare nel bambino pubertà precoce. Infatti la melatonina, non solo governa i piccoli cicli annuali, ma anche il grande ciclo di tutta la vita; determina cioè l’inizio della pubertà e forse anche a la fine dell’età fertile.
Nella donna c’è una ciclicità mensile della quantità di melatonina, come per l’estro dei mammiferi.
Anche gli impulsi magnetici, termici e addirittura sonori sono capaci di influenzare la produzione di melatonina, così come la quantità di serotonina, GABA e dopamina, in stretta relazione con gli stati emotivi.
Essa è in grado di stimolare il sistema immunitario mantenendo attivo il timo; dialoga con l’ipofisi e i neuroormoni; E’ secreta anche dalle cellule dell’apparato digerente dove svolge un’azione di rallentamento del transito gastrointestinale atto a favorire l’assimilazione di vitamine e minerali, in particolare dello Zn.
Oltre alla melatonina, l’epifisi secerne anche epitalamina, una sostanza ad azione melatoninosimile e TRH; la secrezione di TRH aumenta durante il giorno per diminuire la notte inversamente alla melatonina.
Nella pineale si trovano anche vasopressina e prolattina. Per quanto riguarda gli effetti sul sonno, la melatonina stimola l’attività della piridossal-chinasi, enzima coinvolto nella sintesi di GABA, 5HT e dopamina; aumenta la concentrazione di serotonina e GABA nel mesencefalo e nell’ipotalamo. L’aumento del GABA , inibitore neurale, è strettamente legato alla sedazione e all’effetto ipnoinducente.
Per quanto riguarda gli effetti sul sistema immunitario, la melatonina fa crescere di peso il timo e ne aumenta l’attività cellulare con maggiore produzione di linfociti T.
La produzione di questi linfociti è inibita da alte e prolungate dosi di corticosteroidi; per impedire questa condizione la melatonina esplica sulle ghiandole surrenali un’azione inibente o meglio normalizzante della secrezione corticosteroidea.
La melatonina presente a livello gastrointestinale favorisce inoltre l’assimilazione dello zinco (Zn), indispensabile per lo sviluppo e l’efficienza del sistema immunitario. Un corretto funzionamento dello Zn è anche necessario per il corretto funzionamento dell’ipofisi.
La melatonina, regolando ritmi circadiani, induce naturalmente il sonno quando la luce cessa di stimolare la retina. Durante il sonno l’ipofisi secerne ormone somatotropo (GH) che, oltre ad una normale crescita, fa sviluppare correttamente il sistema immunitario.
La melatonina conferisce una naturale resistenza al cancro, stimolando le difese immunitarie in genere, esercitando un’azione citostatica diretta, stimolando la differenziazione cellulare (la cellula tumorale è una cellula “sdifferenziata”, simile a quella embrionale, e per questo in rapida suddivisione), inibendo la sintesi endogena di somatomedina C e di EGF (epidermal growth factor), fattori di crescita tumorale.
Parliamo ora di sistema immunitario e invecchiamento. L’invecchiamento non è un progressivo esaurirsi casuale delle singole cellule o dei singoli distretti dell’organismo ma è programmato. E’ la perdita delle capacità dell’organismo di adattarsi all’ambiente. A tal fine è importante vedere come l’epifisi è capace di controllare la respirazione cellulare. Attraverso il TRH regola la produzione di ormoni tiroidei da parte della tiroide; questa secrezione, inversamente alla melatonina, aumenta di giorno provocando un’innalzamento del metabolismo basale, e viceversa di notte. La regolazione del metabolismo basale, la termoregolazione, costituisce una parte importantissima delle capacità di adattamento all’ambiente: la perdita di tale capacità è tipica dell’invecchiamento. La regolazione è completata dalla melatonina che catalizza la trasformazione della tiroxina in triiodotironina, molto più energetica in quanto capace di stimolare specificatamente la lipolisi.
