POSTURA
La nostra postura e i nostri disturbi ci rivelano quali sono i nostri principali problemi emotivi e come li somatizziamo. Su questo argomento sono stati scritti fiumi di parole e non intendo dilungarmi con una particolareggiata bibliografia. Piuttosto farò qui una piccola carrellata di concetti per favorire l’interpretazione.
Ovviamente le correlazioni non vanno prese alla lettera come se si trattasse di un dizionario dove sia scritto “schiena curva= peso dello stress che ci portiamo addosso”, ma vanno inquadrate in un contesto personalizzato.
Per quanto riguarda la postura riporto un assaggio di quanto dico al sesto capitolo del corso di FISIOGNOMICA. Molti lettori non hanno un’idea precisa di questo termine e forse conservano l’immagine riduttiva di una sorta di raccolta di tratti fisici. Si tratta di una materia molto vasta che si intreccia con molte altre quali psicologia, medicina orientale, kinesiologia, bioenergetica, studio delle costituzioni, ecc ecc. A mio parere una materia molto utile per l’autoconoscenza. E conoscere se stessi è un passo fondamentale nel percorso per l’auto-cura.
Se l'espressione motoria e/o verbale delle emozioni è bloccata, le scariche del sistema nervoso centrale verranno orientate verso il sistema vegetativo provocando disturbi patologici nella funzionalità degli organi.
F.Alexander (1891-1964) è stato il principale ideatore della medicina psicosomatica. Egli sostiene che ogni stato emotivo ha la sua sindrome fisiologica propria. In questo modo si possono descrivere particolarità psicologiche dell'asmatico, dell'obeso, dell'ulceroso, del cardiopatico, del colitico, dell'anoressico, del bulimico e così via per tutte le patologie.
ASPETTI SEMEIOTICI DELLA POSTURA
Voglio evidenziare la lettura delle posture dal punto di vista kinesiologico. Uno dei “padri fondatori” della kinesiologia è il Dr Goodheart, che in un suo articolo a carattere divulgativo dice:
“La postura di base che un soggetto assume è in grado di dirci come quel soggetto è.
L’espressione “è una persona equilibrata” è esemplificata dalla testa quadrata; la persona che ha “un’inclinazione sbagliata” su qualcosa, generalmente lo esprime con l’inclinazione della testa.
I muscoli che bilanciano letteralmente la testa, quando sono deboli da un lato, permettono al muscolo normale di contrarsi, inclinando la testa, rotandola o gettandola sia in avanti che all’indietro; il risultato sono le teste abbassate, alzate, reclinate o girate così ben identificabili. Le persone “precoci” generalmente stanno più avanti del loro baricentro, il contrario dicasi per le persone “tarde”. Quelli che hanno un’inclinazione sbagliata, la mostrano di solito nelle deviazioni laterali rispetto al filo a piombo. La depressione in una persona di solito si nota dalla sua posizione, lo stesso vale per i soggetti “ostinati” e “tronfi”. “Tieni alto il mento” rende perfettamente l’idea. I “ficcanaso” generalmente mostrano questo lato impertinente ed inquisitorio del loro carattere a livello fisico.
La gente si riconosce dal modo di fare perché i muscoli indeboliti favoriscono lo stiramento dei muscoli normali. Succede ad esempio nella mimica facciale, dove una fronte rugosa può dipendere da cambiamenti nel muscolo procerus, il muscolo che copre il ponte del naso ed agisce lungo il muscolo corrugatore per produrre le espressioni facciali del naso e della fronte. La fronte corrugata, che viene di solito associata alla sorpresa, può essere causata dalla contrazione del muscolo fronto-occipitale: di solito c’è una scarsa funzionalità della parete occipitale o viceversa. Un taglio alla prussiana (a spazzola) ci permette di vedere doppi o tripli solchi alla base del cranio vicino alla protuberanza occipitale. Ciò è causato dallo stesso tipo di contrazione dovuta all’indebolimento della porzione frontale. L’alterazione dei muscoli facciali, molte volte produce l’aspetto caratteristico del viso ed è associata a difetti cranici che possono verificarsi a livello dell’osso. Chi cammina alla Charlie Chaplin, ha di solito i muscoli sartorio e gracile tanto deboli da non poter tenere il piede girato all’interno. Chi ha problemi di piattismo, ha i tibiali anteriori e posteriori carenti. In pratica ogni deformità della posizione o dell’andatura può essere esaminata, e si può dimostrare che l’indebolimento muscolare ne è la causa, quindi si possono prendere provvedimenti per la sua correzione. Molti problemi alla schiena sono dovuti al mancato funzionamento dei muscoli psoas. Questo può anche dipendere dalla scarsa tonicità del muscolo sacrospinale o da una tensione straordinaria dei muscoli del tendine dovuta ai quadricipiti deboli.
