FEGATO parte seconda
vento, primavera.
La Loggia F/VB appartiene all’elemento legno e rappresenta l’ “ io “
E’ la sfera in cui si forma la personalità. La capacità di trasformare le situazioni ed accettare i cambiamenti. Il legno riguarda la forza di attuazione delle situazioni, essere abili e responsabili. Formulare piani e portarli a termine nel modo e nel tempo appropriati. La percezione del momento giusto, la comunicazione verbale appropriata nel modo e nel tempo. Chi ha problemi di carenza di energia nel meridiano F ha difficoltà ad assumersi un incarico. Al contrario, se in eccesso, cerca sempre di avere il controllo e sopraffare gli altri, di mostrare potere. Tutto questo indica che il soggetto non ha una giusta percezione di sè. La rabbia inconscia è dovuta alla difficoltà a manifestare il proprio potenziale intero. Se non avvengono i cambiamenti positivi nella vita il paziente entra o in una condizione di rabbia o in una condizione di apatia: spesso si alternano, dato che dopo una prolungata apatia c’è un’esplosione di rabbia.
Secondo il barometro comportamentale (Argomento trattato nei corsi di Francesco Gandolfi che potete trovare su www.kinesiopatia.it) la sfera del legno è legata all’azione.
L’aspetto sano del Fegato è sentire l’uguaglianza verso gli altri. Il contrario è il senso di colpa, sentirsi sconfitto, sentirsi rovinato a priori. Questi sono gli aspetti negativi e passivi della sfera del legno. Senso di colpa che ti fa sentire inferiore, inadeguato ecc. L’eccesso fa sentire ostilità verso gli altri. L’equilibrio porta ad entusiasmo.
La VB ha degli aspetti di dominio sul fegato. E’ dalla formazione embrionale della VB che si formano le trabecole del fegato.
Il F rappresenta i modelli da seguire, l’azione. Mentre la VB è il giudice.
I disturbi di carenza energetica del meridiano fegato si manifestano con faccia pallida e priva di luce, gola secca, incapacità di flettersi con lombalgie. Il F governa l’energia dei tendini. Poca flessibilità è indice di problemi di fegato. All’uomo può causare ernia e alla donna gonfiori alla zona inguinale. Oscuramento e abbassamento della vista. Crampi muscolari che impediscono di respirare, dolori da soffocamento. Unghie molto chiare con un orlo più rosso in periferia. Per l’uomo disturbi ai testicoli, insonnia, impotenza.
I disturbi di eccesso energetico si manifestano con occhi rossi, abbassamento visivo, vertigini, pesantezza degli arti, guance gonfie. A livello organico feci con cibi non digeriti, incontinenza o ritenzione urinaria.
VESCICA BILIARE Bocca amara, dolore al petto, ai lati del torace, pelle priva di luminosità, grigiastra. A livello corporeo c’è aridità. Parte superiore del piede molto calda.
Eccesso: dolore al torace e lungo i fianchi che impedisce di voltarsi; pienezza addominale; tremiti di febbre.
Carenza: abbassamento della vista, macchie sul viso, difficoltà di deambulazione per atonia dei muscoli striati. Sul piano organico paralisi del 4° e 5° dito del piede. Gonfiori dell’ascella e del mento. Le cefalee possono derivare da dolori all’angolo esterno dell’occhio.
KINESIOLOGIA
Il fegato rappresenta azione, rinnovamento, trasformazione della vita. “Io mi permetto di rinnovare, trasformare la mia vita”.
significato emotivo del meridiano=Mentre la VB elimina, il F trasforma le sostanze. Se sappiamo trasformare gli aspetti della nostra vita il fegato funziona bene. Lavorare vuol dire trasformare le cose. Il fegato è il lavoro, la capacità di trasformare le situazioni. A livello psicosomatico ciò spesso si ripercuote nell’artrosi delle mani = conseguenza di un fegato disturbato. Se con VB in equilibrio facciamo le scelte giuste e i cambiamenti, con F in equilibrio diamo il benvenuto ai cambiamenti. Quando subentra la presunzione, l’invidia, la stupidità, il continuare a rimanere sempre nelle stesse posizioni, la frase chiave è “ io sono perfetto, rimango come sono, ho sempre ragione io” , allora il nostro fegato ha qualcosa che non funziona.