Grazie a questa maggiore energia disponibile la catena respiratoria operante nei mitocondri può utilizzare al meglio l’O2 disponibile con formazione di ATP. Una carente secrezione tiroidea o anche semplicemente uno squilibrio tra T4 e T3 non fornisce più un’adeguata energia alla catena respiratoria che inizia così a produrre notevoli quantità di pirofosfato il quale, legandosi facilmente agli ioni Ca++ presenti, forma sali di Ca insolubili che precipitano formando depositi di calcio. Tale calcificazione conduce alla perdita della funzionalità mitocondriale ed è responsabile della calcificazione che avviene nella pineale, nel timo e in altri organi , con conseguente perdita della funzionalità. In tal modo la pineale perde sempre più il controllo del sistema neuroendocrino e immunitario, e l’assenza del messaggio epifisario indica all’organismo che può invecchiare, aprendo la porta alla sdifferenziazione cellulare.
STOP
venerdì 16 luglio 2010
METAFISICA
METAFISICA, simboli...archetipi...miti
Avremo modo di parlare ancora di questo aspetto e di come sia parte integrante della vita dell’uomo.
Il titolo l’ho scelto in senso lato: mi riferisco con questo termine non solo alla spiritualità e alla religione, ma anche agli aspetti mitologici e simbolici. Miti collettivi e miti personali. Mondo del “paranormale” e così via.
Dato che vado via qualche giorno preferisco lasciarvi delle citazioni di autori importanti su cui riflettere. Molti di voi certo li conoscono... ma credo sia sempre un piacere e uno stimolo all’approfondimento.
Inoltre, lanciando questo argomento spero di sentire le vostre opinioni... così al mio ritorno avrò di che riflettere pure io ;-)
CITAZIONI DA JUNG
Dal bellissimo libro ci Carl Gustav Jung , pubblicato postumo per sua volontà, dal titolo “ Ricordi, sogni, riflessioni”. Si tratta di un diario della vita interiore.
(1) A proposito dell’ “aldilà” : “ Mentre colui che nega va incontro al nulla, colui che crede nell’archetipo segue i sentieri della vita e vive realmente fino alla morte. Entrambi , naturalmente, restano nell’incertezza; ma l’uno vive in contrasto con l’istinto, l’altro in accordo con esso, e la differenza è notevole ed è a favore del secondo.
(2) Il medico che non conosce per sua diretta esperienza l’effetto “ numinoso” degli archetipi, difficilmente saprà sfuggire ai loro effetti negativi, trovandoseli di fronte nella sua clientela; sarà indotto a sopravvalutarli o a sottovalutarli, avendone solo un concetto intellettuale, ma non un termine di paragone empirico. Da qui derivano, e non solo per il medico, quelle pericolose aberrazioni, la prima delle quali consiste nel tentativo di dominare tutto con l’intelletto. Ciò serve allo scopo inconfessato di sottrarre sia il medico che il paziente dall’effetto degli archetipi, e con ciò ad una esperienza reale, a beneficio di un artificioso mondo concettuale, apparentemente sicuro ma soltanto bidimensionale che vorrebbe nascondere la realtà della vita sotto cosiddetti concetti chiari. L’esperienza è privata della sua sostanza, e al suo posto vi sono dei puri nomi, che sostituiscono la realtà. Nessuno ha degli obblighi verso un concetto, e ciò lo rende gradito e fa sentire al sicuro dall’esperienza. Lo spirito non dimora nei concetti, ma nelle azioni e nei fatti. Con le sole parole non si ottiene nulla, eppure tale procedimento viene ripetuto all’infinito. Perciò, secondo la mia esperienza, i pazienti più difficili e più ingrati sono i cosiddetti intellettuali. Essi coltivano una psicologia a compartimenti stagni. Tutto può essere sistemato da un intelletto che non sia sottoposto al controllo del sentimento: ma si ha lo stesso una nevrosi.
(3) “Gli archetipi, che sono preesistenti alla coscienza e la condizionano, appaiono nella parte che essi in realtà rappresentano, cioè forme strutturali aprioristiche del fondamento istintivo della coscienza. Esse non rappresentano in alcun modo le cose come sono in sè, ma piuttosto le forme in cui le cose possono essere percepite e concepite. (...) Se chiamiamo Dio un archetipo, non diciamo nulla della sua vera natura, con questo riconosciamo soltanto che Dio ha già un posto in quella parte della nostra anima che è preesistente alla coscienza, e che quindi Egli non può essere considerato un’invenzione della coscienza. In tal modo non lo respingiamo nè lo eliminiamo, ma lo rendiamo più accessibile alla nostra esperienza: cosa non priva di importanza, perché facilmente si può credere inesistente una cosa della quale non si possa fare esperienza. (...)