Noi andiamo a vedere, tramite gli appositi test, se c’è un blocco dei punti linfatici, o vascolari, o un blocco del flusso cerebrospinale, o una perturbazione lungo un meridiano, oppure una carenza nutritiva, oppure se c’è da prestare attenzione all’origine ed all’inserzione del muscolo”.
Consideriamo ad esempio un soggetto che nella sua postura in piedi tende ad iperestendere le ginocchia. Questo può dipendere da un’ipercontrattura del popliteo, ed in tal caso ci indica un problema al meridiano Vescica biliare; può dipendere da un’ipercontrattura del muscolo gastrocnemio e in tal caso ci indica un disturbo al meridiano Maestro del cuore; può dipendere da un’ipercontrattura del quadricipite e ci indica un disturbo dell’Intestino tenue.
Ma può indicarci anche un’iperlassità dei legamenti (milza e fegato)
ginocchio iperesteso --popliteo (VB),
gastrocnemio,(MC)
quadricipite(IT)
Ognuna di queste tre situazioni ci offre uno spunto per riflettere sul significato emotivo del meridiano e correggere, in base a ciò che rivela al test kinesiologico, il problema.
Ad esempio, nel caso di un quadricipite in ipertono possiamo richiamare alla mente il soggetto “orale” descritto da Lowen. Questo soggetto come trauma principale ha avuto la “negazione del diritto di aver bisogno”. E’ un soggetto che, tendenzialmente, compensa i suoi stati d’ansia e stress
iper-alimentandosi. E’ un soggetto che cerca di autoaccudirsi perché è stato condizionato a non chiedere aiuto. Un soggetto che per ottenere l’approvazione degli altri tende ad essere molto efficiente e “perfettino”, mentre, in cambio, il suo intestino non riesca ad assorbire correttamente i nutrienti. E’ come se questo soggetto rifiutasse gli aiuti di alcune persone perché “gerarchicamente” inferiori alla persona che invece in primo luogo dovrebbe dare questo aiuto. Il discorso sull’aiuto si può riportare in pari grado con il discorso sull’amore. Il soggetto, nel suo discorso interiore dice: “se non mi ama mia madre, che è la prima della mia scala gerarchica degli affetti, come posso accettare che mi ami la mamma della mia compagna di banco?” “ se non mi ama mio marito, come posso accettare anche solo la stima di un amico?”
Perciò spesso troviamo un soggetto apparentemente freddo, perché non crede, egli per primo, alla possibilità di essere autenticamente amato e aiutato.
Il significato emotivo di ogni meridiano l’ho accennato nei capitoli in cui abbiamo affrontato l’argomento del corrispondente organo (esempio fegato, stomaco, vescica ecc) e ci ritorneremo ancora in modo da acquisire “padronanza” nell’interpretazione in modo graduale. Un lungo elenco, per i non addetti ai lavori, sarebbe piuttosto indigesto!
Ecco il linguaggio simbolico di alcuni disturbi:
Articolazioni. Le persone che soffrono di dolori articolari sono quasi sempre molto esigenti nei confronti di se stessi o della propria cerchia. Lowen li descrive come “tipo rigido”. A volte appaiono agli altri come molto flessibili, ma la loro docilità è dettata dalla paura e da una sensazione di impotenza di fronte a figure autoritarie. Sono presenti in queste persone sentimenti di collera e di rivolta, tenuti entrambi a bada, ma inevitabilmente espressi dal corpo per mezzo di questo particolare disagio.
I Reumatismi: il corpo sembra "congelato", chiuso in un vera e propria corazza. I sintomi possono essere la spia del disagio sperimentato dal soggetto, e cioè difficoltà ad adeguarsi ad una situazione problematica. La difficoltà di movimento diventa allora una limitazione auto-imposta. I dolori possono nascere anche dalla paura per il futuro come se il corpo dicesse “non oso muovermi”.
Mal di schiena: il soggetto, di fronte ad un’offesa o una umiliazione, tende a "ripiegarsi" su se stesso. La schiena ricurvata segnala profondi disagi affettivi: la sofferenza ci "piega" (fardelli troppo pesanti da portare).
Cervicale: il soggetto tende ad essere dominato da pensieri ripetitivi ed è caratterizzato da grande ostinazione. Segnali, questi, che mettono in evidenza una scarsa cedevolezza nei confronti delle proprie emozioni, del desiderio di lasciarsi andare, di abbandonarsi. Questi tipi di sofferenza si legano frequentemente a un eccessivo dominio del lato razionale sugli istinti.
