domenica 30 dicembre 2012
sabato 29 dicembre 2012
FEGATO parte terza
Il padre degli dei fece incatenare Prometeo nella zona più alta e più esposta alle intemperie. Inviò poi un'aquila perché gli squarciasse il petto e gli dilaniasse il fegato, che gli ricresceva durante la notte, giurando di non staccare mai Prometeo dalla roccia.
Ho parlato del fegato e delle sue funzioni al capitolo 66 che trovate qui
Dopo tremila anni Ercole passò dalla regione del Caucaso, trafisse con una freccia l'aquila che tormentava Prometeo e lo liberò spezzando le catene.
Ho parlato del fegato e delle sue funzioni al capitolo 66 che trovate qui
e al capitolo 67 che trovate qui
Questo indirizzo lo ritengo una premessa utile per continuare ancora il discorso sul fegato. Ho voluto dare in quei capitoli dei cenni di medicina cinese e kinesiologia per rendere comprensibili le connessioni tra il fegato e il resto del corpo e tra fegato e ambiente: in questo caso gli influssi del clima e in particolare del vento. Iniziare a parlare di fegato in termini non usuali lo trovo particolarmente utile per far comprendere anche gli aspetti simbolici e psicosomatici riguardanti questo importante organo.
Cominciamo con l'esaminare ciò che per grandi linee si conosce del fegato secondo la medicina “ufficiale”.
Il fegato è un organo vitale del peso di circa 1Kg e mezzo, immerso nella circolazione portale, proveniente dall’intestino e dallo stomaco, costituito da un tessuto con molteplici funzioni e proprietà.
Le vie biliari costituiscono un articolato sistema che porta in uscita verso l’intestino la bile prodotta dal fegato. L’importanza vitale del fegato è dovuta alle sue funzioni, molteplici e complesse, in costante equilibrio dinamico con tutto l’organismo.

Funzioni del fegato:
-- metabolismo della bilirubina
-- metabolismo delle porfirine
-- sintesi del colesterolo
-- sintesi dei sali biliari
-- secrezione biliare
--sintesi di protrombina, fibrinogeno,fattori della coagulazione in generale, albumina, ceruloplasmina, transferrina, enzimi come transaminasi, fosfatasi alcalina, gamma-GT, pseudocolinesterasi etc etc)
-- sintesi delle proteine
--immagazzinamento di una quota di ferro
-- metabolismo del glucosio
-- metabolismo dei lipidi
-- azione detossicante (= mediante eliminazione delle sostanze tossiche con la bile, o loro metabolizzazione al fine di renderle inattive e idrosolubili con l’isrolisi, l’ossidazione, la riduzione, la coniugazione con acido glucuronico, con solfato attivo, con glutatione ridotto, glicina etc etc)
-- metabolismo degli ormoni
-- deposito di vitamine, riserva circolatoria, fagocitosi.
--Inibizione dell’attività di alcuni estrogeni.
Una turba ormonale, un problema circolatorio, uno squilibrio alimentare, una deficienza di substrati, un’infezione ecc, possono determinare complesse alterazioni funzionali, e col tempo anche organiche, a carico del fegato con inevitabili ripercussioni di ordine generale.
Il fegato si trova in una posizione veramente strategica: è infatti in grado di filtrare e metabolizzare tutto ciò che viene introdotto nell’organismo direttamente attraverso la circolazione portale, o indirettamente attraverso il sistema linfatico. La bile escreta dal fegato viene riversata nel duodeno attraverso i dotti biliari. Essa è un fluido alcalino costituito da bilirubina, sali biliari, colesterolo, fosfolipidi, elettroliti e acqua. La bile viene concentrata nella colecisti, che funge anche da serbatoio, e la sua formazione dipende da una secrezione attiva delle cellule epatiche nei canalicoli biliari. Giunti nell’intestino i sali biliari, con la lecitina contenuta nella bile, svolgono l’importante funzione di favorire l’assorbimento dei grassi e del colesterolo con la formazione di una soluzione micellare. Stimolano inoltre la secrezione enzimatica del pancreas, e sono necessari per l’assorbimento delle vitamine liposolubili. La fluidità della bile è legata soprattutto al rapporto tra colesterolo da una parte e sali biliari e fosfolipidi dall’altra.
FITOTERAPIA
La fitoterapia costituisce una importante possibilità terapeutica per soggetti epatopatici in quanto essi possono ricorrere alle cure fitoterapiche per numerose malattie intercorrenti evitando quando possibile farmaci di ogni tipo in modo da ridurre al minimo il loro metabolismo a livello epatico.
PIANTE GIA’ CITATE nei post 66 e 67:
CARDO MARIANO
ROSMARINO
SCHISANDRA SINENSIS
RAFANO NERO, TARASSACO
ELICRISO
IPERICO
OE di CHIODI DI GAROFANO
UNCARIA TOMENTOSA
ROOIBOS
Phyllanthus amarus
Picorrhiza Kurroa
Curcuma Longa
GINSENG
ECHINACEA
AGLIO
PROPOLI
COLCHICINA (utilizzata sotto stretto controllo medico alla dose di 1 mg/die x 5 giorni alla settimana.)
GARCINIA, GYMNEMA, GUGGUL, AGLIO, fosfatidilcolina ecc.
l’OE di CANNELLA, TIMO, EUGENIA, MELALEUCA
OLIO DI GERME DI GRANO, POLLINE,
Per la patologia propria delle vie biliari: CARCIOFO, FUMARIA, CICORIA, CALENDULA, BARDANA, MELISSA, MENTA, BOLDO, ROSMARINO, CURCUMA, TARASSACO, CASCARA, COMBRETO, GENZIANA, RABARBARO.
