IL GUSTO
LA CENA DI BABETTE
Alla fine dell'ottocento in un piccolo villaggio della Danimarca vivono due anziane sorelle. Figlie di un pastore protestante, dopo la morte di quest'ultimo, hanno ereditato la guida della comunità religiosa locale respingendo le proposte di matrimonio e scegliendo di vivere una vita frugale e priva di lussi. Un giorno si presenta alla loro porta, stremata, la parigina Babette Hersant, sfuggita dall'accusa di essere una rivoluzionaria.
Babette viene ospitata per quattordici anni dalle due anziane signorine grazie alla lettera di un vecchio corteggiatore di una delle due e si guadagna l'ospitalità facendo da governante e contribuendo all'attività di beneficenza.
Un giorno da Parigi arriva a Babette una grossa vincita di denaro: 10 000 franchi. Tutti credono che Babette li userà per tornare in Francia, ma ella chiede umilmente di poter dedicare un pranzo alla memoria per il centenario della nascita del pastore, padre di Martina e Filippa. Gli abitanti del villaggio, seguaci di una vita priva di piaceri terreni, saranno letteralmente sedotti ed inebriati dal pranzo che Babette, un tempo grande cuoca, ha voluto organizzare per poter nuovamente esprimere il suo talento di artista. Per procurarsi gli ingredienti, le bevande, i cristalli e le stoviglie, senza dirlo a nessuno Babette ha speso tutto il suo denaro. Solo il vecchio generale, antico innamorato di una delle due sorelle, riesce incredulo a capire il reale valore economico del pranzo.
Ecco un breve brano che racchiude il senso profondo di questo magnifico gesto della protagonista, e cioè quello riguardante il momento in cui le viene chiesto se tornerà a Parigi:
“Alla fine di un altro lungo silenzio Babette fece all'improvviso un sorrisetto, e disse:
" E come potrei tornare a Parigi, mesdames? Io non ho danaro."
" Non avete danaro?" gridarono le sorelle, come con una bocca sola. "No," disse Babette.
" Ma i diecimila franchi?" chiesero le sorelle, ansimando inorridite.
" I diecimila franchi sono stati spesi, mesdames, " disse Babette.
Le sorelle si misero a sedere. Per un intero minuto non riuscirono a parlare.
" Ma diecimila franchi?" sussurrò lentamente Martina.
" Che volete, mesdames," disse Babette, con grande dignità.
« Un pranzo» per dodici al Café Anglais costerebbe diecimila franchi.....
"Cara Babette," disse con dolcezza, " non dovevate dar via tutto quanto avevate per noi".
Babette avvolse le sue padrone in uno sguardo profondo,
uno strano sguardo: non v'era, in fondo ad esso, pietà e forse scherno?
"Per voi?" replicò. "No. Per me."
Si alzò dal ceppo e si fermò davanti alle sorelle, ritta. "Io sono una grande artista," disse. Aspettò un momento, poi ripetè: "Sono una grande artista, mesdames."
Poi, per un pezzo, vi fu in cucina un profondo silenzio.
Allora Martina disse:"E adesso sarete povera per tutta la vita, Babette?"
"Povera?" disse Babette. Sorrise come a se stessa. "No.
Non sarò mai povera. Ho detto che sono una grande artista.
Un grande artista, mesdames, non è mai povero. Abbiamo qualcosa, mesdames, di cui gli altri non sanno nulla."
Ed ecco il commento di Francesca Sartori
(che ho preso da qui:
http://www.culturaspettacolovenezia.it/index.php?iddoc=927)
“Il film è una straordinaria visione della concezione di quello che si è e di cosa si sarà. Il tema della vocazione è infatti centrale rispetto alla trama, ed è affrontato dalla figura di tutti i protagonisti”.
(riassunto della trama tratto da wikipedia)
ANATOMIA
A livello anatomico, nell'uomo, sono presenti tre differenti tipi di papille gustative, che contengono le cellule specializzate nella ricezione dei sapori.
Queste papille presentano una disposizione elettiva, difatti nel terzo anteriore della lingua si trovano le papille fungiformi, la cui parte centrale sporge slargandosi; nel terzo posteriore sono presenti le papille circumvallate, al davanti del solco terminale della lingua e, poste lateralmente, sono presenti le papille fogliate.