L’artrosi è rabbia, invidia non espressa, cattiveria; lo si noterà nelle mani nodose, quasi ad uncino, storpie. Il soggetto sa qual’è la vera causa dei suoi problemi, ma preferisce dare la colpa agli altri.
SIGNIFICATO FISICO= Il muscolo grande pettorale-sternale è legato all’attività epatica; spesso un sovraccarico dell’attività del fegato dovuto ad abusi alimentari o all’uso di alcolici o a sostanze tossiche si manifesta con una debolezza di questo muscolo. Disturbi quali dolori di testa persistenti possono dipendere da questi sovraccarichi. Oltre che al F, questo muscolo è legato agli occhi e viene interessato spesso nei disturbi quali glaucoma, presenza di macchie nel campo visivo o fotofobia. L’utilizzo di vitamina A riduce questi sintomi.
PUNTI DA MASSAGGIARE
Punto riflesso neuro-linfatico= 5° spazio intercostale dalla linea emiascellare allo sterno a dx; posteriori sulla apofisi trasversa della quinta vertebra dorsale, tra D5 e D6, a dx. Tutta questa zona va massaggiata lentamente e profondamente... in parole povere con una forza di circa 4 Kg : se sentite un leggero dolore che va diminuendo man mano che massaggiate, allora avete attuato la giusta pressione. In realtà non va massaggiato per tutti con la stessa forza. Con l’automassaggio potete calibrare da voi la forza da usare: quanto basta per sentire la pressione o un leggero dolore, non certo da farsi male al punto da provocare lesioni di tessuti. Voglio sottolineare che ogni volta che comprimiamo una zona della pelle, stiamo provocando in diversa misura una stenosi alla circolazione sanguigna sottostante. Cioè possiamo bloccare o ridurre il calibro di una vena , o venula o di una arteriola o di una rete di capillari. Quindi se mentre premete sentite un battito tumultuoso, dovete allentare di molto la pressione e/o spostarvi leggermente in una zona adiacente.
Alimentazione-integratori= molto importante la vitamina A, presente in carote, prezzemolo, verdure a foglia, peperoni. CoQ10, taurina, cisteina, Cu; sali biliari, estratti di fegato, Se, vitamina C, quercitina, rutina, gingko biloba. Evitare cibi fritti, grassi, zuccheri , bevande alcoliche e caffeina.
Punti riflessi neurovascolari= circa 2-3 -4 cm sopra le eminenze frontali, all’attaccatura dei capelli. Questi punti vanno leggerissimamente toccati, al contrario dei neurolinfatici. Si appoggiano le dita e si aspetta di sentire un battito regolare e sincrono da ambo le parti. In questo caso non state provocando una stenosi, ma percependo a livello tattile il normale battito dell’arteria sottostante.
FITOTERAPIA
Si distinguono le seguenti categorie di piante in base alle indicazioni: epatoprotettori, antinfiammatori, immunostimolanti, coleretici, colagoghi, antispastici, antiproliferativi, analgesici, vitaminici, antiox, lipotropi, ipolipemizzanti, ipoglicemizzanti e antimicrobici.
Nelle malattie del fegato, dalla steatosi alle epatiti, dalle intossicazioni da farmaci all’epatopatia alcolica, è di fondamentale importanza evitare l’uso di derivati di piante a contenuto alcolico. Nelle forme acute, infatti, il fegato deve riposare senza venire ulteriormente aggredito. Nelle forme croniche, dovendo i trattamenti protrarsi per alcuni mesi, si avrebbe l’apporto di un quantitativo di alcool di per sè epatotossico.
Useremo quindi: succhi, estratti secchi, infusi, decotti, polveri e oli essenziali. Queste restrizioni non si applicano a coloro che sono affetti da malattie delle vie biliari con integra funzionalità epatica.
