
giovedì 1 gennaio 2009
Seconda Paziente

giovedì 1 gennaio 2009
La seconda paziente era una giovane impiegata, Rita Terra De Muto. Da qualche anno soffriva di dolori alla zona cervicale e le era stata diagnosticata un’artrite reumatoide. Aveva studiato il suo caso e ciò era servito solo ad accrescere le sue preoccupazioni, specie quando aveva letto un articolo che parlava di possibile erosione del dente dell’epistrofeo. Quando il dolore era sedato dalle regolari dosi di cortisonici e FANS, era tormentata dall’angoscia per il futuro e dagli effetti collaterali dei farmaci che ormai stavano diventando dei disturbi cronici aggiuntivi. Concluse le sue lamentazioni dicendo che non c’era molto da fare, essendo le cartilagini destinate a consumarsi inesorabilmente. Il medico le aveva proposto di iniziare con i farmaci più nuovi, anticorpi monoclonali, sottolineando che erano prodotti con la biotecnologia.
Rita : ” Che termine ingannevole! Il prefisso bio- fa pensare a qualcosa di naturale, mentre si tratta di farmaci transgenici. Faccio questo tentativo qui da lei senza sapere nemmeno che genere di cura lei attua. Mi ha indirizzato a questo ambulatorio un collega, ancor più degno di fiducia in quanto ho assistito giorno per giorno ai miglioramenti ed infine alla guarigione definitiva dell’emicrania con aura di cui soffriva da molti anni, e per la quale assumeva parecchi farmaci ”.
Tumis : ” Certo la sua malattia è importante, e non possiamo sapere in che modo può evolversi, ma le propongo di fare un piccolo esercizio mentale: ogni volta che inizia il suo circolo vizioso di pensieri tragici, aggiunga anche che c’è sempre una percentuale di possibilità di migliorare e non necessariamente dovrà peggiorare.
Quanto alla cura che posso suggerire io non è una ma una serie. Dovrà affrontare da tutti i lati possibili il suo problema. E’ una malattia autoimmune ma deve anche pensare che questo termine attribuisce a lei la responsabilità di questa malattia. Il suo sistema immunitario non è un pezzo del suo corpo. Non è staccato dalla sua attività mentale ed emotiva. Tutti noi siamo un sistema mente-corpo e quindi dobbiamo smetterla di pensare alle nostre malattie come se si trattasse di un intruso che ci disturba.
Il lavoro che faremo insieme sarà:
(1) sul piano psicologico andare verso una maggior consapevolezza dei propri stati emotivi e loro rielaborazione;
(2)sul piano corporeo le farò dei trattamenti di terapia cranio sacrale che serviranno sia a migliorare il trofismo delle articolazioni, sia ad allentare tutte le tensioni fasciali, sia a portare un rilassamento durevole e non limitato al tempo della seduta.
(3)Le prescriverò una dieta... no la prego, non dica che ne ha già fatte! Questa sarà basata sul test per le intolleranze e quindi escluderà determinati alimenti. Inoltre esaminando il suo assetto antropometrico posso già dirle che lei è un classico metabolizzatore rapido e perciò cambieremo in meglio il suo sistema metabolico alcalinizzando leggermente l’organismo e inserendo alcuni oligoelementi.
Non sarà un percorso facile, e per diverso tempo avrà ancora bisogno di prendere i farmaci che ha usato finora. Però le darò anche dei rimedi omeopatici per poter ricorrere ai farmaci più forti in misura gradualmente minore.”
Dopo questo dialogo iniziale si sviluppa una serie di sedute abbastanza frequenti, dato che la paziente ha scelto di alternare i trattamenti profondi, svolti in silenzio, a trattamenti di solo dialogo con eventuale allentamento dello stress attraverso il tocco di determinati punti, man mano che lo esprimeva in modo piuttosto melodrammatico.
Sul piano psico-emotivo emerse che la paziente covava risentimento verso la madre, di cui aveva sempre dovuto occuparsi, sia sul piano pratico che economico. Ma ovviamente il rapporto era molto complesso. La madre dipendeva da lei, e lei a sua volta non voleva accettare l’eventualità che essa non dovesse dipendere da lei. Era un circolo vizioso. Quando la madre prendeva iniziative sue, lei la rimproverava o contraddiceva. Pretendeva una madre obbediente, ma poi si lagnava di dover decidere e fare tutto sempre lei.
