BLEFARITE
sabato 24 novembre 2012
BLEFARITE
BLEFARITE
Per introdurre questo lacrimoso argomento mi piace citare questo bel brano di Charles Bukowski: L’uomo dagli occhi meravigliosi Quando eravamo piccoli c’era una casa strana, gli scuri erano sempre chiusi non sentivamo voci venire da dentro. Il giardino era pieno di canne di bambù, ci divertivamo a giocare tra i bambù. Fingevamo di essere Tarzan, anche se mancava Jane, C’era un grande stagno con i pesci rossi più grassi del mondo. Erano pesci addomesticati. Salivano in superficie per prendere dalle nostre mani le briciole di pane. I nostri genitori ci avevano detto: “Non avvicinatevi a quella casa.” Naturalmente ci andammo. Ci chiedevamo se qualcuno ci abitasse. Passavano le settimane, ma non si vedeva nessuno, un giorno sentimmo una voce provenire dalla casa: “Maledetta puttana!” Era la voce di un uomo. Poi la porta di casa si spalancò e l’uomo ne uscì. Teneva una pinta di whisky nella mano destra. Avrà avuto trent’anni. Aveva un sigaro in bocca e la barba non rasata. I suoi capelli erano ribelli e spettinati ed era scalzo in canottiera e pantaloni. Ma gli occhi erano luminosi, splendevano. E disse: “Signorini! Spero vi stiate divertendo.” Poi fece una risatina e tornò nella sua casa. Ce ne tornammo nel giardino dei miei genitori per riflettere sulla cosa. Arrivammo alla conclusione che i nostri genitori volevano tenerci lontani da lì, perché non volevano che vedessimo un uomo come quello: un uomo forte dagli occhi meravigliosi. Si vergognavano di non essere come lui per questo volevano tenercene alla larga. Ma noi tornammo a quella casa e alle canne di bambù e ai pesci addomesticati. Tornammo tante volte e per molte settimane di seguito, ma non vedemmo nè sentimmo più quell’uomo. Gli scuri erano chiusi come sempre e tutto era silenzioso. Un giorno mentre tornavamo da scuola vedemmo la casa. Era bruciata, non era rimasto niente. Solo delle fondamenta fumanti. Corremmo allo stagno dei pesci rossi e non c’era più l’acqua. I grassi pesci rossi erano morti. Tornammo al giardino dei miei a parlarne. Secondo noi i nostri genitori avevano bruciato la casa avevano ucciso gli abitanti e avevano ucciso i pesci perché era tutto troppo bello. Avevano bruciato anche la foresta di bambù. Avevano avuto paura dell’uomo dagli occhi meravigliosi. Noi cominciammo a temere che per il resto della nostra vita sarebbero successe cose come queste, che nessuno avrebbe voluto persone belle come quell’uomo, che gli altri non lo avrebbero permesso e che molte persone sarebbero dovute morire.
La blefarite è un’infiammazione subacuta o cronica del bordo libero della palpebra. Il soggetto percepisce bruciore e/o prurito. Nei casi meno gravi è presente soltanto un arrossamento di grado variabile del bordo palpebrale. Negli stadi più avanzati di blefarite possono comparire fini lamelle furfuracee alla base delle ciglia, che, se si prova a toglierle, non si fa altro che causare una serie di sanguinamenti puntiformi: in pratica uno in corrispondenza di ogni squama rimossa. Con il tempo si possono produrre alterazioni di varia entità del bordo palpebrale e delle ciglia. In molti casi il disturbo compare nell’infanzia e persiste nell’età adulta. Spesso l’esatta causa rimane sconosciuta. A volte possono esserci patologie sistemiche predisponenti, quali diabete, gotta ed epatopatie. In alcuni casi la blefarite rappresenta il sintomo di una patologia sistemica più complessa, come un eczema atopico, una dermatite seborroica o un’acne rosacea. In altri la causa può essere un vizio di refrazione non corretto adeguatamente (ipermetropia o astigmatismo) o una lieve forma di strabismo; altri casi possono essere conseguenza di una prolungata esposizione ad agenti irritanti (fumo, vento, sole ecc). La blefarite può essere di due tipi: ulcerativa o seborroica. La blefarite ulcerativa è sostenuta da Staphylococcus Aureus, che colonizza i follicoli delle ciglia e le ghiandole di Meibomio, alterando la secrezione della componente lipidica del film lacrimale. Le ghiandole di Mehibomio sono quelle che producono lo strato lipidico che protegge il liquido lacrimale da una rapida evaporazione, mantenendo corretto il livello di idratazione della cornea. Tornando quindi a questo tipo di blefarite, essa si manifesta con prurito, bruciore e arrossamento del margine palpebrale, edema palpebrale, irritazione congiuntivale con lacrimazione e fotofobia. Nei follicoli ciliari si formano