Nei casi in cui si dimostri le reale sofferenza cellulare, sia in relazione a steatosi epatica, sia in relazione a un tossico esogeno, è importante il ricorso agli epatoprotettori, dei quali il più importante è certamente il CARDO MARIANO. Particolarmente interessante si è dimostrato l’antagonismo nei confronti dell’alfa-amanitina e della falloidina, le tossine dell’Amanita falloides. Va tenuto presente che il cardo, quando utilizzato come estratto totale della pianta, può avere effetti ipertensivi.
La silimarina sembra anche migliorare il tasso di sopravvivenza nei pazienti affetti da cirrosi da etanolo. Essa risulta priva di tossicità e non è associata a significativi effetti collaterali.
NB la debole idrosolubilità dei flavolignani rende improbabile un’attività antiepatotossica degli infusi che vengono usati, infatti, molto raramente se non come coadiuvnti nei disordini della colecisti in virtù delle sue proprietà colagoghe e spasmolitiche.
ROSMARINO germogli: hanno azione epatoprotettiva notevole, mentre la pianta intera ce l’ha blanda. A seconda del metodo di estrazione dei principi attivi, vengono attribuite alle foglie e alle sommità fiorite proprietà coleretiche in forma di infuso, azione drenante per i macerati, azione antisettica astringente antalgica per gli OE in applicazioni topiche, proprietà antiox come conservante per l’industria alimentare. Rispetto alla TM i giovani germogli (cioè il macerato glicerico che trovate indicato con la sigla MG) hanno dimostrato di possedere un’azione coleretica maggiore come pure una maggiore azione epatoprotettiva.
E’ stata dimostrata l’attività antiradicalica del rosmarino che può essere paragonata a quella ampiamente già dimostrata per altre piante.
L’EUGENOLO, che è il componente principale dell’OE di CHIODI DI GAROFANO ha azione colagoga . Tale azione è durevole ed è collegata all’aumento delle sostanze componenti la bile come gli ac biliari e, viceversa, alla diminuzione del colesterolo e dei fosfolipidi.
L’IPERICO, nella medicina popolare turca è conosciuto e usato come epatoprotettore. Tale proprietà è stata dimostrata sperimentalmente. Estratti alcolici di iperico aumentano la coleresi modificando la qualità della bile; inoltre presentano una specifica azione protettiva nei confronti del parenchima epatico; riducono infatti la sonnolenza da barbiturici in animali trattati con sostanze epatotossiche. Come epatoprotettore, ovviamente, va usata una forma non alcolica.
Rimedi per eccellenza delle epatiti croniche post-infettive sono le sostanze ad attività immunostimolante quali gli estratti di UNCARIA TOMENTOSA, che oltretutto presenta anche attività antinfiammatoria, il GINSENG, l’ ECHINACEA, AGLIO e PROPOLI. Tra i rimedi antiproliferativi degna di nota è la COLCHICINA, che agisce in quanto inibitore della sintesi del collagene per disaggregazione del sistema microtubulare, utilizzata sotto stretto controllo medico alla dose di 1 mg/die x 5 giorni alla settimana.
E’ comune vedere utilizzare erroneamente nelle malattie di fegato le numerose piante ad azione coleretica-colagoga indicate invece nella patologia propria delle vie biliari: sono infatti sostanze che vanno a stimolare la cellula epatica la quale invece quando è malata ha bisogno soprattutto di riposo funzionale. Molte piante medicinali sono da tempo apprezzate per queste proprietà farmacologiche: CARCIOFO, FUMARIA, CICORIA, CALENDULA, BARDANA, MELISSA, MENTA, BOLDO, ROSMARINO, CURCUMA, TARASSACO, CASCARA, COMBRETO, GENZIANA, RABARBARO. Alcune di queste piante presentano azioni farmacologiche anche su altri organi o apparati funzionalmente connessi con il sistema epato-biliare come ad esempio bardana sulla pelle, cascara sull’intestino, tarassaco sui reni, melissa sul SNC, genziana sullo stomaco. Numerose piante medicinali ad azione coleretico-colecistocinetica trovano indicazione nella patologia delle vie biliari da usarsi, tuttavia, con molta cautela. Sono decisamente controindicate negli itteri ostruttivi. Deve essere tenuto presente il fatto che normalmente le piante ad azione colereico-colagoga migliorano la fluidità della bile aumentandone la parte acquosa, ma spesso diventa indispensabile mantenere un adeguato rapporto tra fosfolipidi, acidi biliari e colesterolo al fine di prevenire o curare l’insorgenza di calcolosi biliare. Per questo necessita sempre l’uso di farmaci ad azione lipotropa e ipolipemizante come GARCINIA, GYMNEMA, GUGGUL, AGLIO, fosfatidilcolina ecc.
