La scoliosi idiopatica (v. post precedente per il termine “idiopatica”) è una deformazione tridimensionale della colonna vertebrale evidenziabile con una curva sul piano frontale. Strutturalmente, oltre ad evidenti alterazioni estetiche, si rileva una rotazione del corpo vertebrale e la comparsa di gibbo. Colpisce prevalentemente il sesso femminile; la sua caratteristica più saliente è l’evolutività; insorge, nella maggior parte dei casi, alla soglia dello sviluppo puberale, tendendo ad arrestarsi verso il periodo in cui avviene la maturazione ossea. Recenti studi hanno dimostrato che la scoliosi idiopatica ha una origine genetica. Si determinano una ritardata maturazione di alcuni centri nervosi di controllo della postura e del movimento e alcune alterazioni biochimiche e neuromuscolari.
sabato 21 settembre 2013
SCOLIOSI
La scoliosi idiopatica (v. post precedente per il termine “idiopatica”) è una deformazione tridimensionale della colonna vertebrale evidenziabile con una curva sul piano frontale. Strutturalmente, oltre ad evidenti alterazioni estetiche, si rileva una rotazione del corpo vertebrale e la comparsa di gibbo. Colpisce prevalentemente il sesso femminile; la sua caratteristica più saliente è l’evolutività; insorge, nella maggior parte dei casi, alla soglia dello sviluppo puberale, tendendo ad arrestarsi verso il periodo in cui avviene la maturazione ossea. Recenti studi hanno dimostrato che la scoliosi idiopatica ha una origine genetica. Si determinano una ritardata maturazione di alcuni centri nervosi di controllo della postura e del movimento e alcune alterazioni biochimiche e neuromuscolari.
La deformazione vertebrale provocata dalla scoliosi idiopatica può essere definita come il segno di una sindrome complessa ad eziologia multifattoriale.
La diagnosi differenziale (DD) va posta con le scoliosi congenite da difetto di formazione: parziale (vertebra a cuneo), completo (emispondilo); da difetto di segmentazione: monolaterale (barra congenita), bilaterale (vertebre a blocco) e con le patologie neuromuscolari: neuropatie del primo motoneurone, paralisi cerebrali infantili, sindromi spinocerebellari, siringomielia, neoplasie del midollo spinale, lesioni del midollo spinale e neuropatie del secondo motoneurone (poliomielite), mieliti virali, traumatiche, amiotrofie spinali, disautonomia.
SCOLIOSI PARAMORFICA
Premesso che si definisce scoliosi una curva maggiore di 10° sul piano frontale, distinguiamo la scoliosi idiopatica dall’atteggiamento scoliotico o scoliosi paramorfica.
La scoliosi paramorfica è una flessione laterale della colonna senza abnorme deformazione e rotazione dei corpi vertebrali con minor comparsa di gibbo, la cui caratteristica è una minor tendenza all’evolutività. Il soggetto va valutato attraverso un esame obiettivo con lo studio della morfologia e della funzionalità rachidea. Dapprima le osservazioni di asimmetrie ed alterazioni estetiche che riguardano il bacino, gli arti inferiori, il cingolo scapolare, il capo. Con il filo a piombo si valuta l’eventuale strapiombo della colonna. Il banding anteriore permette di valutare l’eventuale presenza di gibbo e un semplice regolo con livella, la sua misurazione. Con il banding laterale possiamo verificare la rigidità della colonna e la riducibilità della curva. Per la misurazione della curva è ormai accettato l’esame radiografico in proiezione antero-posteriore e la misurazione in gradi Cobb che viene effettuata mediante l’individuazione della vertebra apice della curva, la vertebra con più gradi di rotazione sul piano traverso e le 2 vertebre limitanti, superiore e inferiore. Il grado di rotazione della vertebra è ritenuto elemento prognostico estremamente importante. L’enorme aggravamento della deformità scoliotica nel periodo dello sviluppo ha indotto molti ricercatori allo studio della crescita ossea e delle poussées di sviluppo della colonna. Il periodo di maggior aggravamento è quello pre-puberale. Tanner ha individuato gli stadi della crescita e della maturazione ossea nel periodo che precede e segue la pubertà: gli stadi della crescita sono da un lato statistici, dall’altro legati al grado di maturazione dei caratteri sessuali secondari. L’evoluzione della deformità dipende dalle cartilagini di accrescimento del rachide sottoposte a forte spinta evolutiva. La diagnosi precoce è l’arma più efficace per un intervento sistematico sulla popolazione a rischio.
