sabato 21 giugno 2014
IPERTENSIONE parte terza
PAROLE DIFFICILI
Prima di continuare, dunque, si impone la spiegazione di alcune parole difficili per poter proseguire nello studio di questo complesso argomento che in misura maggiore o minore riguarda tutti noi
DEPLETANTE = svuotante, che fa consumare una data molecola. Ad esempio depletante delle catecolamine vuol dire che fa esaurire la quantità di catecolamine disponibili nella terminazione nervosa; depletante surrenalico, che fa esaurire gran parte dei vari ormoni surrenalici, depletante di minerali, ad esempio del potassio, che fa esaurire questo minerale dallo spazio intracellulare, che è la sua normale sede fisiologica.
KALIEMIA= quantità di potassio nel sangue
NATREMIA= quantità di sodio nel sangue
ovviamente il suffisso -emia ci indica la presenza nel sangue: ad esempio calcemia la quantità di calcio, glicemia la quantità di glucosio ecc; ho voluto però indicare quei minerali per i quali si usa la radice del nome latino invece che italiano, per cui non è immediatamente chiaro che natrum è il sodio e kalium il potassio.
Parole con il suffisso “-penia” indicano CARENZA della sostanza indicata. Ad esempio trombocitopenia vuol dire carenza di trombociti che sono le piastrine;
leucopenia vuol dire carenza di globuli bianchi.
BRADICARDIA= rallentamento del battito cardiaco
TACHICARDIA= accelerazione del battito cardiaco
FARMACOCINETICA= in che modo e con quale velocità un farmaco viene assorbito e poi eliminato: in pratica ciò che il corpo fa per gestire questo “intruso”
FARMACODINAMICA= in che modo un farmaco agisce...ad esempio se occupa dei recettori imitando il comportamento della sostanza di cui ha preso il posto oppure se semplicemente occupando determinati recettori impedisce alla sostanza già presente di agire; in sintesi è in che modo l’ ”intruso” agisce sul nostro corpo
ALCUNI FARMACI
CLONIDINA ( catapresan) E’ un bloccante adrenergico. Iniettata endovena dà un iniziale aumento della pressione arteriosa (per stimolazione degli a-recettori periferici, che poi blocca, comportandosi da antagonista parziale) seguito da ipotensione prolungata con bradicardia; questa in un primo tempo sembra dovuta ad una azione sul SNC ( che comporta, attraverso un’azione sui centri midollari e ipotalamici, una diminuzione del tono simpatico); si ha ipertono vagale: azione bradicardizzante, aumentata sensibilità ai barocetori). Esiste anche una inibizione periferica della liberazione di adrenalina ed altri effetti di tipo ipotensivo, ma secondari all’azione centrale. Le conseguenze di queste azioni sul circolo sono una diminuzione della gittata cardiaca dopo somministrazione acuta, mentre la diminuzione del tono arteriolare è scarsa. L’ ipotensione posturale c’è ma non è forte. Si ha una diminuzione del flusso cerebrale. Si ha ritenzione renale di sodio. Viene usata nell’ipertensione grave, in certe forme di emicrania e per bloccare la crisi di astinenza negli eroinomani.
Tossicità= Gli effetti farmacologici esaltati. E’ incompatibile con antidepressivi triciclici perché essi aboliscono gli effetti della clonidina.
ALFA-BLOCCANTI
I farmaci attuali sono bloccanti del recettore
alfa-1 adrenergico: PRAZOSIN, TERAZOSIN, DOXAZOSIN ( Cardura), KETANSERINA E URADIPIL.
I recettori alfa-1 sono post-giunzionali delle cellule della muscolatura liscia, inclusa quella vascolare, che svolgono un’azione di mediazione sulla contrazione e mantengono costante il livello basale del tono simpatico. I recettori alfa-2, invece, sono pregiunzionali, situati sulla parte terminale del nervo noradrenergico e sono coinvolti nel controllo del rilascio del trasmettitore. Si trovano anche nella muscolatura liscia in sede extrasinaptica; rispondono all’azione delle catecolamine in caso di stress svolgendo un ruolo umorale.
E’ stato evidenziato che un’inibizione non selettiva di entrambi i recettori, come accadeva con gli alfa-antagonisti storici, portava ad una riduzione incompleta e transitoria della pressione con comparsa di tachicardia. In seguito a ciò sono stati messi a punto gli alfa1-inibitori selettivi .