Un approfondimento su alcuni rimedi
ROSMARINO GERMOGLI (macerato glicerico)
La droga possiede due diversi periodi balsamici. Il primo in piena estate,
se si vuole ricavare una maggior produzione di OE, e l’altro in primavera. In primavera la droga è costituita dai giovani germogli che in questo periodo sono più ricchi di principi attivi idrosolubili. Questi sono l’acido clorogenico e caffeico, responsabili dell’attività coleretica e drenante, e dall’acido rosmarinico, acidi fenolici ai quali viene attribuita una notevole attività antiox. L’OE , invece, è costituito da molte sostanze terpenoiche, Tutti principi attivi che ne giustificano l’uso nelle tisane bronchiali-analettiche e uso esterno come rubefacenti. Proprietà coleretiche, nelle quali questa pianta eccelle, significa stimolanti epatobiliari . Le sue proprietà antiox consistono nel proteggere i fosfolipidi di membrana dell’epatocita con un meccanismo simile alla silimarina del cardo. Per le dispepsie viene assunto insieme a menta o finocchio dopo i pasti principali. Noi consigliamo una cura da fare in autunno e primavera per drenare e depurare.
Un olio da massaggi molto valido è :
rosmarinoOE 10,
tocoferolo acetato 1,
olio di avocado o jojoba qb a 100.
Questo olio idrata la pelle e le dona elasticità e corretta microcircolazione.
Per un bagno rivitalizzante:
rosmarino 50g,
calendula fiori 30g
mettere dentro un sacchetto e lasciare in infusione nella vasca durante il bagno; volendo si può anche usare il sacchetto per frizionarsi.Questo bagno è consigliato al mattino, perché fatto alla sera potrebbe portare insonnia.
RAFANO NERO, TARASSACO come succhi freschi, SCIROPPO DI FICHI E MANNA. La mattina 1 cucchiaio di succo di tarassaco in acqua, a mezzogiorno idem a sera idem + 1 cucchiaio di sciroppo di fichi e manna. Lo stesso schema si fa con il rafano. Questo schema serve per migliorare la bile e in caso di calcoli, con le dovute riserve.
Per la piccola insufficienza epatica la Aboca propone due formulazioni, la
n 45 e la n142.
45= opercoli contenenti carciofo, cardo, crisantello, tarassaco, curcuma, boldo, fumaria e OE di rosmarino e lavanda. Dose 3 opercoli al dì.
142= gocce contenenti carciofo, cardo, tarassaco, crisantello, curcuma, fumaria e OE di rosmarino.Dall’unione dei fitocomplessi ad attività epatoprotettrice e stimolante della funzionalità epatica e delle secrezioni biliari, si ottiene un prodotto efficace ai fini di una generale azione depurativa, mirata a riequilibrare le funzioni del fegato e che consente un generale processo di drenaggio.
Le piante del genere Phyllanthus sono ampiamente distribuite nella maggior parte dei paesi tropicali e sono impiegate da molto tempo nel trattamento delle malattie del fegato. Gli studi farmacologici hanno evidenziato l’importanza dei lignani (phyllantine) per la loro azione sul fegato. Essi interagiscono , infatti, con numerosi enzimi e composti coinvolti nella patogenesi delle malattie del fegato e dell’epatite in particolare. Un titolo di phyllantine pari al 3% è quello necessario per avere attività terapeutica apprezzabile. Con questo tipo di estratti è possibile dimostrare un’attività antivirale sulle polimerasi, sulla trascrizione dell’mRNA e sulla replicazione virale. Studi clinici realizzati con differenti estratti supportano in particolare per quanto riguarda gli estratti più concentrati, l’impiego di PHYLLANTHUS AMARUS nelle patologie del fegato. Un’analisi comparativa sottolinea l’effetto positivo sulla negativizzazione dei marker dell’epatite (in particolare dell’epatite B) e sulla normalizzazione degli enzimi epatici. Uno studio clinico ha evidenziato come l’azione di questi estratti su tali parametri sia sostanzialmente paragonabile a quella dell’Interferone-alfa.
NOTA
Ringrazio Olena Khodoley per l’immagine Caraffa con l’uva. Potere visitare una sua stupenda galleria sul blog La vostra arte di Carla Colombo
martedì 25 dicembre 2012
venerdì 21 dicembre 2012
PIANTE ANTI-STRESS
PIANTE ANTI-STRESS
(Adattogene)
Lo stress è un termine generico che indica un sentirsi “disturbati” a causa di diversi fattori; ne cito due tra i più frequenti:
fisici: ad esempio un fattore climatico, scarpe scomode ecc
mentali: ad esempio un disturbo derivante dai rapporti con gli altri
Non importa qui chi ha torto e chi ha ragione come non importa se il fattore climatico sia davvero proibitivo o invece perfettamente normale per la stagione. Importa il modo in cui il soggetto gestisce questo elemento di disturbo. L’organismo mette in funzione tutta una serie di cambiamenti per rendere accettabile questo stress e lo fa sia usando il sistema neurovegetativo -endocrino-immunitario, sia usando strategie di comportamento quindi usando la parte consapevole della mente. Il tutto per fare in modo che i cambiamenti procurati dal disturbo lo feriscano solo in superficie mentre gli organi vitali e le strutture più importanti rimangano protette . Questo significa che vengono prodotti neurotrasmettitori , ormoni e quant’altro per far sì che, ad esempio, la pressione del sangue, il battito cardiaco e tutti i parametri fondamentali cambino di poco e transitoriamente per tornare ben presto alla normalità.
Quando però lo stress si prolunga o si ripete, le nostre capacità di difesa si esauriscono e allora compaiono i primi disturbi psichici, somatici o psico-somatici.
Lo stress cronico può generare squilibri ormonali a breve e lungo termine, ridurre la resistenza fisica e le capacità intellettuali; può causare disturbi dell’umore come ansia e depressione; può innescare disfunzioni sessuali ed interferire con la corretta funzione dell’apparato cardiovascolare; può abbassare sensibilmente le difese immunitarie, determinare un invecchiamento precoce e predisporre l’organismo a tutta una serie di malattie croniche.
Ma vediamo più in dettaglio il controllo neuro-endocrino della risposta allo stress.