piccole pustole che, aprendosi, danno luogo a ulcere superficiali. Compaiono croste aderenti che quando vengono rimosse lasciano una superficie sanguinante. Durante il sonno le palpebre tendono a incollarsi tra loro in seguito all’essiccazione delle secrezioni. La blefarite ulcerativa può recidivare e, talvolta, provoca la perdita delle ciglia e cicatrici palpebrali. La blefarite seborroica rappresenta una forma cronica e si associa spesso con la dermatite seborroica del viso e del cuoio capelluto. Le squame che si trovano lungo il margine palpebrale subiscono una colonizzazione batterica secondaria, favorita da un’eccessiva produzione di sebo. La disfunzione delle ghiandole di Meibomio è anch’essa cronica: l’orifizio delle ghiandole è ostruito da un tappo simile a cera indurita. Molti soggetti affetti da blefarite cronica presentano anche una cheratite secca secondaria, dovuta ad un’eccessiva evaporazione del film lacrimale. Le riacutizzazioni della forma seborroica e della disfunzione delle ghiandole di meibomio sono fastidiose, ma non provocano cicatrici corneali o perdita della vista. La terapia si basa principalmente sull’igiene palpebrale.Talvolta è necessaria l’applicazione di una pomata antibiotica e, nella disfunzione delle ghiandole di Meibomio, una terapia antibiotica sistemica. Se presenti seborrea del volto e forfora, devono essere trattate contestualmente. FARMACOLOGIA Igiene palpebrale= impacchi con acqua tiepida utilizzando garza imbevuta, appoggiata sulle palpebre chiuse per 5-10’; questo serve ad ammorbidire le croste, rendendo più facile la loro rimozione. Il massaggio in senso circolare della palpebra facilita lo svuotamento delle ghiandole di Meibomio. La detersione delle palpebre deve essere effettuata inizialmente 2 volte al giorno, poi con il miglioramento dei sintomi, 1 volta al giorno. La soluzione di bicarbonato (1 cucchiaino da caffè in 500 ml di acqua ) rappresenta la scelta più economica in fatto di detergenti. In alternativa si può utilizzare una soluzione ottenuta diluendo uno shampoo delicato (di quelli che non irritano gli occhi) in acqua tiepida in rapporto 1:1; un detergente specifico è il blefaroshampoo o il Lid-care, o le salviettine monouso imbevute di detergente oculare. Qualora venga individuato il fattore causale, la terapia consisterà, se possibile, nella sua rimozione. Nei casi in cui non si riconosce un preciso primum movens, è raccomandabile un’accurata igiene locale. Possono essere utili (ma il più delle volte non risolutive ed a mio parere tossiche per l'occhio stesso) pomate antibiotiche e cortisoniche. Il fatto che vengano trovati germi ritenuti responsabili dell'infezione non obbliga all'intervento con un antibiotico, tenendo presente che già un impacco caldo distrugge la maggioranza dei comuni germi che causano disturbi alle palpebre, mentre il farmaco può risultare invasivo. L'uso del cortisonico, poi, è rarissimamente consigliabile (cioè proprio per determinati disturbi particolarmente gravi dove il rischio che si corre in assenza di cura superi quello che si corre con il farmaco). E' noto, infatti, che il cortisonico fa aumentare la pressione oculare con il rischio di glaucoma e causa inoltre parecchi effetti collaterali proprio a carico dell'occhio. ALCUNI RIMEDI Nella blefarite seborroica sono indicati gli impacchi caldo-umidi. Per gli impacchi caldo-umidi si può usare pure infuso di camomilla o altre piante ad uso oftalmico già indicate nei precedenti post sull'occhio. KALIUM SULFURICUM DHU pomata; FERRUM PHOSPHORICUM se forte infiammazione ed arrossamento come sale di Süssler 1 cp per 5 volte al dì. NATRUM PHOSPHORICUM idem, ottimo anche da alternare col precedente. SILICEA D12 se sono presenti croste purulente sulle palpebre 1 cp per 3 volte al dì. EUPHRASIA pomata DHU per l’infiammazione. STAPHYSAGRIA-heel compresse: una compressa tre volte al giorno. Quando si tratta di un fatto occasionale spesso con uno dei rimedi elencati si risolve il problema. Quando si tratta di un disturbo cronico, una cura omeopatica seria presuppone lo studio personalizzato del paziente.
NOTA: la poesia l'ho tratta da qui: http://www.poesie.reportonline.it/Poesie-di-Charles-Bukowski/ ringrazio quindi la fonte da cui ho prelevato velocemente senza dover cercare il testo cartaceo!
NOTA2 cosa c'entra il ritratto di Clint? L'ho voluto inserire perché se fossi la regista di un videoclip di questo testo, avrei scelto lui per questo ruolo!
