CALCOLI RENALI
I reni hanno il compito di:
(1) filtrare le sostanze che provengono dal metabolismo facendo uscire dal sangue quelle inutili o tossiche e trattenendo quelle utili;
(2) mantenere l’equilibrio idroelettrolitico acido-base;
(3) mantenere l’equilibrio pressorio: a livello renale viene prodotta la RENINA che è un neurotrasmettitore-ormone che fa innalzare la pressione. Quando la pressione è bassa, il rene che “percepisce” questo dato, produce più renina.
(4) A livello renale viene prodotta l’ERITROPOIETINA, una sostanza che stimola il midollo osseo a produrre globuli rossi;
(5) produce un precursore della vitamina D che regola l’assorbimento del Calcio e del Fosforo.
Ogni giorno circa 140 litri di liquido vengono filtrati dal glomerulo; il 99% viene riassorbito mentre l’1% (=1,4 l circa) viene eliminato sotto forma di urine.
Le arterie renali si dipartono dall’aorta e portano il sangue ai reni: il sangue arterioso entra nel rene ed esce sotto forma di sangue venoso. Da questa operazione di filtraggio viene prodotto 1-2 L di urina al giorno.
CALCOLI RENALI
I calcoli renali sono dovuti alla precipitazione di ossalati di Calcio, acido urico, cistina, fosfato di ammonio e magnesio poco solubili nelle urine.
Fitoterapia
colagoghi e coleretici elimineranno l’ostacolo di un fegato congestionato:
TARASSACO e ROSMARINO sono utili alla dose di 50-100 gtt/die.
Talvolta dovremo combattere una sindrome iperfollicolinica con ritenzione idrica: RUBUS IDAEUS 50 gtt/die; consigliamo di bere molto e stare in posizione distesa (decubito);
come diuretici sono consigliati SOLIDAGO 50-100 gtt/die, BERBERIS 25-50 gtt/die, UVA URSI 25-50 gtt/die, PAREIRA 50-100 gtt/die x 10-15 giorni al mese.
Ma il rimedio specifico della litiasi è RUBIA TINCTORIUM TM (robbia): questa pianta deve ai suoi glicosidi antrachinonici una azione molto decisa sul bacinetto e sull’uretere con aumento del peristaltismo; dose= 50-150 gtt/die; specialmente attiva nella litiasi fosfatica, ma va bene per tutti i tipi. Altra pianta utile per tutti i tipi di calcoli è la PARIETARIA, o PETASITES, ed infine uno dei rimedi di prima scelta è CETERACH, detta anche spaccapietra.
FABA VESCA (fava delle paludi) 50-150 gtt /die provoca un aumento del volume delle urine con diminuzione del tenesmo vescicale; calma gli attacchi di coliche nefritiche e attiva l’espulsione dei calcoli. Nella litiasi ossalica sarà utile la SENNA 20-30 gtt/die diminuisce l’ossaluria e migliora il funzionamento intestinale che nell’ossalurico è molto disturbato. Per la litiasi urica daremo PILOSELLA, LINFA DI BETULLA 50-75 gtt /die e FAGUS SILVATICA 50-75 gtt/die.
Altri rimedi= SOLIDAGO COSMOPLEX che contiene solidago, uva ursi e orthosifon, migliora le funzioni renali, favorisce l’eliminazione delle scorie, è utile negli spasmi dell’apparato urinario anche dopo asportazione chirurgica di calcoli e per prevenire la formazione di nuovi calcoli; nella seconda metà della gravidanza come stimolante del drenaggio; come coadiuvante in una terapia per l’infiammazione del bacinetto renale. Dose: nella fase acuta 10 gtt ogni 10-15 minuti per un massimo di 2 ore, ripetere dopo una pausa di 3 ore; continuare per 3-4 giorni con 10 gocce per 3 volte al dì come da posologia per i disturbi cronici.
Controindicazioni = ipersensibilità al veleno delle api (tra i suoi componenti c’è apis).
ALCUNE SPECIALITA’ OMEOPATICHE
R27 contiene: acidum nitricum, berberis, calculi renales, lycopodium, rubia, sarsaparilla; è indicato per calcoli renali, dolori acuti alle reni, formicolii, urina rossastra e vischiosa con cellule epiteliali e materiale di rifiuto amorfo, acido ossalico nelle urine e renella.