Qualsiasi stimolo in grado di turbare l’equilibrio biologico e psicologico dell’organismo può essere fonte di stress. L’equilibrio va visto non in senso statico ma come una condizione dinamica, che si raggiunge con l’intervento di sistemi di regolazione diversi. La risposta allo stress non è altro che uno dei tanti meccanismi correttivi che ci difendono da eventi pericolosi. A questa funzione lavorano per noi diversi sistemi-funzioni: sistema nervoso vegetativo (o neurovegetativo o SNV), asse ipotalamo-ipofisi-surrene, asse simpatico-adreno-midollare ( SAM).
Al verificarsi di un evento stressante concepito come pericoloso, entro pochi secondi le terminazioni nervose simpatiche rilasciano nor-adrenalina (NA). Quasi istantaneamente , anche le surrenali secernono adrenalina. Trascorsi pochi minuti si instaurano complesse comunicazioni tra sistema nervoso centrale (SNC) e apparato endocrino che pronunciano la loro sentenza di adattamento al fattore stressante. Le surrenali, a questo punto, secernono una quantità elevata di cortisolo.
L’ipotalamo secerne:
CRF (corticotropin releasing factor)-- ACTH--cortisolo.
Le concentrazioni circolanti di cortisolo fungono da segnale per modulare e inibire la sua stessa sintesi e rilascio (feed back). E’ importante notare che la secrezione di cortisolo segue il suo ritmo circadiano, per cui una produzione supplementare a causa di un evento stressante altera questo ritmo, a volte, in modo considerevole.
Seyle descrive in modo molto chiaro il modello classico dello stress :
Quando un soggetto è sottoposto a stimoli che ne minano l’omeostasi, reagisce con una risposta che tende a ripristinare l’equilibrio e che si sviluppa in 4 stadi:
-- Allarme (sistema nervoso e surreni),
-- resistenza (asse ipotalamo-ipofisi-surrene),
-- sovraccarico ( ipertrofia surrenalica, compromissione gastro-intestinale, atrofia del sistema linfatico)
-- ed infine esaurimento ( fase di completa disattivazione delle difese che se prolungata è potenzialmente fatale).
PIANTE ADATTOGENE
Per “adattogeno” si intende un agente in grado di aumentare la resistenza di un organismo ad eventi stressanti. I criteri qualificanti sono almeno tre:
1 deve essere aumentata in modo non specifico l’adattabilità a fattori di stress di varia natura; in pratica l’azione adattogena deve essere non specifica ma generale
2 deve possedere un’azione versatile nel ripristino delle normali condizioni omeostatiche, indipendentemente dall’entità dell’alterazione prodotta dall’evento stressante;
3 non deve influenzare sensibilmente le normali funzioni, se non quel tanto necessario a ripristinare la turbata omeostasi.
Ed ecco un elenco delle più conosciute piante con effetto adattogeno
RODIOLA
Soddisfa questi 3 criteri. Sottolineiamo che la differenza tra un farmaco stimolante e un adattogeno sta nella capacità di garantire il recupero susseguente alla fase di esaurimento. Gli stimolanti innalzano le capacità di resistenza ma consumano velocemente i depositi di catecolamine causando effetti collaterali a volte seri e portando il sistema all’esaurimento. Con gli adattogeni la risposta iniziale è graduale e fisiologica, il recupero velocissimo e l’esaurimento non si verifica. Il loro meccanismo sembra quello di deboli pro-stressor in grado di ridurre la reattività del sistema di difesa di un organismo, riducendo l’impatto su di esso dei fattori di stress innalzando il livello basale dei mediatori implicati nella risposta naturale. E’ come se l’adattogeno allenasse il sistema a sopportare e contrastare un’ampia gamma di fluttuazioni dell’equilibrio omeostatico, ripristinandolo velocemente. Si possono definire come sostanze simbiontiche che aumentano la flessibilità e adattabilità ad ogni cambiamento.
ELEUTEROCOCCO
Benché venga chiamato ginseng siberiano, non appartiene alla stessa famiglia dei panax ma a quella delle araliacee. La droga non è la radice ma le foglie. E’ maggiormente adattogeno del ginseng. L’eleuteroside E possiede la massima attività antiallarme. L’eleuterococco stimola la produzione di ACTH , FSH-LH, linfociti T, e migliora le capacità di concentrazione, migliora le potenzialità psicofisiche per cui è indicato anche nell’attività sportiva. Infine è considerato un buon antivirale nelle malattie da raffreddamento. In altri studi si è notato che fa diminuire la pressione e la frequenza cardiaca quando sono alte e sono aumentate a causa di stress emotivo-cognitivo ((( in pratica in questo studio i parametri cardiovascolari vengono migliorati quando il disturbo è stato scatenato in acuto. Non traiamo conclusioni, quindi su patologie cardiovascolari croniche da tempo))) . Per l’eleuterococco bisogna prestare particolare attenzione alle dosi: sembra, infatti, che una dose da 4 g in sù fa l’effetto di diminuire la capacità adattogena... cioè di far aumentare lo stress, mentre dosi basse fanno aumentare la capacità adattogena e diminuire lo stress. ((( come per altre piante, dosi alte fanno l’effetto contrario di dosi basse... escolzia, tiglio ecc))) Effetti collaterali e controindicazioni sono difficili da valutare perché gli studi fatti, in maggior parte sovietici, non hanno adottato gli stessi metodi di quelli oggi ufficiali. Se ne sconsiglia comunque l’uso agli ipertesi.TM 40 gtt 3 volte al dì. Controindicazioni = ipertensione.