Il DOXAZOSIN ha elevata attività antagonistica di tipo competitivo per i recettori alfa-1 postgiunzionali della muscolatura liscia vascolare; inibisce la vasocostrizione e riduce il tono vascolare. La tachicardia riflessa si può avere (in rari casi) perché il Doxazosin ha uno scarsissimo effetto anche sui recettori alfa-2. A livello farmacocinetico non ci sono differenze tra giovani e anziani. Viene indicato nei soggetti che non avevano risposto adeguatamente ai soli diuretici, beta-bloccanti, Calcio- antagonisti e ACE-inibitori. Nei pazienti che non rispondono alla monoterapia è consigliato in associazione con nifedipina, captopril, enalapril. I valori della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca possono essere mantenuti costanti per tempi prolungati anche dopo 2 anni di terapia. E’ indicato nei soggetti con insufficienza renale perché non altera l’azotemia né la creatininemia e nei pazienti diabetici perché non influisce sui loro problemi metabolici come invece accade con diuretici e beta-bloccanti. Nei pazienti con feocromocitoma può verificarsi che i livelli della pressione arteriosa fluttuino considerevolmente e che gli attacchi di parossismo ipertensivo siano imprevedibili: anche qui, grazie alla lunga emivita, viene indicato il Doxazosin. Per quanto riguarda l’assetto lipidico il Doxazosin dà una riduzione modesta del colesterolo e di LDL, e aumento di HDL e quindi del rapporto HDL/colesterolo totale. Pur presentando un’alta percentuale di legame con le proteine plasmatiche, non interferisce sul legame proteico di digossina, fenitoina, warfarin e indometacina. Non interferisce con anticoagulanti, digitalici, antidislipidemici antidiabetici orali, fans e integratori di potassio.
EFFETTI COLLATERALI
Vertigini, ipotensione; cefalea, malessere generale, astenia, edema. URADIPIL oltre all’azione della sua classe di appartenenza ha un’azione centrale poco definita sui recettori serotoninergici del bulbo con riduzione dell’attività simpatica. Il suo impiego può essere utile nell’emergenza ipertensiva: l’effetto compare in pochi minuti e dura 4-6 ore circa, senza tachicardia riflessa.
BETA-BLOCCANTI : PROPRANOLOLO, OXPRENOLOLO, ATENOLOLO, METOPROLOLO, NADOLOLO, ACEBUTOLO, PINDOLOLO, CARVEDILOLO.
L’efficacia di questi farmaci è ben consolidata, ma il meccanismo di azione è ancora incerto ( così recitava un testo di farmacologia del non troppo lontano 2001 !!!). Sicuramente vi partecipano una diminuita gittata cardiaca con resetting dei barocettori, una diminuita liberazione di renina dal nefrone, una ridotta liberazione di NA dai terminali simpatici per blocco dei recettori beta pregiunzionali, e una possibile componente centrale di inibizione del tono simpatico valida per i farmaci lipofili.
I beta-bloccanti classici, cardioselettivi (atenololo e metoprololo) determinano in acuto una diminuzione della gittata cardiaca con aumento delle resistenze periferiche; la risposta ipotensiva compare successivamente ed è correlabile al persistere di una ridotta gittata, in presenza di resistenze che tendono a tornare alla norma. Al contrario, l’emodinamica dei beta-bloccanti dotati di attività simpaticomimetica intrinseca (ISA) e di proprietà vasodilatanti è caratterizzata da diminuzione delle resistenze e da una più contenuta riduzione della gittata cardiaca. Questi farmaci vasodilatanti, o di terza generazione, sono rappresentati da carvedilolo e NEBIVOLOLO , entrambi cardioselettivi.
Tutti i beta-bloccanti riducono l’ipertrofia ventricolare sinistra dell’iperteso; possono diminuire il colesterolo HDL, aumentare i trigliceridi circolanti e potenziare l’ipoglicemia da insulina, mascherandone la tachicardia come evento premonitore; questi effetti sono meno pronunciati con le molecole beta1-selettive o dotate di ISA. Sono controindicati negli asmatici e nelle BPCO, nei blocchi atrio-ventricolari e in presenza di bradicardia, mentre nello scompenso cardiaco, inizialmente considerato controindicazione assoluta, ora vengono impiegati con le dovute precauzioni e con effetti favorevoli; Questa classe di farmaci ha mostrato minore efficacia nell’anziano mentre si è dimostrata particolarmente utile nei pazienti con cardiopatia ischemica e con sindrome ipercinetica. La sospensione della terapia deve essere lenta e graduale.
EFFETTI COLLATERALI
Ridotta tolleranza allo sforzo, insonnia, possibile aggravamento della depressione, diminuzione della libido.