R18 contiene: berberis, cantharis, equisetum, eupatorium, solanum dulcamara; è indicato per infiammazioni renali, calcoli renali, dolori pungenti ai reni, dolore alla regione sacrale, peritonite , uretrite, dolori penetranti durante la minzione, urina gialla torbida.
Succhi freschi di equiseto e betulla 2 cucchiai in un bicchiere d’acqua a giorni alterni o insieme.
Attacco acuto di renella. Come prima misura si deve consigliare un bagno molto caldo, che a volte basta da solo. Poi va stimolata la diuresi, ma solo dopo il superamento dello stato acuto del dolore, ciò per favorire il più possibile l’espulsione del calcolo.
Una misura di sostegno è bere una tisana calda di CAMOMILLA, lentamente, a piccoli sorsi, soprattutto per l’effetto spasmolitico. La terapia idrica inizierà solo a colica ampiamente terminata e consisterà nella somministrazione di primo mattino di uno di questi rimedi:
1,5 L di té verde (camelia sinensis) da bere nell’arco di 15 minuti;
tisana di tarassaco 1-2 cucchiai in 1/2 L di acqua calda, infondere 20 minuti, filtrare e portare a 1,5L aggiungendo acqua calda; bere nell’arco di 10 minuti; ripetere quotidianamente fino a che il calcolo non sarà uscito.
Per accertarsene, le quantità di urina emessa dovranno essere raccolte in un recipiente in modo da poter osservare il calcolo sul fondo del recipiente. Finita la terapia, per prevenire le recidive Valnet suggerisce:
MAIS stigmi 20,
FINOCCHIO frutti 10,
1 L di acqua, bollire per 5 minuti,
lasciare in infusione per 10minuti, far raffreddare, filtrare e bere nel corso della giornata. Proseguire il trattamento per alcune settimane e poi ripetere per 10 giorni al mese.
Secondo Van Hellemont gli stigmi di mais possono triplicare il volume dell’urina emessa; l’uso prolungato non è pericoloso.
Roger consiglia l’uso di alburno (corteccia) di TIGLIO 100g per 20 minuti in 1L di acqua da bere nel corso della giornata; fare una cura di 15 giorni a partire dalla cessazione dei dolori.
Weiss consiglia RUBIA TINCTORIA compresse 1x3 volte al dì; l’effetto della rubia è attribuito alla alizarina e alla galiosina che colorano l’urina in rosso;
inoltre propone la seguente tisana:
rubia,
echinacea,
verga d’oro,
equiseto,
arnica,
convallaria
fosfato di Mg.
Ricaldone propone:
ONONIDE SPINOSA radice g 30,
parietaria sommità g20,
verga d’oro sommità g20,
SPACCAPIETRA ( ceterac) fronde g30
2 cucchiai della miscela in 350 ml di acqua far bollire 7 minuti, filtrare e bere al mattino a digiuno.
Poiché nella calcolosi è sempre latente il pericolo di infezioni consigliamo OE di ORIGANO DI SPAGNA 5-10 gtt per 3 volte al dì in una capsula di gelatina o adsorbite in miele.
VISIONE ALLOPATICA
L’ipercalciuria da assorbimento alterato è la variante più comune di ipercalciuria idiopatica e sta ad indicare un aumento dell’assorbimento del Calcio a livello intestinale.
Un aumento transitorio del Ca sierico accresce il carico renale di Ca filtrato e sopprime la funzione paratiroidea;
ciò determina un’inibizione del riassorbimento tubulare di Ca, esacerbando l’ipercalciuria. L’ipercalciuria su base renale, osservata in una minoranza di soggetti, viene attribuita ad una anomalia del riassorbimento tubulare (“perdita renale”) del Ca.
L’iperparatiroidismo secondario concorrerà con un aumento compensatorio dell’assorbimento intestinale di Ca (mediato dalla stimolazione sulla sintesi renale di vitamina D).
Il termine ipercalciuria da riassorbimento si riferisce al riassorbimento di Ca da parte del tessuto osseo come l’evento iniziale nella formazione del calcolo.
Questa situazione coincide pertanto con l’ipercalciuria dell’iperparatiroidismo primario.