La scoliosi non è patologia frequente (2-3% della popolazione) più frequenti sono i vizi di portamento e le alterazioni posturali che possono degenerare e sfociare in una scoliosi paramorfica di discreta entità. L’atteggiamento scoliotico è conseguenza della disfunzione posturale. Un intervento riabilitativo olistico può evitare ulteriori complicanze. Dal punto di vista riabilitativo, molta attenzione deve essere posta alla probabilità evolutiva della scoliosi. Sulla base di queste osservazioni, le scoliosi con forte spinta evolutiva (oltre 40° cobb) che possono creare deformità gravi ed irreversibili, con importanti complicazioni cardio-respiratorie, devono essere trattate chirurgicamente. Le scoliosi comprese tra 20 e 40° cobb con spinte evolutive importanti devono essere trattate con corsetto e rieducazione;
quelle comprese tra 10 e 20-30° cobb con scarse spinte evolutive possono essere trattate con rieducazione posturale, osteopatia, chiropratica, kinesiterapia ed omotossicologia.
La postura è la risposta integrata del corpo nelle sue manifestazion statiche e cinetiche alla forza di gravità. La reazione antigravitaria deve essere: economica, efficiente, confortevole. Se la reazione antigravitaria è inadeguata si instaura un’alterazione posturale. Un alterato equilibrio posturale determina una catena lesionale; le strutture osteo-mio-fasciali, attraverso il gioco dei compensi, organizzano una serie di adattamenti che, a seconda dell’origine, partono dal basso verso l’alto o viceversa. Caratteristica della catena lesionale è quella di agire a distanza. Per catena lesionale a partenza dal basso si intende quella ascendente, alterazione che prende origine da una disfunzione dell’appoggio podalico, della zona sacro-iliaca e del rachide.
La catena discendente è a partenza da una alterazione dell’organo vestibolo-uditivo, visivo o occlusale (apparato stomatognatico cioè masticatorio). Più in dettaglio, il sistema stomatognatico comprende le ossa craniche, la mandibola, l’ATM, il complesso muscolo-legamentoso flesso-estensorio del collo, l’osso ioide, il sistema linfatico e nervoso del collo e del capo.
Il dorso curvo giovanile o gli atteggiamenti viziati sono elementi molto importanti nell’eziopatogenesi dell’atteggiamento scoliotico; se vengono trascurati in un momento di forte spinta evolutiva, la conseguente deformità può assumere proporzioni rilevanti.
Terapie consigliate come prima scelta sono:
Craniosacrale, Osteopatia viscerale, Osteochiropratica;
lo studio dell’eterometria degli arti inferiori, l’assetto del bacino, la rigidità rachidea e lo studio dell’equilibrio sono elementi fondamentali per la valutazione morfo-funzionale. Logan e De Jearnette affermano l’importanza dell’appoggio podalico, delle ali iliache e del sacro nelle alterazioni posturali ascendenti. Non a caso lesioni di grande interesse sono la rotazione posteriore o anteriore delle ali iliache e la chiusura ed apertura iliaca.
OMEOPATIA
La scoliosi fa parte della fase di deposito e di impregnazione del tessuto osseo. Vanno verificate le caratteristiche costituzionali dei genitori e del bambino. Molta attenzione deve essere posta alla presenza di fluorismo e tubercolismo nei soggetti con caratteristiche di brevilineità o di longilineità con habitus astenico (cioè scarso sviluppo muscolare e scarsa energia. Astenia in senso stretto vuol dire debolezza, ma riguardo alla classificazione fisiognomica per astenico si intende un soggetto con muscolatura poco sviluppata...il che, tra l’altro, spesso lo conduce a posture caratteristiche ). L’anamnesi familiare va completata con l’anamnesi fisiologica ( eventuali difetti di suzione, dentizione, fonazione, deambulazione). E’ particolarmente importante associare rimedi costituzionali, nosodi ecc.
I rimedi più usati sono:
CALCIUM FLUORATUM, CALCIUM CARBONICUM, CALCIUM PHOSPHORICUM, NATRIUM MURIATICUM, LUESINUM, OSTEOHEEL S, LEDUM COMPOSITUM, CARY BABY COMPOSITUM(cosmochema).
SPORT
Un suggerimento frequentemente proposto è la pratica del nuoto. Molti studi hanno dimostrato l’inconsistenza di questo consiglio. In generale non c’è nessuna controindicazione alla pratica di sport moderato ma il soggetto non va illuso di risolvere il problema con il nuoto, nè lo sport in generale e non va dissuaso dalla terapia delle alterazioni posturali.
STOP
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com
sempre preziosi consigli. ciaoo
RispondiEliminaanche qui,non male con le parole difficili!! interessante,come sempre,la tua informazione
RispondiEliminabuon pomeriggio
ho cercato di esprimermi in modo facile ma non sempre è facile :-) ciao cara!!!
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