EFFETTI COLLATERALI DEL CARVEDILOLO
vertigini-cefalea-astenia-nausea, bradicardia, ipotensione posturale, sensazione di freddo alle estremità, blocco atrioventricolare, progressione dello scompenso, esacerbazione dei sintomi di claudicatio intermittens; senso di occlusione nasale, asma, dispnea; dolori addominali, stipsi, vomito; eruzioni cutanee, esacerbazione di lesioni psoriasiche; innalzamento delle transaminasi, trombocitopenia, leucopenia, sindrome influenzale, dolori alle estremità, ridotta lacrimazione; la somministrazione a pazienti diabetici potrebbe, come per tutti i farmaci di questa classe, mascherare i sintomi di un’ipoglicemia acuta. Sono controindicati nell’asma.
sabato 14 giugno 2014
Ricette mediterranee
RICETTE MEDITERRANEE
Alcuni amici, cui ho consigliato la dieta, mi hanno chiesto se potevo indicare alcune ricette, data la grande quantità di verdure a disposizione e una certa monotonia riguardo al modo abituale di cuocerle.
Indicherò quindi alcune semplici ricette con i più comuni alimenti che sono disponibili ed appropriati nella stagione estiva.
le quantità indicate sono per due:
FAGiOLINI 2 modi per prepararli
(1) prendere due manciate di fagiolini (circa 2 etti) lessarli a fuoco lento in un tegame riempito a metà di acqua acqua e una cipolla tagliata a metà; dopo un'ora aggiungere due patate. Quando Le patate hanno raggiunto la giusta morbidezza e cioè sono facilmente tagliabili infilzandole con la forchetta , il piatto è pronto. Spegnere il fuoco, scolarle leggermente in modo da lasciare circa 100 ml di brodino, aggiungere il sale quanto basta, origano, olio di oliva e un cucchiaio di aceto. Ed eccoli pronti da mettere in tavola.
(2) Variante senza patate e cipolle. Cuocere i fagiolini come visto nella modalità (1) per circa 2 ore; Scolarli bene e quindi trasferirli in una padella con olio di oliva e due spicchi di aglio: saltare per 10 minuti, se restano troppo asciutti (secondo il tipo di olio usato…io ovviamente consiglio solo olio extravergine di oliva spremuto a freddo che, oltre a tutti i vantaggi nutrizionali, ha quello di non dare luogo a derivati nocivi con il calore. A questo punto i fagiolini si presenteranno molto più morbidi e "macerati" rispetto alla prima versione e risulteranno ben più appetibili a chi ama i gusti forti. Metterli nel piatto da portata, aggiungere il sale, l'olio e, volendo, l'aceto balsamico…ed eccoli pronti da portare in tavola.
POMODORI
S. Marzano o cuore di bue tagliati a metà cui siano stati tolti i semi e la parte interna semi-liquida. Quest'ultima va di nuovo aggiunta facendo passare i pezzetti scartati attraverso un piccolo colino, in modo da ottenere il succo privo di semi. Come ripieno, inseriamo una crema a base di aglio ben cotto e schiacciato tipo puré, semi di finocchio e un cucchiaino di parmigiano grattugiato. A parte prepariamo alla piastra delle sottilissime fettine di melanzane giovani (sono quelle con pochissimi semi). Ogni fetta di melanzana poi, una volta cotta, si taglia in due in modo da ottenere due larghe strisce o rettangoli. Si circonda ogni pomodoro con la fettina di melanzana e si fissa con uno stuzzicadenti. Ecco pronto un piatto stuzzicante e
semi-crudo, molto adatto per le sere d'estate particolarmente calde.
Tortino di BIETOLE
si lessano le bietole in poca acqua aggiungendone via via che evapora. Quando sono pronte (in genere bastano circa 15-20 minuti, si scolano per bene, si mettono in un piatto e si tagliano in piccoli pezzi. si aggiunge uno scalogno finemente tritato, una manciata di semi di girasole o pinoli, un condimento tipo semi di finocchio o curcuma oppure origano (che in tal caso va aggiunto solo una volta pronto il piatto), due uova sbattute. Mescolare bene il tutto e mettere in forno per 30 minuti.
CAROTE E ZUCCHINE ALLA MENTA
tagliare due carote e due zucchine a fettine sottili; aggiungere due patate piccole o una media sempre a fettine. Friggere a fuoco lento in padella per 10 minuti; aggiungere olio sale, un cucchiaio di aceto di mele e un tritato di circa 15 foglie di menta ed ecco il piatto pronto
INVOLTINI DI RADICCHIO
si prepara un ripieno costituito da:
20 olive verdi minutamente tagliate, 4 cucchiai di semi di sesamo (non tostati, ovviamente), una zucchina finemente triturata (ma non frullata) o, in alternativa, una carota grattugiata, o un cetriolo. due cucchiai di prezzemolo finemente triturato.
Prendere 6 foglie di radicchio, sbollentarle per un minuto, scolare bene e quindi riempire con il ripieno descritto e infine chiudere con uno stuzzicadenti oppure semplicemente impacchettare bene su se stesse se sono sufficientemente larghe. Mettere in formo 20 minuti oppure scaldare su piastra. Il miglior risultato è cuocerle 20 minuti nel tajin perché in questo modo si ottiene un aroma di gran lunga superiore.