Di conseguenza, anche l’assorbimento intestinale di Ca sarà aumentato.
Un’ipercalcemia senza causa apparente è l’iniziale indizio laboratoristico.
L’intervento chirurgico sulle paratiroidi è la misura che viene adottata al fine di arrestare il progredire del danno scheletrico e renale. L’iperuricosuria è l’unica alterazione biochimica in alcuni soggetti che formano calcoli di ossalato di Ca. Nella maggior parte di tali soggetti, l’elevata escrezione di acido urico è dovuta alla dieta, in particolare ad un’elevata assunzione di purine, presenti nella carne, nel pesce e nel pollame. L’elevata escrezione (in presenza di un pH normale) fa sì che le urine siano sovrassature di urato monosodico. A sua volta, l’urato monosodico nella forma cristallina o colloidale induce la cristallizzazione dell’ossalato di Ca attraverso un processo di nucleazione eterogenea.
Potrebbe anche essere in gioco la riduzione di sostanze in grado di inibire il legame dell’ossalato di Ca ai sali di acido urico (come ad esempio glucosaminoglicani e glicopeptidi).
Un’iperossaluria di modesta entità può essere più importante nella formazione di calcoli di ossalato di Ca, rispetto ad un paragonabile incremento dell’escrezione di Ca. Questo perché l’ossalato urinario è libero mentre il Ca urinario è in parte chelato dall’acido citrico. Il meccanismo più importante dell’iperossaluria secondaria è l’aumento dell’assorbimento intestinale di ossalati, nel contesto di una patologia flogistica dell’intestino. Una condizione di malassorbimento lipidico espone la mucosa del colon a tensioattivi nella forma di sali biliari e ac grassi: questo aumenta la permeabilità della mucosa a molecole tra cui gli zuccheri, aminoacidi e appunto ossalato, promuovendo non solo la formazione di calcoli, ma anche quadri di alterazioni tubulo-interstiziali e calcificazioni intrarenali. Attraverso lo stesso meccanismo, un’iperossaluria su base enterica può associarsi a resezioni ileali o bypass digiuno-ileali come quelli eseguiti nel trattamento dell’obesità grave. I grassi non assorbiti possono anche legare il Ca all’interno del lume intestinale, cosicché l’ossalato resta libero di essere assorbito. L’iperossaluria può anche derivare dall’eccessiva introduzione di cibi ricchi di ossalato come le verdure a foglia verde, il cioccolato, il té, alcune noci. In alcuni casi una dieta povera di Ca può peggiorare il problema, riducendo la quantità di Ca disponibile a complessare l’ossalato nel tratto intestinale.
L’ipocitraturia rappresenta un importante fattore nella genesi dei calcoli renali poiché la perdita dell’attività chelante dell’acido citrico nelle urine ne innesca la sovrassaturazione di ioni Ca; l’acidosi riduce il citrato urinario aumentandone il riassorbimento nel tubulo renale e la captazione nel tessuto peritubulare. Pertanto l’ipocitraturia può costituire l’indizio della presenza di un’acidosi tubulare renale (tipo1) ed associarsi ad una lieve ipocloremia. Anche la dieta del paziente potrebbe svolgere un ruolo; per esempio un’elevata assunzione di Na può causare una lieve acidosi metabolica riducendo l’escrezione dell’acido citrico. Similmente, l’introduzione di una quota elevata di proteine animali può aggiungere un carico acido, inibendo l’escrezione di citrato.
Calcoli di Struvite A differenza dell’ossalato di Ca, esiste un’unica condizione in cui si assiste ad una sovrassaturazione di struvite nelle urine: l’infezione da microrganismi che scindono l’urea. Il proteus, lo pseudomonas, la klebsiella e certi gram+, tra cui lo streptococcus fecalis, hanno in comune la capacità di produrre ureasi. Si avrà l’idrolisi dell’urea in sali d’ammonio determinando l’alcalinizzazione delle urine.
Affinché che si formino calcoli di struvite non solo l’urina deve essere alcalina, ma anche sovrassatura di NH4OH. I calcoli di struvite sono più frequenti nella donna. Essi possono crescere fino a dimensioni cospicue, occupando l’intera pelvi renale come tipici calcoli a stampo. Si tratta di calcoli che assai raramente, se non eccezionalmente, vengono passati spontaneamente. Qualora non trattati, esitano nella perdita del rene colpito nel 50% dei casi.