GINSENG
Per la MTC la radice di ginseng è un tonico capace di fortificare l’energia vitale e il sangue. Anche qui in occidente è noto da tempo come tonico capace di migliorare la risposta fisica e psichica allo stress e alla fatica. E’ spesso difficile valutare l’interesse dei lavori pubblicati perché vengono utilizzati diversi ginseng. Panax Ginseng Meyer è coltivato in Corea e Cina dove è officinale. Panax quinquefolium L. è invece coltivato in USA e Canada. Si utilizzano poi anche il ginseng giapponese , Panax Japonicus Meyer, e si possono incontrare varietà himalayane. Al di là delle differenze di specie esistono poi due forme tradizionali di ginseng di Corea, il “bianco” e il “rosso”. Il primo è la radice lavata, libera da radici secondarie, seccata al sole o in stufa e spesso pelata; il secondo deve il suo colore bruno-rossastro ad un essiccamento preliminare. Il modo di preparazione e anche l’età della radice hanno una incidenza diretta sulla composizione chimica e ciò rende molto difficile l’interpretazione di alcuni dati. Panax contiene polisaccaridi, glicopeptidi, vitamine e soprattutto alcune saponine, alle quali viene attribuita l’attività farmacologica, i ginsenosidi. Si contano una trentina di tali saponine, che differiscono tra loro per la natura del’oligosaccaride legato al nucleo triterpenico che le accomuna. Il contenuto di ginsenosidi varia notevolmente all’interno del genere Panax e quindi la qualità delle radici proposte per la vendita è molto poco omogenea. Recentemente è stata fatta una ricerca di tutti gli studi randomizzati pubblicati che riguardano, in maggioranza, volontari sani. Citiamo tra questi uno studio in doppio cieco con un estratto di Ginseng coreano aggiunto ad una base multivitaminica. Tale estratto migliorava i parametri soggettivi in una popolazione esposta allo stress da intensa attività fisica e mentale, suggerendo un’attività antistress . La Commissione E tedesca (una farmacopea che è base di riferimento per tutta l’Europa) indica il ginseng come tonico in casi di affaticamento, nelle difficoltà di concentrazione e in convalescenza; la posologia indicata è 1-2 g di radice al giorno. Gli effetti collaterali non sembrano essere più frequenti che con il placebo, comunque rari sono stati osservati: diarrea, insonnia, interazione con warfarin , con fenelzina.
Nelle piante selvatiche sono presenti sostanze estrogene, a differenza delle piante coltivate dove non ci sono. Attualmente gli estratti che troviamo sul mercato provengono da piante coltivate. Il ginseng equilibra la funzione cardiaca e la circolazione; rallenta i processi di invecchiamento. TM 40 gtt 3 volte al dì.
WITHANIA SOMNIFERA
della famiglia delle solanacee, denominata ginseng indiano, è considerata il principale adattogeno della medicina Ayurvedica. L’attività antistress e anabolica è simile a quella del ginseng. Somministrata agli animali, essa ha neutralizzato molte delle alterazioni biologiche che accompagnano lo stress estremo, comprese alterazioni della glicemia, del peso delle ghiandole surrenali e delle concentrazioni di cortisolo. I withanoidi sono sostanze a natura sterolica e sono considerati i costituenti responsabili dell’effetto adattogeno e simil-glucocorticoide. Attualmente sono in corso analisi in vitro per verificare il possibile impiego della Withania nella terapia antitumorale; sono poi in corso anche studi sui topi per testarne l’effetto in caso di ictus e per alcune patologie reumatiche. Le proprietà adattogene di questa pianta sono correlate ad un’inibizione dell’up-regulation dei recettori dopaminergici, oltre a meno chiari effetti immunomodulanti e antiossidanti. La pianta svolge anche azione anticonvulsivante, legata ad un’interazione con i recettori per il GABA . Effetti collaterali (per dosaggi elevati)= disturbi gastrointestinali, diarrea, vomito e vertigini. L’assunzione contemporanea con alcolici, inoltre , aumenta la probabilità di incorrere negli effetti collaterali e le interazioni sono numerose e pericolose. Non va assunta nel periodo che precede un intervento chirurgico. Non va assunta con: anticonvulsivanti, antipicotici, BDZ, barbiturici, zolpidem e antidepressivi triciclici.
ALTRE piante adattogene sono arnica, lavanda, potentilla anserina, rosmarino e salvia.

NOTA QUASI AVULSA
a proposito di contrastare lo stress voglio ricordarvi che tutti gli esseri umani hanno dei talenti artistici secondo il loro indirizzo preferenziale di comunicazione e ricezione del mondo.
Può trattarsi di
-- talento musicale (riguarda in modo più marcato l’udito e l’ascolto, ma non si riduce solo a questo)
-- talento nelle arti figurative (riguarda in modo più marcato la vista, il senso estetico, ma non si riduce solo a questo)
--talento nel ballo (riguarda in modo più marcato la coordinazione e il senso cenestesico, ma non si riduce solo a questo)
-- talento nel canto o nella recitazione e così via. Tra arte e artigianato a certi livelli la differenza poi è sfumata. Molti oggetti di artigianato sono perle artistiche così come molti prodotti definiti arte sono ciarpame.
Alla fine il giudizio resta sempre umano e non ha mai un valore assoluto.
Questa premessa per sottolineare che
FARE ARTE e fare artigianato anche a livello casalingo E’ UN OTTIMO RIMEDIO ANTI-STRESS
e per questo motivo lo consiglio a tutti!!!
RINGRAZIO LE AUTRICI DELLE OPERE QUI ESPOSTE:
Le SPILLE FIORE sono una creazione di Ninfa che potete visitare al suo blog Diario figurato
Peonia, gerbera e fiordaliso sono dipinti di Maria Rollo che potete visitare al suo blog Luci e colori
sabato 15 dicembre 2012
ALZHEIMER
A L Z H E I M E R
Secondo Dharma Singh Khalsa, direttore della fondazione per la prevenzione dell’Alzheimer di Tucson, questa patologia è una delle conseguenze del declino cognitivo associato all’età. Nel suo libro “Brain longevity” egli spiega la sua interpretazione della malattia ed espone un programma globale (dietetico, farmacologico, comportamentale ecc. ecc.) da attuare in fase precoce per prevenire l’insorgere della malattia o arrestarla alle prime fasi. “Io credo che il morbo di Alzheimer possa essere ritardato e prevenuto, e che la progressiva perdita di memoria possa essere debellata. Non accetto l’inevitabilità della malattia e neppure l’inevitabilità del calo di memoria associato all’età. Persino chi è molto anziano non solo può conservare una memoria quasi perfetta, ma può anche avere una mente giovane, caratterizzata da dinamismo cerebrale, capacità di apprendere, creatività e slanci emotivi esattamente uguali a quelli delle precedenti stagioni della vita.
