domenica 27 marzo 2016
SULFUR
Un brevissimo articolo su un rimedio molto utile praticamente per tutti.
Oggi è un giorno di festa perciò vi porto via solo due minuti augurandovi una Pasqua di gioia, pace e serenità.
Nell'organismo lo zolfo, legato organicamente a certe proteine, svolge numerose azioni. In particolare interviene nei processi di detossicazione attraverso le reazioni di glicuronazione che si svolgono nel fegato. A dosi omeopatiche va a modulare queste funzioni fisiologiche. Esso può sia rallentare che accelerare le varie reazioni metaboliche. Nei soggetti con metabolismo lento c'è un accumulo di tossine a causa di una eliminazione poco efficiente, mentre nei metabolizzatori veloci sono presenti le tossine dovute ad un eccesso di eliminazione.
Ecco perché Sulfur è un prezioso rimedio che può essere utile a tutti.
Escludendo per il momento le malattie in fase acuta, vediamo le caratteristiche tipiche di questo rimedio.
-- stato di intossicazione lenta, graduale, che si manifesta con dermatite cronica. La pelle può essere ruvida, con pustole o, più spesso, presenza di croste.
--sudorazione abbondante e cattivo odore
--peggiora con il calore
-- disturbi di circolazione
-- Sensazione di peso epigastrico, flatulenza, meteorismo e rigurgiti acidi
--addome globose e prominente
-- diarrea o stipsi
--esigenza di sonno maggiore della media. Al mattino si alza tardi. La sonnolenza dopo i pasti è già un sintomo di leggero scompenso cui può seguire la difficoltà a prendere sonno la notte. In questi casi Sulfur è particolarmente utile.
-- mal di testa che peggiora con la luce e il rumore (emicrania classica)
--rinite frequente o cronica, bronchite, asma e tutti i sintomi a carico delle vie respiratorie, esprimono il tentativo di eliminare le tossine accumulate in queste vie. Sulfur a seconda della dose scelta può accelerare questa eliminazione o placarla: in entrambi i casi risolve il disturbo.
Ma si può usare Sulfur anche nella fase acuta di un disturbo?
Certo. Se viene assunto all'inizio, promuove l'eliminazione delle tossine; se viene assunto verso la fine evita le complicanze: basti pensare alla sua speciale utilità nelle malattie esantematiche tipo varicella, morbillo ecc ecc.
SULFUR è di prima scelta nei casi di:
-- allergia
--dermatite
--turbe metaboliche
--menopausa
--ipertensione.
domenica 20 marzo 2016
Fiori di Bach per uscire da una dipendenza
immagine realizzata da Giovanni Ambrosioni dal titolo Mutanti
Molte persone soffrono di una dipendenza verso “qualcosa”. Oserei dire il 90% della popolazione. Si tratta dei cosiddetti “vizi” che si fa molta fatica ad eliminare e per i quali si usa dire che occorre forza di volontà per uscirne.
Ci sono dipendenze che richiedono veri e propri protocolli terapeutici come quelle da sostanze, alcool, tabacco, troppo cibo. Ci sono dipendenze più innocenti dal punto di vista dell’”occhio sociale” e spesso autolesioniste, quasi segrete (in quanto il soggetto se ne vergogna) ma sempre fastidiose perché innanzi tutto sottraggono molta energia (proprio per lo stato ossessivo- compulsivo) e poi perché causano a volte veri e propri disturbi o alterazioni permanenti. Mi riferisco ad esempio alle abitudini di:
—rosicchiarsi le unghie
—strizzare i brufoli
—mordersi le labbra
—tirarsi i capelli o la barba e i baffi
—strapparsi le pellicine
—altri analoghi e più rari: conosco persino diversi casi di gente che mangia di nascosto articoli non proprio commestibili come la carta igienica, le ostie che si usano per assumere i farmaci in dosi da 10-20 pacchetti.
Quando siamo sotto stress la nostra attività autolesionista diventa più frenetica e aggressiva. In condizioni normali continua sempre. Ogni tanto arriva una fase di riposo nella quale ci accorgiamo di non aver “praticato” il nostro vizio, così senza difficoltà. Ci illudiamo allora di aver smesso per sempre. Ma ecco che dopo poco tempo ricominciamo quasi senza accorgercene.