Il polso: più di altre articolazioni, è coinvolto nei rapporti interpersonali (dare la mano) e denota l'equilibrio tra rigidità e flessibilità.
Il ginocchio: Secondo alcuni autori il dolore al ginocchio indica che il soggetto si sente in una condizione di inferiorità. In questo caso il dolore può esprimere il grande disagio a vivere delle situazioni "umilianti" e il rifiuto di sottomettersi. Da un punto di vista più ampio il ginocchio rappresenta la base su cui poggia il peso del corpo, il nostro radicamento, il senso di sicurezza. Dolori alle gambe ci indicano che non sentiamo di avere delle buone basi per fare certi passi, prendere certe decisioni...o più semplicemente che non vogliamo andare dove stiamo andando.
Apparato respiratorio. Le vie respiratorie sono le vie di comunicazione (scambio tra l'ambiente interno e l'ambiente esterno). Le malattie degli organi della respirazione traducono gli scambi con l'ambiente circostante per quel che riguarda il nostro bisogno di "aria", spazio e autonomia. Ci possono segnalare un'assenza di gusto per la vita, la perdita di desiderio di continuare a vivere, o anche un senso di colpa devastante.
Asma: Il rifiuto di prendere contatto con qualcuno (o qualcosa) attraverso il respiro, si esprime mediante uno spasmo respiratorio. Ecco alcuni frequenti modi di dire:
emozione mozza-fiato, non ho fiatato, mi manca l’aria, si tratta di un tipo soffocante, si tratta di un tipo asfissiante. Senza arrivare necessariamente all’asma, quando ci troviamo in una situazione di paura o pericolo...insomma in una fase di allarme neurovegetativo (cosa che accade sempre durante la fase acuta di uno stress) limitiamo la nostra portata respiratoria, prolunghiamo le nostre apnee (ogni atto respiratorio è costituito da inspirazione- apnea o pausa-espirazione-apnea-inspirazione ecc). Così come certi animali quando non possono fuggire nè attaccare si fingono morti. Quando invece si supera una situazione difficile la prima cosa che si fa è quella di respirare profondamente e, soprattutto, liberamente: tirare un sospiro di sollievo.
Nei bambini: solitamente l'ambiente familiare è decisamente opprimente e soffocante, come se vivesse in una "gabbia completamente dorata".
Allergie. Sistema immunitario che scambia per nemici degli agenti inoffensivi, ne abbiamo già parlato in diversi capitoli precedenti: con l'esperienza allergica sperimentiamo una vera e propria strategia difensiva nei confronti di sostanze esterne vissute in modo estremamente pericolose e problematiche (le sostanze richiamano alla memoria eventi, atteggiamenti, ricordi carichi di conflittualità); collegamento con qualcosa che non accettiamo e che risveglia una emotività traumatica. Può essere interpretata come un timore inconscio del soggetto di venire in contatto con sostanze "non conosciute" che potrebbero modificarlo (allergie primaverili: resistenza al cambiamento ciclico della vita). Spesso gli individui che presentano questo disagio sono abitudinari, tendenzialmente rigidi e poco tolleranti. La rabbia e l'eccitazione sono sentimenti che l'allergico teme particolarmente e che, naturalmente, ritiene pericolosi. Esprimono una modalità di "sfogo" a una vita sempre più "compressa" tra lo stress da un lato e un'emotività spenta, soffocata e razionalizzata dall'altro.
Apparato circolatorio. Le patologie significative dell'apparato circolatorio sono collegate a un'insufficiente "circolazione" di amore e gioia nella nostra esistenza.
Cuore: riguarda la nostra capacità di dare e ricevere amore; la nostra autostima vera: infatti se non amiamo noi stessi, come possiamo amare gli altri? E come possiamo aspettarci di essere amati? Chi non ha non può dare. Tutte le forti emozioni, persino una gioia eccessiva, possono colpire il cuore e causare malattie ma quando ciò accade siamo già alla goccia che fa traboccare un vaso pieno. Abbiamo esaurito l’energia del meridiano cuore e a questo punto il primo insulto che ci si presenta ci può risultare fatale.
Ipertensione: l'eterno conflitto ragione - sentimento non si realizza mai a "costo zero". Tenere sotto controllo gli impulsi e i sentimenti determina un notevole aumento dei valori pressori. Gli ipertesi hanno la tendenza a inibire le reazioni di collera: anche se a volte si (danno l'impressione di essere persone affabili, equilibrate e mature). Il soggetto si sente pressato dalle circostanze. Difficilmente nel rapporto c'è un reale coinvolgimento e abbandono. Il soggetto controlla continuamente la realtà circostante, è ambizioso e competitivo.