sabato 17 novembre 2012
Macchie scure sulla pelle
MACCHIE SCURE SULLA PELLE Nel liber de experimentiis di Caterina Sforza ci sono due ricette interessanti per mantenere la pelle bianchissima: la seconda, recita: “ miele, senape nera e mandorle amare contuse”. Le macchie scure sulla pelle sono causata da diversi fattori che convergono alla fine in un tentativo di difesa con produzione eccessiva di melanina. E' come se la pelle avesse deciso di abbronzarsi in modo permanente in certi punti. Solo che si tratta di una degenerazione del tessuto. La cosmesi industriale propone diversi trattamenti, efficaci sempre se usati con costanza. Ma questi trattamenti sono comunque, nel loro piccolo, invasivi. Ecco allora una breve carrellata di piante utili per schiarire queste macchie. Le soluzioni sono tre: (1) Decidere di tenersi le macchie: infatti continuo a sostenere che invecchiare non è un dramma bensì un fenomeno e un "diritto" di cui dovremmo riappropiarci ed andare orgogliosi. Lo stesso discorso vale per chi decide di tenersi i capelli bianchi: noto con piacere che oggi è una moda in crescita. (2) Andare a verificare la presenza sull'etichetta di cosmetici prodotti da ditte che producono "cosmetici naturali" di una o più delle piante qui indicate. Va però tenuto presente che il termine cosmetico naturale va preso con una certa ironia perché in verità è impossibile produrre un cosmetico naturale che non scade dopo pochi giorni se non poche ore. Tranne se parliamo di miscele di oli per il corpo o di prodotti a base di Oli essenziali, o sali da bagno e simili. Ma parlando di creme e maschere è praticamente impossibile. Anche se le materie prime sono piante, occorrono diversi conservanti e stabilizzanti perché il prodotto possa durare almeno i 30 mesi garantiti dalla legge. (3) Preparare in casa il vostro schiarente di volta in volta. Del resto non si tratta di ricette difficili! Ed ecco le piante: ACHILLEA Proprietà= astringente, antisettico, purificante, lenitivo, tonico, cicatrizzante, riepitelizzante, schiarente. Preparazioni= per l’infuso 30-50 g di pianta secca o 200 g di pianta fresca in 1 litro di acqua; l’oleolito per unzioni si prepara macerando 400 g di fiori freschi per 1 mese in 1 litro di olio di mandorle. Ovviamente potete prepararne molto di meno facendo le debite proporzioni. Applicare sulle singole macchie ogni giorno. CETRIOLO proprietà ammorbidente, rinfrescante, antipruriginoso, schiarente, idratante, riequilibrante per ogni tipo di pelle. Si prepara il succo con una centrifuga o per spremitura, per lozioni ed impacchi. Il succo si applica sulla pelle lasciandolo assorbire ed aggiungendone dell’altro prima che si asciughi, per 20-30’. Quindi si risciacqua. HAMAMELIS Proprietà=astringente, antinfiammatorio, vasocostrittore, schiarente. Impiego= viene usata in preparati per la couperose, per pelli sensibili e facilmente arrossabili. Bisogna distinguere l’azione dei vari prodotti impiegati in cosmesi: -- gli estratti sono notevolmente astringenti per la presenza dei tannini -- l’acqua distillata di hamamelis è solo un blando rinfrescante e decongestionante. Preparazioni=infusione di 20’ con 80 g di hamamelis essiccata per litro di acqua . Serve per lozioni e impacchi astringenti, decongestionanti e schiarenti, utili per pelli sensibili, irritate e con couperose. IPPOCASTANO Proprietà= astringente, lenitivo,vasoprotettore, schiarente. Impiego= è largamente usato in preparati antiarrossamento, schiarenti e anticellulite. Preparazioni= a livello casalingo è possibile preparare l’infuso con 80 g di foglie o frutti contusi, o corteccia essiccata in un litro di acqua, lasciando riposare il tutto per 20’. Questo estratto acquoso può essere utilizzato in lozioni, bagni ed impacchi. Risulterà utile anche in caso di cattiva circolazione agli arti inferiori (bagni defatiganti alle gambe). POMODORO E’ schiarente, idratante, levigante, rinfrescante, coadiuvante per pelli con eccessiva secrezione sebacea. Preparazioni= con il succo si possono fare lozioni ed impacchi; con la polpa si preparano maschere da lasciare in applicazione per 20-30’, quindi risciacquare. Si può associare anche con altre sostanze già citate. SAMBUCO Proprietà= emolliente, tonico,leggero purificante, schiarente. Preparazioni= macerare per 8-10 ore 30 g di fiori in 1 litro di acqua. Usare per impacchi, lozioni e lavaggi. Ecco infine ciò che recita il Natural Beauty Book di Maxwzll-Hudson del 1976 per le macchie di senilità: miscele di succo di cetriolo, siero di latte, limetta, fragole contuse e radici fresche di rafano. Queste le ricette che propongo. Altre piante ad azione schiarente sono: KAKYOKU (cinese)(= Pyracantha Fortuneana) della famiglia delle rosacee. Ha azione