domenica 28 dicembre 2008
Molto interessanti risultano i contenuti di due articoli di Milani su La medicina biologica aprile- maggio e maggio-giugno 2003 che potete vedere al seguente link:
www.medibio.it
Gli articoli di Milani sono da me consigliati agli "addetti ai lavori".
Invece per avere un'idea del genere di fattori che entrano in atto in terapia craniosacrale si veda
www.aitecs.it
il cui presidente è stato anche il mio insegnante di terapia craniosacrale.Le spiegazioni in questo link sono espresse in modo comprensibile anche ai "profani" che si vogliano accostare all'argomento pur non avendo basi di medicina.
sabato 27 dicembre 2008

DOTTORESSA TUMIS TUFI
PAZIENTE ANKA SBILENKA
Primo caso.
Quella mattina il telefono squillò prima della sveglia, facendo sobbalzare Tumis Tufi. Era un caso di emergenza: la signora Anka Sbilenka aveva una sciatalgia acuta e alle 9 doveva essere assolutamente alla scuola di danza che dirigeva. Quel giorno,infatti, aveva appuntamento con una importante personalità del mercato cinematografico con cui siglare gli accordi per un musical. Aveva sempre insegnato danza ed ora, alle soglie dei 40 anni stava per realizzarsi il sogno della sua vita: dare ampia diffusione alle sue coreografie.
Era disperata e piangeva al telefono.
Mezz’ora dopo eccola in ambulatorio sorretta dal marito.
Tumis Tufi prova a far fare dei movimenti passivi alla gamba, ma è impossibile: ogni minimo spostamento ha come risposta urletti di dolore. La prima manovra che attua a questo punto è quella di stirare un panno fino a fargli raggiungere una temperatura ottimale (circa 40°) e applicarlo su gluteo e parte alta della coscia.
Il marito di Anka la guarda perplesso e pensa “ la cosa più assurda che mi sia capitata è vedere un ferro da stiro in un ambulatorio medico...e questa dottoressa, poi...mi sembra l’oracolo di Matrix. Mah inutile contraddire Anka che è così irritabile, ma secondo me con queste sue cure new age sta trascurando un problema serio”
Mentre Anka giaceva prona con il suo pannetto caldo, Tumis ne stirava un altro e così, alternando i panni, in 10 minuti si ottenne un discreto rilassamento della muscolatura.
A questo punto Anka si mette con facilità in posizione supina, con le gambe fuori dal lettino e il busto sdraiato, e Tumis, prendendo le caviglie, comincia a fare un trattamento craniosacrale per sbloccare la tensione dal punto in cui poteva percepire il focus di partenza. In questo caso era da L4.
Dopo mezz’ora di trattamento, Anka si muove normalmente, guarda che ora é e si congeda in tutta fretta, portando con sé la prescrizione di Artiglio del diavolo 1 compressa ogni 6 ore per 4 giorni, Arnica alla 15CH 3 granuli al mattino . Phosphorus alla 200 ch tubo-dose 1 dose alla settimana per tre settimane.
RIFLESSIONI SUL DOLORE
Per dolore somatico si intende l’insieme delle manifestazioni dolorose che colpiscono la cute, il tessuto muscolare, i tendini e il tessuto osseo, comprese le articolazioni.Per dolore viscerale si intende il complesso delle manifestazioni dolorose a carico degli organi interni.
Mentre il dolore somatico è ben localizzato, il dolore viscerale può essere riferito, cioè percepito in parti lontane da dove si origina. Il dolore acuto
può essere considerato la risposta ad una alterazione organica che ha il fondamentale scopo di fare stare allerta in modo da poter ricorrere ad adeguati mezzi di cura. Qualunque sia la sua origine esso produce una serie di reazioni di difesa che comprendono alterazioni dell’umore come ansietà e/o paura e cambiamenti posturali.
Qui apro una parentesi per cominciare a definire alcuni termini del mio discorso. Definisco quella che comunemente viene chiamata Medicina Occidentale, con il termine più esatto “allopatica” .Questa definizione trova miglior riscontro con la realtà, in quanto essa tratta i sintomi con prodotti che diano un effetto contrario a quello della patologia (al contrario di omeopatica). Inoltre, in Occidente esistono terapie e punti di vista olistici che hanno le loro basi nel passato con Ippocrate, e poi citando un po’ alla rinfusa: Paracelso , Haneman, Kneipp, Virkow, e poi con una crescita esponenziale di medici alternativi come Bennet,Chappman, Seile, Reckeweg, il kinesiologo Hartman, l’osteopata Sutherland , e poi in tempi più recenti i nostri contemporanei Upledger ,che ha sistematizzato la terapia cranio-sacrale, e Barral, che ha approfondito gli aspetti viscerali della terapia craniosacrale.