CAVOLO CAPPUCCIO AL VINO
tagliare a fini listelle mezzo cavolo cappuccio bianco, farlo cuocere in umido aggiungendo acqua man mano che evapora per circa un'ora. Quindi in ultimo mettere mezzo bicchiere di vino rosso e lasciar evaporare. Metterlo nel piatto da portata con sale olio, e una manciata di olive nere.
TORTINO
tratto dal libro LA DIETA SENZA MUCO a pagina 121
per 4 persone
2 tazze (misura della tazza da tè) di carote grattugiate
mezza tazza di pan grattato
una tazza di noci spezzettate
1 tazza di prezzemolo
una tazza di passata di pomodoro (meglio se fatta in casa)
mezza tazza di cipolle finemente triturate. mezzo bicchiere di olio.
Mescolare bene il tutto e mettere in una teglia, in forno per mezz'ora ed ecco che il piatto è pronto.
sabato 7 giugno 2014
PRODOTTI SOLARI
PROTEZIONE SOLARE
Tra gli effetti positivi dell’esposizione al sole ci sono la produzione di vitamina D e la produzione da parte della pelle di sostanze simili alle endorfine, che influiscono favorevolmente sul tono dell’umore.
Gli effetti negativi, che si manifestano quando ci si espone al sole in modo esagerato rispetto alle capacità difensive della pelle e dell’organismo in generale; in particolare possono verificarsi:
(a)Disturbi di natura estetica come ad esempio le macchie, e l’invecchiamento cutaneo
(b) disturbi di natura patologica come ad esempio disidratazione, colpo di calore, scottature di vario grado, ed infine in casi particolari, i tumori della pelle. A questo proposito voglio sottolineare che dalle letture varie fatte in materia traggo l'informazione che le creme solari non proteggono dal possibile scatenarsi dei tumori. Proteggono dalle scottature e permettono di ottenere un’abbronzatura più graduale. Quindi esse vanno usate a mio avviso, solo dai fototipi chiari e/o a rischio di ustioni, mentre a scopo cosmetico, da tutti da una certa età in poi (circa 40 anni). A circa 40 anni, infatti, la pelle diventa più sottile e meno idratata, oltre al fatto che riesce a produrre una quantità minore di melanina. Per questo motivo anche chi, fototipo scuro, da giovane si abbronzava subito, bene e in modo uniforme, con l’età si abbronza passando prima per la fase di eritema, e poi in modo non uniforme formando le macchie sul viso ed altri punti critici.
Materie prime usate per preparare prodotti “solari”
la PROPOLI contiene diverse decine di flavonoidi e tra questi alcuni hanno dimostrato la capacità di assorbire le radiazioni UV sia A che B, contiene inoltre dei derivati dell’acido cinnamico, che agiscono anch’essi come filtri aggiuntivi. Molte piante forniscono oli, burri e cere che possono servire come coadiuvanti; tra queste alcune, come l’OLIO DI COCCO, godono di una fama immeritata. L’olio di cocco contiene molto acido laurico che è irritante sulla pelle; in più non dà alcuna protezione e non ha nessun potere di fare abbronzare prima la pelle. Altre invece sono utili sia come filtri, sia come emollienti e sono: OLIO DI AVOCADO, SESAMO, OLIVA, GERME DI GRANO, SOIA, RICINO. Anche per questi il potere filtrante non è paragonabile a quello dei filtri di sintesi, ma è certamente utile in abbinamento a questi e certo preferibile all’olio di vaselina, totalmente permeabile dai raggi UV, e al suddetto olio di cocco. I più protettivi sono l’olio di germe di grano e l’olio di MAIS. Taluni oli e burri hanno inoltre un contenuto notevole di insaponificabili e questo è importante ai fini di un loro utilizzo in un preparato solare, poiché si è constatato che, applicati sulla pelle, favoriscono la formazione di nuovo collagene nel derma, contribuendo a prevenire l’invecchiamento cutaneo. Il grasso più ricco di insaponificabili è il burro di KARITE’, molto usato nelle preparazioni cosmetiche dermonutrienti. Nei prodotti solari è molto usata la cera liquida, nota come OLIO DI JOJOBA. La natura chimica di questa cera la rende utile sia come filtro coadiuvante che come protettivo ed emolliente. Altri OE come quelli di bergamotto e di limone, ottenuti per spremitura a freddo, contengono sostanze fotosensibilizzanti che ne sconsigliano l’uso. Le piante che forniscono gomme e mucillagini usate nei solari sono: ALOE VERA, MALVA, PIANTAGGINE; esse non posseggono specifiche proprietà filtranti, ma protettive, ammorbidenti, lenitive. Infine tra le piante che contengono sostanze coloranti, hanno una posizione di primo piano NOCE ed HENNE’. Essi a contatto con le proteine dello strato corneo, producono composti colorati di bruno e di rosso. Non è abbronzatura ma colorazione; sembra tuttavia che il complesso colorato aumenti il potere filtrante dello strato corneo sugli UVB. Di qui il loro uso, in piccole quantità nei prodotti solari. Gli estratti di henné si usano per colorare la pelle anche in assenza di irraggiamento solare.