schiarente e antistaminica. CAPPARIS SPINOSA, LIQUERIZIA, FRAGOLE, EUCALIPTO, GERANIO. E’ utile applicare 1 volta al giorno OLIO DI RICINO, oppure un OLIO contenente VIT E (esempio olio di germe di grano). ALIMENTAZIONE Seguire una dieta disintossicante; evitare tutti gli oli rancidi. Disintossicare il fegato: bere succo di bietole. All’inizio del programma di disintossicazione bastano da 60 a 90 ml di succo di bietole al giorno. Man mano che la cura prosegue si può aumentare il consumo di questo succo a 120 ml. Preparare un infuso con metà cucchiaio di radice di TARASSACO; iniziare con 1 tazza al giorno e aumentare la dose fino a 2 tazze. Nutrienti utili BETA-CAROTENE, VIT C, BIOFLAVONOIDI, VIT E. Succhi benefici = carota, cavolo a foglia, prezzemolo e spinaci per il beta-carotene; cavolo a foglia, prezzemolo peperoni verdi e spinaci per la vitC; uva, ciliege, pompelmo e limoni per i bioflavonoidi; spinaci, asparagi e carote per la vitE. NOTA DI APPROFONDIMENTO se siete masochisti!!!(scherzo ovviamente) Le iperpigmentazioni (termine usato in dermatologia per definire le macchie scure sulla pelle) circoscritte e diffuse possono essere di origine occasionale e/o iatrogena (= indoor) oppure di origine occupazionale (outdoor). Alla prima categoria si ascrivono tra le altre: macchie di vecchiaia, specialmente su viso e mani; porpore; complicanze a seguito di scleroterapia nell’intervento su vene varicose; melanodermiti a seguito d’intossicazione alimentare da enocianine (crostacei e molluschi); a seguito d’ingestione accidentale di funghi epatotossici o ingestione voluttuaria di funghi psichedelici e dislettici (tabernanthe, psoecybe) o ingestione abitudinaria di agrumi o alimenti contenenti bergapteni e filloeritrine (sedano e prezzemolo); discromie cutanee da antrachinoni (purganti) e da abuso di digestivi e amari ad elevato contenuto di rabarbaro e china. Le melanodermie da farmaci come ad es barbiturici, clorpromazina, minociclina, fenotiazina. Alla seconda categoria appartengono casi spesso insospettati come le melanodermie da angelicina e ossipeucedanina tipiche dei vivaisti; dicromie da xanthotoxine dei fruttivendoli e dei cottimisti delle raccolte stagionali ad esempio di noci e pomodori. Nel liber de experimentiis di Caterina sforza ci sono 2 ricette interessanti per mantenere la pelle bianchissima: la prima consiste nel “ridurre di un terzo in aqua fontis una libbra di salgemma, una libbra e mezzo di biacca per teatranti, un’oncia di sublimato corrosivo, un’oncia di canfora e una di argento vivo”. Ovviamente oggi sarebbe assurdo solo pensare di metterla in pratica ma riportiamo la citazione come nota storica. La seconda, invece ci sembra “magica” e così la riproponiamo: “ miele, senape nera e mandorle amare contuse”. A tal proposito ricordiamo che nel 1962 la Dragoco produsse un brevetto per sbiancare le unghie (nicotina, vegetali e inchiostro) a base di perossido d’idrogeno e cianurati. Ora è noto che la mandorla amara contusa sprigiona acido cianidrico; inoltre la brassicina della senape nera ( appartiene alla classe dei glucosinolati, alla ribalta ogni giorno per la loro spiccata azione antiossidante) si pensa abbia azione diretta sulla tirosinasi. Ecco quelli più in voga dal dopoguerra al 1978 in Europa. “E’ scientificamente accertato che alcuni catecoli risultano i più energici tra i derivati fenolici e provocano danni ai melanosomi nettamente inferiori a quelli provocati dall’idrochinone. Poi ci sono i derivati dell’acido ascorbico , quali oleati e palmitati al 3% contro le efelidi, in auge negli anni ‘70 nei paesi scandinavi. Poi MERCAPTOAMINE; a causa dell’odore sgradevole sono suggeriti per il ripristino del colore carnicino in zone diffuse del corpo a seguito di ustioni di II e III grado e quindi non impiegate in campo cosmetico in senso stretto”. Attualmente le strade per agire sono diverse: (1) sopprimere il segnale che provoca l’imbrunimento della cute. Questo si ottiene con l’uso di filtri solari; in genere nelle formule “anti-macchia” vengono inserite molecole schermanti, ma chi si sottopone a trattamenti schiarenti saltuari, ad esempio dall’estetista, dovrebbe ricordarsi di applicare sempre creme per la protezione solare: i risultati saranno migliori. (2) Aumentare il ricambio della pelle già colorita. A tale scopo si usano gli alfa-idrossiacidi, tipo acido glicolico, lattico ecc, detti anche acidi della frutta, e i derivati dei retinoidi. Questo tipo di materie prime favorisce l’eliminazione di cellule già pigmentate. Inoltre, le cellule presenti nello strato basale, in continuo rinnovamento, si duplicano più in fretta. Così i melanociti non fanno in tempo a inserire una grossa quantità di melanina nelle cellule adiacenti. L’effetto