Sebbene non sia consentito, da un punto di vista oggettivo, fare delle affermazioni a caso - e cioè senza una ragione sufficiente- tuttavia ve ne sono alcune che sembra debbano esser fatte senza ragioni obiettive.
In tal caso la motivazione è psicodinamica, che di solito si considera soggettiva e puramente personale.
Ma così si commette l’errore di non riuscire a distinguere se l’affermazione provenga soltanto da un soggetto singolo, e sia provocata da motivi esclusivamente personali, o se avvenga generalmente e derivi da un pattern dinamico presente nella collettività. In questo caso non dovrebbe essere classificata come soggettiva, ma psicologicamente oggettiva, dal momento che un imprecisato numero di individui sono indotti, da un impulso interno, a fare una dichiarazione identica, ovvero sentono che una certa concezione è una necessità vitale.
Dal momento che l’archetipo non è affatto una forma inattiva, ma è una forza reale carica di energia specifica, può ben essere considerato come causa efficiens di simili affermazioni, ed essere inteso come il loro soggetto: In altri termini non è l’individuo in quanto tale che fa quella affermazione, ma è l’archetipo che in essa si esprime. Se le affermazioni sono impedite, o non vengono prese in considerazione, ne derivano disturbi psichici. (...) Le affermazioni archetipiche si basano su presupposti istintivi e non hanno nulla a che fare con la ragione; non solo non sono fondate razionalmente, ma neanche possono essere confutate con argomenti razionali.
(...) Certamente l’io e la sua volontà hanno una parte di primo piano nella vita; ma ciò che l’io vuole è soggetto al massimo a interferenze, in modi dei quali di solito non è cosciente, dipendenti dalla autonomia e dalla numinosità dei processi archetipici. La considerazione pratica di questi processi è l’essenza della religione, almeno nei limiti in cui essa può essere soggetta a speculazione psicologica.
(4) Le resistenze, specie quando sono ostinate, meritano considerazione, perché spesso rappresentano avvertimenti che non devono essere trascurati. La medicina risanatrice può essere un veleno che non tutti sopportano, o una operazione che, se controindicata, può risultare fatale.
DA CAMPBELL
La mitologia ti aiuta a identificare i misteri delle energie che scorrono dentro di te. Là sta la tua eternità.
una delle cose straordinarie di queste antiche intuizioni che costellano le immagini mitiche è che permettono di capire le esperienze che si stanno vivendo.
la mitologia è un’organizzazione di immagini metaforiche dell’esperienza, dell’azione e delle realizzazioni dello spirito umano nel campo di una data cultura in un dato periodo.
MIE CONSIDERAZIONI SUI “MIRACOLI”
A proposito dei MIRACOLI di guarigione, questi avvengono in tutte le religioni. Ora le religioni organizzate non sono altro che sistemi gerarchici che pretendono di dire alla gente in che modo deve vivere la sua spiritualità.
Per religione con la erre maiuscola, io intendo tutt’altro: cioè esperienza del sacro, atteggiamento vòlto a cogliere il sacro, spiritualità.
I miracoli avvengono per tutti perché sono una caratteristica delle potenzialità umane (per ora non sufficientemente compresa... e, forse per sua natura, non riproducibile nemmeno nella stessa persona).
Anche ammettendo che si trattasse di opera divina, non sono opera di quel patriarca con barba che ci sbandiera il cattolicesimo, ma di una forza misteriosa che agisce su tutti... la miglior definizione di Dio la danno a mio parere i “nativi americani” nel chiamarlo “il grande mistero” e nel dire che la creazione non è mai finita e continua sempre.
STOP
domenica 11 luglio 2010
ORMONI parte terza
ORMONI parte terza
BILANCIO MINERALE
Il sistema renina-angiotensina-aldosterone mantiene al “giusto livello” la quantità di ioni-sodio, -potassio e -idrogeno nel sangue.
Renina e angiotensina sono prodotti nel rene e aldosterone nella ghiandola surrenale. L’angiotensina viene messa in circolo in quantità maggiore o minore secondo la situazione e quindi attraverso il circolo raggiunge anche la ghiandola surrenale dove va ad agire sulla produzione di aldosterone.