Integratori
Gli integratori a base di carotenoidi , tipo CAROVIT FORTE, vanno assunti 1 volta al giorno per 1 mese prima dell’esposizione al sole e 1 mese dopo per prolungare l’abbronzatura. Le capsule Bergasol contengono oltre a licopene, betacarotene marino, alga spirulina, selenio, vitE, zinco e bioflavonoidi di limone; gli oli di albicocca e di enotera, presenti anch’essi nella formulazione, favoriscono l’equilibrio idrolipidico. Un’altra innovazione è la formulazione delle capsule Parlight: al classico alfa-carotene, vitC,E,PP e selenio è associato l’estratto di OPUNZIA, che accelera la produzione delle HSP (= heat shock proteins) inducibili. Lierac-Cosmodex ha sperimentato le proprietà riparatrici dell’estratto di FICO sulle cellule cutanee dopo l’esposizione solare. Altra materia prima è l’ ALGA LAMINARIA DIGITATA che possiede un sistema di protezione efficace contro i raggi UV, poiché in caso di necessità è possibile la secrezione di cito-protectina, un oligoalginato che stimola il suo sistema immunitario; questa molecola agisce a livello dell’epidermide proteggendo le cellule di langerhans, e a livello del derma, proteggendo le cellule dendritiche, tutte cellule immunocompetenti.
AUTOABBRONZANTI
In linea di massima sono assolutamente contraria all’uso di autoabbronzanti. Il capostipite è il DIIDROSSIACETONE (DHA). L’abbronzatura si ottiene per reazione chimica tra i gruppi reattivi della cheratina e il gruppo chetolo del DHA. I composti che si formano sono idroresistenti. In parole povere il Dha provoca una reazione con le proteine dell’epidermide colorandole; l’impiego nelle formule di eritrulosio con funzione umettante favorisce poi la fissatura del colore. In termini di sicurezza va ricordato che essi non forniscono protezione dal sole visto che in realtà non viene sollecitata la produzione di melanina (che invece è protettiva come avviene nel fenomeno naturale dell’abbronzatura).
La CANTAXANTINA è un carotenoide naturale di colore arancione-rosso, stretto parente del beta-carotene. Si trova nelle aragoste e nei gamberi e in alcune alghe e piante tra cui il comune fungo commestibile detto gallinaccio. Essa è più efficace nei soggetti di fototipo chiaro e nelle donne. A differenza della tinta arancione prodotta dal beta-carotene, quella risultante dalla cantaxantina è più simile ad una abbronzatura solare.
TRAUMI DA LETTINO
Tutti i lettini per l’abbronzatura sono dannosi per la pelle. E’ vero che gli UVA non bruciano la superficie della pelle con la stessa facilità degli UVB, ma è anche vero che danneggiano il derma. I raggi UVA hanno effetti dannosi sulla retina e una parte di essi la raggiunge anche se il paziente indossa gli appositi occhiali. Gli UVA possono causare l’indebolimento del sistema immunitario; aumentano la vulnerabilità della pelle agli UVB e provocano un massiccio incremento dell’ossidazione della pelle. I radicali liberi scaturiti da questo processo ossidativo sono in grado di danneggiare qualsiasi tessuto con cui vengono a contatto. Ovviamente essi sono fattore di rischio per i vari tumori della pelle. Se si fanno comunque lampade e lettini, almeno vanno assunti degli integratori antiossidanti, e in particolare beta-carotene e selenio. La cantaxantina non influisce sulla melanina per cui agisce in combinazione con il processo dell’abbronzatura e lo intensifica. Sia il beta-carotene che la cantaxantina vengono usati con successo nel trattamento della protoporfiria, dell’esantema da esposizione alla luce e del lupus eritematoso discoide, tutte patologie caratterizzate da ipersensibilità della pelle alla luce e specialmente ai raggi solari. Quindi questi due oltre all’effetto abbronzante hanno quello protettivo. La cantaxantina viene usata in dosi da 100-150 mg/die per 2-3 settimane. Poi per mantenere il colorito sono sufficienti 30-60 mg/die. L’effetto massimo viene raggiunto in circa 4 settimane e il colore scompare in circa 4 settimane dopo la cessazione dell’uso.
