mercoledì 14 settembre 2016
Fibromialgia
Premetto che a mio parere il termine Fibromialgia non è altro che un nuovo nome per una serie di sintomi esistenti da sempre.
Questa patologia viene diagnosticata a molti pazienti e costoro sono molto contenti di aver trovato un nome per il loro malessere (quasi che, essendo battezzato, è quasi curato). Riporto quanto si dice in letteratura per questa patologia che io, invece, definisco come la fase di deposito secondo Reckeweg.
I sintomi ci sono e il malato soffre! Dunque suggerirò le mie conclusioni su come affrontare il problema: sottolineo che le mie conclusioni sono tratte da articoli che ritengo validi e non le ho di certo inventate dal nulla.
FIBROMIALGIA
È una sindrome caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità. Gli indici di infiammazione sono nella norma. Prevalentemente interessati dal dolore sono: la colonna vertebrale, le spalle, il cingolo pelvico, braccia, polsi, cosce. Al dolore cronico, che si presenta a intervalli, si associano spesso disturbi dell'umore e in particolare del sonno, nonché astenia che spesso può essere tale da impedire al paziente lo svolgimento delle sue normali attività. Inoltre la non-risposta ai comuni antidolorifici nonché il carattere migrante dei dolori sono peculiari della fibromialgia.
La radice del problema è in un perenne stato di allarme dell'individuo che conduce al quarto stadio dello stress descritto da Seyle e quindi alla fase di deposito descritta da Reckeweg. Questo porta ad alterazione degli assi neuro-endocrini con successivo interessamento del sistema immunitario
Sintomi
I principali, che non necessariamente si manifestano tutti e nello stesso momento, sono:
--dolori muscolari senza causa (da più di 3 mesi)
--colon irritabile con distensione addominale
--insonnia o sonno non riposante
--astenia, stanchezza costante
--rigidità e impaccio nel movimento al mattino alzandosi dal letto.
--crampi (soprattutto notturni)
--sensazioni (parestesie) come formicolii, stilettate, intorpidimento
--mal di testa
--dolori al volto (confusi con patologie dell'articolazione temporomandibolare)
--dolori al torace
--forti dolori alle braccia, ai polsi ed alle mani
--ansia, depressione, attacchi di panico
--alterazioni dell'equilibrio (senso di instabilità, di sbandamento)
--senso di confusione o di stordimento
--secchezza degli occhi, della bocca, della pelle
--visione sfocata
--temperatura alterata oppure alterata percezione di caldo e freddo
--intolleranza al freddo oppure al caldo umido o tutti e due
--ipersensibilità della pelle, della vista, dell'olfatto, dell'udito
--fotofobia e intolleranza ai segnali luminosi tipo: monitor del PC, televisore;
--il dolore non passa completamente con gli antidolorifici ed antinfiammatori tradizionali
--i cambiamenti di stagione e del tempo innescano i sintomi.
TERAPIA OLISTICA
Eseguire contemporaneamente
— metodi che aiutano il soggetto a rielaborare i propri comportamenti e i propri schemi mentali
—drenaggio di tutti gli emuntori per rimuovere le scorie accumulate e che sono la causa fisica del problema
—sana alimentazione
—fitoterapia
—uso di prodotti omeopatici e omotossicologici in grado di ripristinare la funzione psico-neuro-endocrina-immunitaria del soggetto.
PSICHE
—Tecniche di rilassamento che svolgono il ruolo di migliorare la conoscenza e il rapporto del paziente con il proprio corpo e con la fibromialgia stessa. Da segnalare in proposito i metodi: Craniosacrale, bioenergetica, Tai Chi, Feldenkrais.
—Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), di notevole ausilio nel modificare l'atteggiamento "difensivo a oltranza" del malato fibromialgico, che ha nella diffidenza e nella propensione alla dipendenza affettiva i tratti psicologici fondamentali. I fibromialgici sono persone caratterizzate da ambizione “irrealistica” riguardo alle scelte di vita fatte. Sono ingabbiati in una ragnatela di doveri che non hanno scelto consapevolmente. Non si rendono conto che non tutti sono uguali, che lo standard di vita dei loro conoscenti o i modelli proposti dalla società non si adattano bene ad ogni persona. Non poche volte la fibromialgia è una forma di protesta dell'individuo, una protesta disperata, inconscia e distruttiva. La carica di rabbia che si portano dentro è talmente elevata che addirittura viene negata. Il modo migliore per uscirne, quindi, è prendere consapevolezza di queste caratteristiche della personalità che bloccano un sano fluire della vita e decidere di modificarle in modo da raggiungere un realismo che rappresenta il vero presupposto per poter guarire.
DRENAGGIO
—per il drenaggio vi riporto all’articolo che ho pubblicato nel 2011:
http://olisticaedintorni.blogspot.it/2011/03/drenaggio.html
ALIMENTAZIONE
verificare che la propria alimentazione sia assolutamente “sana” e per sana intendo usare solo alimenti di alta qualità come indicato sui vari articoli pubblicati e disponibili ormai a più non posso su tutta la letteratura in rete e cartacea!
FITOTERAPIA
BETULLA, EQUISETO, GRAMIGNA, PINUS MONTANA MG, VITIS VINIFERA 50 gocce al dì.
RIMEDI
L’uso dei rimedi omotossicologici è affidato al medico in quanto sono rimedi da iniettare. Riporto un brano di un articolo del professor Leonello Milani pubblicato sulla rivista La medicina biologica (non trovo tra i miei appunti il numero e l’anno per cui ci accontentiamo di un copia e incolla!)
La fibromialgia è una forma di reumatismo non articolare caratterizzata da dolore muscolare generalizzato, associato a molte aree tender (tender points= punti di tensione). I test reumatici e flogistici sono costantemente negativi. Molte aree trigger miofasciali corrispondono alla localizzazione di zonidi di agopuntura, specialmente la giunzione muscolo-tendinea, soprattutto nei muscoli staturali. Sia le aree trigger che gli ago-zonidi si caratterizzano per una brusca caduta della resistenza elettrica (pozzi elettrici). Il termine riportato negli antichi testi cinesi per designare il “punto” di agopuntura è “ hi-shueh” che letteralm significa “il fondo del pozzo”. Uno dei concetti chiave della dottoressa Travel ( era medico dei Kennedy e ha scritto un famoso testo-base per medici, chiropratici e fisioterapisti) è che ogni singola area trigger muscolare produca, a riposo o in movimento, un dolore proiettato in un’area specifica extrametamerica per ciascun muscolo. Il paziente avverte dolore in aree non corrispondenti a quelle che ospitano il/i trigger che ha provocato dolore. Ciascun muscolo può essere sede di più trigger e, conseguentemente, proiettare a distanza più algie con notevole complicazione per la diagnosi topografica, poiché molte algie si sovrappongono.
I circa 300 trigger indicati da Travell e Simons sono ridotti solo a pochi nella tavola pubblicata dall’American College of Reumatology nel 1990. In sostanza i trigger zone possono essere mutevoli, e quindi non è importante una mappatura precisa, ma vanno trovati caso per caso. Gli studi termografici evidenziano come ogni trigger non sia un punto, bensì un’area ischemica fredda, circondata da una zona cutanea calda, coinvolgente ampie porzioni somatiche. L’insorgenza del dolore muscolare è legata a stimolazioni di aree relativamente vaste, dando origine a iperalgie diffuse. Può accadere che lungo il decorso di un nervo sensitivo o misto si organizzino una o più aree trigger muscolari: per vasocostrizione riflessa può indursi sofferenza ischemica del nervo; in questo caso il dolore sarà irradiato, non proiettato, lungo il decorso nervino “a valle “ del trigger. Questo fenomeno si osserva spesso, ma si tratta di una neuropatia secondaria. Ad esempio Sindrome del nervo grande occipitale di Arnold da trigger dei muscoli retti del capo omolaterali; oppure sindrome del nervo addomino-genitale da trigger del muscolo psoas omolaterale: in questi casi il dolore irradiato di tipo nevritico è circoscritto, acuto, urente, e non diffuso, sordo, stringente come nel dolore miofasciale. L’intrappolamento di un singolo nervo può compromettere la funzionalità a distanza di alcuni muscoli, ma ciò non induce dolore proiettato di tipo muscolare, bensì dolore irradiato di tipo nervino.
