IL SOLE E LA PELLE
lunedì 15 agosto 2011
Il sole e la pelle
IL SOLE E LA PELLE
Eccomi di ritorno dalla classica vacanza al mare.
So che un simile argomento avrei dovuto inserirlo a inizio estate, ma poi mi sono detta: “E’ un argomento che ricorre tutti gli anni in tutte le riviste! E allora cosa lo tratto a fare? Voglio esporlo negli aspetti che più permettono al lettore di gestire la sua protezione senza doversi fidare ciecamente di una linea magari molto costosa e molto pubblicizzata. Seguo l’ispirazione che mi viene dal ritmo privato dei miei eventi. L’indice è sempre esposto e serve proprio per poter consultare un argomento quando serve.
Il sole va preso sempre e sempre in moderate quantità: questo è il mio consiglio
Come in tutte le cose bisogna valutare caso per caso i pro e i contro.
Tra gli effetti positivi dell’esposizione al sole ci sono la produzione di vitamina D e la produzione da parte della pelle di sostanze simili alle endorfine, che influiscono favorevolmente sul tono dell’umore.
Le radiazioni UV solare modificano la capacità di sintesi delle citochine da parte dei cheratinociti e, in particolare, fanno aumentare la produzione di IL10, che inibisce i linfociti e le cellule di Langerhans. Dopo esposizione cronica al sole si nota una diminuzione del numero di cellule di Langerhans e un deterioramento di quelle che rimangono. I dendriti sono ridotti, il nucleo è danneggiato e, quando l’esposizione è prolungata le cellule muoiono per apoptosi. Le cellule di Langerhans diventano incapaci di stimolare i linfociti e avviare le reazioni difensive. Questo spiega perché una moderata esposizione al sole durante l’estate, abbia effetti curativi su lesioni dovute ad una stimolazione eccessiva del sistema immunitario, per esempio sulle allergie cutanee. Questa caduta delle difese immunitarie spiega anche il perché si formino tumori della pelle in seguito ad eccessiva esposizione al sole.
(Se trovate difficile la descrizione delle cellule dell’epidermide, potete consultare il capitolo 60 “pelle”).
ERITEMA SOLARE, DA CALORE, eritemi e arrossamenti vari
Fitoterapia
CAMOMILLA
può essere o matricaria recutita, detta camomilla tedesca, o anthemis nobilis, detta camomilla romana. Le loro azioni terapeutiche sono molto simili. Nel caso di alterazioni del derma si sfrutta l’azione antinfiammatoria dovuta all’apigenina e alla luteolina. Va ricordato che gli estratti acquosi di camomilla svolgono una maggiore attività spasmolitica rispetto agli estratti alcolici, dotati di maggiore attività antiflogistica.
MALVA
ha un alto contenuto di mucillagini, che le conferisce azione emolliente e antinfiammatoria, ideale per lenire irritazioni da agenti atmosferici e chimici. Per sfruttare le proprietà di queste 2 piante in modo semplice e valido, basta aggiungerle all’acqua del bagno, ponendo un sacchetto di garza contenente la droga direttamente sotto il getto di acqua calda; in alternativa è possibile applicare compresse di garza imbevute sulle zone irritate per 15 secondi o una pomata al 10%.
CALENDULA
La quantità di TM da includere in una pomata non molto grassa è del 10-20%; l’olio di calendula è dotato delle stesse proprietà.
AMAMELIDE
per gli effetti sul microcircolo, per le sue azioni:
astringente, antiflogistica ed emostatica.
ALOE
è una liliacea il cui gel è costituito da polisaccaridi, acqua, saponine e vitamine, con proprietà decongestionanti e reidratanti; il gel penetra nel tessuto cutaneo ed esercita azione antiflogistica e anestetica: pare infatti inibire la formazione di trombossano e di promuovere la crescita delle cellule del derma grazie alla presenza di glicoproteine.
AMIDO
in particolare proveniente da avena o riso: sciogliere 2 cucchiai in poca acqua; la soluzione così ottenuta va aggiunta all’acqua del bagno oppure può essere usata per spugnature.