ottico degli esfolianti può essere notevole. (3)Agire a diversi livelli sulla melanogenesi , con meccanismo enzimatico e non enzimatico. In questo caso si usano varie sostanze che agiscono nelle diverse tappe della formazione di melanina : AC COGICO agisce sulla tirosinasi e sulla dopacromotauromerasi, enzima che concorre alla formazione di eumelanina.Secondo altri autori la sua attività è di inattivare la tirosinasi chelando lo ione Cu(rame) presente nell’enzima. E’ solubile in acqua e si utilizza tra l’1 e il 3%. Non è tossico e l’irritazione dopo la sua applicazione è minima. Purtroppo presenta problemi di stabilità, portando a una colorazione giallo-brunastra i prodotti in cui viene inserito, perciò nei cosmetici che lo contengono vengono inclusi antiox e Na-EDTA. C’è poi un derivato dell’acido kojico liposolubile, l’ac ido kojico-dipalmitato. Esso ha il vantaggio di non influenzare l’attività di filtri solari e dei conservanti eventualmente presenti nlla formula. L’esatto meccanismo di azione è ignoto anche se si suppone che avvenga sempre per inibizione della tirosinasi. La VITAMINA C agisce sulla tirosinasi e sulla DHICA-ossidasi, enzima che concorre anch’esso alla formazione di eumelanina. Essa inibisce attivamente la tirosinasi, ma non possiede un effetto schiarente proporzionale. Si pensa quindi che la sua azione schiarente sia legata alla riduzione e alla degradazione della melanina dovuta alla sua azione antiossidante; tende ad essere instabile per cui richiede accorgimenti formulativi che talvolta possono renderla meno efficace. Il Mg-ASCORBIL-FOSFATO e il Na-ASCORBIL-FOSFATO sono invece derivati della vitC più stabili; sono idrosolubili e come schiarenti cutanei si usano al 5-10%. In generale si va a bloccare l’enzima che forma la melanina a partire dalla tirosina, cioè la tirosinasi. Si tratta di ingredienti presenti nella maggior parte dei prodotti schiarenti. Prototipo di questa categoria è l’IDROCHINONE, molecola molto attiva ma in via di dismissione a causa dell’accumularsi di notizie sulla sua tossicità e attualmente proibita all’uso cosmetico. Sebbene un discreto miglioramento sia ottenibile usando l’acido glicolico da solo, per ottenere risultati ottimali conviene associarlo a basse concentrazioni di IDROCHINONE. L’attività dell’idrochinone è stata finora molto limitata dalla scarsa capacità di penetrazione, per cui era necessario ricorrere a dosi troppo forti e notevolmente irritanti. L’acido glicolico favorisce la penetrazione dell’idrochinone negli strati più profondi della pelle fino ai melanociti, permettendone l’uso in basse dosi. E’ consigliato un trattamento giornaliero con una crema all’8-10% di acido glicolico e 2% di idrochinone per 6 settimane circa.Tempo di applicazione dell’acido glicolico: per il melasma 2-4 minuti al 50%; per le macchi solari 4-5 minuti al 70%. In particolare, l’idrochinone dopo lunghe e reiterate applicazioni, può interferire disastrosamente sulla melanizzazione e degradazione dei melanosomi, ma anche agevolare la distruzione irreversibile della membrana citoplasmatica del melanosoma stesso. La prima direttiva Cee del ‘76, limitava l’uso dell’idrochinone al 2% con “specific labeling requirements”, mentre negli USA non ci sono tali restrizioni ed è consentito l’uso al 4% per i bianchi e all’8% per i neri. La direttiva CEE 2003 n 83 riporta tutto il corpus di regolamentazione sull’idrochinone e conferma la restrizione già detta. Al posto dell’idrochinone, nei prodotti depigmentanti oggi vengono usate altre sostanze come ad esempio l’ARBUTINA. Strutturalmente si tratta di un glicoside dell’idrochinone: questo fatto ha aperto un lungo dibattito in merito al problema che possa generarlo una volta applicata sulla pelle. Essa inibisce la tirosinasi, competendo con DOPA nel suo sito recettoriale e, a differenza dell’idrochinone, tende a essere poco irritante e sensibilizzante. Inoltre agisce sulla DHICA-polimerasi. Il meccanismo non enzimatico è dato dall’applicazione topica di agenti con azione esfoliante, che favoriscono la rimozione delle cellule epidermiche iperpigmentate. Viene usata a dosi dal’1 al 10%, preferibilmente sopra il 5%. L’arbutina viene estratta dall’uva ursina. L’ACIDO AZELAICO è prodotto in natura dal Pytirosporum Ovalis, responsabile della pitiriasi versicolor. Agisce come inibitore competitivo degli enzimi ossidativi, quindi anche sulla tirosinasi. Non è fotosensibilizzante e ha discreta tollerabilità cutanea. E’ però difficile da sciogliere e incorporare nelle emulsioni perciò di recente è stato prodotto il suo derivato azelaoil-diglicina, efficace in gel al 3%.• Il prodotto schiarente va usato con costanza, ma attenzione agli effetti collaterali e alla luce solare.