Nella patologia infettiva delle vie biliari è necessario intervenire prontamente con terapia antibiotica adeguata; valido complemento alla terapia saranno rimedi antimicrobici quali la propoli, l’OE di CANNELLA, TIMO, EUGENIA, MELALEUCA, estratti di AGLIO ecc.
Va tenuto presente che esistono anche piante che contengono sostanze potenzialmente tossiche per il parenchima epatico e come tali da evitare; ad es: Larrea tridentata e tutte le piante contenenti alcaloidi pirrolizidinici. A quest’ultimo gruppo appartiene la Farfara, da sempre apprezzata per le sue proprietà emollienti e sedative della tosse, la consolida (=symhytum officinalis), per questo oggi riservata all’uso esterno, il farfaraccio, la crotalaria, il cinoglosso, appartenente sempre alla famiglia delle borraginacee la cui radice vanta proprietà antidiarroiche, il senecione, la borragine. La sensibilità dell’uomo all’azione tossica degli alcaloidi pirrolizidinici è del tutto imprevedibile, ed esistono casi di intossicazione per ingestione accidentale di piccole quantità di alcaloidi. In modo particolare l’epatotossicità risulta più evidente negli organismi giovani rispetto agli adulti per immaturità del corredo enzimatico microsomiale ( dimostrata da Garcia nel 1988)
RAFANO NERO, TARASSACO come succhi freschi, e come tinture madri (TM). Il rafano è utile come rimedio di pronto uso nei sintomi del post-sbornia o hangover: ne vanno assunte 20-25 gocce in poca acqua.
Il macerato spagirico Astrum a base di ELICRISO ha un’azione sbloccante dei muchi ed epatoprotettrice.
SCHISANDRA SINENSIS in MTC è conosciuta per le sue proprietà toniche, antitussive ed epatoprotettrici. Gli estratti di questa pianta possiedono un’azione epatoprotettrice nei confronti di varie sostanze chimiche e farmaci noti per indurre un danno al fegato (tetracloruro di carbonio, paracetamolo, tiacetamide, etinilestradiolo). Tale azione sembra dovuta in parte ad un effetto diretto ed in parte ad un effetto antiox, particolarmente utile nel prevenire l’evoluzione verso la fibrosi epatica; è stata anche evidenziata una stimolazione della superossidodismutasi e della catalasi. Inoltre, i suoi estratti sembrano esercitare un’azione protettiva nei confronti dell’aumentata incidenza di tumori epatici cui sono soggetti i portatori di epatite cronica.
NB è possibile che la schizandra possa interferire con il metabolismo di altri farmaci. Il profilo safety non è ancora stato valutato scientificamente. Tuttavia non sono stati rilevati effetti collaterali significativi.
ROOIBOS da studi recenti svolti su pazienti con cirrosi epatica, spicca una possibile attività epatoprotettrice; è stata infatti ottenuta una normalizzazione dei parametri relativi alla funzionalità epatica e la riduzione significativa dell’alterazione dei valori relativi alla sofferenza epatica (malonildialdeide, triacilgliceroli e colesterolo)
Per eccitanti epatobiliari si intendono quei composti e rimedi in grado di favorire l’escrezione della bile
(= coleretici) o di favorire lo svuotamento della cistifellea per stimolazione diretta della muscolatura liscia della VB (= colagoghi). Tuttavia, è raro che sia possibile avere rimedi che presentino esclusivamente l’una o l’altra delle proprietà, anzi si tende di proposito all’associazione e alla combinazione di più fitoterapici.