Ipotesi sulle cause.
Nella categoria di persone considerate ad alto rischio si è rilevata la presenza di numerosi soggetti con vasculopatie pregresse. Una carenza di ossigeno nel cervello è fortemente collegata ai tipici sintomi dell’Alzheimer. Infatti all’autopsia si rileva che in questi pazienti l’incidenza di ischemie cerebrali è particolarmente alta.
Sintomi di deficit mentali possono essere causati anche da allergie alimentari croniche e da esposizione ad inquinamento ambientale, in particolare a Pb, As, Al, Hg. Tra le cause che possono scatenare il deficit mnemonico. Khalsa sottolinea una vita di stress cronico incessante; infatti un sovraccarico di stress mette in circolo abnormi quantità di cortisolo che danneggia e uccide migliaia di cellule cerebrali. Anzi Khalsa mette al primo posto tra i fattori scatenanti proprio il cortisolo.
ALIMENTAZIONE-INTEGRATORI
Un trattamento con ACIDO FOLICO e Vitamina B6 ha dimostrato di diminuire i livelli ematici di omocisteina, una proteina che precedenti studi suggeriscono sia associata all’aggravarsi della patologia. Livelli cronicamente bassi di Zn rendono vulnerabili all’intossicazione da Al e Pb, responsabili della perdita di memoria. Oltre che nell’Alzheimer, un accumulo abnorme di Al (= alluminio) è stato trovato anche nei neuroni di pazienti con gravi problemi neurologici. Una possibile fonte di intossicazione è costituita da alimenti acidi cucinati in pentole di alluminio. La concentrazione di Al aumenta proporzionalmente al tempo di cottura; aumenta dopo l’aggiunta di zucchero e, ancora di più, se le pentole sono vecchie. Ad esempio nel té sono state trovate alte concentrazioni di Al già dopo 10 minuti di infusione. Si dovrebbe quindi evitare di usare sia recipienti di Al, sia pentole antiaderenti, che sono sempre di Al, quando il loro interno risulti graffiato. Kalbom e Keine consigliano di non usare antiacidi contenenti Al nè aspirina tamponata ecc; molti deodoranti ascellari, alcuni cosmetici, alcuni dentifrici, alcuni antidiarroici, shampoo antiforfora, fogli di Al per la conservazione degli alimenti e il “lievito minerale” che contiene sali di Al; consigliano inoltre di fare il mineralogramma periodicamente. Evitare i cibi preconfezionati e/o preparati con formaggio lavorato; Digiuno o dieta depurativi almeno 1 volta all’anno servono ad eliminare i metalli pesanti. Cibi consigliati= sardine, sgombri e pesce grasso in generale; cibi ricchi di zolfo come CIPOLLE, AGLIO, FAGIOLI, UOVA: questi aiutano ad eliminare i metalli pesanti. Anche le FIBRE SOLUBILI come la pectina, la gomma di guar, i semi di psillio e la crusca di avena sono utili agenti disintossicanti. Come integratori gli OMEGA3 sono consigliati in quanto già nel soggetto normale riducono il rischio dell’Alzheimer. Nutrienti utili= BETA-CAROTENE, VITAMINA C, BIOFLAVONOIDI, VITAMINA E, SELENIO. Succhi= -- carote , cavolo a foglia, prezzemolo e spinaci come fonte di betacarotene; -- cavolo, prezzemolo, peperoni verdi e spinaci come fonte di vitamina C; -- uva, ciliegie, pompelmo e limoni come fonte di bioflavonoidi; -- spinaci, asparagi e carote come fonte di vitE; -- rape, aglio, arance come fonte di selenio.
In uno studio prospettico svolto su 633 soggetti con età superiore a 65 anni è stata valutata l’efficacia delle vitamine C ed E. I risultati sono stati ottimi e hanno portato alla conclusione che l’uso di alte dosi di vitamine C ed E può diminuire il rischio di contrarre l’Alzheimer. Ovviamente restano da fare molti altri studi, anche per considerare i rischi di effetti collaterali o altre malattie che possono derivare dall’uso di alte dosi di vitamine, specialmente se sintetiche. Vi sono riscontri scientifici sull’attività di piccoli peptidi di origine fisiologica, in grado di inibire o comunque rallentare notevolmente la formazione delle proteine alfa-amiloidi: un approccio di integrazione nutrizionale che tenga presente questi rilievi legati alla caratterizzazione della malattia possono quindi contribuire ad alleviare i sintomi della malattia medesima e rallentarne il decorso. L’associazione di VITAMINA A e Vitamina C, ZINCO e sostanze in grado di ridurre la formazione di prodotti della glicazione proteica come la CARNOSINA e la PIRIDOSSAMINA, può rappresentare un valido integratore. Tali molecole, infatti, sembrano agire proprio nel momento patogenetico della malattia (carnosina e piridossamina) mentre le vitamine A e C sembrano prevenire il danno da ROS (radicali liberi) che accompagna il decorso della malattia. Lo Zinco, infine, risulta un cofattore metallico scarsamente presente nel sangue e quindi nei tessuti dei pazienti Alzheimer: una sua adeguata integrazione potrebbe quindi risultare utile per il miglioramento della sintomatologia. In particolare la carnosina, un dipeptide costituito da L-istidina e L-alanina comunemente presente in alcuni tessuti come il muscolo scheletrico, il miocardio, il rene e proprio il SNC e la piridossamina (Vitamina B6) sono in grado di legarsi alle molecole di glucosio con selettività maggiore rispetto alle proteine dei tessuti, prevenendo così la formazione degli AGEs; pare altresì che la carnosina sia in grado di inibire la formazione delle proteine amiloidi insolubili responsabili delle placche che si osservano nei pazienti dopo l’esame autoptico. Secondo il programma terapeutico di Khalsa la dieta deve essere povera di grassi, ricca di sostanze nutritive, bilanciata con prevalenza di cibi naturali non pretrattati. La riduzione dei grassi è particolarmente importante perché è stata dimostrata una correlazione tra dieta ricca di grassi e malattia di Alzheimer. Su questa considerazione mi permetto umilmente di non essere d'accordo!!! A questa dieta l’autore associa: (1) vitamina E, per la sua azione antiossidante che protegge le cellule nervose, alla dose di 800 UI/die,(2) le vitamine gruppo B , essenziali per la salute del cervello perché intervengono nella produzione dei neurotrasmettitori, e soprattutto la B3 (niacina) alla dose di 100-200 mg/die, necessaria per la salute del sistema nervoso e del cervello e particolarmente utile per migliorare la memoria.