Sul piano costituzionale Rita è una Calcarea Fluorica. Viso triangolare con fronte ampia e mento a punta, ma con micrognanzia, cioè il massiccio facciale predominante ed il mento rientrato: classica facies da soggetto con artrite reumatoide giovanile. Tumis pensò che al momento opportuno avrebbe trattato anche il problema temporo-mandibolare. Allo stato attuale, tuttavia, i suoi lineamenti erano stravolti dall’uso costante di cortisonici, tanto che a prima vista sarebbe passata per una Calcarea Carbonica. Il collo era in iperestensione, si direbbe quasi in opistotono, per cui nella prima seduta cercò subito di affrontare in primo luogo l’infiammazione meningea, ed ebbe successo.
Ai test kinesiologici Rita risultò intollerante a patate, pomodori, melanzane e peperoni, che furono eliminati dalla sua dieta. Ma furono eliminati anche cioccolata, alcool, carni rosse, spezie e bevande effervescenti. Furono aboliti zenzero e carote, di cui faceva uso fin troppo abbondante, in quanto fonti di rame, il cui livello già era stato trovato alto al mineralogramma. Per colazione, al posto dei biscotti secchi, furono inserite noci, mandorle o altra frutta secca non tostata, che sarebbe servita a rallentare un po’ il metabolismo eccessivamente rapido.
Così come la testa, anche il corpo ha forma triangolare, “a mela” con spalle di larghezza maggiore del bacino. Rita confermò che come tendenza era iperattiva, in “moto perpetuo”, e la sua attuale condizione la opprimeva anche per questo: non sopportava l’idea di essere costretta ad un maggior riposo. D’altra parte quando cominciava il dolore era atroce ma si metteva una sciarpa pesante intorno al collo e iniziava a muoversi, perché man mano che si muoveva sentiva che il dolore diminuiva.
Su queste basi Tumis prescrive Calcarea Fluorica 30CH al mattino e Rhus Toxicodendron alla 9CH tre volte al giorno. Per alcalinizzare il suo metabolismo prescrive aceto di mele 1 cucchiaio in acqua al mattino mezz’ora prima di colazione. Come oligoelemento Zinco 1 fiala ogni 2 giorni.
Poi, da fare a casa ogni tre giorni un trattamento di idroterapia con fasciatura umida fredda. A prima vista sembra assurdo, ma non lo è. Questo trattamento infatti non ha come conseguenza quello di raffreddare il corpo, bensì quello di potenziare la funzione termoregolatoria, drenare le tossine attraverso la pelle, purificare il sangue, aumentare il rilassamento. Nella stanza da bagno ben scaldata, con una temperatura ambientale di circa 30°C, Rita dovette allestire un materassino. Con un telo da bagno abbastanza grande e bianco, intriso di acqua (alla temperatura normale come esce dal rubinetto cioè circa 15°C), e ben strizzato, Rita si avvolgeva il corpo dalle ascelle alle caviglie. Fatto ciò, di sdraiava sul materassino dove era poggiata come base una coperta di lana ed un lenzuolo bianco. SI copriva con altro lenzuolo bianco e 3 coperte di lana e faceva la sua “minisauna”. Dopo mezz’ora emergeva, si vestiva in fretta e cominciava le sue attività del mattino.
Sembra un’operazione farraginosa, ma per Rita era un toccasana, tanto che avrebbe voluto farlo tutti i giorni.
Tre anni dopo, la nostra paziente poté dirsi guarita. Il follw up al quarto anno è ancora ottimo.
Tumis la saluta cordialmente: “Per ora posso dire che lei non ha più bisogno di me. Se dovesse tornare qualche piccola recidiva sa cosa fare. Per altri problemi, mi chiami pure, anche solo per consulenze telefoniche per problemi di poco conto o per un salutino. Piuttosto mi saluti tanto la mamma... come sta?”
“ Oh la mamma! Dimenticavo di dirle la cosa più importante che le farà capire la portata della mia trasformazione: la mamma a 60 anni, dopo 20 che è morto il papà, si è sposata e vive a 30 Km da casa mia. L’ha fatto con tutta la mia benedizione. E’ stato deciso tutto in fretta, perché sa: era fidanzata da molto tempo, ma non osava dirmelo. E’ successo in quel mese che lei era in vacanza e poi ci sono state anche le mie vacanze... insomma inutile fingere: ero pronta ad accettare un grande cambiamento e l’ho accettato ma non volevo dirlo a lei, Tumis, per non dargliela vinta dopo tutte le sfide emotive con cui mi pressava!” ... e scoppiò in una risata ammiccante.
