SOGNI
La Bibbia
Il faraone sogna sette vacche grasse e sette vacche magre e poi sette spighe piene e sette vuote. Giuseppe predice un tempo di abbondanti raccolti (sette vacche grasse e sette spighe piene) e sette anni di carestia; quindi propone di fare delle scorte negli anni di abbondanza da utilizzare in quelli di carestia. Il faraone convinto dalla proposta di Giuseppe lo mette a capo del paese ( Genesi 41,1-40).
Gli indiani d’America
Gli indiani d'America con diverse tecniche andavano alla ricerca di un sogno quando volevano un'indicazione su una scelta importante da fare. Anche per i sogni che si manifestavano normalmente, usavano la loro interpretazione. Inoltre costruivano dei caratteristici ciondoli-mandala che si appendevano sopra il letto del bambino per "catturare gli incubi" in modo che il piccolo dormisse sereno.
Ogni tribù aveva il proprio Sciamano, che era poi in grado di interpretare i segnali sia che fossero trasmessi dai sogni che da fatti apparentemente casuali, e capiva sempre il da farsi in ogni situazione.
Tutti potevano avere sogni estatici, ad esempio era in uso che, una volta giunti alla fanciullezza, i ragazzi andassero per qualche giorno in solitudine al fine di ottenere il primo sogno estatico. Poi, una volta riusciti nell'intento, essi tornavano alla tribù e lo raccontavano in ogni minimo particolare allo Sciamano, che a sua volta lo interpretava e stabiliva quale sarebbe stato il ruolo del ragazzo nella tribù, quando fosse diventato adulto.
Proust
A più riprese nella sua grande opera Proust riferisce di sogni ed incubi e delle varie sensazioni che si provano durante la fase di addormentamento e nella fase del risveglio. A proposito del risveglio dice:
"...passavo in un secondo sopra secoli di civiltà, e l’immagine confusa che intravedevo di lampade a petrolio e di camicie con il colletto piatto, ricomponevano a poco a poco gli elementi originali del mio io. Forse l’immobilità delle cose intorno noi è loro imposta dalla nostra certezza che sono esse e non altre, dall’immobilità del nostro pensiero nei loro confronti".
FREUD
Per Freud il sogno è il prodotto dell'attività dell'inconscio; in parole molto povere, esso rappresenta in modo simbolico la realizzazione dei desideri del soggetto. Esso deriva dal contorno emotivo del soggetto stesso, dai suoi sensi di colpa, le sue censure ed i vari stratagemmi della mente per camuffare il messaggio profondo della mente. Freud giudicava i sogni come delle allucinazioni fisiologiche, in contrapposizione a quelle patologiche che avvenivano nel soggetto sveglio. Attraverso le associazioni di idee ed altri percorsi psicoanalitici egli cercava di curare i disturbi mentali dei suoi pazienti, assegnando un notevole spazio all'interpretazione dei loro sogni.
I singoli elementi che formano la scena manifesta del sogno frequentemente riproducono ricordi e frammenti di eventi reali, del passato recente o remoto. Si tratta dei cosiddetti resti diurni, cioè dei residui dell’attività di veglia. Se questi contribuiscono a costruire la scena del sogno, tuttavia non lo spiegano: vengono utilizzati dal sogno per realizzare finalità proprie e specifiche. In generale i sogni degli adulti esprimono desideri incompatibili con l’Io, e quindi censurati. Riguardo alla funzione del sogno, Freud afferma che questo, fornendo ai desideri inconsci una piccola e innocente forma di appagamento allucinatorio, costituisce un compromesso tra le esigenze dell’io e le tendenze rimosse.
Attualmente gli psicoanalisti sono più propensi a considerare i sogni come una rappresentazione della situazione psicologica esistente nel soggetto nel momento in cui il sogno viene fatto, e le figure che compaiono nell'esperienza onirica oltre che rappresentare oggetti o persone verso i quali il sognatore dirige i propri desideri, possono anche simboleggiare aspetti della personalità dell'individuo.
JUNG
Secondo Carl Gustav Jung, i sogni potevano essere visti anche da un punto di vista prospettico cioè con uno sguardo sul futuro. Jung osservava in essi le linee di sviluppo della crescita psicologica. Egli partiva dalla considerazione che nel sogno si manifestano delle potenzialità riguardo alle "cose non ancora realizzate". Sin dall'inizio Jung aveva concepito i sogni come creazioni.
Un'altra differenza rispetto al modello freudiano sta nel fatto che secondo Jung il sogno può rappresentare, oltre che contenuti dell'inconscio personale, anche temi propri dell'inconscio collettivo che è quella parte della nostra psiche che conserva simboli universali detti archetipi che non provengono da acquisizioni personali, ma che sono ereditati dalla specie come risultato della storia dell'umanità a partire dalle origini. Secondo la concezione junghiana all'inconscio collettivo vanno ascritte la produzione dei miti, delle idee religiose, delle visioni e dei sogni, poiché persone di culture differenti possono spontaneamente attingere da un comune immaginario simbolico. Jung definisce questo tipo di sogni "grandi sogni”, cioè sogni ricchi di significato che provengono da questo strato più profondo della psiche. Tali sogni si presentano per lo più in periodi decisivi della vita, vale a dire nella prima giovinezza, durante la pubertà, a mezzo del cammino (fra i 36 e i 40 anni) e in conspectu mortis. Non si tratta più, nel caso delle immagini archetipiche, di esperienze personali, ma in certo qual modo d'idee generali, il cui significato fondamentale va ricercato nel senso che è loro caratteristico e non in qualche contesto di eventi personali.