(4) fosfatidilserina 300 mg/die. La fosfatidilserina è un grasso derivato dalla lecitina di soia (e già sull’uso di questa sono assolutamente contraria dato che la soia anche “non transgenica” è a rischio di contaminazione transgenica). Essa migliora l’attenzione, la concentrazione, l’umore e la memoria a breve termine; permette agli elementi nutritivi di penetrare più facilmente nelle cellule cerebrali e sostiene la funzione dei neurotrasmettitori. (5) Gingko biloba 90-240 mg/die. Essa aumenta il flusso ematico diretto alle arteriole del cervello e combatte i radicali liberi. (6) Coenzima Q10 ha un effetto neuroprotettore. Esso è un catalizzatore nella produzione dell’energia di cui le cellule hanno bisogno per vivere, essendo parte integrale del mitocondrio, l’organo cellulare responsabile di circa il 95% dell’energia totale necessaria all’organismo umano. L’apporto di CoQ10 può rendere reversibili gli effetti dell’invecchiamento, di una dieta errata e della diminuita resistenza alle malattie tanto frequente negli anziani. (7) In alcuni casi viene aggiunta L-acetilcarnitina che migliora la conversione di energia nei mitocondri del cervello, e probabilmente anche la coordinazione tra i due emisferi cerebrali. (8) DEPRENILE CITRATO 8 mg/die in forma liquida. Il deprenile è una sostanza sintetica nota come tonico cerebrale. Esso non solo inibisce la dopamina, ma è anche in grado di stimolare il cervello a produrne maggiori quantità, il che è utile perché i livelli di dopamina solitamente calano con l’età. (9) In sostituzione degli estrogeni che vengono usati in allopatia, Khalsa prescrive il DHEA 50 mg/die e il PREGNENOLONE 10-100 mg/die, entrambi in grado di migliorare la memoria. Il pregnenolone, sintetizzato nel corpo a partire dal colesterolo nel cervello e nei nervi periferici, migliora la trasmissione nervosa, l’umore e la memoria e può stimolare o sedare l’attività cerebrale. FITOTERAPIA GINGKO BILOBA ha la stessa efficacia dei farmaci attualmente prescritti come tacrina e donezepil, con effetti collaterali minimi. I flavonoidi proteggono le membrane biologiche dall’azione dei radicali liberi dell’ossigeno, aumentano la resistenza capillare riducendone la permeabilità, esplicano un’attività antinfiammatoria, riducono lo spasmo arteriolare. Inoltre migliorano l’utilizzazione tissutale di O2 e glucosio. I Gingkolidi sono potenti antagonisti del PAF e quindi antagonizzano la formazione di trombi. La dose di estratto di Gingko è 120 mg/die. Piante che agiscono in sinergia con Gingko sono GLICINE MAX (sempre la soia!) la lecitina costituisce il precursore dell’ACH. Withania somnifera migliora le attività cognitive; il suo meccanismo d’azione è quello di aumentare l’attività dei recettori corticali per l’ACH. PANAX GINSENG migliora la capacità di calcolo aritmetico, di attenzione, di tempo di reazione. Dà una sensazione di benessere e allevia la stanchezza. Diversi testi di riferimento a livello europeo indicano una varietà di altre piante quali in primis SALVIA OFFICINALIS E MELISSA OFFICINALIS con proprietà di miglioramento della memoria. Negli estratti di queste piante sono state recentemente individuate attività colinergiche, in quanto contiene un glicoside che blocca l’acetilcolinesterasi. OMEOPATIA Si esegue un ciclo nel modo seguente: NATRUM SULFURICUM CMK 2 dosi e CARBO ANIMALIS XMK 2 dosi al 1° giorno. Il natrum sulfuricum per la violenza paranoica e il carbo animalis per contrastare la degenerazione del tessuto nervoso. Poi, il giorno dopo THUJA 0/180 LM 3 dosi e BAPTISIA 0/180LM 3 dosi; poi il giorno dopo MENTHA PIPERITA MK dose 4 dosi, PETROLEUM CMK 4 dosi e LYCOPODIUM CMK 5 dosi; poi dal giorno seguente e per 3 settimane SECALE HEEL 20 gtt al mattino. Dopo 3 mesi ANTIMONIUM CRUDUM RM dose 10 dosi, IGNATIA XMK 5 dosi e dal giorno dopo per 3 settimane EQUIL PAX 50 gtt in un L di acqua, 1 sorso 4-5 volte al dì. Poi pausa e ricominciare dopo circa 3 mesi. E’ ovvio che si tratta di un caso singolo. Per ogni paziente vanno cercati i rimedi specifici, tenendo fermi quelli di valore generale per la patologia (= a tropismo sul SN o a carattere rigenerante) e cioè il carbo animalis, petroleum e quelli assunti giornalmente per le 3 settimane. COMPORTAMENTO ESERCIZI CULTURALI Il training mentale comporta esercizi di memoria e apprendimento, perché dopo tutto il cervello va tenuto in allenamento come i muscoli. Semplici esercizi come imparare a memoria e discutere articoli di giornale, fare la settimana enigmistica o leggere libri interessanti per il soggetto, possono aiutare a reintegrare l’energia cerebrale stimolando le cellule cerebrali a produrre più connessioni nervose. Un aspetto importante nell’esercitare la memoria verbale è costituito dall’esercizio di associarvi delle figure. Più figure ci sono più si ricorda il concetto espresso in un testo.
ESERCIZI RESPIRATORI tecniche di respirazione lenta e profonda (v yoga)
CORRENTI SONORE che generano vibrazioni come ad esempio recitare mantra o brevi sillabe secondo la medicina ayurvedica.