Il sistema gustativo è capace di distinguere cinque sapori fondamentali: dolce, amaro, salato, aspro (o acido) e piccante
Si è visto che le fibre afferenti, cioè i neuroni che connettono le cellule recettoriali ai nuclei centrali, sono differentemente sensibili alle varie tipologie di stimoli, cosicché ogni fibra afferente risponde in modo ottimale ad un dato stimolo (per esempio: dolce) ma può essere eccitata anche da altri, seppur con una soglia maggiore. Questa è una caratteristica tipica dei vari sistemi sensoriali. Da qui si capisce che ogni fibra afferente riceve informazioni da vari calici gustativi e che le varie informazioni sono convogliate ai centri superiori dove i neuroni centrali, confrontando le varie stimolazioni, decifrano la sensazione.
Gli stimoli provenienti dai recettori sono portati tramite la chorda timpani (VII), il glossofaringeo (IX) ed il vago (X) al bulbo, nel nucleo del tratto solitario. Da qui sono veicolati al talamo, al nucleo ventrale posteromediale, quindi alla corteccia gustativa.
Come percepiamo i sapori
Le papille vivono solo una decina di giorni, quindi sono soggette a un continuo ricambio. Il loro compito è quello di analizzare la natura delle varie sostanze presenti nel cibo dopo che sono state disciolte nella saliva. Il contatto con differenti sostanze genera impulsi differenti che raggiungono il cervello, dove vengono percepiti e riconosciuti i sapori. La nostra sensibilità gustativa ci permette di percepire: dolce, amaro, acido, piccante e salato. A ognuno di questi sapori corrisponde un'area specializzata sulla lingua
Scopo primario dell’alimentazione è nutrire i tessuti e gli organi del corpo. Secondo la medicina cinese, i cibi, solidi e liquidi, assolvono questo compito in funzione del loro sapore (dolce, piccante, salato, acido, amaro) e della loro natura (calda, tiepida, fredda, fresca, neutra). Gli alimenti caldi e tiepidi sono yang, quelli freddi e freschi sono yin; gli alimenti neutri sono in posizione intermedia e perciò più equilibrati.
Grazie alle caratteristiche di "sapore" e "natura", ogni sostanza alimentare nutre specificamente questo o quell’organo. In condizione di salute è utile nutrirsi di tutti i sapori per giovare ugualmente a tutti gli organi, in modo che siano tutti forti e siano tra loro bilanciati.
In particolare:
(1) il dolce nutre la loggia della Milza,che contiene stomaco e milza/pancreas; quindi esso stimola la milza, lo stomaco, il cavo orale, il gusto.
(2) Il piccante nutre la loggia del Polmone che contiene polmone e grosso intestino; quindi esso stimola i polmoni, l'intestino colon, la pelle, i peli, l'odorato.
(3) Il salato nutre la loggia del Rene, che contiene rene e vescica; quindi esso stimola i reni, la vescica, le ossa, i denti, l'udito.
(4) L’amaro nutre la loggia del Cuore, che contiene cuore, maestro del cuore, triplice riscaldatore ed intestino tenue;
quindi esso stimola il cuore, l'intestino tenue, l'incarnato del viso, il sangue.
(5) L’acido nutre la loggia del Fegato, che contiene fegato e vescica biliare; quindi esso stimola il fegato, la cistifellea, la vista, gli occhi, le unghie, i muscoli ecc.
Quando un soggetto cerca in modo spiccato un certo tipo di sapore, ciò indica di già un bisogno istintivo di nutrire una data funzione/organo indebolita.
Ad esempio un soggetto alle cui cellule non arriva abbastanza glucosio (e quindi ne ha un eccesso nel sangue, cioè è diabetico) avrà una funzione della loggia terra indebolita e cioè la milza/pancreas ipo-funzionante. In pratica questo spiega perché è particolarmente attratto dal sapore dolce. Ovviamente l’esempio serve a semplificare il concetto. In realtà ci sono tante altre forme di ipo-glucosio cellulare/iperglicemia oppure ipoglicemia, che, senza configurare clinicamente una patologia diabetica, riconducono alla debolezza di questo aspetto e si associano alla ricerca istintiva del sapore dolce.