Per tutti coloro che si riconoscono in questo profilo, ecco un prezioso articolo di Barbara Gulminelli pubblicato su Farmacia News nel settembre 2008:
“Innanzitutto l’essere deboli nei confronti di una sostanza o di un’abitudine dipende da un vuoto che non può essere colmato semplicemente imponendosi di rinunciare a quella sostanza o abitudine perché ci si convince che fa male. Il vuoto deve essere colmato o meglio sostituito trovando qualcosa di diverso, ma altrettanto soddisfacente e significativo, in se stessi e nella propria vita, e questo è il compito della psicoterapia. Il ruolo dei fiori di Bach può dunque essere solo quello di affiancarsi a questo percorso, aumentando la capacità di dire di no, la sincerità con se stessi e la forza di volontà.
CENTAURY
il fiore per chi è sottomesso. Centaury serve a chi è troppo disponibile e tende a fare ciò che vogliono gli altri, compiacendoli pur di non perdere la loro approvazione ed il loro amore. Cosa c’entra questo con le dipendenze? Centra perché di fatto si tratta del rimedio per chi non sa dire di no: alle pretese del parente o dell’amico, certo, ma anche al cibo, al fumo, o ad un altro tipo di sostanza che crea dipendenza. Quando ci si trova in una problematica Centaury, molto spesso si verificano anche fasi di tipo Holly (la rabbia perché si vorrebbe in realtà smettere di fare ciò che non corrisponde alle proprie scelte), seguite da altre tipo Pine (il senso di colpa perché la rabbia viene combattuta in quanto considerata non legittima, o anche il senso di vergogna legato al fatto di essere caduti ancora una volta in un’abitudine non positiva). Se siamo di fronte ad un’alternanza di questi stati, è consigliabile cominciare con Pine, per eliminare ogni senso di colpa e vergogna, utilizzando poi Holly se si presenta un senso di rabbia, oppure passando direttamente a Centaury, per fortificare la volontà e aiutare a decidere sapendo dire anche di no. Ricordiamo anche che dei rimedi per aiutare a rimanere centrati nelle proprie decisioni, che si possono abbinare vantaggiosamente a Centaury, sono Wild oat per capire cosa davvero si vuole, e Chestnut bud per aiutarsi a cambiare le vecchie abitudini passate nelle quali, nonostante tutto e sebbene si capisca benissimo che sono nocive, si tende a ricadere.
AGRIMONY
Più sincerità. Un secondo passo, dopo aver lavorato sul problema di essere troppo deboli ed accondiscendenti, è quello di entrare maggiormente in contatto con se stessi, cercando, per quanto è possibile, di rinunciare alla necessità di adottare delle maschere e degli atteggiamenti di facciata. La sincerità con se stessi, che è molto difficile per tutti, può essere aiutata grazie ad Agrimony. Si tratta di un rimedio dall’azione profonda e complessa, perché tende a metterci a contatto con alcune parti di noi che normalmente preferiamo non vedere. Per questo, prima di utilizzare Agrimony può essere consigliabile (anche dopo al trattamento con i fiori illustrati nel punto precedente) verificare che non siano in atto degli stati negativi che possono derivare dallo stesso Agrimony, ed in particolare Vervain e Sweet chestnut. In pratica ciò significa che la paura di guardare dentro di sé (Agrimony) tende ad essere compensata attraverso un attivismo sfrenato e un eccessivo entusiasmo (Vervain): stato che porta a esaurire le energie fino a sentirsi svuotati, privi di interesse e completamente confusi, come se nulla avesse più un senso e perciò vicini alla disperazione (Sweet chestnut); in questo stato è facile ricorrere a sostanze o abitudini che creano dipendenza. Sarà allora consigliabile assumere prima Sweet chestnut, per migliorare questo senso di disperazione, poi Vervain per eliminare la tendenza a “fare” invece di “essere”, infine Agrimony per guardare con più coraggio dentro di sé.
LARCH
La forza di volontà.