PARTICOLARI MOVIMENTI DELLE DITA come toccare con il pollice ad una ad una le punte delle dita.
ATTIVITA’ FISICA a piacere e proporzionatamente allo stato di salute generale.
NOTE ringrazio le geniali artiste , autrici dei dipinti qui riportati che sono rispettivamente: Il colosso dell’Appennino di Zafina Vasa La raccolta del Tabacco di Maria Rollo Anche questo è autunno di Carla Colombo. Tutte opere che trovate nei blog delle autrici Zafina Vasa su La vostra arte di Carla Colombo; Luci e colori di Maria Rollo che trovate pure in una personale su La vostra arte di Carla Colombo, e arte Carla Colombo di Carla...... ......ho ripetuto Carla fin troppe volte, ma è inevitabile, trovandosi ad essere un centro di diffusione d’arte non certo indifferente ;-)
sabato 8 dicembre 2012
DIFESE IMMUNITARIE
DIFESE IMMUNITARIE
L'arrivo del grande freddo ci porta tutti ad una maggior esposizione a raffreddori ed influenza.
Ho preparato allora per voi una piccola carrellata di piante per stimolare le difese immunitarie, alcune delle quali sono utilissime anche ad infezione bell'e cominciata!
Queste piante sono indicate per la prevenzione e cura di infezioni virali (influenza e raffreddore in primis ma non solo) e per la cura anche di infezioni batteriche. Andando fuori dall'argomento "disturbi invernali" voglio ricordare che tutte le piante che aiutano il sistema immunitario sono utili nella prevenzione e spesso anche nella cura dei tumori.
ECHINACEA se ne conoscono 9 specie. Quelle che prendiamo in considerazione sono E. Purpurea, E. Angustifolia ed E. Pallida. La pianta è originaria dell’America del Nord-Est. Gli indiani la usavano come panacea anche, ad esempio, per curare il morso dei serpenti (e spesso avevano successo, tanto che i colonizzatori americani vollero imparare alcune loro ricette "farmaceutiche") . La pianta viene così chiamata dal greco Echinos per i suoi capolini spinosi (echinos= riccio).
Preparazioni ottenute dai fiori di Echinacea purpurea rappresentano i più comuni immunomodulatori di origine naturale usati nelle infezioni dell’apparato respiratorio superiore. L’acido cicorico (un derivato dell’acido caffeico) e le alchilammidi sono descritti come i principi attivi immunomodulatori dell’ Echinacea.
L'efficacia delle varie forme farmaceutiche, cioè forme per uso orale (compresse, gocce, sciroppi) o fiale, è da lungo tempo oggetto di controversie tra i vari autori: (1) Secondo alcuni studi "è stata dimostrata l’efficacia solo delle fiale quindi sono da consigliare come prima scelta tali preparazioni o da applicare sulle ferite in fase acuta, o da iniettare come immunostimolante. Ricordiamo che gli Indiani d’America la usavano sulle ferite e sui morsi di serpente e altri animali, quindi uso parenterale.
Invece in commercio troviamo più frequentemente una vasta gamma di prodotti per uso orale, e per giunta non tutti hanno titolo di principi attivi sufficiente: quindi attenzione alla qualità e provenienza del prodotto.
Tuttavia molti medici tedeschi ne consigliano l’uso orale, in particolare di TM ed estratto fluido".
(2) Secondo la maggior parte degli autori è invece altrettanto efficace per via orale.
Recentemente è stato condotto uno studio sia su E. purpurea che su P. Ginseng al fine di valutare la loro capacità di stimolare la funzione immunitaria. Gli estratti di Echinacea e di Ginseng aumentano la funzione immunitaria sia negli individui normali che in quelli con ridotta immunità cellulare. L’Echinacea ha dimostrato attività antivirale in vitro su virus influenzali, herpetici e su virus responsabili delle stomatiti vescicolari. Altra proprietà di Echinacea è quella antibatterica e in particolare su Eschericha Coli, Proteus mirabilis, Psaudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus. In più all’Echinacea viene attribuita attività antinfiammatoria e cicatrizzante (in quanto inibisce la ialuronidasi). Indicata per infezioni, foruncolosi, tonsilliti, piorrea, eczemi, psoriasi, parodontosi. Si usano le radici ma anche le foglie in infuso, decotto, tintura alcolica ed estratto fluido. Per quanto riguarda il suo utilizzo nella cura dei malati HIV positivi asintomatici questo va evitato, in quanto la pianta produrrebbe condizioni favorevoli al virus dell’AIDS, poiché potrebbe stimolare la replicazione virale.
Effetti collaterali: allergie cutanee, salivazione intensa, bruciore alla mucosa orale. L’ Echinacea potrebbe interferire con una eventuale terapia immunosoppressiva. Infine non va usata in gravidanza e allattamento.
ASTRAGALO
è una pianta erbacea perenne da sempre usata nella medicina cinese come tonico e rafforzante dell’energia vitale. La droga è costituita dalla radice di Astragalus membranaceus var mongholicus. Gli effetti comprendono un’attivazione della produzione di anticorpi in vitro, un’induzione di IFN-alfa e gamma, un aumento dell’attività chemiotattica dei macrofagi e delle cellule T-helper (TH) e una inibizione della transcriptasi inversa dei retrovirus e della DNA-polimerasi. L’astragalus è anche definito un adattogeno e gli sono attribuite proprietà antinfiammatorie ed epatoprotettrici. La tollerabilità è ottima, anche se tre tipi di sostanze potenzialmente tossiche sono stati evidenziati: alcaloidi indolizimici, nitrocomposti alifatici e selenio.
