domenica 24 marzo 2013
Non è tutto cromo ciò che brilla
Il cromo è un metallo duro, lucido, di colore grigio acciaio; può essere facilmente lucidato, fonde con difficoltà ed è molto resistente alla corrosione.
Il cromo esavalente viene usato in campo industriale.
In questi ultimi anni è stata ampiamente dimostrata la sua tossicità, per cui sta tornando in auge la cromatura con l’utilizzo di cromo trivalente (che già si usava negli anni ’50) con un metodo più sofisticato che permette di ottenere ottimi risultati.
Ovviamente in campo alimentare il cromo presente negli integratori è quello trivalente come quello già presente in numerosi alimenti sia vegetali che animali.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stabilisce che la supplementazione con cromo non deve superare i 250 μg / giorno.
Il cromo si trova in numerosi alimenti di uso comune, quindi basta fare una dieta sufficientemente variata per stare certi che non si vada in carenza.
Il cromo contenuto negli alimenti è quello più assorbibile, con una percentuale che va dal 2-3% in quasi tutti i cibi al 5-10% per il lievito di birra.
In generale, sono buone fonti di cromo:
-- le noci del brasile che ne contengono fino a
100 mcg /100 g
-- i crostacei e di essi al primo posto le cozze. Tuttavia i crostacei sono un alimento che io sconsiglio sempre nelle diete per diversi motivi, non ultimo il fatto che provocano facilmente intolleranze.
-- la carne che consiglio di assumere comunque con parsimonia (non più di una volta alla settimana), il pesce, i cereali integrali
-- il tuorlo d’uovo con 6mcg/100
-- i datteri secchi con 29 mcg /100 g
-- le pere con 27 mcg /100g
-- i broccoli con 16 mcg
Quando negli anni 50 furono studiate le funzioni biochimiche del cromo, era stato chiamato “fattore di tolleranza al glucosio” (GTF) proprio per evidenziare che esso svolgeva un ruolo importante tra i vari cofattori che intervengono nella funzione dell’insulina.
La natura precisa del GTF e il meccanismo con il quale stimola la funzione dell’insulina nel corpo non sono ancora del tutto chiari, ma la tesi più accreditata è che esso promuove l’assorbimento di insulina nelle cellule, facilitandone il passaggio attraverso le membrane cellulari.
Nel diabete di tipo 2, nonostante il pancreas produca sufficiente insulina, le cellule muscolari e altri tessuti divengono resistenti alla sua azione; quindi l’insulina è presente ma “non funziona”. Questo determina uno scarso utilizzo del glucosio all’interno delle cellule e uno stato di iperglicemia tipico del diabete senile.
Nella dieta di un europeo adulto sono contenuti in media tra i 60 e i 160 µg di cromo al giorno.
INTEGRATORI A BASE DI CROMO
Tra i vari composti disponibili a base di cromo vi sono notevoli differenze nella biodisponibilità.
Il cromo più indicato per la supplementazione è il Cromo picolinato, con una percentuale di assorbimento simile a quella dei cibi (2-3%).
L’assorbimento avviene rapidamente, probabilmente con il cromo che si lega al recettore per la transferrina. Da qui la corretta valutazione di tutti quegli elementi che possono alterarne l’utilizzo:
aspirina, indometacina, acido ascorbico e aminoacidi ne aumentano l’assorbimento, mentre aumentati livelli di zinco, ferro, manganese, calcio e antiacidi sembrano ridurlo.
I tessuti che tendono ad assorbirlo maggiormente sono reni, fegato e muscoli.
Un nuovo supplemento di cromo, messo a punto di recente, è il Cromo istidinato e, ultimo arrivato, il complesso Cromo-fenilalanina.
APPROFONDIMENTO
Riporto un brano di un articolo del Dr Luca Pennisi tratto da Farmacia news aprile 2006:
“ Meccanismo d’azione del Cromo
Ne sono stati previsti diversi. Tra i più accreditati, un’amplificazione dell’azione dell’insulina via messaggeri intracellulari. E’ stata scoperta una sostanza legante il cromo, chiamata “ LmwCr “ (low molecular-weight chromium binding substance), composta da cisteina, glutammato, aspartato e glicina. la LmwCr è immagazzinata nel citosol delle cellule sensibili all’insulina in forma inattiva. La sua attivazione, dovuta al legame con 4 ioni cromo, porta a un aumento dei segnali insulinici tramite mantenimento della stimolazione della tirosina proteinchinasi. Tale aumento è valutato in circa 8 volte.
Un’altra teoria, vuole che il Cromo attivi la circolazione di un trasportatore del glucosio, il Glut4, e ne aumenti il suo trasporto solo in presenza dell’insulina. Tale funzionamento non sembra implicare l’attivazione dei già noti meccanismi di segnalazione. L’attivazione del glut4 sulla membrana plasmatica amplifica l’uptake cellulare del glucosio. Tale effetto sembra legato, anche, all’aumento della fluidità di membrana tramite una diminuzione del colesterolo, senza effetti avversi sulla membrana o sulla cellula stessa. L’amplificazione del trasporto del glucosio insulino-stimolato è di circa il 30-40% .Tale evento sembra confermato dal fatto che nelle donne in sovrappeso insulino-resistenti, la composizione della membrana cellulare è significativamente alterata dalla maggior presenza di sfingomielina e colesterolo. La perdita di peso porta ad un miglioramento della composizione della membrana cellulare e a una maggior sensibilità all’insulina.