Quindi i calcoli di struvite richiedono un intervento urgente: sono trattabili mediante litotripsia, con nefrolitotomia percutanea per l’estrazione delle particelle litiasiche; occasionalmente per laparotomia.
Calcoli di acido urico
Sono frequentemente associati a gotta; il pH urinario è di solito inferiore a 5,5 e ciò fa sì che l’acido urico si renda disponibile a promuovere la formazione di cristalli e calcoli; i tubuli collettori del rene possono giungere a stiparsi di cristalli causando un’insufficienza renale acuta.
La terapia è innalzare il pH urinario e ridurre l’escrezione di acido urico al di sotto di 1g/die. Il tipo di alcale somministrato ha la sua importanza: il citrato di K riduce il rischio che i sali di Ca cristallizzino quando il pH urinario si alza, mentre il citrato di Na o il bicarbonato di Na possono aumentarne il rischio.
In caso di iperuricosuria o iperuricemia l’ALLOPURINOLO (200-300 mg/die) può essere associato alla terapia con alcali al fine di ridurre direttamente l’escrezione urinaria di acido urico; in genere l’allopurinolo è ben tollerato, a volte causa gravi effetti collaterali come dermatiti e necrosi epatica.
Calcoli di cistina
La cistinuria deriva da un errore congenito del metabolismo caratterizzato da un’alterazione del trasporto degli aminoacidi dibasici a livello del tubulo prossimale e del digiuno. Non solo quindi della cistina ma anche della lisina, arginina e ornitina. Ne consegue un’eccessiva escrezione di tutte queste sostanze. Il problema alla fine è creato dalla scarsa solubilità urinaria della cistina. I pazienti tendono a sviluppare calcoli a stampo ostruttivi bilaterali, con associata insufficienza renale. Sfortunatamente la cistinuria promuove la cristallizzazione dell’ossalato di Ca e del fosfato di Ca. Per prevenire la formazione di nuovi calcoli di cistina, si deve ridurre la concentrazione urinaria di cistina al di sotto della soglia di solubilità (200-300 ml/dl); l’assunzione di liquidi, tra cui succhi di frutta ricchi di citrato deve superare i 3-4 litri /die!
Deve essere adottata la terapia con alcali al fine di innalzare il pH, sino a 6,5-7 .
Il citrato di K è preferibile al citrato di Na, come visto nel caso precedente.
Se il carico di liquidi e la terapia con alcali non sono sufficienti, si può arricchire lo schema di trattamento ricorrendo alla D-penicillamina. Tuttavia gli effetti collaterali sono frequenti e seri come ad esempio sindrome nefrosica e pancitopenia. Il paziente spesso lamenta disgeusia dovuta a deplezione di Zn.
La mercaptopropionilglicina condivide le azioni della penicillamina ma mostra una minor tossicità, il che la rende preferibile.
Un’altra possibilità è l’uso del captopril, che contiene gruppi sulfidrilici il cui legame alla cistina può essere sfruttato per ridurne l’escrezione urinaria.
I calcoli possono essere unici, multipli, mono- o bilaterali e formarsi nel rene, nella pelvi renale, nell’uretere e nella vescica. Possono non dare disturbi anche per molto tempo o provocarne lievi (come un senso di fastidio nella regione lombare).
Quando il calcolo scende e non riesce a passare dalla pelvi renale all’uretere si manifesta un dolore lancinante al fianco (colica), irradiato ai genitali e alla parte anteriore della coscia a seconda della posizione del calcolo; sintomi che si accompagnano a sudorazione, ipotensione arteriosa, urina ridotta ,a volte sangue nelle urine e, a volte, si complicano con l’infezione o l’ostruzione delle vie urinarie.
Il dolore può durare diverse ore e si esaurisce quando il calcolo arriva nella vescica lasciando però per alcuni giorni un’indolenzimento della parte e un dolore sordo.
Si ha sensazione di vescica piena con dolore al passaggio dell’urina e nausea.