Il paziente indica l’area iperalgica e l’operatore, dopo aver rilevato la presenza di un trigger, lo inattiva. La localizzazione delle aree trigger è semplice e veloce: (1) farsi indicare dal paziente le zone algiche con precisione iniziando dalla muscolatura cervicale, poi dorsale e lombare. Prima la muscolatura paravertebrale involontaria (staturale), poi quella volontaria (cinetica). L’inattivazione dei trigger paravertebrali risolve almeno il 70-80% di tutta la patologia algica lamentata. (2) segnare con matita dermografica tutte le aree indicate dal paziente. (3) Attendere qualche minuto e ripetere la fase 1. In questa fase può succedere che non tutte le aree vengano confermate oppure se ne possono aggiungere altre. (4) Segnare con matita dermica eventuali aree aggiunte. (5) palpare col 1° dito o con un piccolo cilindro di plastica o gomma dura (no metallo) del diametro di 2 cm, ciascuna area segnata facendo scorrere il polpastrello sulla cute e sui piani di clivaggio sottostanti. La palpazione deve essere non molto profonda, precisa e sicura. (6) Segnare con matita dermica le aree trigger più dolorose. Per le prime sedute andranno trattate solo queste; nelle successive si faranno anche le altre. (7) La zona algica indicata dal paziente è un vero trigger se a= ispettivamente il muscolo in toto (che ospita il trigger) è più contratto dell’omonimo controlaterale ed appare più accorciato e gonfio; b= palpatoriamente si presenta come una bandeletta di consistenza teso-elastica circoscritta, di volume variabile (non più di 2 cm di diametro) che scatta alla palpazione, oppure un lieve affossamento del tessuto muscolare; un trigger funzionale determina comunque una ipofunzionalità muscolare con subtrofia fibrale e sostituzione del mio-tessuto con connettivo fibrillare lasso o adiposo subfasciale. In questo caso si tratta di un trigger fasciale. C= elicitazione di un dolore circoscritto, sordo, profondo. Esso è veicolato dalle fibre amieliniche di piccolo calibro dette fibre c o gamma. Esso è provocato dalla stimolazione meccanica di una flogosi fredda.
E’ importante distinguere questo dolore da una dermalgia riflessa viscero-cutanea. La diagnosi differenziale deve sempre essere fatta, soprattutto nel distretto toraco-lombare in quanto : a= le eventuali patologie viscerali possono accendere un trigger miofasciale o slatentizzarne uno già presente; b= le dermalgie riflesse viscero-cutanee posteriori secondo Henri-Antoine Jarricot (DPRJ) si sovrappongono alla aree trigger della muscolatura involontaria paravertebrale. Nella stessa area, attraverso due tecniche semeiologiche diverse si concretizzano 2 diagnosi diverse.
Noi consigliamo terapie fisiche manuali quali manipolazioni vertebrali manu medica, massiofisiokinesiterapia, massaggi con impastamento muscolare, massaggio connettivale, Shiatsu. Altre terapie quali agopuntura, omeopatia e congeneri, fiori di Bach, fitoterapia e psicoterapia. Scegliere terapie compatibili tra loro. Se, ad esempio si fanno infiltrazioni con anestetici locali risulta inutile l’agopuntura, perché i punti locali non troverebbero modo di esprimersi poiché neutralizzati dal farmaco.