domenica 11 novembre 2012
CONSIDERAZIONI SULLA SALUTE
CONSIDERAZIONI SULLA SALUTE Eccomi di ritorno e, dato che in questo periodo più che mai siamo smarriti di fronte alla situazione politica e spesso desiderosi di una rivoluzione culturale-politica-sociologica, voglio rinnovare uno dei sermoni opinionistici che del resto non mi astengo dal propinarvi di tanto in tanto. Ma oggi non mi avvalgo di argomentazioni olistiche/alternative che ho troppo spesso esposto. Voglio invece proporvi uno stralcio di un post del Dr Marco Bobbio di cui alcuni anni fa ho letto un ottimo saggio dal titolo "Giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza". Questo per sottolineare che anche nel campo della medicina allopatica ( quella per così dire istituzionale) ci sono autorevoli rappresentanti con idee chiare e grande lucidità ed onestà sia morale che intellettuale. Per chi volesse leggere l'intero articolo ecco il link: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=19789 Per chi ancora non conosce il Dr Marco Bobbio riporto la sua presentazione e la bibliografia così come esposte nel sito della Einaudi: Marco Bobbio è primario di Cardiologia all'Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo. Ha lavorato per due anni come ricercatore negli Stati Uniti ed è stato responsabile dei trapianti di cuore a Torino per 15 anni. Ha scritto per Bollati Boringhieri (1993) Leggenda e realtà del colesterolo - Le labili certezze della medicina; con Stefano Cagliano per Donzelli (2005) Rischiare di guarire - Farmaci, sperimentazione, diritti del malato. Per Einaudi ha pubblicato Giuro di esercitare la medicina in liberà e indipendenza (2004) e Il malato immaginato (2010). Per chi volesse seguirlo su facebook: http://it-it.facebook.com/marco.bobbio (...) "Il professor Clifton K. Meador, docente all´Università di Nashville nel Tennessee, si trova una sera a cena con un nutrito gruppo di amici. Parlando del più e del meno, il discorso scivola su questioni di salute. Con grande sorpresa, scopre che nessuno dei suoi amici è davvero sano: alcuni hanno il colesterolo elevato, a uno è stata diagnosticata un´anemia lieve, a una signora hanno appena consegnato il referto di uno striscio vaginale definito "dubbio", a due signori è stato comunicato che la prova da sforzo "non è normale" e alcuni soffrono di problemi di disagio personale o sociale. Tutti prendono quotidianamente qualche medicina. Meador riflette sul fatto che ormai le persone sane stanno scomparendo e scrive un articolo, che verrà pubblicato sul New England Journal of Medicine, una prestigiosa rivista medica, provando a immaginare come vivrà l´ultimo uomo sano. Sarà completamente occupato a eseguire esami del sangue, delle urine e delle feci, visite mediche generiche e specialistiche, esplorazioni periodiche di ogni orifizio, esami accurati della pelle, sottoponendosi ad attività fisica calibrata e a una dieta rigorosa (che dovrà continuamente variare, aggiornandosi ai risultati delle ultime ricerche). Dalla pubblicazione di quell´articolo sono trascorsi quattordici anni e la situazione è probabilmente peggiorata. Il numero di persone "non sane", badate bene, non dico ammalate, sta aumentando vertiginosamente. Si ha l´impressione che il benessere sia ormai limitato da un perenne stato di malattia e sostenuto da controlli e trattamenti continui. Per capire cosa stia succedendo, proviamo a riflettere su due questioni delicate. Prima questione. Perché la medicina ha esteso il proprio campo di intervento a tal punto da coinvolgere praticamente tutti? In modo profetico, nel 1976 Ivan Illich preconizzava in Nemesi medica, l´espropriazione della salute, che «l´effetto inabilitante prodotto dalla gestione professionale della medicina ha raggiunto le proporzioni di un´epidemia. Il nome di questa nuova epidemia, iatrogenesi, viene da iatros, l´equivalente greco di medico e da genesis, che vuol dire origine». Da allora, la malattia è diventata sempre più spesso una merce, oggetto di profitti. Se vengono curate solo le persone realmente ammalate, ci si limita a quel ristretto gruppo di pazienti che ha bisogno di un intervento medico per stare meglio. Per espandersi, il mercato della salute ha bisogno invece di una crescente domanda. Una volta che tutti gli ammalati sono stati intercettati e sono più o meno presi in un ingranaggio diagnostico-terapeutico, il mercato si deve estendere a quelli che non hanno nulla, e che, a loro dire, sono sani. Bisogna allora attivare alcuni meccanismi, spesso sorretti dalla buona intenzione di migliorare la salute: l´induzione del bisogno (si suscita nella gente la paura di malattie e di invalidità future, prospettando il rischio di un accidente), il travisamento dei dati scientifici (si presentano i risultati delle ricerche in modo da enfatizzare quelli positivi e minimizzare quelli negativi), l´anticipazione della diagnosi (si iniziano a prescrivere medicine per valori di "anormalità" sempre più bassi), la creazione di nuove malattie (si fa credere che comuni disturbi siano vere e proprie malattie da curare), la prescrizione per indicazioni non appropriate (si prescrivono farmaci approvati per la cura di una malattia, a pazienti che hanno altre malattie), le campagne di sensibilizzazione (si diffonde la consuetudine di indire la giornata, la settimana o l´anno di una certa affezione, per indurre le persone sane a preoccuparsi e sottoporsi a esami e a visite). Seconda questione. I trattamenti prescritti sono tutti utili e può succedere che si arrivi al punto di sottoporre un paziente a un intervento chirurgico non necessario? In questi giorni è stato sollevato il dubbio, da accertare nel prosieguo dell´indagine giudiziaria, che alla clinica Santa Rita di Milano venissero eseguiti inutili interventi chirurgici. Se verranno confermati, i comportamenti criminosi dovranno essere perseguiti, anche per non gettare discredito sui medici e sulle strutture sanitarie. Non ritengo però che si possano dividere i medici tra i tantissimi onesti, che prescrivono solo cure essenziali e appropriate e i pochi disonesti, che speculano su ignari pazienti. La realtà è molto più sfumata. Noi medici ci troviamo sempre ad assumere decisioni in condizioni di incertezza. In un campo così variegato, come quello biologico, è difficile stabilire se per quel singolo paziente un trattamento (medico o chirurgico) sia indicato oppure no. Sappiamo, in molte circostanze, cosa potrebbe succedere in media a pazienti con condizioni simili; non possiamo però prevedere cosa capiterà proprio a lui. In ogni decisione possono anche intervenire interessi personali: non solo quelli di tipo economico che sono evidenti, riprovevoli, mal tollerati, controllabili e sanzionabili. Proprio per questo i controlli non dovrebbero limitarsi agli aspetti formali e quantitativi (facili da verificare), da affidare a impiegati che esaminano il rispetto delle procedure. Si sa che i disonesti sono abilissimi a produrre rendiconti formalmente perfetti; se le procedure di controllo sono cavillose è più facile che venga preso nella rete chi dedica più tempo ai pazienti che alle relazioni. È ora di cambiare mentalità: bisogna entrare nel merito degli interventi per verificare l´appropriatezza delle scelte, la qualità delle prestazione, l´efficacia dei risultati."