Il larice ci dà il rimedio che serve alle persone che mancano di fiducia in se stesse e soffrono di una sensazione di inferiorità. Chi ha bisogno di Larch, spesso si sente inadatto o inadeguato alla situazioni, anche se razionalmente questo non è vero. Un atteggiamento di base Larch rende rinunciatari, toglie la creatività nelle cose che si fanno, conferisce una sensazione di sfiducia di fondo che porta a vedere la propria vita come triste e insoddisfacente (Mustard) e per questo spinge a ripiegare su sostanze sostitutive. Larch non è connesso direttamente con il problema delle dipendenze, ma c’è quasi sempre una problematica di tipo Larch , spesso inconscia, alla radice delle dipendenze. Un trattamento con Larch aiuta ad alzare la testa, sentirsi fieri di sé e delle proprie capacità e anche evitare atteggiamenti compensatori di falsa sicurezza, riconoscendo onestamente i propri limiti e riconciliandosi con essi. Il consiglio è di suggerire questo fiore non di primo acchito, ma dopo un trattamento con le altre 2 essenze citate: dapprima un lavoro con Centaury , eventualmente preceduto da Holly e da Pine, per rinforzare, poi un periodo di trattamento con Agrimony (eventualmente preceduto da Vervain e Sweet chestnut) per rendere più sinceri con se stessi. Infine per confermare la volontà di cambiamento e non farsi condizionare da influssi esterni, si ricorrerà a Walnut, il rimedio che favorisce le trasformazioni. Questo potrà concludere il percorso, confermando i progressi ottenuti e rinforzando ulteriormente nelle proprie scelte.”
domenica 13 marzo 2016
Diarrea del bambino
La diarrea del bambino si manifesta con scariche frequenti (almeno 5 o 6 al giorno) di feci liquide, qualche volta associata a vomito e malessere generale. Voglio sottolineare che in genere il disturbo è auto-limitante; vale a dire che qui da noi, nei paesi “ricchi” anche se non curata, nel
99,99999 % dei casi passa da sola nel giro di circa 3 giorni. La complicazione più grave della diarrea infantile è la disidratazione ed è quindi questo il solo aspetto da curare.
Le cause della diarrea possono essere tante:
—intossicazione da alimenti contaminati con virus, batteri o tossine
—intolleranza a determinati alimenti
Nei lattanti
la diarrea è per lo più causata:
— dal fatto che non riesce a digerire il latte, o non riesce ad assimilarlo; questa diarrea è spesso accompagnata da vomito e aria nell’addome;
— da infezioni localizzate in altre parti del corpo (esempio otite, influenza).
Tutte queste cause conducono ad un esito comune: modificano la funzione della mucosa intestinale rendendola meno capace di trattenere-assorbire acqua e sali minerali che vengono persi abbondantemente nel lume gastrointestinale sotto forma di scariche diarroiche.
Per combattere la disidratazione, bisogna far bere al bambino molta acqua, magari con l’aggiunta di sale, succo di limone e bicarbonato. Sono utili mele fresche ed infusi di camomilla.
DAL PUNTO DI VISTA DELL’OMEOSTASI
La diarrea è il modo con cui l’organismo si libera di qualcosa che ne ha alterato l’equilibrio.
OMEOPATIA
A seconda dei sintomi si può scegliere uno dei seguenti rimedi in tubo dose da somministrare una volta al giorno, combinato con un rimedio in granuli da somministrare 3-4 volte al giorno
Tubo dose:
Aethusa, Calcium carbonicum, Pulsatilla, Magnesium chloratum, Acidum phosphoricum.
Granuli: Arsenicum album; aloe; tormentilla; nux vomica e molti altri.
MEDICINA ALLOPATICA
I pediatri normalmente prescrivono sempre le famose soluzioni reidratanti
Ecco di che si tratta:
Reidratazione orale
il principio su cui si basa la reidratazione orale deriva dall’osservazione che il glucosio e altri carboidrati facilitano il passaggio di sodio e di acqua attraverso i villi dell’intestino tenue. Anche in caso di diarrea profusa e prolungata, questo meccanismo di trasporto inverso rimane efficiente ed è in grado di ripristinare l’equilibrio idroelettrolitico. Più del 90% dei bambini si reidrata per via orale in breve tempo senza necessità di ricorso all’apporto di liquidi ed elettroliti per via endovenosa. La via endovenosa viene riservata alle condizioni in cui la somministrazione orale è preclusa, come il vomito insistente, le infezioni concomitanti o lo shock. La reidratazione orale è più sicura ed è in grado di correggere efficacemente, e in modo altrettanto rapido, l’eventuale acidosi metabolica.