Jung giunse a formulare il concetto di inconscio collettivo proprio grazie all'interpretazione di un suo sogno, in cui compare un classico simbolo onirico: la casa. Egli sognò di trovarsi in un comodo salotto arredato in stile settecentesco, al primo piano di un'abitazione ignota che però sentiva essere la sua casa. Si diresse ad esplorare il resto della casa. Scorse un pesante portone che dava su una scalinata, scese al piano sottostante che immetteva in una cantina. Questa cantina era un grande locale dall'aspetto antico con uno splendido soffitto a volta; sotto di essa, passando per un'altra scala, si ritrovò in una sorta di caverna simile ad una tomba preistorica piena di ossami, con teschi e frammenti di ceramiche. Jung interpretò il sogno così:
“Mi era chiaro che la casa rappresentava una specie di immagine della psiche, cioè della condizione in cui era allora la mia coscienza, con in più le integrazioni inconsce fino allora acquisite. La coscienza era rappresentata dal salotto: aveva un'atmosfera di luogo abitato. Col pianterreno cominciava l'inconscio vero e proprio. Quanto più scendevo in basso, tanto più diventava estraneo e oscuro. Nella caverna avevo scoperto i resti di una primitiva civiltà, cioè il mondo dell'uomo primitivo in me stesso, un mondo che solo a stento può essere raggiunto o illuminato dalla coscienza. Il mio sogno rappresentava pertanto una specie di diagramma di struttura della psiche umana. Il sogno divenne per me una immagine guida. Fu la mia prima intuizione dell'esistenza, nella psiche personale, di un a priori collettivo che ritenni fosse costituito da tracce di primitivi modi d'agire. In seguito, con la più vasta esperienza e sulla base di più ampie conoscenze, ravvisai in quei modi d'agire delle forme istintive, cioè degli archetipi”.
Se la tecnica freudiana dell'interpretazione è l'associazione libera, il procedimento utilizzato dagli analisti junghiani è l'"amplificazione", che consiste nel richiedere al soggetto di intrattenersi sul proprio sogno, fornendo le sue impressioni su di esso, esprimendo quel che in esso lo colpisce in modo particolare, arricchendolo con altre immagini e simboli, illuminando così i temi onirici in tutte le loro sfumature di possibili significati, utilizzando anche l'"immaginazione attiva" che porta il paziente ad entrare da sveglio nello stato mentale del sogno, seguendo spontaneamente le fantasie, le immagini e i simboli che emergono.
INCUBI
Gli incubi sono frequenti nei bambini, insorgono generalmente fra i 4 e i 12 anni per poi scomparire nell'adolescenza. La loro comparsa in età adulta e il loro persistere nel tempo sono legati a situazioni di vita stressanti e a problemi psicologici nella sfera affettiva, in particolare relativi alla mancanza di controllo dell'ansia e degli impulsi aggressivi, oppure sono dovute alla brusca interruzione di alcuni trattamenti farmacologici (come i barbiturici). Anche l'astinenza forzata da droghe, anfetamine e alcol può far insorgere la comparsa di incubi.
Quando sono ricorrenti, segnalano la presenza di un problema psicologico o fisico che deve essere risolto in modo adeguato: è sempre un segnale che il corpo ci invia.
Anche se quest’ultima frase fa pensare ad una scissione tra corpo e mente, ciò che intendo dire è diverso.
Siamo comunemente abituati e condizionati a ragionare sulla base di una scissione tra corpo e mente e quindi anche il linguaggio porta spesso a generare questo equivoco. In questo tipo di condizionamento rientra anche la tendenza a credere che il cervello sia la sede della mente. Come se nel nostro cervello ci fosse il “pilota” della nostra vita... l’homunculus che forma i pensieri, ed il corpo non fosse altro che una macchina guidata da questo homunculus.
Questa concezione è a dir poco demenziale, ma, purtroppo, è stata radicata nella cultura occidentale per secoli. Anche se la psicologia,l’epistemologia, tutte le branche della cultura moderna ne hanno ampiamente dimostrato la fallacia, essa è rimasta nel nostro substrato linguistico e simbolico, perciò è necessario continuare sempre a smontare questa concezione, anche quando siamo convinti di averla già smontata!
Quindi, tornando alla frase di prima dico che il corpo manifesta segnali di disagio con i sintomi ed anche con i sogni. Per semplificare si usa dire “il corpo invia alla mente”, ma non bisogna immaginarsi che si tratti di due entità divise.