Un approccio completamente nuovo (1998) è quello dell’epatoprotezione per stimolazione delle difese immunitarie: e sottolineiamo che questo è il primo esempio di farmaci che agiscono come difesa immunitaria, oltre agli altri effetti.
(1)Il PICROLIV è un rimedio brevettato della farmacologia ayurvedica composto da estratti di Picorrhiza Kurroa al 4 % .L’estratto è ottenuto dalla radice e dal rizoma. La Picrorrhiza Kurroa appartiene alla famiglia delle Scrofulariacee, ed è una piccola erba perenne che cresce nella regione Himalayana. Nei casi di intossicazioni epatiche da sostanze chimiche o da overdose di farmaci, il picroliv ha mostrato ottimi risultati di recupero. Gli effetti del Picroliv sono stati confrontati con quelli di un altro epatoprotettore naturale e cioè la Silimarina, estratta dal Cardo Mariano, a cui è risultato essere superiore. La dose di picroliv è di 300 mg/die, da assumere lontano dai pasti.
(2) PHILLANTHOL a base di estratti di Phyllanthus amarus al 0,2%. L’estratto alcolico sembra ridurre effettivamente i markers serici dell’epatiteB e questo è confermato ,oltre che da studi in vitro, da studi sull’animale da esperimento. Nell’ultimo decennio numerosi sono stati i protocolli clinici per la valutazione dell’attività dell’estratto di Phyllanthus amarus, atti a valutare la sua efficacia sul fegato. Uno studio clinico condotto su 160 pazienti ha dimostrato che esso è efficace nel trattamento di epatiti di natura infettiva. Il marker antigenico dell’HBV era scomparso dal sangue dei pazienti già pochi giorni dopo l’inizio del trattamento e, a distanza di 9 mesi, in nessuno dei soggetti si è verificata la ricomparsa dei marker dell’HBV. La dose dell’estratto titolato è 200-250 mg x 2 volte al dì.
(3)CURCUMIN , invece è un composto di vari curcuminoidi del rizoma di Curcuma Longa, appositamente studiato per ottimizzare le proprietà antiox e detossificanti. Questo è il primo esempio di farmaci che agiscono come difesa immunitaria, oltre agli altri effetti.
I curcuminoidi sono in grado sia di esercitare il blocco dei radicali liberi circolanti sia di inibire la formazione di nuovi radicali. Essi inibiscono efficacemente anche la perossidazione lipidica, con benefici effetti sull’intero metabolismo. L’estratto è in grado di attivare il sistema principale di detossificazione dell’organismo che è quello del Cyt P450. Questo fa presumere che il curcumin Complex sia coinvolto anche nel meccanismo di blocco e inattivazione di agenti cancerogeni e mutageni immediatamente dopo il loro arrivo nell’organismo.
ALIMENTAZIONE E INTEGRATORI
Una dieta adeguata può essere spesso sufficiente alla cura delle malattie del fegato. Il fegato infatti in alcuni casi è capace di rigenerarsi, se la dieta è adeguata e fornisce tutti gli elementi nutritivi essenziali. La dieta ideale è ad alto tenore proteico perché le proteine sono necessarie alla rigenerazione dei tessuti, ma deve essere anche ricca di carboidrati complessi, per aumentare l’introito calorico e favorire la rigenerazione delle scorte di glicogeno, evitando che vengano consumate proteine a scopo energetico. Inoltre occorre un apporto suppletivo di nutrienti essenziali, cioè vitamine e minerali. La dieta deve essere ricca di vitamine del complesso B e A,C,E,K, che aiutano il fegato a disintossicarsi dalle tossine. In caso di itterizia occorre attenzione alle vitamine liposolubili il cui assorbimento potrebbe essere contrastato. Anche l’alcol riduce l’assorbimento di alcune vitamine del complessoB, per cui può crearsi uno stato di carenza nutrizionale. La carenza accentuata di vitamina B1 provoca confusione e perdita di memoria, irregolarità cardiache e problemi gastrointestinali. Le vitamine B1,B2, B6, B12 e PP sono essenziali per la prevenzione e il trattamento della nevrite alcolica e della pellagra. La niacina (= PP) aiuta a prevenire il desiderio di alcool. La B6, il Mg, la lecitina, possono aiutare a prevenire l’accumulo e la formazione di ammoniaca, provocati dall’incapacità del fegato danneggiato a scomporre correttamente le proteine. L’integrazione con nutrienti per le affezioni al fegato può essere opportunamente completata con l’apporto di principi attivi di origine naturale ad azione specifica sul fegato.