La soluzione reidratante
deve contenere:
-- 40-60 mEq /L di sodio;
--una % di glucosio intorno ai 2 g %, con un rapporto tra glucosio e sodio di 1,4-2 (per attivare il riassorbimento di acqua);
--una concentrazione di potassio di 20 mEq/L;
--una bassa osmolarità (inferiore a 300 mOsm/L, il più possibile simile a quella del plasma, per non aggravare la diarrea richiamando acqua dall’intestino);
--sostanze alcalinizzanti per contrastare l’acidosi.
il contenuto di sodio più basso di quello indicato dall’OMS (90 mEq/L) rispecchia le condizioni tipiche dei paesi occidentali dove prevalgono le diarree sostenute da virus e da E.coli. Questi agenti infettivi, compromettendo le funzioni di assorbimento e digestione delle cellule intestinali, causano una diarrea di tipo “osmotico” (per la presenza di sostanze non assorbite nel lume intestinale) che induce una minore eliminazione di sodio.
Nei paesi in via di sviluppo, prevalgono invece le diarree “secretive” di tipo colerico, caratterizzate da elevate perdite di sodio.
Alcune soluzioni contengono amido di riso o maltodestrine al posto del glucosio. L’amido, come tutti i polisaccaridi, rilascia il glucosio più lentamente e possiede una minore attività osmotica. Questo consente di utilizzare maggiori quantità di carboidrati e di incrementare l’apporto calorico da 200 a 320 cal/L (rispetto alle 57 cal/L del glucosio) per sopperire alle richieste nutrizionali del bambino (che possono arrivare a 100 cal/Kg/die) senza causare iperosmolarità.
Una metanalisi di 13 studi clinici conferma un lieve vantaggio a favore delle soluzioni a base di amido di riso rispetto a quelle tradizionali, ma solo nei casi di colera. I prodotti a base di maltodestrine non devono essere però impiegati nei lattanti con meno di 4 mesi nei quali l’enzima gluco-amilasi non è ancora completamente sviluppato.
IN FARMACIA
quelle che di norma vengono prescritte sono:
Dicodral 60 e Reidrax (a base di glucosio)
Humana idravita (a base di glucosio e maltodestrine)
APPROFONDIMENTO IMPORTANTE PER GENITORI ATTENTI
GRADO DI DISIDRATAZIONE
Nella attuazione della terapia due fattori importanti devono essere tenuti presenti: l’età del bambino e la gravità della diarrea.
ETA’
la diarrea nel lattante crea problemi più seri che nel bambino più grande e nell’adulto. Il lattante ha, infatti, una quantità di acqua corporea maggiore rispetto all’adulto (80% vs 50-60%) e una rapida diminuzione di acqua può, nel giro di poche ore, creare una situazione clinicamente preoccupante. Le prime 24h risultano critiche: 6 h possono essere sufficienti perché un lattante si disidrati in modo grave.
GRAVITA’
la quantità di liquidi da somministrare va stabilita in base alla quantità di liquidi persi, cioè il grado di disidratazione. Nel lattante il grado di disidratazione si può valutare da alcuni segni:
(1) se la disidratazione è di grado lieve, moderato (liquidi persi pari al 5% del peso corporeo)
il bambino presenta:
--secchezza della mucosa orale e pianto senza lacrime
--ridotta elasticità della cute
--respiro più frequente e superficiale
nel bambino più grande i sintomi pur rimanendo gli stessi sono più sfumati.
- se la disidratazione è grave (liquidi persi pari al 10% del peso corporeo), oltre ai segni precedenti più marcati saranno presenti:
--fontanella anteriore avvallata (se non ancora chiusa)
--estremità fredde e ritardo nel riempimento capillare (tempo maggiore a 9 secondi perché il colore dell’unghia sottoposta a pressione digitale ritorni normale)
--infossamento degli occhi
--espressione sofferente e vivacità diminuita
in questo caso le condizioni del piccolo sono molto serie e se ha la febbre o vomita deve essere ricoverato.
NORME DI COMPORTAMENTO
Una volta preparata sciogliendo la polvere nel quantitativo di acqua indicato, la soluzione va somministrata ad libitum ai primi sintomi di disidratazione, avvalendosi eventualmente di un biberon.
L’importante è far bere spesso il bambino, soprattutto all’inizio, indicativamente 50 ml ogni mezz’ora durante le prime 6 ore. Le soluzioni gluco-saline hanno in genere un cattivo sapore e risultano più gradite ai lattanti che ai bambini oltre il primo anno.
Per aumentare il grado di accettazione è consigliabile somministrare la soluzione fredda (a temperatura da frigorifero), a piccoli sorsi e a tempi più ravvicinati (esempio 5 ml con un cucchiaio ogni 3 minuti).