La Calcitonina e il paratormone regolano l’equilibrio di calcio e fosfato nell’organismo. La calcitonina è secreta nella tiroide e il paratormone ad opera delle ghiandole paratiroidee.
Vediamo un po’ più da vicino in che modo agiscono questi ormoni.
ALDOSTERONE
aumenta il trasporto attivo del Na+ attraverso le membrane cellulari.
Nel rene l’aldosterone promuove il riassorbimento del Na+ nel sistema tubulare e quindi un incremento del riassorbimento idrico, osmosi-dipendente. Ciò significa che dato che ogni ione sodio per stare in soluzione viene circondato da gruppi -OH dell’acqua, il trasporto di sodio all’interno del tubulo renale (cioè in direzione contraria al lume, all’interno del tubulo e in direzione verso il tessuto), comporta anche il trasporto di acqua quindi ritenzione idrica. Stiamo parlando però della fisiologica ritenzione idrica. In caso contrario si avrebbe una pericolosa disidratazione con diminuzione del volume del sangue e gravi o irreversibili conseguenze.
Il contenuto di NaCl del sudore, che normalmente è notevolmente inferiore a quello del plasma, cresce sensibilmente in caso di deficit di aldosterone. L’eventuale sudorazione, che si verifica in caso di esposizione al calore, può quindi determinare una pericolosa perdita di NaCl. Un fattore presente nel processo di adattamento al calore consiste appunto in un aumento della secrezione di aldosterone che riduce il contenuto di NaCl del sudore.
L’aldosterone favorisce inoltre il trasporto in senso opposto di K+ e H+. L’ormone esercita effetti analoghi sulle ghiandole sudoripare, salivari e gastriche.
Consideriamo tre casi:
(1) Un soggetto assume più potassio rispetto al fabbisogno del suo organismo (esempio anche sotto forma di integratori tipo Polase, MGKvis ecc).
(2) Un soggetto ha una scarsa quantità di sodio nel sangue ( esempio perché ha sudato molto più del solito o per altre cause)
(3) Il volume (cioè la quantità in ml) di sangue è diminuito o a causa di un’emorragia o perché il soggetto non ha potuto bere e quindi si è disidratato.
In questi casi viene prodotta una maggior quantità di aldosterone che ci porta ad un risparmio dei liquidi e ad un ritorno all’equilibrio.
Questo controllo avviene attraverso tre meccanismi:
(a) le cellule ormono-secretrici della zona glomerulare reagiscono direttamente alla variazione della concentrazione ematica di Na+ e K+ con una variazione della quantità di secrezione dell’aldosterone.
(b) La secrezione di aldosterone è aumentata dall’angiotensina II, che viene rilasciata dal sangue alla corteccia surrenale e perciò possiede la caratteristica degli ormoni tropici per la secrezione di aldosterone.
Ricordo che il termine ormoni tropici o tropine indica quegli ormoni che a loro volta vanno a stimolare la produzione di altri ormoni. L’esempio più classico sono i molti ormoni dell’ipofisi che vanno a stimolare la produzione di estrogeni, progestinici, androgeni e corticosteroidi.
(c) La secrezione di aldosterone è influenzata appunto da una tropina ipofisaria: l’ACTH, anche se in misura minore della secrezione dei glucocorticoidi.
Riassumendo l’aldosterone ha un ruolo fondamentale nel sistema di regolazione della concentrazione ematica di Na/K ed in particolare del volume dei liquidi. In caso di ipofunzione della corticosurrenale si ha il morbo di Addison; ma tra le disfunzioni di quest’ormone c’è anche l’iperaldosteronismo che è caratterizzato da ipernatriemia, ipokaliemia ed edemi.
Alla regolazione del bilancio calcio-fosforo sono interessati principalmente due ormoni: il paratormone e la calcitonina. Il paratormone viene sintetizzato dalle ghiandole paratiroidee; la tireocalcitonina da specifiche cellule, dette cellule C, della tiroide.
Il paratormone ha due punti d’azione:
(1) tramite la stimolazione degli osteoclasti libera Ca e fosfati dalla matrice ossea;
(2) aumenta il riassorbimento del Ca++ nel rene, facendo sì che ci sia un aumento del tasso calcemico plasmatico, che nell’uomo è mantenuto costante a un valore di 10 mg/100 ml di plasma. Esso, inoltre, favorisce il riassorbimento di Ca++ dall’intestino, qualora esista un sufficiente tasso di vitamina D.