A individuare la posizione dei calcoli aiutano gli esami del sangue e delle urine, l’ecografia, gli accertamenti radiologici e l’urografia. La calcolosi non curata può provocare anche gravi complicazioni come ad esempio infezioni, dilatazione delle vie urinarie, fino a danneggiare la funzione renale. Trascorsa la fase acuta la cura è basata sull’uso di diuretici e altri farmaci secondo la composizione dei calcoli e sull’ingestione di almeno 3 litri di acqua /die per diluire le urine e aumentare la diuresi.
I calcoli che non si è riusciti a eliminare in modo naturale possono essere frantumati in piccole parti con onde d’urto del “litotritore” (litotrissia) oppure con l’uso di laser se il calcolo è nell’uretere. Ma in certi casi devono essere asportati con un intervento per via endoscopica che non lascia cicatrici o con la nefrolitotomia che prevede un’incisione lungo il rene.
Il CITRATO DI K può correggere l’acidosi metabolica nei pazienti con acidosi tubulare renale distale; esso svolge perciò un ruolo protettivo: con il citrato di K la formazione di nuovi calcoli è ridotta dell’89%. Tale terapia è indicata nei pazienti con ipercalciuria, iperuricosuria (da elevata introduzione di purine) o con sola ridotta escrezione di citrato.
Grande importanza ha l’ ALIMENTAZIONE La restrizione sodica viene raccomandata, poiché un’elevata assunzione di Na aumenta la concentrazione urinaria di Ca, riduce il citrato urinario e promuove la cristallizzazione dell’ossalato di Ca mediante nucleazione eterogenea a partire dall’urato monosodico. Non sono consigliate diete povere di Ca; esse infatti possono aumentare l’assorbimento di ossalato ed inoltre l’instaurarsi di un iperparatiroidismo secondario potrebbe determinare una perdita del minerale a livello osseo (iperPTHismo).
L’abolizione dei cibi più ricchi di ossalato è indicata nella maggior parte dei soggetti ed è essenziale nei casi di aumentato assorbimento intestinale secondario a iperossaluria enterica.
Non aumentare di peso;
evitare le eccessive sudorazioni (sport, saune ecc) e quando ciò accade integrare i liquidi.
Evitare l’uso di lassativi;
cibi consigliati sono PATATE, VERDURA E FRUTTA FRESCA, BIRRA, SUCCHI DI FRUTTA, Té ALLA FRUTTA (*), ACQUA ALCALINIZZANTE.
Sconsigliati= acciughe, sardine, crostacei, spinaci, agrumi, frutta secca, funghi, pane integrale, cavoli, carne di maiale, fegato, rognoni, selvaggina, carne pesce e pollame.
Per prevenire la formazione di calcoli è consigliata una buona attività fisica ed un costante apporto di liquidi. Chi soffre di calcoli deve osservare ogni giorno il colore delle sue urine e quando nota che sono più scure deve bere di più. In particolare, nella diatesi urica alimenti ammessi sono i farinacei, formaggi freschi come stracchino, mozzarella, ricotta e robiola, insalata e tutta la verdura fresca, frutta fresca;
alimenti da ridurre e possibilmente eliminare sono carne, salumi e formaggi stagionati o fermentati, frutta secca e tutti i condimenti di origine animale (strutto, burro, lardo ecc); alimenti da evitare assolutamente sono cervello, fegato rognone, interiora in genere e tutti quelli ricchi di purine;
diatesi fosfaturica e calciurica alimenti ammessi sono pane sia bianco che integrale,carni tutte, carote, insalata, fagiolini, patate, zucchine ecc. olio di oliva;
vietati sono latticini, uova, cavoli, carciofi, cavolfiore, spinaci.
Diatesi ossalurica vietati sono verdure in generale e specialmente spinaci, carciofi e pomodori, la frutta con parsimonia e non deve essere poco matura ; fare una dieta acidificante, costituita da carne, uova e pesce; abolire gli alimenti ricchi di Ca e di ossalati; cuocere le verdure (le poche consentite) con poca acqua e ridurre gli alimenti ricchi di vitamina C.
L’acqua da bere deve essere oligominerale con un contenuto di Na minore o uguale a 20 mg /litro.
I centri di cure termali consigliati sono: Fiuggi, Comano, S. Elena di Chianciano, Pejo, Acquaforte di Bagnore.
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