Un lattante disidratato difficilmente rifiuta una soluzione gluco-salina anche se ha un sapore sgradevole. L’eventuale rifiuto da parte di un bambino piccolo è rassicurante: significa che non è disidratato o che la disidratazione è stata controllata. All’inizio, la somministrazione della soluzione può comportare un aumento del volume delle feci che va segnalato ai genitori perché non si allarmino; se le scariche diarroiche continuano ad essere frequenti dopo 4 h è consigliabile rivolgersi al medico.
DIETA
Se la diarrea compare nel bambino allattato al seno non si deve mai sospendere l’allattamento e nel caso si utilizzi il latte di formula non è opportuno diluirlo né cambiarlo. Non vi è indicazione all’uso di latti privi di lattosio o di idrolisati proteici. Nel bambino più grande non esiste alcuna ragione per eliminare il latte o i cibi solidi e ricorrere a diete “in bianco”. E’ un pregiudizio pensare che la presenza di diarrea richieda un’alimentazione particolare. Il più delle volte il bambino si regola da solo e deve essere evitato il rischio di un digiuno prolungato. Non appena il bambino l’accetta, si può riprendere l’alimentazione tradizionale, continuando a somministrare la soluzione reidratante sino a che la diarrea continua. La rialimentazione precoce favorisce una più rapida ripresa funzionale dell’intestino (normalizzazione della permeabilità intestinale) e un più rapido recupero ponderale. Un ritardo nell’alimentazione favorisce, invece, il persistere del circolo vizioso malnutrizione-diarrea-malnutrizione e della diarrea cronica.
domenica 6 marzo 2016
Gengivite
Federico si presentò al colloquio con il top manager senza nutrire praticamente alcuna speranza. Aveva 50 anni suonati ed aveva presentato il suo progetto a diversi possibili acquirenti ricevendo come risposta dei “no”
“interessante, ma non mi sembra adatto alle nostre esigenze” o il classico “le faremo sapere”.
Giannina, sua moglie continuava a spronarlo: “devi fare vedere il progetto ad altri, se non vuoi che rimanga archiviato nel tuo studio nei secoli dei secoli per lasciarlo ai tuoi nipoti come ricordo!”
“Sono stufo di avere degli obiettivi —disse lui— lo sai cosa farò? questo è l’ultimo appuntamento con un manager; dopo conserverò il progetto proprio per i miei nipoti come un pezzo della storia di famiglia. Abbiamo di che vivere e vivremo la nostra vecchiaia in santa pace!”
Ed eccolo seduto davanti al “big” senza alcuna voglia di chiacchierare. Tanto più che il dolore alle gengive tornava a farsi sentire. Quella mattina, lavandosi i denti, aveva notato che erano ancora rosse e quasi gonfie. Gengivite, cioè infiammazione delle gengive. Grazie al c** , dottore, lo sapevo già di avere una infiammazione alle gengive senza il bisogno di battezzarla con questo nome. Possibile che mi abbia inviato dal dentista senza dirmi lui stesso che rimedio porvi? Ma cosa sono certi medici di base oggi? Servono a spedirti di filato da uno specialista!
Questo pensava Federico mentre guardava il movimento delle labbra del suo interlocutore senza prestare attenzione alle sue parole.
“allora è d’accordo? Mi sembra perplesso…guardi, sono disposto a offrirle subito anche il doppio, anzi facciamo cifra tonda centomila euro e dopo cinque anni aggiungeremo il dieci per cento sugli incassi in tutte le filiali”
A queste parole Federico si scosse. Aveva sentito bene? Meglio far finta di si, tanto a casa avrebbe letto bene il contratto.
“ Si, sono perplesso su alcuni dettagli minori, ma mi fa piacere per lei che abbia deciso, le garantisco che non se ne pentirà”
“quindi è un si? Accetta?”
“Certamente! Domani le porterò le modifiche dei piccoli dettagli del contratto e firmeremo”
Tornò a casa gasatissimo nel raccontare l’esito del colloquio.
“Devi sorridere di più ora che apparirai in televisione e sui giornali” scherzò Giannina
“a proposito di sorridere, vado subito a farmi gli sciacqui che mi ha prescritto la dottoressa Tumis…questa gengivite ha da passà!”
Così quell’ultimo tentativo portò una insperata vittoria e il progetto riuscì a trasformarsi in una realizzazione pratica che gli rese possibile una vecchiaia fin troppo dinamica invece di quella serena che immaginava, tuttavia molto ricca di soddisfazioni per la sua creatività.