Dopo somministrazione dell’ormone, la fosfatemia aumenta solo poco o niente, in quanto l’ormone produce, contemporaneamente, un’aumentata escrezione di ioni fosfato dal sistema tubulare renale.
La calcitonina ha un’azione opposta a quella del paratormone, per quanto riguarda la concentrazione ematica del calcio. Essa riduce la calcemia, inibendo la liberazione di calcio dal tessuto osseo.
Non c’è un controllo “ a monte” sulla secrezione del PTH: le paratiroidi reagiscono direttamente alle variazioni della concentrazione di calcio con modificazioni della secrezione di PTH.
Anche per la calcitonina il controllo avviene così: l’aumento del tasso ematico di calcio stimola la secrezione ormonale delle cellule C : quindi anche in questo caso è un controllo diretto della ghiandola stessa e non un controllo a monte. La costanza dei livelli calcio-fosforici è importante per la funzionalità delle strutture eccitabili.
FISIOPATOLOGIA
Ipoparatiroidismo: la riduzione della calcemia già al di sotto di 8 mg/100 ml, provoca un’aumentata eccitabilità neuromuscolare; in tal caso stimoli elettrici o meccanici, che normalmente sono subliminali, provocano una contrazione tonica della muscolatura scheletrica. Successivamente, compaiono crampi spontanei; la morte può sopraggiungere in seguito alla contrazione della muscolatura respiratoria e laringea. Questo fenomeno è detto tetania.
Iperparatiroidismo: questo quadro si manifesta specialmente in caso di adenoma delle paratiroidi (tumore iperfunzionante). La calcemia può raggiungere anche i 17 mg/100 ml. Un pasto ricco di calcio (ad esempio a base di latte) può condurre a morte, presumibilmente per arresto cardiaco, in quanto la bradicardia è una classica conseguenza del quadro dell’ipercalcemia. Nell’iperparatiroidismo, inoltre, dato che si supera il valore normale del prodotto di solubilità, compaiono calcificazioni vascolari e renali con precipitazioni locali di composti solubili di calcio-fosforo. Molti casi di calcolosi renale sono riconducibili all’iperfunzione delle paratiroidi. In medicina cinese è il tipico caso di “nipote che si ribella al nonno” considerando che nei 5 elementi la loggia TR, dove sono comprese le ghiandole surrenali, è nipote della loggia rene (R).
STOP
domenica 4 luglio 2010
Cosmetici
Cosmetici... estate, voglia di “restauro” della pelle
Nella prima foto: “La truccatrice”, fotomanipolazione di Giovanni Ambrosioni
Nella seconda schema dell’epidermide e nella terza schema della pelle.
UV ---pelle ---- Cu-tirosinasi ---- tirosina ----- melanina
Abbiamo già parlato l’anno scorso, al capitolo 18, di vacanze al mare.
Oggi voglio aggiungere alcune note sull’argomento, dato che finalmente la tanto agognata estate è tornata...sempre in modo precario però eh? Non ci sono più le stagioni di una volta :-)
Ma prendere il sole fa male?
Esporsi al sole con moderazione fa solo bene!!!
Prendere il sole nelle ore di punta e per gran parte della giornata, oppure in “abbuffate” circoscritte al solo periodo di vacanza può essere deleterio.
Il mio consiglio è il più ovvio e naturale che ci sia!!! Così come è sano mangiare quanto basta a nutrirsi, alzandosi da tavola con un leggero residuo di “fame”, così lo è accontentarsi di prendere l’abbronzatura che ci si può permettere in base al fototipo di appartenenza, ed esporsi al sole (fosse anche per 15 minuti e ben vestiti in inverno) tutti i giorni dell’anno in cui è possibile.
Quando si va in vacanza al mare quindi è opportuno esporsi al sole per periodi di tempo di lunghezza graduale: più bassa e nelle ore crepuscolari i primi giorni e maggiore quando si è certi di non rischiare più alcun eritema.
Ora molti potranno obiettare: “ma se ho solo due settimane di ferie questo tempo non riesce a giungere e allora a che vale farsi una vacanza se non si può stare sempre al sole? Io mi metto la crema in continuazione e poi sono tranquillo e voglio diventare nerissimo!!!”
