sabato 31 ottobre 2015
MEDITAZIONE SULLE PAURE OPPRIMENTI
PREMESSA
molte persone soffrono di ansia da anticipazione. Questo tipo di ansia si manifesta sotto forma di idee drammatiche su qualcosa che potrebbe accadere al soggetto o ai suoi cari.
Questo tipo di paure le troviamo spesso in persone dotate di una fertile fantasia. Ecco che quando si trovano sotto stress, usano questa fantasia in modo autolesionista.
Ad esempio se hanno letto un romanzo o visto un film horror, ecco che tutti i fantasmi e i mostri si concretizzano nella loro immaginazione sotto forma di disastri di ogni tipo. Non perché credano che quegli eventi siano realmente possibili o probabili, bensì perché hanno bisogno di coltivare e nutrire le loro paure: può darsi che ciò accade percé vogliono nascondere a se stessi il vero nocciolo del loro malessere, perché sanno di non poter cambiare quella situazione-nocciolo; perché non vogliono o non possono (perché se lo facessero, troppe cose di contorno verrebbero scardinate e quindi il danno sarebbe maggiore del beneficio) cambiare quella situazione. Spesso non vogliono nemmeno permettersi il lusso di dire a se stessi questa verità per lo stesso motivo che ho indicato tra parentesi.
Dichiarare di aver paura della morte o della malattia è una affermazione molto comoda perché condivisa dal “buon senso comune”. Nessuno ti condannerà e neppure giudicherà se dirai di essere oppresso da pensieri angosciosi per motivi di salute. Al contrario, se quello che ti fa paura è la vita per alcuni aspetti ineludibili che ti presenta, potresti essere giudicato capriccioso, pieno di fisime o, peggio un uomo acido e cattivo, annoiato per troppo benessere: una sorta di Madame Bovary!!!
Che si tratti di vere paure per questioni che hanno una sia pur remota possibilità di avverarsi o di paure di facciata che coprono il vero problema, io propongo questa meditazione che ci aiuta a fare chiarezza, a fare anche un po’ di pulizia e magari a trovare dei bei momenti di totale vuoto mentale, liberandoci dai pensieri e dalle scene immaginarie che ci opprimono.
§§§
PREPARAZIONE
Durata circa 25 minuti.
Puntate una sveglia che vi segnala la prima metà dell’esercizio dopo dieci minuti e una che vi segnala la fine dopo altri dieci: il momento in cui dovrete eseguire il colpo di scena finale.
Sedetevi in una posizione comoda, in un luogo della vostra casa che vi piace particolarmente sul piano estetico. Ci sono certi angoli che ci piacciono particolarmente. Se non ne avete uno, createvelo questo primo passo è necessario.
Quindi il luogo che scelgo sarà un angolo dove ho una poltrona o un divano comodi, o il letto o uno spazio per posizionare una stuoia con qualche cuscino. Di fronte a me posso vedere la vetrata del balcone che dà su un bel panorama o sul giardino o magari sul mare! Oppure posso avere una parete dove c’è un quadro che mi piace particolarmente, e un mobiletto particolare oppure una grossa candela dalla forma scolpita… insomma avete capito cosa intendo.
Vi trovate quindi in una posizione comoda, con qualcosa di gradevole di fronte a voi ogni volta che deciderete di aprire gli occhi. Questa “location” costituisce il vostro radicamento durante l’esercizio. Infatti, se vedete che i pensieri negativi dovessero disturbarvi ugualmente mentre meditate, potrete aprire gli occhi e tornare in contatto con la vostra postazione di partenza.
Scegliete un’immagine che per voi rappresenta qualcosa di mostruoso, spaventoso e ripugnante.
Ora osservate bene nei dettagli questa immagine per qualche minuto.
ORA COSTRUITE IL VOSTRO FILM
stando ad occhi aperti, potete pure scrivere due righe per la trama dove indicate : il mostro, il luogo tetro e ripieno di elementi disturbanti, il luogo bellissimo e la scena finale del film come indico qui di seguito.