§ § § §
La gengivite è la prima malattia della bocca e ne soffre il 70% della popolazione. Si manifesta con gonfiore, arrossamento e sanguinamento delle gengive ed in genere è causata da un accumulo di placca alla base dei denti: le tossine prodotte dai batteri irritano le gengive che cominciano a dolere e la placca non rimossa calcifica diventando tartaro. La gengivite può essere provocata da un trauma alle gengive conseguente alla pulizia troppo vigorosa dei denti e ad un uso improprio del filo interdentale, ma a causare danni possono essere anche alcuni farmaci come ad esempio tranquillanti, antidepressivi, antiacidi; altri fattori possono essere il fumo, che altera il microcircolo, e la cattiva masticazione che provoca accumulo di placca e irritazione. La gengivite non va mai trascurata, perché col tempo forma tasche parodontali, cioè spazi tra dente e osso alveolare in cui si insinuano i germi della placca. Il primo passo del trattamento consiste nel verificare che non si siano già formate queste tasche; poi si interviene con la detartrasi e, ove possibile, l’eliminazione delle altre cause.
FITOTERAPIA
VACCINUM MACROCARPON (Cranberry) è un antiplacca
SALVADORA PERSICA . In un recente studio è stata valutata l’attività antimicrobica di un bastoncino a base di Salvadora persica; sono stati testati in particolare i lattobacilli e lo Streptococco mutans. I risultati di questo studio rivelano che Salvadora persica esercita un’immediata azione antimicrobica e che Streptococcus mutans è ed essa più suscettibile rispetto ai lattobacilli.
INFUSO di SALVIA, ROVO e MENTA foglie in parti uguali. Di questa miscela si utilizzerà poi un cucchiaio da tavola per tazza d’acqua bollente. L’infuso va usato per sciacqui e gargarismi da ripetere 3-4 volte al giorno. La salvia per la sua azione antinfiammatoria, asringente e cicatrizzante rappresenta una delle erbe più indicate come infuso o decotto per gargarismi e sciacqui in caso di gengiviti e stomatiti. Inoltre la presenza di OE assicura a questa pianta anche un’efficace attività antisettica, utilissima per contrastare eventuali leggeri processi infettivi legati all’infiammazione. Si usano 2 cucchiaini di erba essiccata tagliata finemente per ogni 150 ml di acqua bollente lasciando in infusione 10’ prima di filtrare. E’ consigliabile ripetere l’applicazione più volte al giorno usando l’infuso ancora caldo. In alternativa si può usare la TM diluita alla dose di un cucchiaino per bicchiere d’acqua mattino e sera.
In caso di forte infiammazione, è possibile utilizzare anche un decotto con radice di ALTEA e di RATANIA in parti uguali: l’altea conferisce al decotto le sue proprietà antinfiammatorie ed emollienti, mentre la ratania per le sue proprietà astringenti ha una rapida azione decongestionante sulle gengive. Un cucchiaino di radici spezzettate di ratania per circa 1 bicchiere d’acqua. Si fa bollire mantenendo bassa la fiamma per circa 8-10’ minuti. Circa 2 minuti prima di spegnere si aggiunge 1 cucchiaino di radice di altea spezzettata e leggermente pestata. Si lascia riposare il decotto almeno 30 minuti prima di filtrare.
mercoledì 2 marzo 2016
Un consiglio disinteressato
Un consiglio disinteressato...eh eh eh
non per il fatto che io sono un'insegnante del corso stesso, ma perché per tutti gli operatori sanitari, dal medico all'infermiere, è un'occasione da non perdere per il proprio bagaglio terapeutico.
Chi fosse interessato può contattare la segreteria dell'associazione come riportato in fondo alla figura.
Il corso si svolge a partire dal 20 marzo, ma i posti rimasti sono pochi
un abbraccio a tutti e buon fine settimana!
non per il fatto che io sono un'insegnante del corso stesso, ma perché per tutti gli operatori sanitari, dal medico all'infermiere, è un'occasione da non perdere per il proprio bagaglio terapeutico.
Chi fosse interessato può contattare la segreteria dell'associazione come riportato in fondo alla figura.
Il corso si svolge a partire dal 20 marzo, ma i posti rimasti sono pochi
un abbraccio a tutti e buon fine settimana!
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Informazioni personali

- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com