Ebbene, non ne vale la pena. I concetti estetici a cui ci hanno condizionato è possibile sfatarli: dipende solo da noi!!! Così come non è obbligatorio camminare con tacchi alti e molte donne non sono per questo meno affascinanti.
Avremo ancora occasione di parlare di estetica e cosmesi, ma voglio sottolineare che anche in questo campo è immediato riconoscere la differenza tra chi si attiene ad un’estetica allopatica (che mira a trasformare l’aspetto) e chi si attiene invece ad un’estetica olistica (che mira a valorizzare l’aspetto)... indovinate chi “si piace” di più! Ho visto fin troppe persone “trasformate” ed in cura con antidepressivi e psicofarmaci ed altre normali dotate di un sano senso di sicurezza del proprio aspetto, in equilibrio con la propria età e la propria costituzione fisica.
Una vacanza al mare si può godere in modo ricco e variegato piuttosto che come una lotta contro il tempo per poter tornare a lavoro con un’abbronzatura superba!
Quanto all’utilità delle creme... certamente sono utili per evitare l’eritema e le scottature o il formarsi di macchie. Hanno un valore puramente cosmetico e si possono usare: ma in affiancamento alla scelta della fascia oraria giusta, cioè quando i raggi solari non sono troppo forti come dalle 12 alle 15, non allo scopo di perpetuare l’errore di esporsi troppo!!!
Sottolineo che già una decina d’anni fa è stato ampiamente dimostrato che le creme solari non proteggono dal rischio di melanomi.
La dicitura “schermo totale” è fuorviante in quanto non esistono schermi totali così come non esistono cosmetici anallergici: ed infatti, finalmente, dal 2009 è stata abolita la scritta “schermo totale” dalle creme solari.
un approfondimento sul tema :
PERMEABILITA’ CUTANEA
La pelle è si permeabile, ma solo ad alcune sostanze.
Le cellule epidermiche svolgono funzioni di secrezione e protezione ma non di assorbimento. Più lo strato corneo è spesso, maggiori sono le difficoltà di penetrazione. La penetrazione cutanea avviene per diffusione passiva, cioè molto lentamente e solo una piccola parte delle sostanze depositate sullo strato corneo riesce a penetrare. C’è poi il rischio di attivare la reazione immunitaria a carico delle cellule di Langerhans che, catturata la sostanza, ritenendola dannosa, scatenano fenomeni cutanei noti come reazione allergica. La barriera formata dallo strato corneo non è totale ma selettiva e dipende dalla stessa composizione dello strato corneo. La rimozione delle cellule morte e lo stato di idratazione aumentano notevolmente la permeabilità cutanea. Lo strato corneo è formato da una parte proteica (cheratina) che è permeabile alle sostanze idrosolubili e una parte lipidica che è permeabile alle sostanze liposolubili. Ecco come si comporta la pelle circa l’assorbimento di alcune sostanze.
ACQUA imbibisce lo strato corneo ma non penetra oltre;
SOLVENTI tipo etere, cloroformio, alcool, acetone hanno un’elevata capacità di penetrazione.
Gli OLI MINERALI come vaselina e paraffina non hanno alcun potere di penetrazione.
Gli OLI ANIMALI E VEGETALI vengono assorbiti facilmente.
I SALI non passano oltre la barriera cornea dove svolgono azione cheratoplastica e levigante. Un esempio ci è dato dai silicati di Al (caolino, bentonite) più genericamente conosciuti come argille.
TENSIOATTIVI ED EMULSIONANTI non passano oltre la barriera cornea ma la indeboliscono semplificando il passaggio di altre sostanze.
OLI ESSENZIALI (OE) sono molto penetranti, riescono ad arrivare al circolo ematico. Se molto concentrati possono causare danni alla pelle.