Un sogno angoscioso può derivare quindi sia da una situazione angosciosa che si sta attraversando, sia da un disturbo fisico, specialmente se è allo stadio iniziale o allo stadio subclinico, quando ancora non è stato diagnosticato.
Per Freud i sogni d'angoscia sono il risultato di un fallimento del lavoro della censura: senza il camuffamento operato dalla censura, l'io si trova investito dai contenuti dell'inconscio. Scrive Freud in proposito: “L'osservazione è che i sogni d'angoscia hanno un contenuto sfuggito alla censura. Il sogno d'angoscia è spesso lo scoperto appagamento di un desiderio, naturalmente non di un desiderio accettato ma di un desiderio respinto. L'angoscia è l'indizio che il desiderio represso si è mostrato più forte della censura, che il desiderio ha imposto, o era in procinto di imporre, il proprio appagamento contro la censura”. Tali sogni mettono il sognatore di fronte a desideri, pensieri e ricordi che egli ha rinnegato e non riconosce come propri.
Questi aspetti misconosciuti dell'io si organizzano in quella che Jung ha chiamato l'Ombra (che è la nostra parte rifiutata, somma di tutte le caratteristiche personali che, per la loro incompatibilità con la forma di vita scelta coscientemente, l'individuo nasconde agli altri e a se stesso) che può personificarsi nei personaggi onirici che si introducono nel sogno. Infatti in psicoterapia i sogni d'angoscia offrono il mezzo più diretto per scoprire il vero problema che assilla la vita del soggetto e ci si rivolge ai sogni ordinari per giungerne alla soluzione. Nei sogni d'angoscia il sognatore si trova di fronte ad una situazione onirica che minaccia la sua identità, essi segnano momenti particolari della vita dell'individuo, hanno a che fare con i travagli connessi alle svolte personali, ed è per questo che sono più frequenti durante l'adolescenza e le crisi della mezza età.
E' possibile distinguere i sogni d'angoscia in tre grosse categorie interpretative.
La prima fa derivare gli incubi dalla riproduzione di esperienze traumatiche vissute dal soggetto nel passato, situazioni o pericoli alle quali non ha potuto adeguatamente reagire, nelle quali il soggetto ne fu vittima passiva. Sono invasioni violente nella continuità psicologica; rappresentano tentativi di assimilare un'esperienza inammissibile, di convertire in ricordo un'esperienza inimmaginabile.
Nella seconda categoria vi sono quei sogni angoscianti che si originano da timori nei confronti dei propri impulsi, sessuali e aggressivi, e, come dicevamo in relazione all'Ombra, ognuna di queste incontrollate tendenze può trovare una rappresentazione simbolica in esseri mostruosi o animali.
Nella terza categoria ci sono quei sogni, o esperienze semi-oniriche, che sono il prodotto mentale di semplici sensazioni d'origine corporea, come per esempio i morsi della fame che creano gli incubi viscerali di essere assaliti da ragni o il formicolio di una gamba che diventa l'aggressione di un esercito di formiche o l'impressione d'essere schiacciati da un grosso peso.
Nell'interpretazione junghiana, il terrore dell'incubo, oltre a rappresentare l'effetto dell'incontro con l'Ombra, potrebbe essere imputabile al mysterium tremendum della forza primordiale dell'apparizione di un potente archetipico dell'inconscio collettivo che può personificarsi al sognatore come un'entità mostruosa.
OMEOPATIA
In omeopatia ci sono profili di rimedi caratterizzati da certi sogni ricorrenti.
Ma queste sono semplici note-chiave che contraddistinguono alcuni rimedi.
In Omeopatia, durante il percorso curativo, spesso il paziente riferisce al medico certi sogni, che possono indirizzare quest’ultimo sia nella
comprensione-conferma dell’efficacia del rimedio scelto, sia nella scelta del rimedio successivo.
Alcuni malati di tumore che hanno ricevuto cure omeopatiche come sostegno alla cura allopatica, hanno riferito sogni molto interessanti che hanno messo in luce il rapporto che essi avevano con il concetto di vita, sofferenza personale e morte e, man mano che guarivano, hanno continuato a riferire sogni che rivelavano lo sblocco della patologia.
Alcuni malati terminali, infine, sempre in trattamento con rimedi omeopatici, hanno narrato sogni in cui si notava come accettavano in modo sempre più sereno la fine ormai prossima.
STOP
I tre fotocollage sono di Giovanni Ambrosioni e si intitolano:
“Ma Adamo che...”, “Aiuti umanitari” e “Risveglio”.
DEVO TORNARE e leggere con calma questo tuo post.
RispondiEliminaL'argomento sogno mi interessa.
Che bella sorpresa...Mari...quella mia opera a sinsitra del blog è veramente bella..(posso dirlo?- della serie chi si loda si imbroda!?).
ciaoooo a presto
Carla
Ero indecisa tra questo e appassionatamente: quello con i riflessi sull'acqua; ma quello lo metterò anche!Sono opere che mi danno un grande piacere: bravissima!!!
RispondiEliminaSull'argomento sogni ci tornerò presto...
RispondiEliminaStop by my web page - web page