Altro esempio un soggetto che ricerca il sapore salato ed ha un problema di ipotensione-ipertensione oppure un disturbo surrenalico.
Questa ricerca ci indica quindi una debolezza ma non per questo tale debolezza va colmata assecondando quest’esigenza “distorta”. Piuttosto quando lo squilibrio è molto lieve, la richiesta di un certo sapore va assecondata perché ciò rinforza l’organo debole; quando lo squilibrio è cronico, invece, va riequilibrato l’intero organismo secondo una sequenza prioritaria che viene stabilita dal medico-agopuntore o dall’esperto di MTC.
Gli eccessi dei sapori
... infatti per la medicina cinese, l'abuso o l'eccesso di un sapore nell'alimentazione nuoce all'energia del corpo e degli organi.
(1) L'eccesso di sapore agro - acido nuoce al fegato, perché porta iper-energia all’organo, mentre impoverisce l'energia della milza (l'acido trionfa sul dolce) e danneggia anche l'energia del cuore.
I sintomi saranno: collera, perdita di elasticità cutanea, crampi muscolari, lieve anemia, gastrite, stitichezza, ansietà, inappetenza, instabilità mentale.
(2) L'eccesso di sapore amaro nuoce al cuore perché gli provoca un sovraccarico di energia, debilita i polmoni (l'amaro trionfa sul piccante) e la pelle, disperde l'energia delle ossa e del rene, aumenta esageratamente l'energia dello stomaco.
I sintomi saranno: palpitazioni, arteriosclerosi, angina pectoris, perdita dell'appetito, gengivite, bronchite cronica, enfisema, stitichezza, disturbi mestruali, diminuzione della libido, diminuzione dell'acuità visiva.
(3)L'eccesso di sapore dolce riempie troppo la milza e lo stomaco; poiché il dolce trionfa sul salato, sarà impoverita l'energia renale, rendendo così dolenti le ossa e fragili i capelli; inoltre si disperderà l'energia del fegato e si ridurrà quella del polmone.
I sintomi saranno: gastrite, ulcera, tristezza, difficoltà respiratorie, problemi cutanei, impotenza sessuale, problemi ossei, astenia muscolare, ipertensione arteriosa.
(4)L'eccesso di sapore piccante aumenta troppo l'energia polmonare, nuoce al fegato, poiché il piccante trionfa sull'acido, danneggia l'energia del cuore e, quindi, l'energia mentale.
I sintomi saranno: emorragie cutanee, pelle e peli fragili, diminuzione della libido, confusione mentale, crampi muscolari, anemia, gastrite.
(5)L'eccesso di sapore salato consuma l'energia renale e indebolisce le ossa; poiché il salato trionfa sull'amaro, l'energia del cuore sarà soffocata e la circolazione sanguigna rallentata, la milza e lo stomaco risulteranno indeboliti ed i muscoli contratti.
I sintomi saranno: ronzii auricolari, cefalea, ritenzione idrica, vertigini, stanchezza.
STOP
Mi sembra di capire che per la medicina cinese tutti i cibi, e quindi i vari tipi di sapore, siano indispensabili, per non produrre nè un eccesso, nè una carenza. Adesso che viene l'inverno e in me aumenta la voglia di cose dolci, dovrò fare certo più attenzione, non solo per una questione di linea, ma di salute. Interessante il dialogo tratto dal film che ci parla della vocazione, tutti ne abbiamo una! Ciao!
RispondiEliminaohibò!!!
RispondiEliminaAllora che si mangia???
Sciapo, ovvero insipido che tristezza, io per esempio adoro sgranocchiare le verdure anche l'insalata senza nulla, i sapori trovo che ne siano esaltati...ma pasta senza sale? Senza un pizzico di peperoncino? Insomma... togli qua leva là....Uèh!! Ma allora???
Ciao Marina/Paola un caro saluto!!!
Ciao carissima Aruna!!!!! non ho detto di non usare aromi e sale ma che invece vanno adoperati tutti e 5 i sapori in un menù che si rispetti: vanno a nutrire l'energia dei vari organi!!! solo se c'è la ricerca esagerata di un solo sapore ad esempio eccessivamente dolce o salato ecc ecc è indice di squilibrio
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