GINSENG
l’abilità dei ginsenosidi di attivare diversi recettori di membrana e recettori intracellulari può spiegare alcuni effetti farmacologici. Estratti acquosi di Panax Quinquefolius ( ginseng americano) stimolano significativamente la produzione e il rilascio di TNF-alfa (Tumor necrosis factor: si tratta di una sostanza che uccide i tumori e che già normalmente l'organismo produce). Attenzione: il ginseng è una delle droghe più sofisticate quindi nell'acquistarlo assicuratevi che sia di buona qualità! Buone ditte da cui si acquista con sicurezza sono ad esempio Aboca, Long-life, Solgar...mi balzano in mente queste ma basta vedere che si tratti di una linea che ha solide basi anche con altri prodotti. Il "vero" Ginseng è coreano. Le altre specie ne imitano alcuni effetti in gran parte o in piccola parte, ma non hanno lo stesso raggio di azione. Altre specie importanti sono Eleuterococco (ginseng siberiano), il notoginseng (cinese ed australiano) ed il quinquefolium (americano).
La posologia del Ginseng non deve superare i 2g di polvere/die e la durata del trattamento deve essere al massimo 3 mesi. Va evitato il Ginseng in associazione con gli antidepressivi della classe IMAO e in gravidanza.
ALOE
uno dei suoi principali polisaccaridi è l’acemannano, che si crede sia responsabile dei suoi principali effetti terapeutici. L’aloe ha effetto cicatrizzante, immunostimolante, antineoplastico, antivirale. Un nuovo polisaccaride immunostimolante ad alto peso molecolare, costituito da glucosio, galattosio, mannosio e arabinosio, denominato aloeride è stato isolato dal succo di Aloe vera. Benché l'aloeride è solo lo 0,015% del peso del succo di Aloe, la sua potente attività di stimolazione macrofagica può giustificare in toto l’efficacia del succo grezzo.
CORIOLUS E SALVIA CINESE
è stato dimostrato che i polisaccaridi immunostimolanti estratti dalla pianta cinese Yun Zhi (coriolus versicolor) aumentano diverse variabili immunologiche e che Danshen (Salvia miltiorrhiza) ha effetti benefici sul sistema circolatorio. E’ stato quindi realizzato uno studio finalizzato a valutare se il regolare consumo di capsule a base di questi principi attivi poteva o meno migliorare l’immunità cellulare negli individui sani. Dalle analisi è emerso che il regolare consumo di questi prodotti potrebbe aumentare in termini significativi le difese immunitarie.
L’assunzione degli estratti non ha determinato effetti avversi sul fegato, sulle funzioni renali e sul profilo biochimico dell’osso.
SPIRULINA E CHLORELLA
Già gli Atzechi conoscevano la Spirulina, una piccola alga filamentosa unicellulare blu-verde d’acqua dolce. Esistono varie specie: S. platensis, S. maxima. Accanto alla Spirulina, interessanti sono le microalghe del genere Chlorella. Il contenuto proteico di spirulina è pari a 60-70% (rispetto al 35% della soia) con un elevato valore biologico e un buon contenuto in aminoacidi essenziali. L’apporto di Fe risulta vicino a quello raccomandato dai LARN, così come quello di Zn, di vitamine e di acidi grassi essenziali. Per l’elevato contenuto di carotenoidi si sconsiglia tuttavia l’assunzione giornaliera di alte dosi.
La Spirulina ha diverse attività terapeutiche tra cui quella immunomodulante, antivirale, antimutagena ed ipocolesterolemizzante. Tra i vari componenti esse contengono i FUCANI, polisaccaridi solforati principalmente costituiti da L-fucosio, D-xilosio e ac D-glucuronico. Molti fucani presentano attività antitumorale e il loro effetto sembra legato ad una attivazione della risposta immunitaria non specifica. Riguardo all’azione antivirale, i fucani sembrano inibire la prima fase del ciclo replicativo del virus HIV-1 ossia il legame del virus al recettore CD4 della cellula T.
COMPOSTI DI ORIGINE FUNGINA
polisaccaridi di origine fungina sono da tempo usati in Giappone come immunostimolanti nelle terapie antitumorali. I funghi che contengono tali polisaccaridi sono di solito eduli o usati come adattogeni nella MTC. Il LENTINANO è un polisaccaride complesso derivato dalle parti vegetative del fungo edule SHITAKE (lentinus edodes). Estratti di tale fungo sono stati inclusi in integratori formulati per migliorare lo stato del sistema immunitario. L’attività antitumorale del lentinano è stata riconosciuta più di 30 anni fa. Sono noti pure i suoi effetti immunoregolatori, antivirali e ipocolesterolemizzanti. MAITAKE (= grifola frondosa) è un fungo usato in Cina e Giappone. La frazione D del betaglucano si è dimostrata più attiva e potente e fa parte dell’estratto maggiormente studiato in Giappone. Effetti : i natural killer (NK )aumentano, i linfociti T citotossici aumentano, e c'è un effetto anti-cancro. Maitake stimola la risposta immunitaria nel topo ed ha un ruolo nel trattamento del cancro metastatico. In uno studio su 165 soggetti sono stati osservati: riduzione di sintomi quali nausea e vomito, perdita di capelli e soprattutto dolore.
Una combinazione di polvere di maitake+ una frazione contenente beta-1-6-glucano con ramificazioni beta-1-3 somministrata a soggetti tra i 22 e i 57 anni mostrava una riduzione dei sintomi del cancro al fegato, seno e polmone. Si notava inoltre un aumento dell’attività delle cellule immunocompetenti rispetto alla sola chemioterapia. Le preparazioni a base di funghi sono in genere sicure. Tuttavia vanno tenute presenti le possibili reazioni allergiche. Alcune presentano proprietà anticoagulanti e quindi sono incompatibili con anticoagulanti orali. Inoltre c’è sempre il rischio delle contaminazioni da Pb, Hg e altri metalli tossici. E’ quindi opportuno rifornirsi da produttori affidabili, che regolarmente effettuano screening per le sostanze contaminanti.
NOTA
molte indicazioni qui date sono tratte da:
-- un articolo del Dr Roberto Suossi apparso su Farmacia naturale ottobre 1997
-- e da uno del Dr C. K.Wong riportato su Farmacia news maggio 2004
Un grande ringraziamento agli autori!
La composizione coloratissima dal titolo Caraibi è di Giovanni Ambrosioni che ringrazio per la sua illimitata concessione di immagini.
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Informazioni personali

- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com