Apparato digerente. Le turbe gastrointestinali sono le patologie psicosomatiche che si verificano più di frequente. I motivi psicologici sono stati ricollegati, da alcuni autori, a parecchi fattori, in modo particolare all'importanza primaria del rapporto alimentare tra "madre" e figlio e al fatto che la "madre", fin dal primo istante, pone la massima attenzione sui problemi della nutrizione, della digestione e dell'evacuazione delle feci.
Stomaco: i suoi problemi, naturalmente secondo la visione psicosomatica, riguarda situazioni che non sono state "digerite", idee, alimenti o situazioni che rifiutiamo, situazioni che troviamo ingiuste o che ci mandano in collera. Una preoccupazione che è rimasta sullo stomaco, una grossa perdita di gioia. La persona che presenta questi disturbi deve imparare a prendere coscienza dei propri sentimenti, ad elaborare consapevolmente le proprie impressioni e sensazioni. Essa, inoltre, o non esprime la propria aggressività o mostra un'aggressività esasperata. Lo stomaco assorbe tutte le impressioni che vengono dall'esterno, accoglie cioè quello che deve essere "digerito".
Gastrite (infiammazione della mucosa dello stomaco): collegata alla collera perché non ci sentiamo rispettati o apprezzati per quanto valiamo. Il famoso "bruciore allo stomaco" parla della presenza di un fuoco che brucia all'interno, ma che non si esprime mai sotto forma di rabbia e ribellione (rabbia inespressa).
Ulcera: Esprime la collera nei confronti di un evento che abbiamo trovato ingiusto, ma davanti al quale ci siamo sentiti impotenti perché non riusciamo a cambiare assolutamente nulla. La collera, pertanto, relativa a questa situazione continua a irritarci tutte le volte che si torna sull'argomento (ci rode dentro).
Fegato: i suoi problemi sono determinati da inquietudini, da preoccupazioni oppure da un rifiuto ad adattarsi. Rabbia, paura del cambiamento... del fegato abbiamo ampiamente parlato al capitolo scorso.
Intestino: riguarda paure e credenze che ci inducono alla ritenzione (stipsi, gas, ecc.) o alla non-accettazione, alla rivolta che ci fa respingere ogni cosa (diarrea, m.Crohn, ecc.).
Reni. Innanzitutto rappresentano la nostra energia ancestrale. Disturbi ai reni rappresentano il nostro eccessivo coraggio o la nostra eccessiva paura (che apparentemente opposti, indicano lo stesso tipo di emozione). Secondo alcuni autori essi rappresentano la socialità - sono organi di contatto. I disturbi ai reni si presentano sempre quando sono presenti conflitti interpersonali.
Cistite. La rabbia trattenuta si trasforma in fuoco. Il soggetto non accetta di essere controllato, e spesso si trova a disagio nei panni del ruolo sessuale che gli viene assegnato dal partner. Frustrazione, delusione e collera possono manifestarsi con cistiti. Ma secondo una mia personale interpretazione la cistite denuncia un problema di territorio. Il soggetto si sente invaso nel proprio spazio personale. Questo accade spesso quando il nostro " interlocutore primario" ( madre, partner, o altra figura di primo piano nella sfera affettiva) ci " ruba" l'energia pretendendo sempre la nostra presenza accanto a sé.
Stipsi: collegata al fatto di trattenersi. Anche in questo caso il soggetto vuole tenere sotto controllo la situazione. Non vuole disfarsi di ciò che non gli serve più.
Diarrea: Pazienti con colon irritabile sono caratterizzati da meticolosità, pignoleria e, soprattutto, amore per l'ordine. Facilità al pianto, senso di stanchezza, insonnia, palpitazioni e depressione.
Disturbi visivi. Dobbiamo chiederci cosa non vogliamo vedere. "Chiudere un occhio" in certe situazioni potrebbe essere un atteggiamento particolarmente saggio; la miopia ci indica che gli occhi non vogliono vedere ciò che non piace: costringe a considerare più da vicino tutto ciò che ci circonda. La presbiopia , al contrario, denota la capacità di trascurare le piccolezze quotidiane tipica dell'anziano, che dovrebbe aver sviluppato saggezza e, soprattutto, larghe vedute. E, spesso, questa larghezza di vedute sono solo sul piano corporeo, sotto forma di presbiopia.
Tiroide: i problemi tiroidei sono legati a un senso di dolore e tristezza profonda: non ci siamo espressi, a livello verbale, non verbale e sessuale, come volevamo. Infatti la tiroide fa parte del quinto chakra che presiede all’espressione.
STOP