Tumis : “ ma pensa un po’, ho dovuto fare anche la rompiballe !!!”
Rita non ha più alcun disturbo se non una leggera insufficienza venosa agli arti inferiori.... ma questa sarà un altra storia.
CONSIDERAZIONI SULL’ARTRITE REUMATOIDE
Alimentazione e integratori
Gli antiossidanti proteggono le articolazioni dal deterioramento. Le vitamine C ed E, il betacarotene, il té verde, ma, in particolare gli estratti di semi di VITE , proantocianidine, sono utili a questo scopo. Sono consigliati il pesce e l’olio di pesce. Utilissimo l’OLIO DI OLIVA, le verdure sia fresche che cotte; aglio, asparagi, carciofi, cavoli, cetrioli, cipolle, porri, rafano nero, ravanelli,uva, ciliege fragole ed agrumi.
Fitoterapia
ORTICA riesce a contrastare alcune citochine (TNF, fattore di necrosi tumorale e IL6-b interleuchina-6-beta) implicate nella distruzione della cartilagine e che provocano dolore e infiammazione. Molti pazienti hanno potuto ridurre a metà la dose di farmaci allopatici grazie all’uso di ortica. UNCARIA TOMENTOSA, BOSWELLIA SERRATA, ZENZERO. Lo zenzero inibisce la produzione di PG e2 e di ossido nitrico; in un certo senso ricalca l’azione dei fans infatti ha uno spiccato effetto antiaggregante.
aspetti emotivi
Pare che gli artritici abbiano una emozione in comune: il risentimento e una tendenza a controllare e manipolare le situazioni.
omeopatia
ACONITUM quando il dolore è acuto, improvviso e violento. Compare dopo esposizione al freddo asciutto. Spesso c’è febbre senza sudorazione, ansia e paura della morte. Migliora con il riposo e l’aria aperta. ANTIMONIUM CRUDUM quando il dolore violento si accompagna a disturbi gastrici. APIS dolori pungenti, che si instaurano bruscamente, peggiorano con il calore e migliorano scoprendosi e stando all’aria aperta. La zona dolente è gonfia ed edematosa. BELLADONNA dolori con poussées acute, febbre alta, la zona è arrossata e calda. I dolori migliorano con il riposo. BRYONIA quando il dolore si instaura lentamente, peggiora con il minimo movimento e migliora con il riposo e la pressione. Il paziente preferisce sdraiarsi sul lato dolente. Le articolazioni dolenti sono arrossate. CALCAREA CARBONICA quando i dolori si legano a scricchiolio e difficoltà nel movimento delle piccole articolazioni. DULCAMARA i dolori peggiorano con l’umidità, si aggravano la sera e con il riposo. LEDUM PALUSTRE Le articolazioni sono gonfie e calde. Peggiorano di notte e migliorano con applicazioni fredde. RHUS TOX dolori che migliorano con il movimento. Irrigidimento e formicolio. Il paziente migliora dormendo su qualcosa di rigido. I dolori peggiorano con la pressione sulla zona dolente.
Per quanto riguarda gli aspetti che collegano le emozioni al piano fisico, consiglio un bellissimo libro, di facile lettura anche per i non addetti ai lavori: Molecole di emozioni di Candace Pert
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Informazioni personali

- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com
le considerazioni sul piano emotivo le condivido in pieno: mia suocera ha sofferto sempre di artrite fin da giovane.... : è una persona che tende ad avere sempre il controllo delle situazioni e che cova risentimento da sempre....
RispondiEliminacomplimenti, gli argomenti fin qui trattati sono molto interessanti. un abbraccio
Lina
Ha funzionato la cura? mio fratello ha 24 anni e soffre di artrite reumatoide. In passato ha sofferto anche di colite ulcerosa
RispondiEliminaHa funzionato in un buon numero di casi e vale la pena di provare la via "olistica"… non si può mai essere sicuri al 100% nemmeno con la farmacologia ufficiale che anzi si limita a sopprimere il dolore ma non riesce ad eradicare questa patologia.
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