Materie prime naturali che vengono impiegate per la produzione di cosmetici “solari”
la PROPOLI contiene diverse decine di flavonoidi e tra questi alcuni hanno dimostrato la capacità di assorbire le radiazioni UV sia nella zona A che nella B; contiene inoltre dei derivati dell’acido cinnamico, che agiscono anch’essi come filtri aggiuntivi. Molte piante forniscono oli, burri e cere che possono servire come coadiuvanti; tra queste alcune, come l’OLIO DI COCCO, godono di una fama immeritata. L’olio di cocco contiene molto acido laurico che è irritante sulla pelle; in più non dà alcuna protezione e non ha nessun potere di fare abbronzare prima la pelle. Altre invece sono utili sia come filtri, sia come emollienti e sono: OLIO DI AVOCADO, SESAMO, OLIVA, GERME DI GRANO, SOIA, RICINO. Anche per questi il potere filtrante non è paragonabile a quello dei filtri di sintesi, ma è certamente utile in abbinamento a questi e certo preferibile all’olio di vaselina, totalmente permeabile dai raggi UV, e al suddetto olio di cocco. I più protettivi sono l’olio di germe di grano e l’olio di MAIS. Taluni oli e burri hanno inoltre un contenuto notevole di insaponificabili e questo è importante ai fini di un loro utilizzo in un preparato solare, poiché si è constatato che, applicati sulla pelle, favoriscono la formazione di nuovo collagene nel derma, contribuendo a prevenire l’invecchiamento cutaneo. Il grasso più ricco di insaponificabili è il burro di KARITE’, ricavato dal seme di una sapotacea africana e molto usato nelle preparazioni cosmetiche dermonutrienti. Nei prodotti solari è molto usata la cera liquida, nota come OLIO DI JOJOBA, contenuta in grande quantità nel seme di un arbusto, la Sismondsia, che cresce nel deserto di Sonoran tra Messico e California. La natura chimica di questa cera la rende utile sia come filtro coadiuvante che come protettivo ed emolliente.
DA NOTARE CHE Oli Essenziali come quelli di bergamotto e di limone, ottenuti per spremitura a freddo, contengono sostanze fotosensibilizzanti e quindi di questi non è consigliato l’uso.
Le piante che forniscono gomme e mucillagini usate nei solari sono: ALOE VERA, MALVA, PIANTAGGINE; esse non posseggono specifiche proprietà filtranti, ma protettive, ammorbidenti, lenitive.
Infine tra le piante che contengono sostanze coloranti, hanno una posizione di primo piano NOCE ed HENNE’.
In esse sono contenuti due naftochinoni molto simili noti come juglone e lawsone. Essi a contatto con le proteine dello strato corneo, producono composti colorati di bruno e di rosso. Non è abbronzatura ma colorazione; sembra tuttavia che il complesso colorato aumenti il potere filtrante dello strato corneo sugli UVB. Di qui il loro uso, in piccole quantità nei prodotti solari. Gli estratti di henné insieme ad allossano e diidrossiacetone 4DHA si usano per colorare la pelle anche in assenza di irraggiamento solare. Il DHA è usato anche per creare l’illusione di prolungare l’abbronzatura al ritorno dal mare.
La maggior consapevolezza dei rischi d’esposizione al sole fa scegliere fattori di protezione più alti con una particolare attenzione ai prodotti per bambini e alle formule in grado di formare un film sull’epidermide. In quest’ultimo caso nell’elenco degli ingredienti in etichetta compaiono spesso degli ACRILATI e a volte delle sostanze di derivazione naturale come ad esempio jojoba.
I polimeri in sé non sono un problema ma il fatto che siano polimeri li rende difficilmente oggetto di penetrazione cutanea con i rischi che ciò può comportare. Il rischio insito nei polimeri è dato dai residui di monomero (oggetto di specifiche limitazioni) che possono essere presenti come impurezze.
Integratori
Gli integratori a base di carotenoidi, tipo CAROVIT FORTE, vanno assunti 1 volta al giorno per 1 mese prima dell’esposizione al sole e 1 mese dopo per prolungare l’abbronzatura. Ma oltre agli integratori classici a base di estratti di carota e antiox, vediamo alcuni prodotti importanti, i cui effetti sono stati testati con studi di largo respiro a livello europeo (((la maggioranza però non mi è capitato di vederli in commercio, mentre lo sono per certo in Francia. ))). L’assorbimento regolare di OLIO DI PALMA ROSSA moltiplica i tassi sanguigni di alfa-carotene per 14 e quelli di beta-carotene per 5: ciò si traduce in un’importante attività fotoprotettrice, poiché i carotenoidi hanno un forte tropismo cutaneo. Ne deriva una preparazione e un prolungamento dell’abbronzatura, insieme a una protezione contro l’invecchiamento cutaneo.