Tossicità e sicurezza
esistono ancora controversie sulla sicurezza del Cromo. Fino a qualche anno fa si credeva che il cromo trivalente fosse assolutamente sicuro.
Ma anche sul trivalente alcuni studi in vitro sembrano indicare una potenziale azione clastogenica (= rottura dei cromosomi) in presenza di agenti riducenti. Questi agenti, come il perossido d’idrogeno, in combinazione con il cromo trivalente, attraverso una reazione simil-Fenton, possono produrre forti quantitativi di Ros, danneggiando il DNA. Questo accadrebbe proprio con il cromo picolinato e non con il cromo cloruro o il cromo glicinato. E’ anche vero che per ottenere l’effetto clastogenico si debbono usare dosaggi difficilmente raggiungibili nella pratica: la supplementazione con 200 mcg /die porta a un incremento della concentrazione serica a 16 nM, molto lontano da quella necessaria per avere un danno al DNA (7 volte maggiori) o per ottenere l’effetto clastogenico (circa 3000 volte superiori).
Ma uno studio del 2003 sembra aver dimostrato in vivo che il Cromo picolinato, su drosophila, alle dosi di 260 mcg/Kg di cibo, è stato in grado di arrestare lo sviluppo delle pupe, portando all’apparizione di mutazioni letali e con sterilità femminile dominante.
Cromo e resistenza insulinica
Visto che la sua azione principale è di aumentare l’attività insulinica, il cromo è stato diffusamente sperimentato su animali predisposti al diabete, in cui il diabete è stato provocato, e su pazienti diabetici sia di tipo 1 che 2. E’ soprattutto nelle persone affette da diabete di tipo 2 che si sono concentrate le ricerche. In genere si ottengono miglioramenti su tutti i parametri alterati: glicemia, insulinemia, emoglobina glicosilata. I miglioramenti sembrano legati, per quello che riguarda il Cromo, sia alla sua formulazione, sia ai suoi dosaggi. Se la supplementazione media raccomandata è di 200 mcg al giorno, per ottenere dei miglioramenti netti nel diabete di tipo 2 occorre salire fino a 1000 mcg. Questa dose ha consentito di abbassare i livelli di glucosio, in 180 cinesi diabetici, già a partire dal secondo mese di terapia, cosa che non si è ottenuta nel gruppo trattato con 200 mcg. A questo dosaggio, tra l’altro, si ottiene anche un abbassamento del colesterolo. Una ricerca simile, condotta su indiani affetti dallo stesso tipo di diabete, ha portato a risultati analoghi: in questo studio sono stati somministrati 400 mcg al giorno. I miglioramenti sono stati significativi nel controllare la glicemia e, sempre significativi, anche nell’abbassare il colesterolo Ldl.
Spesso l’aumentata resistenza all’insulina è legata all’età; la somministrazione di Cromo picolinato (a un gruppo di pazienti di 73 anni ) alla dose di 400 mcg al giorno per un periodo di sole 3 settimane, ha portato comunque a dei risultati soddisfacenti, con abbassamento della glicemia, dell’emoglobina-glicata e del colesterolo.
Cromo e depressione=
Le sue azioni antidepressive si esplicano probabilmente attraverso un aumento del trasporto di alcuni aminoacidi al cervello. In uno studio sui ratti, si è visto che il cromo picolinato aumenta i valori serici di triptofano, acidi grassi non esterificati, nonché ormoni e neurotrasmettitori quali corticosterone, serotonina, noradrenalina (NA) e melatonina. Negli umani tali risultati non sono sovrapponibili, ma sembra accertato che il Cromo possa modificare la funzionalità dei recettori per il 5-idrossitriptofano, e quindi renderli più sensibili alla serotonina. Sono stati fatti alcuni studi su pazienti con depressione atipica e depressione maggiore. Il trattamento prevedeva 600 mcg di cromo elemento sotto forma di Cromo picolinato per 8 settimane, verificando i risultati attraverso la Ham-D-29. Tra i parametri presi in considerazione, i pazienti trattati hanno mostrato un miglioramento dell’aumento dell’appetito, minor desiderio compulsivo di carboidrati, variazioni diurne dell’umore”.
NOTA
La prima immagine è un mio gioco di fotomanipolazione e disegno;
la seconda immagine è tratta dalla rete.
La terza è una suggestiva opera di Zafina Vasa dal titolo Omaggio a Gjorgj Kastrioti (un eroe dell’antica Albania) . Se volete visitare una sua interessante galleria la trovate sul blog La vostra arte di Carla Colombo.
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com
E' un blog particolare, continuerò a sbiorciare. Ti aspetto da me.
RispondiEliminagrazie Marina per le tue sempre preziose informazioni
RispondiEliminaUn abbraccio e l'augurio di una serena festività pasquale
Grazie Gabe, ricambio gli auguri!!!
RispondiEliminaCiao Stefania grazie per la visita!
Ciao Marina! Passo per farti tanti auguri di Buona Pasqua, a presto!
RispondiEliminaGrazie Giada ed altrettanti a te e ai tuoi cari!
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