Evitare cibi ai quali siano stati aggiunti grassi animali durante la cottura; ridurre al minimo l’uso di grassi animali; preferire cibi ricchi in proteine nobili; verdura, frutta fresca e cereali; pesce; abbandonare il consumo di alcolici, alimenti in scatola, salse e spezie piccanti; ridurre al minimo caffè e té; eliminare il fumo perché esso riduce la perfusione del parenchima epatico; attenzione ai pasti fuori casa.
Sostanze ad azione epatoprotettrice: GLUTATIONE RIDOTTO, LIEVITO DI BIRRA associato a piante selvatiche, OLIO DI GERME DI GRANO, POLLINE, FOSFATIDILCOLINA, METIONINA.
VITAMINA E siccome questa vitamina aumenta la risposta proliferativa dei linfociti e delle cellule NK, polarizza la risposta T in direzione Th1, supponiamo che i risultati positivi di questo studio, dove la vitamina E si è rivelata efficace, siano dovuti a questi effetti d’azione della vitamina E. Specialmente considerando il fatto che in corso di epatite B cronica la risposta Th1 è molto carente.
OMEOPATIA
NUX VOMICA heel è utile in tutti i casi in cui si voglia accelerare e normalizzare le funzioni digestive, ed eliminare gli stati irritativi gastrointestinali. Trova indicazione nell’acidità e pesantezza di stomaco, flatulenza, inappetenza, catarro gastrointestinale acuto e cronico con spasmi e diarrea.
RECKEWEG REKIN37 è indicato per coliche flatulenti, meteorismo, porfinuria, coliche intestinali, spasmi addominali di origine diversa caratteristici della porfinuria, con risentimento epatico. Cirrosi epatica, coliche biliari, coliche da saturnismo, dismenorrea, come trattamento complementare delle coliche renali. In caso di stipsi cronica, graduale effetto regolarizzatore. Dose 1 fiala x os 1-3 volte alla settimana; nei casi acuti 1 fl al dì. E’ così composto: alumina, bryonia cretica, citrullus colocynthis, hydrargyrum bichloratum , lachesis, lycopodium, plumbum aceticum, nux vomica, sulfur.
RECKEWEG REKIN 7 è indicato per disfunzioni organiche e funzionali del fegato e della VB, epatopatie, colecistopatie, disturbi della secrezione biliare, epatite, gonfiore addominale, sazietà prematura, inappetenza, bocca amara, flatulenza, stipsi, pesantezza post-prandiale, irritabilità, ipocondria. Dose 1 fl x os 1-3 volte a sett; nei casi acuti 1 fl al dì. E’ così composto: carduus, chelidonium majus, chincona succirrubra, cholesterinum, colocynthis, lycopodium, nux vomica.
STOP
questo disegno mi fa impressione....acci...mentre lo scritto è come sempre superissimo! Ne approfitto per augurarti una serena Pasqua.ciaoo
RispondiEliminaeh eh ... i disegni anatomici possono effettivamente fare impressione... questo è però schematico: la realtà fa ancora più impressione!!! Grazie degli auguri carissima e ricambio augurandoti una Pasqua ricca di gioia!!!!
RispondiElimina