HELIOPERINE ® ( ®=nome della materia prima brevettata)è un estratto vegetale di una pianta della famiglia delle piperiacee. Esso accresce del 60% l’assimilazione dei carotenoidi e del 30% quella del selenio. Esiste una formulazione per le pelli normali o miste, e una idratante per pelli secche che contiene acidi grassi omega-3.
Un altro prodotto è a base di PHYTOPIGMENTS ®. Si tratta di un’associazione di numerosi carotenoidi vegetali, ed esattamente: beta-carotene+ capsanteina+criptoxantina+ capsorubina+zeaxantina+luteina, con anche vitE, selenio e olio di borragine. Dopo 6 settimane di assunzione i soggetti testati hanno mostrato una crescita dell’indice di pigmentazione fino al 20%. Il prodotto migliora la tolleranza della pelle al sole e ritarda la coparsa di eritemi; aumenta inoltre l’indice di idratazione cutanea.
DUNALIELLA SALINA i suoi carotenoidi sono alla base della formulazione di beta-carotene softgels della Solgar, in cui questi principi attivi sono associati all’olio di cartame. Inoltre la Solgar produce anche un altro preparatore solare “advanced carotenoides complexe” in cui sono presenti luteina, licopene, capsantina, olio di mais, annatto e olio di soia. IL prodotto “UV SUn 60” contiene carotenoidi, vitamine, omega 3 e 6, olio di borragine e olio di enotera. Le capsule Bergasol contengono oltre a licopene, betacarotene marino, alga spirulina, selenio, vitE, zinco e bioflavonoidi di limone; gli oli di albicocca e di enotera, presenti anch’essi nella formulazione, favoriscono l’equilibrio idrolipidico. Un’altra innovazione è la formulazione delle capsule Parlight: al classico alfa-carotene, vitC,E,PP e selenio è associato l’estratto di OPUNZIA, che accelera la produzione delle HSP (= heat shock proteins) inducibili. Sottolineamo che esistono 2 tipi di HSP, o proteine da shock termico: le sole inducibili sono prodotte in risposta ai differenti tipi di stress. In condizioni fisiologiche normali, la loro quantità è stimata a 2% delle proteine complessive, mentre il loro livello può raggiungere il 20% in condizioni di stress. Lierac-Cosmodex ha sperimentato le proprietà riparatrici dell’estratto di FICO sulle cellule cutanee dopo l’esposizione solare. Altra materia prima è l’ ALGA LAMINARIA DIGITATA che possiede un sistema di protezione efficace contro i raggi UV, poiché in caso di necessità è possibile la secrezione di cito-protectina, un oligoalginato che stimola il suo sistema immunitario; questa molecola agisce a livello dell’epidermide proteggendo le cellule di langerhans, e a livello del derma, proteggendo le cellule dendritiche, tutte cellule immunocompetenti.
AUTOABBRONZANTI Il capostipite è il DIIDROSSIACETONE (DHA). L’abbronzatura si ottiene per reazione chimica tra i gruppi reattivi della cheratina e il gruppo chetolo del DHA. I composti che si formano sono idroresistenti. In parole povere il Dha provoca una reazione con le proteine dell’epidermide colorandole; l’impiego nelle formule di eritrulosio con funzione umettante favorisce poi la fissatura del colore. In termini di sicurezza va ricordato che essi non forniscono protezione dal sole visto che in realtà non viene sollecitata la produzione di melanina (che invece è protettiva come avviene nel fenomeno naturale dell’abbronzatura).