NOTA La prima immagine ( un mio recente scatto PROPIZIATORIO...eh eh eh ) spero serva a nutrire la nostra immaginazione con l'idea di una porta verso un mondo nuovo e migliore
NOTE DI RINGRAZIAMENTO (1) La seconda immagine, che ho scelto per sottolineare la sensazione di disagio di questa nostra squallida epoca, è "Scisma" dell'ormai famoso (di certo per chi segue questo blog) Giovanni Ambrosioni che ringrazio sempre! (2) Mi sono presa la libertà di citare e di aggiungere la foto trovata in rete :Ringrazio gli autori e sono pronta a ritirare il tutto nel caso lo richiedano...resto comunque una loro devota fan :-)
giovedì 1 novembre 2012
OMEOPATIA PER L'INSONNIA DEL BAMBINO
OMEOPATIA PER L'INSONNIA DEL BAMBINO Per parlare di insonnia nel bambino ho scelto un bellissimo brano da La recherche di Proust. Per motivi di sintesi ho preferito raccontare alcune parti in modo riassunto: sono quelle che trovate tra parentesi, dato che il testo autentico è molto più ricco e raffinato del modo in cui mi permetto di raccontarlo qui. §§§ Ma ecco che prima che suonassero per il pranzo il nonno ebbe l'inconsapevole ferocia di dire "il piccolo ha l'aria stanca, dovrebbe salire e andare a letto" e mio padre disse "si, andiamo, va' a coricarti". Così fui costretto ad andarmene, salire ogni gradino della scala contrariando il mio cuore che voleva tornare accanto alla mamma perchè lei non gli aveva dato, non baciandomi, il permesso di seguirmi. (Alcune ore dopo, essendo rimasto sveglio per tutta la durata della cena, il piccolo Marcel sente i passi della mamma che sale per andare a dormire ) Andai senza far rumore nel corridoio; il mio cuore batteva così forte che facevo fatica a camminare. Vidi la mamma e le corsi incontro. Al primo momento mi guardò con stupore non riuscendo a capire cosa stesse accadendo. Poi il suo volto prese un'espressione di collera, non disse nulla, e in effetti per molto meno stava senza parlarmi per giorni. Se mi avesse detto qualcosa, sarebbe stato ammettere che si poteva ancora rivolgermi la parola e tra l'altro questo mi sarebbe parso forse ancora più terribile, come un segno che davanti alla gravità del castigo che si preparava, il silenzio e la freddezza sarebbero stati puerili. Ma lei sentì mio padre che saliva dalla stanza da bagno e, per evitare la scena che mi avrebbe fatto, mi disse con voce spezzata per la collera: "vattene, vattene, che almeno tuo padre non ti veda aspettare così come un pazzo!". Ma io le ripetevo: " vieni a darmi la buona notte", terrorizzato al vedere il riverbero della bugia di mio padre allungarsi già sul muro, ma anche usando il suo avvicinarsi come mezzo di ricatto nella speranza che la mamma, per evitare che mio padre mi trovasse ancora lì se avesse insistito nel suo rifiuto, mi dicesse: " Rientra in camera tua, vengo subito". Troppo tardi, mio padre era davanti a noi; mi guardò un istante con aria stupita e arrabbiata, poi dopo che la mamma gli ebbe spiegato con poche parole imbarazzate cosa era accaduto : " Ma su,--disse-- vai con lui allora, resta un po' in camera sua" "Ma caro--disse la mamma--non si può abituare questo bambino..." "Non si tratta di abituare--rispose lui--vedi bene che ha un dispiacere, ha l'aria desolata, su, non siamo poi dei carnefici! Quando l'avrai fatto ammalare cosa avrai guadagnato?". (E fu così che quella notte la mamma rimase nella stanza del bimbo leggendogli qualche storia da Le mille e una notte, regalo che era stato acquistato per il Natale ed ora aperto in anticipo.)