BIOPOLIMERI collagene, elastina, acido ialuronico ecc per il loro elevato peso molecolare non superano lo strato corneo, svolgendo su esso azione idratante, emolliente e filmogena•
Nei cosmetici troviamo quindi alcuni ingredienti chiamati “attivatori” perché servono ad attivare la penetrazione dei vari principi attivi. Questi sono:
(1) LIPOSOMI. Le cellule dello strato granuloso prima di trasformarsi in corneociti producono corpi liposomali, detti “corpi di Odland”, atti a formare il cemento lipidico per tenere unite le lamelle cornee formando quella che è stata definita la barriera di permeabilità della pelle. L’uomo ha cercato di imitare tutto ciò con i sistemi membrana-mimetici, che hanno avuto molto successo negli anni ‘90, realizzando i liposomi. Questi hanno la prerogativa di essere dotati di una membrana simile a quella cellulare, hanno forma sferica e possono oltrepassare la barriera cementante intercorneocitaria. Essendo qui disintegrati dagli enzimi possono rilasciare le sostanze in essi contenute. I liposomi possono essere costruiti anche con grassi sintetici (niosomi). Questi, però, a differenza dei primi, restano intrappolati nello strato corneo apportando un notevole contributo al materiale lipidico cementante fino al momento della desquamazione. L’instabilità dei liposomi a contatto con alcuni tensioattivi ne ha comunque limitato l’utilizzo.
(2) MICROSFERE o microcapsule. Più grandi rispetto ai liposomi sono visibili a occhio nudo. Sono ottenute impiegando cellulosa, collagene ecc, e possono contenere sostanze liposolubili. Se colorate possono essere ben individuate nelle emulsioni e nei geli a cui danno un aspetto caratteristico. Il loro vantaggio è quello di proteggere una sostanza labile (esempio vitamine A,E,F ecc) fin quando il cosmetico non viene applicato sulla pelle.
(3) NANOSFERE La nanosfera submicroscopica (80 nm) è ottenuta dalla polimerizzazione di un lattice inerte che ingloba il principio attivo per cederlo lentamente alla cute. Le nanosfere aggiunte a un gel, a seconda del dosaggio, rendono il gel da trasparente a opalescente fino a renderlo opaco trasformandolo in una “crema-gel”.
(4) COLLASFERA è ottenuta dall’unione di collagene+glicosaminoglicani biocompatibili con i tessuti. Cede lentamente i principi attivi. Non è attaccabile dagli enzimi dell’epidermide.
(5) LIMONENE, ATTIVATORE DI ASSORBIMENTO. Queste sostanze di recente introduzione hanno la caratteristica di facilitare la penetrazione di alcune sostanze funzionali quali l’escina e la caffeina. Limonene, terpene abbondantemente presente negli OE di limone e arancia è stato sperimentato all’Università di Catania• Sottolineiamo che non sono i pori e i follicoli a determinare la penetrazione che avviene primariamente attraverso le cellule cornee.
(6) FITOSOMI sono complessi che stanno a metà strada tra lecitina e principi vegetali. I fitosomi consentono di creare un complesso tra sostanze funzionali di origine vegetale e lecitina e sono in grado di protrarre l’attività nel tempo (azione retard). Fitosomi realizzati finora sono: con escina per gel e creme anticellulite; con acido glicirretico per pelli delicate e arrossabili; con silimarina per pelli impure e per pelli rilassate (i flavonoidi della silimarina hanno un forte effetto antiradicalico e dermopurificante; con gingko biloba per molti anticellulite e antismagliature; con ginseng per prodotti rassodanti-antirughe; con visnadina (l’ammi visnaga è efficace come anticellulite e rassodante); con uva per attività antiradicalica e antinvecchiamento. Nei fitosomi vengono inserite anche sostanze ottenute biosinteticamente trattando colture di microrganismi (batteri, funghi, lieviti) come quelle ottenute dal lievito di birra oppure batteri capaci di sintetizzare acido jaluronico. L’acido jaluronico fino ad ora è stato ottenuto da cordone ombelicale, da creste di gallo e dall’umor vitreo di vari animali, mentre oggi viene ottenuto per biosintesi e quindi è un OGM. Per questo motivo io lo sconsiglio assolutamente.
Poi ci sono sono gli IDROLISATI PROTEICI ottenuti da soia, mais, grano ecc. CERAMIDI E CEREBROSIDI queste due molecole assai affini alla cute, agiscono essendo in grado di riempire gli spazi intercellulari, garantendo una migliore coesione intercellulare. Questi particolari lipidi prevengono la disidratazione mediante un potere di ritenzione idrica realmente efficace. FILAGGRINA compone le fibre della cheratina. Sotto l’effetto dell’aria si trasforma in aminoacidi che a loro volta danno origine all’NMF (natural mostuirising factor). Per questo, inserita in un cosmetico, essa apporta tutti gli elementi necessari per ricostruire il mantello epicutaneo.