La CANTAXANTINA è un carotenoide naturale di colore arancione-rosso, stretto parente del beta-carotene. Si trova nelle aragoste e nei gamberi e in alcune alghe e piante tra cui il comune fungo commestibile detto gallinaccio. La tossicità è alla dose di 25 mg/Kg di peso corporeo, cioè per un soggetto di 70 Kg 1750 mg. Viene usata come colorante per minestre, salse, formaggi (negli USA), oltre che per il trattamento sperimentale della vitiligine. Essa è più efficace nei soggetti di fototipo chiaro e nelle donne. A differenza della tinta arancione prodotta dal beta-carotene, quella risultante dalla cantaxantina è più simile ad una abbronzatura solare.
TRAUMI DA LETTINO Tutti i lettini per l’abbronzatura sono dannosi per la pelle. E’ vero che gli UVA non bruciano la superficie della pelle con la stessa facilità degli UVB, ma è anche vero che danneggiano il derma. I raggi UVA hanno effetti dannosi sulla retina e una parte di essi la raggiunge anche se il soggetto indossa gli appositi occhiali.
Gli UVA possono causare l’indebolimento del sistema immunitario; aumentano la vulnerabilità della pelle agli UVB e provocano un massiccio incremento dell’ossidazione della pelle. I radicali liberi scaturiti da questo processo ossidativo sono in grado di danneggiare qualsiasi tessuto con cui vengono a contatto. Ovviamente essi sono fattore di rischio per i vari tumori della pelle. Se si fanno comunque lampade e lettini, almeno vanno assunti degli integratori antiox, e in particolare beta-carotene e selenio. La cantaxantina non influisce sulla melanina per cui agisce in combinazione con il processo dell’abbronzatura e lo intensifica. Sia il beta-carotene che la cantaxantina vengono usati con successo nel trattamento della protoporfiria, dell’esantema da esposizione alla luce e del lupus eritematoso discoide, tutte patologie caratterizzate da ipersensibilità della pelle alla luce e specialmente ai raggi solari. Quindi questi 2 oltre all’effetto abbronzante hanno quello protettivo. La cantaxantina viene usata in dosi da 100-150 mg/die x 2-3 sett. Poi per mantenere il colorito sono sufficienti 30-60 mg/die. L’effetto massimo viene raggiunto in circa 4 settimane e il colore scompare in circa 4 settimane dopo la cessazione dell’uso.
CREME PROTETTIVE Un efficace filtro di protezione solare deve avere un fattore di protezione superiore a 15; deve essere in grado di proteggere tanto dagli UVA quanto dagli UVB; deve essere fotostabile e resistente all’acqua: a parità di filtri presenti, l’efficacia e la sicurezza di un prodotto solare dipendono dall’intera preparazione cosmetica. Più indicate per i bambini sono le paste e le creme dense, in particolare le emulsioni ipoidriche (acqua in olio) a base prevalente di filtri fisici. Questi prodotti, poveri di conservanti e additivi, svolgono un’azione cutanea di superficie e sono rigorosamente controllati sotto il profilo della stabilità. Ci si può orientare altrimenti sulle emulsioni che, contenendo una fase acquosa e una grassa, permettono di avere un’elevata presenza di filtri sia fisici che chimici e di modulare la formazione di un film protettivo sulla pelle. In genere garantiscono una buona resistenza all’acqua e al sudore, soprattutto le emulsioni di acqua in olio o le più recenti di acqua in silicone, facilmente applicabili. Meno resistenti invece le emulsioni di olio in acqua (a fase continua acquosa) che inoltre contengono maggiori quantità di conservanti, potenzialmente allergizzanti, per evitare contaminazioni microbiche. Gli oli solari, formando un film idroresistente ma molto sottile, non garantiscono elevate protezioni: sono indicati per i fototipi più scuri o per chi è già abbronzato. Oli e gel sono invece ideali per proteggere i capelli dai danni prodotti dal sole, grazie anche alla presenza di forti percentuali di fitoderivati e sostanze attive. Quasi in una categoria a parte invece le acque solari che rispondono più a una moda che ad un reale bisogno di protezione; da evitare sulle pelli chiare e sensibili.
La dicitura “schermo totale” è fuorviante in quanto non esistono schermi totali così come non esistono cosmetici anallergici. Attualmente i fattori fotoprotettivi sono: filtri chimici, filtri fisici, psoraleni, ubidecarenone e beta-carotene per uso orale.