§§§ Che rimedio avrei dato a questo bimbo? Ignatia e Chamomilla. RIMEDI OMEOPATICI CLASSICI – TERAPIA DELL'INSONNIA DEL BAMBINO – RIMEDI DI TERRENO "ANSIOSO" GELSEMIUM: difficoltà ad addormentarsi. Sonno agitato. Sussulta dormendo. Soggetto timoroso, emotivo. IGNATIA: insonnia provocata o aggravata dalle contrarietà. Sospiri e sbadigli. Carattere paradossale delle modalità. ARGENTUM NITRICUM: sonno con incubi. Il bambino si sveglia di soprassalto. Bambino emotivo che ha paura del futuro. COFFEA: insonnia con ipersensibilità sensoriale. Il bambino si muove in continuazione nel letto. Si risveglia sussultando. RIMEDI DI TERRENO "ANSIOSO-DEPRESSIVO" KALIUM PHOSPHORICUM: insonnia che segue la stanchezza nervosa in bambini spossati ed irritabili. Il bambino parla dormendo; ha incubi e paure notturne. ACIDUM PHOSPHORICUM: il sonno è agitato, non ristoratore. Rimedio indicato in bambini rallentati intellettualmente e fisicamente. LACHESIS : insonnie prima di mezzanotte, con sussulti o sensazioni di soffocamento al momento dell'addormentamento. Incubi e sogni angoscianti. STAPHISAGRIA :segni distintivi: vessazioni o contrarietà in bambini suscettibili, sensibili che vivono in un ambiente dominante. RIMEDI DI INSTABILITÀ PSICOMOTORIA CHAMOMILLA: bambino sonnolento di giorno, insonne di notte; con sogni sgradevoli. È generalmente collerico, capriccioso; sta meglio se viene cullato o tenuto in braccio. NUX VOMICA: il bambino si risveglia tra le 3 e le 4 del mattino e tende a riaddormentarsi verso le 6 (consegue difficoltà a svegliarsi la mattina). Il sonno è sempre agitato. Tende alla sonnolenza postprandiale. Bambino autoritario, suscettibile. KALIUM BROMATUM: bambini che manifestano agitazione particolare delle mani e delle estremità. HYOSCYAMUS NIGER:il bambino balbetta, ride, grida, sussulta durante il sonno. Ha incubi, è suscettibile e geloso. Tendenza ai tic. STRAMONIUM: paura del buio; necessità di una luce accesa. CINA: digrignamento dei denti durante il sonno. Spesso si associa a parassitosi. ZINCUM: sonno con agitazione "delle gambe e dei piedi" dopo sovraffaticamento o " stanchezza nervosa. ARNICA:agitazione fisica dopo una giornata di gioco intenso. PULSATILLA:disturbi di addormentamento; il bambino ha paura di stare solo. CYPRIPEDIUM:è il bambino più eccitato. Si addormenta senza difficoltà; si risveglia nella seconda parte della notte; vuole giocare; è impossibile farlo addormentare. RIMEDI DI FONDO ARSENICUM ALBUM: sonno agitato tra la 1 e le 3 del mattino, con ansietà. Sonno non ristoratore. Bambini meticolosi, ordinati. NATRIUM MURIATICUM: grande necessità di dormire ma con difficoltà a prendere sonno che, comunque, è sempre agitato. Stanchezza al risveglio. SULFUR:difficoltà ad addormentarsi. Sonno agitato con risvegli tra le 3 e le 4 del mattino e difficoltà a riaddomentarsi. Il bambino di notte si scopre perchè ha l'impressione di avere i piedi che "bruciano". CALCAREA CARBONICA:i lattanti sudano (capo) mentre si addormentano e durante il sonno. Si risvegliano spesso durante la notte e sussultano al minimo rumore. PHOSPHORUS:bambini longilinei, magri, nervosi ed ipersensibili. Spesso sonnolenti e assopiti durante la giornata, si addormentano tardi e, il mattino, hanno sempre l'impressione di non aver dormito abbastanza. SILICEA:bambini nervosi, ma timidi, frettolosi, gracili. Sudano facilmente, soprattuto ai piedi; sussultano durante il sonno e sudano addormentandosi. THUJA:disturbi del sonno dopo vaccinazioni, terapie prolungate e infezioni croniche. In uno studio svolto nel 2003 su 160 bambini è stat dimostrato dalla dottoressa Maria Colombo, che l'intervento con rimedi omeopatici è certamente utile a ridurre il numero di risvegli notturni e, un una buona percentuale di casi, ad eliminarli del tutto, permettendo così un sonno fisiologico per il bambino e, di conseguenza, per i genitori. L'articolo che descrive lo studio nei dettagli è stato pubblicato sulla rivista La medicina biologica ottobre-dicembre 2003 NOTA l'immagine a carboncino è di Giovanni Ambrosioni
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Informazioni personali

- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com