Tralascio qui le meningiti vere e proprie da causa infettiva il cui trattamento è di pertinenza medica.
venerdì 1 maggio 2015
MENINGITE
Le meningi sono delle pellicole che rivestono il cervello e il midollo spinale.
La più esterna si chiama “dura madre” ed è formata da due foglietti: uno che aderisce alle ossa del cranio e uno più interno che avvolge il cervello e il midollo spinale. Al di sotto di questo strato interno c’è la “Aracnoide” e ancora al di sotto la “pia madre” che riveste il cervello e il midollo spinale fino ai solchi più piccoli. Nell’ambito di queste tre pellicole si svolgono tutti gli scambi tra sangue e liquido cefalo-rachidiano (detto Liquor): il liquido dove è immerso tutto il sistema nervoso centrale.
La meningite è una infiammazione delle meningi.
Oltre ai casi gravi, che sono quelli comunemente definiti come meningiti (sostenuti da diversi germi), esiste tutta una gradualità di forme meno gravi e perciò misconosciute, trattate come influenza o altra patologia. Si tratta di forme sub-cliniche e infiammazioni localizzate ad aree o distretti del tessuto meningeo.
Tralascio qui le meningiti vere e proprie da causa infettiva il cui trattamento è di pertinenza medica.
Nelle meningiti subcliniche o meningismi si può avere una reazione di irrigidimento della muscolatura posteriore del corpo che interessa in particolar modo il collo. Persino alcuni generici ed aspecifici mal di schiena, o problemi cervicali con contrazione irritativa della muscolatura, possono essere ricondotte talvolta a forme di meningismo.
Disturbi visivi, fotofobia, nausea, difficoltà di concentrazione, scarsa memoria. Un senso generale di malessere.
L’infiammazione genera la formazione di alterazioni del tessuto, portando alla formazione di cicatrici o degenerazioni sclerotiche. Tale processo, vista la capacità del sistema meningeo di “diluire” il problema su superfici più ampie, può portare a retroazioni o tensioni che si esercitano sulle strutture interne al sistema craniosacrale: la rigidità e la ridotta mobilità accentuata dall’intima relazione con le strutture ossee, può indurre trazioni o compressioni su nervi con alterazioni della trasmissione delle informazioni; può comprimere vasi, riducendo l’afflusso sanguigno o rallentando il deflusso, o i vasi linfatici influendo sullo stesso flusso del liquor. Il fatto che la dura madre è attaccata saldamente alla base del cranio e alla seconda e terza vertebra cervicale, favorisce il manifestarsi di situazioni compressive o irritative che spiegano la rigidità nucale. La trazione o le tensioni locali provocano un interessamento delle radici dei primi nervi cranici che, a loro volta, inducono dolore e contrazione muscolare “antalgica” della muscolatura suboccipitale e limitazioni articolari a livello della giunzione atlanto-occipitale.
Questo, vista la contiguità con i fori di uscita di alcuni nervi cranici e importanti vasi, provocherà conseguenze sistemiche quali: spasmo del trapezio superiore e del muscolo sternocleidomastoideo (quel grosso muscolo bilaterale che ci permette di girare e flettere il collo) con conseguente contrazione del collo e compressione della sutura occipito-mastoidea (per la compressione dell’XI paio di nervi cranici). Interessamento del nervo vago con conseguenti nausea, mal di testa, secchezza delle fauci, malesseri viscerali, manifestazioni cardiache. Interessamento del ganglio cervicale superiore dell’ortosimpatico, posto in quest’area e responsabile dell’innervazione ortosimpatica del cranio, potrebbe generare disturbi alla circolazione arteriosa delle meningi, o fotofobia, o disturbi dell’accomodazione. Se le radici dei primi nervi spinali sono interessate il diaframma respiratorio può subire conseguenze funzionali, favorendo un senso di fame d’aria, difficoltà respiratorie e disturbi vari. La compressione anche modica della vena giugulare favorirà un rallentamento del deflusso venoso dalla testa, generando un aumento della pressione endocranica, un rallentato flusso del liquor e fenomeni congestizi con mal di testa da ristagno venoso, giramenti di testa, difficoltà di concentrazione, senso di stordimento; la compressione sull’arteria vertebrale incrementerà questi sintomi, riducendo l’afflusso arterioso del cervello. Poiché qualunque radice nervosa (lungo la spina dorsale) può essere interessata, si potranno avere sintomi in ogni parte del corpo. La riduzione di mobilità dell’intero sistema membranoso può influenzare il corretto funzionamento del SNC generando alterazioni sensoriali, distorsioni della percezione, senso di tensione generalizzata, iperreflessia. Nei casi più gravi, i fenomeni sclerotici delle meningi possono gravemente interessare il flusso ematico o la libera circolazione del liquor, riducendone la capacità nutritiva e protettiva. La ridotta circolazione del liquor non permetterebbe il drenaggio delle sostanze tossiche, essendo il liquor (tra le altre sue funzioni) un equivalente del sistema linfatico corporeo. Nel tempo i sintomi anziché scomparire tendono a peggiorare perché si instaura un circolo vizioso: i sintomi scatenati dalla meningite continuano a generare tensioni che mantengono lo stato irritativo. L’atteggiamento difensivo che il corpo instaura comporta la formazione di (1) contrazioni antalgiche o spasmi muscolari che conducono ad un peggioramento dei problemi locali, riducendo la circolazione di sangue e linfa. (2) La formazione di cisti energetiche , cioè aree che vengono parzialmente o totalmente escluse dall’integrità funzionale corporea, creando una spirale negativa che porta ad un peggioramento dei sintomi.
Tutti questi problemi possono essere curati e risolti con il trattamento cranio-sacrale
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com
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