Utili indicazioni che possono essere ricavate dalle etichette si riferiscono ai costituenti che sono fonte di potenziali rischi e allergie. In questo caso va posta attenzione ai prodotti che non sono solari, ma contengono sostanze fotosensibilizzanti topiche o fonte di possibili interferenze con i costituenti dei solari stessi. Tra gli esempi di sostanze rischiose le tetracicline, specie demeclociclina, doxiciclina e minociclina; l’amiodarone; i diuretici tiazidici; il ketoprofene; derivati del catrame; psoraleni; sulfonamidi; alcune fenotiazine; tinture coloranti.
Su dodici soggetti trattati con filtri a base di idrochinone, tre mostravano fenomeni conclamati di dermatosi atipica. Tutti i filtri solari possono dare sensibilizzazione e fotosensibilizzazione.
DOPOSOLE Un doposole può avere un forte ruolo di riduzione del danno superficiale, specie in termini di disidratazione e distacco dei corneociti, con un effetto molto utile anche di fissaggio dell’abbronztura. Le formulazioni impiegate sono specificamente tarate per aiutare i processi riparativi e, in questo senso, sono diversi da un generico latte idratante dopo-bagno.
Riporto ora un brano dell’ articolo
“O Sole, conosciamoci meglio”
del dott. P.L. Andreoli
I rimedi omeopatici all’eritema solare
I rimedi omeopatici sono molto efficaci nel trattare le patologie dermatologiche, tra questi possono essere utili:
APIS 5ch è indicato quando la pelle si presenta gonfia, calda, assomigliante alla buccia d’arancia con dolore bruciante.
RHUS TOXICODENDRON 5ch la cute si presenta rossa con prurito e presenza di piccole vescicole piene di liquido giallognolo.
CANTHARIS 5ch la pelle si presenta con grosse bolle piene di liquido giallastro accompagnato da dolore bruciante.
NATRUM MURIATICUM 5ch è il rimedio delle forme di herpes secondarie all’esposizione al sole. La pelle si presenta con piccole vescicole piene di liquido giallognolo (le vescicole sono tutte raggruppate e sono associate a grande prurito).
Tutti i rimedi possono essere somministrati nella dose di 3 granuli 4 volte al dì secondo la tipologia dei sintomi.
LA PELLE DELL’ ANZIANO
Man mano che il tempo passa, lo strato corneo diventa piuttosto ruvido, forse perché progressivamente meno cellule, o corneociti, vengono sostituite quando muoiono. La pelle perciò comincia ad essere più secca e ruvida. I melanociti diminuiscono di circa il 20% ogni 10 anni, indebolendo così le difese dell’organismo contro i raggi UV. Anche i nei scompaiono ( o almeno diminuiscono!!!), dai circa 40 presenti mediamente in un trentenne ai 4-5 presenti mediamente in un cinquantenne. Nell’ottantenne sono probabilmente scomparsi; tuttavia aumentano di molto le macchie scure. Anche il numero delle cellule di Langerhans diminuisce. A 70 anni ne rimangono la metà rispetto all’adulto. L’epidermide è per l’organismo una delle sorgenti principali di vitD che viene prodotta quando il 7-deidrocolesterolo viene esposto ai raggi solari. Quando si raggiungono i 65 anni il tasso di quest’ormone è ridotto al solo 25% rispetto all’adulto. Per l’anziano è quindi importante assicurarsi che la dieta contenga quantità sufficienti di vitD. • Il derma continua a raggrinzirsi con un conseguente appiattimento delle strutture che saldano l’epidermide al derma. Anche i vasi sanguigni si avvicinano alla superficie perdendo la propria imbottitura protettiva. Per questa ragione gli anziani possono sviluppare lividi dovuti a traumi così minimi che vengono dimenticati poco dopo che si sono verificati. Queste aree di colore anormale diventano poi molto suscettibili a lacerarsi.
NOTA
L’articolo da cui ho tratto gran parte di queste note è su Farmacia News nov 2004. Mi scuso per non aver citato l’autore (che ringrazio per i preziosi insegnamenti), dato che l’intero articolo era inserito nei miei appunti manoscritti di un tempo in cui non annotavo la bibliografia. Sono sempre pronta a rettificare o cancellare, dunque, se lo dovesse richiedere.
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com
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