CREME PROTETTIVE
Un efficace filtro di protezione solare deve avere un fattore di protezione superiore a 15; deve essere in grado di proteggere tanto dagli UVA quanto dagli UVB; deve essere fotostabile e resistente all’acqua: a parità di filtri presenti, l’efficacia e la sicurezza di un prodotto solare dipendono dall’intera preparazione cosmetica. Più indicate per i bambini sono le paste e le creme dense, in particolare le emulsioni ipoidriche (acqua in olio) a base prevalente di filtri fisici. Questi prodotti, poveri di conservanti e additivi, svolgono un’azione cutanea di superficie e sono rigorosamente controllati sotto il profilo della stabilità. Ci si può orientare altrimenti sulle emulsioni che, contenendo una fase acquosa e una grassa, permettono di avere un’elevata presenza di filtri sia fisici che chimici e di modulare la formazione di un film protettivo sulla pelle. In genere garantiscono una buona resistenza all’acqua e al sudore, soprattutto le emulsioni di acqua in olio o le più recenti di acqua in silicone, facilmente applicabili. Meno resistenti invece le emulsioni di olio in acqua (a fase continua acquosa) che inoltre contengono maggiori quantità di conservanti, potenzialmente allergizzanti, per evitare contaminazioni microbiche. Gli oli solari, formando un film idroresistente ma molto sottile, non garantiscono elevate protezioni: sono indicati per i fototipi più scuri o per chi è già abbronzato. Oli e gel sono invece ideali per proteggere i capelli dai danni prodotti dal sole, grazie anche alla presenza di forti percentuali di fitoderivati e sostanze attive. Quasi in una categoria a parte invece le acque solari che rispondono più a una moda che ad un reale bisogno di protezione; da evitare sulle pelli chiare e sensibili.
La dicitura “schermo totale” è fuorviante in quanto non esistono schermi totali così come non esistono cosmetici anallergici. Attualmente i fattori fotoprotettivi sono: filtri chimici, filtri fisici, psoraleni e beta-carotene per via orale, e ubidecarenonesempre per via orale.
Utili indicazioni che possono essere ricavate dalle etichette si riferiscono ai costituenti che sono fonte di potenziali rischi e allergie. In questo caso va posta attenzione ai prodotti che non sono solari, ma contengono sostanze fotosensibilizzanti topiche o fonte di possibili interferenze con i costituenti dei solari stessi. Tra gli esempi di sostanze rischiose le tetracicline, specie demeclociclina, doxiciclina e minociclina; l’amiodarone; i diuretici tiazidici; il ketoprofene; derivati del catrame; psoraleni; sulfonamidi; alcune fenotiazine; tinture coloranti.
Su 12 soggetti trattati con filtri a base di idrochinone 3 mostravano fenomeni conclamati di dermatosi atipica.
Tutti i filtri solari possono dare sensibilizzazione e fotosensibilizzazione.
DOPOSOLE
Un doposole può avere un forte ruolo di riduzione del danno superficiale, specie in termini di disidratazione e distacco dei corneociti, con un effetto molto utile anche di fissaggio dell’abbronztura. Le formulazioni impiegate sono specificamente tarate per aiutare i processi riparativi e, in questo senso, sono diversi da un generico latte idratante dopo-bagno.
Fitoterapia Rimedi per la cute irritata e arrossata dal sole sono CAMOMILLA E MALVA. Matricaria Camomilla detta anche camomilla tedesca, e Anthemis Nobilis, detta Camomilla romana. Azioni e indicazioni sono simili. Gli estratti acquosi hanno maggior attività spasmolitica rispetto agli estratti alcolici, più spiccatamente antiflogistici. L’alto contenuto di mucillagini (fino al 10%) conferisce alla Malva una valida attività emolliente e antinfiammatoria, ideale per irritazioni da agenti atmosferici e chimici; vi si ricorre anche contro eczemi e pruriti in età pediatrica. Consigliamo di mettere un sacchetto di garza contenente la droga direttamente nell’acqua del bagno; in alternativa applicare sulle zone irritate compresse di garza imbevuta per 15’, oppure pomata al 10%. La CALENDULA ha spiccata attività antinfiammatoria, cicatrizzante, antisettica, soprattuto per pelli irritate e screpolate; inoltre normalizza il microcircolo, quindi è utile per flebiti e varici; la quantità di TM da includere in una crema non molto grassa è del 10-20%; è usato pure l’olio di calendula puro o diluito al 10-20% in altri oli vegetali come quello di mandorle dolci, dotato delle stesse caratteristiche. AMAMELIDE per l’azione astringente , antinfiammatoria ed emostatica dovute all’alto contenuto di tannini. ALOE il gel è costituito da polisaccaridi, acqua, saponine e vitamine,con proprietà decongestionanti e reidratanti; il gel penetra nel tessuto cutaneo ed esercita azione antiflogistica e anestetica: pare infatti inibire la formazione di trombossano e di promuovere la crescita delle cellule del derma grazie alla presenza di glicoproteine.
domenica 1 giugno 2014
Abusi della sanità
UN BRANO DA MADAME BOVARY
di Flaubert che illustra i tanti risvolti della medicina quando punta al guadagno e al successo invece che al benessere del paziente.