La terapia omotossicologica è curativa, non palliativa, non solo per i motivi cardine dell’omeopatia, ma soprattutto perché: se l’O2 non entra nella mio-cellula, poiché i vasi arteriosi sono soffocati dallo spasmo muscolare, il 2° e 3° momento della respirazione cellulare non possono svolgersi e il 90% dell’energia che si dovrebbe produrre non si produce. Ricordiamo che la respirazione cellulare comporta un 1° momento in cui si svolge la glicolisi, cioè si demolisce il glucosio producendo acido piruvico + 2 ATP + H2O per ogni molecola di glucosio; un 2° momento in cui viene immesso O2, cioè l’acido piruvico è scisso dal ciclo di Krebs con formazione di altri 2 ATP, elettroni e CO2; e un 3° momento in cui gli elettroni provenienti dal ciclo di Krebs sono trasferiti lungo una catena di trasportatori di elettroni fino a produrre altri 32 ATP. Complessivamente si formano 36 ATP per ogni molecola di glucosio demolita. Ora, uno stratagemma terapeutico sblocca questa situazione: in fase cronica l’iniezione in loco di coenzyme comp fornisce tutti i 10 catalizzatori del ciclo di Krebs, saltando a piè pari l’ostacolo dovuto alla anaerobiosi parziale. Il debito di O2 viene risolto fornendo direttamente i catalizzatori e l’energia necessaria.
RIMEDI
Fase acuta= azione analgesica----> colocynthisD3, gelsemium D5, atropinum sulfuricum D5, aconitum D6. az antispastica somatica ----> magnesium phosphoricum D5, cuprum sulfuricum D5. az antispastca viscerale ----> ammonium bromatum D3, cuprum sulf D5. az sedativa----> passiflora incarnata D1, chamomilla matricaria D2, agaricus (= amanita muscaria) D3.
+
procainum comp+ arnica comp heel +rhus tox homaccord
+
se trigger cervicali ----> crotalus e apis
se trigger dorsali ----> spongia e apis
se trigger lombari----> sepia, berberis, hypericum e rhus tox
di questi i primi da aggiungere al coktail e gli ultimi x riga da infiltrare.
Si continua con terapia domiciliare a base di ignatia homaccord gtt, arnica-heel gtt, lymphomiosot gtt, coenzyme comp fl x os.
I punti di Weihe da trattare sono : V17,V64,VB38, VB 30, V 65
Fase sub-acuta= nevriti urenti----> Arsenicum album D12, patologie reumatiche ----> formica rufa D12, nevriti “a tirage” ----> sulphur D12.
+
arnica comp heel fl, gelsemium homaccord fl, solanum comp
+
Se trigger cervicali aggiungere al cocktail crotalus e infiltrare bilateralm apis e nux vomica.
Se trigger dorsali o lombari idem come x fase acuta.
Si continua con terapia domiciliare a base di ignatia homaccord gtt, arnica hee gtt, galium heel gtt x la sua az drenante, coenzyme comp fl x os.
Fase cronica=arnica + colocynthis homaccord, che è x algie irradiate, parestesie, reumalgie+ coenzme comp+ cuprum heel. Se trigger cervicali aggiungere crotalus e infiltrare apis e nux vomica. Se trigger dorsali e lombasi --> come fase acuta terapia ambulatiriale. Come terapia domiciliare ignatia homaccord gtt, arnica heel gtt e come drenante fucus compositum fl x os 1 alla settimana, sempre se il pp è esente da patologia tiroidea e da patologia autoimmune x la presenza nel prodotto di tiroide suis e thymus suis.
STOP
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com
leggo
RispondiEliminaLa FM cmq porta moltissimi altri problemi oltre i dolori.....
RispondiEliminaHo citato un elenco dei sintomi all'inizio dell'articolo, ma se vuoi aggiungere altri dati mi fa piacere: è un contributo che può arricchire il repertorio per coloro che affrontano la malattia. Dunque grazie!
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