TRACCIA PER LA TRAMA
— Siete inseguiti dal mostro della figura. Voi camminate in un luogo prima familiare ma che presto si fa tetro mentre il mostro cammina dietro di voi a volte a qualche metro di distanza, a volte fino a un passo da voi.
Particolarmente interessante è l’effetto che si ottiene immaginando di camminare e anche di correre pur restando seduti in una posizione comoda. Proprio la stessa sensazione che si può avvertire in un sogno. Solo che questa volta il regista del vostro incubo siete voi stessi.
Inscenate la vostra sequenza pericolosa usando le vostre paure già conosciute. Ad esempio se soffrite di vertigini immaginate di fuggire scendendo una scala ripida e attraversando un ponte sospeso; se avete la fobia degli insetti, immaginate di fuggire muniti di un ventaglio che usate per spazzare nugoli di insetti volanti che ostacolano il vostro cammino. Insomma gli esempi su questa materia possono essere infiniti.
—Quando suona la prima sveglia immaginate di essere arrivati in un luogo bellissimo mentre continuate a camminare o in certi momenti a correre. Questo luogo può essere una spiaggia, un terreno incolto, un paesaggio tropicale, una pista vuota, insomma un luogo che dovete scegliere tra quelli che più di tutti vi danno, nella vita vera, una grande sensazione di benessere e gioia. Quindi ad esempio persino un luogo al coperto come l’interno di un edificio, un castello o altro.
Mentre continuate a fuggire non potete fare a meno di notare la bellezza di ciò che vi circonda (il mare, la spiaggia, il viale alberato, il vialetto del giardino, i corridoi luminosi dalle pareti damascate di un antico castello ecc ecc). A volte persino rallentate per osservare tutto ciò che di bello state attraversando, senza tralasciare di stare attenti a non farvi raggiungere dal mostro. Notate ora però qualcosa di cui non vi eravate accorti prima: il mostro sembra rallentare ogni volta che voi rallentate come se volesse solo inseguirvi ma non prendervi.
— Quando suona la seconda sveglia eccoci al COLPO DI SCENA FINALE in cui essendovi caricati dell’energia del luogo bellissimo che state attraversando decidete di girarvi ed affrontare il mostro faccia a faccia, di provare a fare una trattativa con il mostro.
Quindi vi girate e vedete che il mostro non è così ripugnante come era all’inizio. Si è trasformato in qualcosa di inoffensivo e persino carino, come un personaggio dei fumetti. Così gli parlate, gli dite che prima vi faceva paura ma che ora vi fa solo tenerezza. Lo salutate e aprite gli occhi. Fate qualche respiro profondo e quando vi sentite ben centrati sul presente potete alzarvi e svolgere le vostre normali attività.
CONSIDERAZIONI
La tecnica che propongo si basa su questi semplici elementi da usare per il nostro cortometraggio:
—un mostro scelto appositamente e osservato in una immagine. Questo rappresenta il NOCCIOLO DEL NOSTRO PROBLEMA
—una serie di elementi di disturbo che derivano dalle nostre fobie o semplici idiosincrasie già conosciute. Queste rappresentano GLI OSTACOLI nel nostro percorso.
— un luogo dove la scena cambia ed è quello per voi più gradevole (mare, montagna, giardino, frutteto, castello, pista di pattinaggio ecc ecc). Questo rappresenta che IL CAMBIAMENTO DEL VOSTRO STATO D’ANIMO RESTA POSSIBILE NONOSTANTE IL MOSTRO ANCORA VI INSEGUE
—COLPO DI SCENA FINALE serve a consolidarvi nell’idea che le paure ce le siamo create noi stessi e quindi, se vogliamo, possiamo decidere di cambiare il finale del nostro film.
Man mano che procedete con questa meditazione vi accorgerete che il vostro filmino cambierà in alcuni dettagli. Va benissimo: questo indica che state trovando nuovi modi di vedere la vostra situazione e presto non tarderà a presentarsi la soluzione definitiva, la liberazione definitiva da quel pensiero che vi opprime.
NOTA Le immagini sono due famose opere della grande pittrice surrealista Remedios Varo.
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
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