... “Egli” dell’incipit sarebbe il farmacista che voleva che il medico, marito di madame Bovary, eseguisse una operazione (con un nuovo metodo vantato su un manuale) sul giovane zoppo del villaggio affinché potesse camminare normalmente.
Ora vi lascio gustare il brano :-)
“ Egli aveva letto recentemente di un nuovo e vantato metodo per la cura dei piedi storpi, ed essendo un fautore del progresso si era messo in mente la campanilistica idea che Yonville, per essere all’altezza dei tempi, avrebbe dovuto sperimentare questi interventi di ortopedia. “Tanto” disse a Emma “che cosa rischiamo?”
Stia a sentire: (ed enumerò sulle dita i vantaggi del tentativo) successo quasi sicuro, sollievo e vantaggi estetici per il malato, fama subitanea per il chirurgo. Perché suo marito, per esempio, non dovrebbe desiderare di liberare il povero Hippolyte del Leon d’Oro? Tenga presente che quell’uomo non mancherà di raccontare la sua guarigione a tutti i viaggiatori di passaggio, e poi (Homais abbassò la voce e si guardò intorno circospetto) chi mi impedirà di mandare al giornale un trafiletto sull’argomento? Eh, mio Dio! Un articolo gira...se ne parla...finisce per diventare una valanga! E chi può mai dire? Chi può dire?
In verità Bovary avrebbe potuto riuscire; nulla lasciava sospettare a Emma che egli non ne fosse capace, e quale soddisfazione sarebbe stata per lei averlo spinto a un passo che avrebbe potuto accrescerne la reputazione e l’agiatezza. Emma non desiderava altro se non basare le proprie aspirazioni su qualcosa di più solido dell’amore.
Charles, sollecitato dal farmacista e dalla moglie, si lasciò convincere. Si fece mandare da Rouen il volume del dottor Duval e tutte le sere, con la testa fra le mani, si immergeva in questa lettura.
Mentre studiava il piede equino, il piede storto in dentro, il piede valgo e cioè la strefocatopodia, la strefendopodia e la strefexopodia, (o, per meglio dire, le differenti malformazioni del piede) insieme con la strefipodia e la strefanopodia, il signor Homais, per mezzo di una serie di ragionamenti, cercava di convincere il mozzo di stalla dell’albergo a farsi operare.
“Non sentirai, forse che un piccolissimo dolore, una puntura come per un modesto salasso, meno che per l’estirpazione di certi calli.”
Hippolyte rifletteva, guardandosi intorno coi suoi stupidi occhi.
“Del resto,” riprendeva il farmacista “la cosa non mi riguarda! Lo dico per un senso di umanità nei tuoi confronti. Vorrei vederti, amico mio, liberato da quella orribile claudicazione, con quel dondolio della regione lombare che, per quanto tu possa dire, deve nuocerti molto nel tuo lavoro.”
A questo punto Homais gli faceva presente come si sarebbe sentito più forte e più in gamba, e gli lasciava capire che avrebbe avuto più successo con le donne: il mozzo di stalla sorrideva goffamente. L’altro cercava di stuzzicarne la vanità.
“Ma che razza di uomo sei, perbacco? Cosa avresti fatto, allora se avessi dovuto fare il servizio militare e andare a combattere sotto le bandiere?...Ah Hippolyte!”
E Homais si allontanava, dichiarando di non capire certe ostinazioni e una tale cecità di fronte ai benefici della scienza.
Il disgraziato cedette. Perché fu quasi una congiura, alla quale presero parte Binet, che non si occupava mai degli affari altrui, la signora Lefrançois, Artémise, i vicini, addirittura il sindaco; tutti , in una parola, lo esortarono, gli fecero prediche, lo svergognarono. Ma l’argomento decisivo fu che non avrebbe pagato un soldo. Bovary si sarebbe preoccupato perfino di procurare l’apparecchio per l’operazione. Era stata di Emma l’idea di tanta generosità e Charles aveva acconsentito, sempre più convinto, in fondo al cuore, che sua moglie era un angelo. Con i consigli del farmacista e ricominciando daccapo per tre volte il lavoro, fecero costruire dal falegname, aiutato dal fabbro, una sorta di cassetta pesante circa otto libbre, nella quale non si era fatta economia di ferro, legno, latta, cuoio, viti e bulloni.