PICNOGENOLI principi attivi estratti dai vinaccioli d’uva, la cui capacità di catturare i radicali liberi è superiore a quella di un antiox naturale quale la vitE.
Integratori
questa volta, su questo tema aggiungo un articolo molto circostanziato apparso su Farmacia News nel lontano novembre 2004.
“Gli integratori a base di carotenoidi, tipo CAROVIT FORTE, vanno assunti 1 volta al giorno per 1 mese prima dell’esposizione al sole e 1 mese dopo per prolungare l’abbronzatura. Ma oltre agli integratori classici a base di estratti di carota e antiox, vediamo alcuni prodotti importanti, i cui effetti sono stati testati con studi di largo respiro a livello europeo.
L’assorbimento regolare di OLIO DI PALMA ROSSA moltiplica i tassi sanguigni di alfa-carotene per 14 e quelli di beta-carotene per 5: ciò si traduce in un’importante attività fotoprotettrice, poiché i carotenoidi hanno un forte tropismo cutaneo. Ne deriva una preparazione e un prolungamento dell’abbronzatura, insieme a una protezione contro l’invecchiamento cutaneo.
HELIOPERINE ® ( ®=nome della materia prima brevettata)è un estratto vegetale di una pianta della famiglia delle piperiacee. Esso accresce del 60% l’assimilazione dei carotenoidi e del 30% quella del selenio. Esiste una formulazione per le pelli normali o miste, e una idratante per pelli secche che contiene acidi grassi omega-3.
Un altro prodotto è a base di PHYTOPIGMENTS ®. Si tratta di un’associazione di numerosi carotenoidi vegetali, ed esattamente: beta-carotene+ capsanteina+criptoxantina+ capsorubina+zeaxantina+luteina, con anche vitamina E, selenio e olio di borragine. Dopo 6 settimane di assunzione i soggetti testati hanno mostrato una crescita dell’indice di pigmentazione fino al 20%. Il prodotto migliora la tolleranza della pelle al sole e ritarda la coparsa di eritemi; aumenta inoltre l’indice di idratazione cutanea.
DUNALIELLA SALINA i suoi carotenoidi sono alla base della formulazione di beta-carotene softgels della Solgar, in cui questi principi attivi sono associati all’olio di cartamo. Inoltre la solgar produce anche un altro preparatore solare “advanced carotenoides complexe” in cui sono presenti luteina, licopene, capsantina, olio di mais, annatto e olio di soia. IL prodotto “UV SUn 60” contiene carotenoidi, vitamine, omega 3 e 6, olio di borragine e olio di enotera.
Le capsule Bergasol contengono oltre a licopene, betacarotene marino, alga spirulina, selenio, vitE, zinco e bioflavonoidi di limone; gli oli di albicocca e di enotera, presenti anch’essi nella formulazione, favoriscono l’equilibrio idrolipidico. Un’altra innovazione è la formulazione delle capsule Parlight: al classico alfa-carotene, vitC,E,PP e selenio è associato l’estratto di OPUNZIA, che accelera la produzione delle HSP (= heat shock proteins) inducibili.
Sottolineiamo che esistono 2 tipi di HSP, o proteine da shock termico: le sole inducibili sono prodotte in risposta ai differenti tipi di stress. In condizioni fisiologiche normali, la loro quantità è stimata a 2% delle proteine complessive, mentre il loro livello può raggiungere il 20% in condizioni di stress.
Lierac-Cosmodex ha sperimentato le proprietà riparatrici dell’estratto di FICO sulle cellule cutanee dopo l’esposizione solare.
Altra materia prima è l’ ALGA LAMINARIA DIGITATA che possiede un sistema di protezione efficace contro i raggi UV, poiché in caso di necessità è possibile la secrezione di cito-protectina, un oligoalginato che stimola il suo sistema immunitario; questa molecola agisce a livello dell’epidermide proteggendo le cellule di Langerhans e, a livello del derma, proteggendo le cellule dendritiche, tutte cellule immunocompetenti”.
STOP
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com