Tuttavia, per sapere quale tendine si dovesse recidere a Hippolyte, bisognava conoscere prima che specie di piede zoppo avesse.
Il piede di lui formava con la gamba una linea pressoché diritta, e questo non gli impediva di essere anche un poco distorto verso l’interno, per cui si trattava di un piede equino un po’ varo, o, se si preferiva, di un piede varo con forti caratteristiche equine. Ma, pur con questo piede equino, largo proprio come la zampa di un cavallo, con la pelle rugosa, i tendini secchi, l’alluce grosso, le unghie nere simili ai chiodi di un ferro di cavallo, lo strefopodo dalla mattina alla sera, trottava come un capriolo. Lo si vedeva di continuo in piazza saltellare intorno ai carretti, gettando avanti il suo sostegno inconsueto, il quale sembrava perfino più vigoroso di quello sano. A forza di essere utilizzato, aveva acquistato quasi delle qualità morali di pazienza e di energia tali che, quando il suo proprietario doveva compiere un lavoro particolarmente pesante, si appoggiava di preferenza proprio sull’arto storpio.
Dal momento che si trattava di un piede equino, bisognava recidere il tendine di Achille, salvo poi intervenire in seguito sul muscolo tibiale anteriore per eliminare il difetto che portava il piede a spostarsi in dentro. Il medico, infatti, non osava rischiare in una sola volta due operazioni, e addirittura già tremava per la paura di incidere qualche parte importante e a lui sconosciuta.
(...) (((-- termine aggiunto da me per riassumere il pezzo omesso-- )))
--Nessun luminare-- poteva essersi sentito il cuore così agitato, la mano tremante, i nervi tesi come Bovary nel momento in cui si avvicinò a Hippolyte con il tenotomo stretto tra le dita. (...) Charles incise la pelle, si sentì uno scricchiolio. Il tendine era reciso, l’operazione finita. Hippolite sembrava sbalordito per la sorpresa, si protendeva per coprire di baci le mani di Bovary.
“Suvvia, calmati” disse lo speziale. “Dimostrerai più tardi la tua riconoscenza.”
E uscì per comunicare l’esito ai cinque o sei curiosi che stazionavano nel cortile, i quali si aspettavano di vedere Hippolyte ricomparire camminando senza più zoppicare. Poi Charles, dopo aver sistemato il suo paziente nell’apparecchio meccanico, tornò a casa, ove Emma lo aspettava sulla porta, piena di ansia. Gli gettò le braccia al collo e poi si misero a tavola. Charles mangiò molto e volle bere addirittura, dopo la frutta, una tazza di caffè, un lusso che si concedeva soltanto la domenica, o quando aveva ospiti.
La serata fu deliziosa, piena di chiacchiere, di comuni speranze. Parlarono di futura agiatezza, dei lussi che avrebbero potuto permettersi. Charles già vedeva crescere la propria notorietà, aumentare il benessere della famiglia; sua moglie l’amava ancora e si sentiva felice di essersi purificata in un sentimento nuovo, pulito, migliore, felice di provare finalmente qualcosa di simile alla tenerezza, per quel brav’uomo che l’aveva sposata. Per un momento il pensiero di R. le attraversò la testa; ma i suoi occhi si posarono di nuovo su Charles: notò con sorpresa che egli aveva dei bei denti.
Erano a letto quando il signor Homais, ignorando la domestica che cercava di trattenerlo, entrò d’improvviso in camera, tenendo tra le mani un foglio fresco di inchiostro. Era l’articolo che intendeva mandare al Faro di Rouen per rendere pubblica la notizia. Voleva che lo leggessero.
“Lo legga lei” disse Bovary.
Egli lesse l’ampolloso articolo.
Ma tutto ciò non valse a impedire che, cinque giorni dopo, mamma Lefrançois arrivasse allarmatissima gridando:
“Aiuto, muore...Mi sento impazzire!”
Charles si precipitò verso il Leon d’Oro e il farmacista, che lo vide attraversare la piazza senza cappello, uscì di corsa dalla farmacia. Giunse anch’egli all’albergo ansimante, rosso in viso, preoccupato, e domandò a tutti quelli che stavano salendo le scale:
“Che cos’ha il nostro interessante strefopodo?”
Lo strefopodo si torceva, in preda a convulsioni atroci, tanto che l’apparecchio in cui gli avevano imprigionato la gamba batteva contro il muro come se volesse sfondarlo.
Con grandi precauzioni, per non spostare l’arto dalla giusta posizione, tolsero la cassetta e si presentò allora ai loro occhi uno spettacolo spaventoso. La forma del piede scompariva in un gonfiore tale da dare l’impressione che la pelle sarebbe scoppiata da un momento all’altro e quasi
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com