Secondo la medicina allopatica, dunque, dopo questa prima fase, il dolore perde la sua utilità biologica e diviene causa di modificazioni abnormi e deleterie e pertanto va assolutamente soppresso. Su questa affermazione non sono d’accordo, ma mi riservo di parlarne più avanti ( in un capitolo dedicato ai protocolli dei centri di terapia del dolore, a come, ad esempio viene trattata la cefalea etc etc da parte della medicina allopatica e a come invece tutto ciò viene interpretato, e di conseguenza trattato con diversi approcci di tipo olistico),per non uscire troppo dal seminato.
Vediamo ora schematicamente cosa si osserva in una comune visita medica:
Il dolore somatico profondo,viene riscontrato nella zona colpita e lungo il decorso del nervo sensitivo, mentre per identificare il o i visceri colpiti il medico fa una visita , annota segni e sintomi che sono caratteristici, eventualmente prescrive accertamenti come ecografie ed esami vari.
SCIATICA
Difficilmente capita che il medico generico tratti fisicamente il paziente. Se ritiene che ci voglia qualche manipolazione o trattamento fisico, invia dal fisiatra o dal fisioterapista. E’ l’inconveniente dell’ipersviluppo delle specializzazioni. Il medico allopatico prescrive uno o più farmaci: in genere iniezioni di un FANS + un miorilassante da fare per 3-4 giorni e poi un antidolorifico in compresse da assumere nei giorni successivi
La medicina allopatica considera in generale la malattia e la sofferenza come qualcosa da combattere ed eliminare. Raramente approfondisce i collegamenti tra soma e psiche e i significati che investono contemporaneamente i diversi piani di una malattia. Piano fisico collegato con piano psichico, piano elettromagnetico, piano emotivo, dietetico, etc etc.
V I S I O N E O L I S T I C A
Esaminando la nostra ipotetica paziente, Anka, è stato trattato il dolore che si è presentato come emergenza, applicando un trattamento di calore e subito dopo un trattamento craniosacrale. Quest’ultimo si è basato sulla percezione di ritmo e ampiezza del respiro primario, ascolto delle tensioni provenienti dal corpo della paziente e facilitazione dei movimenti di torsione che hanno portato L4 a “riposizionarsi”.
Dal punto di vista psico-somatico il sintomo segnalava che la parte intuitiva della paziente “non voleva fare questo passo”, mentre quella razionale vi aspirava da lungo tempo. Ma allora il problema era : “perché?”. Se si trattava si semplice ansia da prestazione, come quella degli attori pochi istanti prima che si apra il sipario, tutto si sarebbe risolto in quell’unico episodio ; se, invece, c’era sotto un motivo più profondo, il malessere sarebbe tornato in quella stessa o in altre forme, ed in tutte le salse avrebbe “urlato” al suo “io” di non accettare quel particolare contratto.
La prescrizione del fitoterapico ARTIGLIO DEL DIAVOLO in questo caso è di tipo allopatico. Per certi versi questa pianta si comporta come un FANS, e per altri come un cortisonico; ma sempre agendo in modo soft, senza effetti collaterali degni di nota. Del resto la paziente non ha patologie croniche né assume altri farmaci.
I principi attivi dell’Arpagofito, o artiglio del diavolo, sono:
arpagoside , arpagide e procumbide, che agiscono sulla sintesi dei leucotrieni; glucosidi iridoidi, isolati nelle radici secondarie, che oltre all’azione analgesica e antinfiammatoria hanno l’effetto di diminuire il colesterolo e l’uricemia. Il fitocomplesso ha anche un’azione facilitante il processo digestivo.
L’artiglio del diavolo viene definito “cortisone vegetale” per la sua marcata azione nei processi infiammatori articolari. Posologia: 1-2 cps /die in base all’intensità dei sintomi per 2 settimane nelle forme acute e per 2 mesi + 1 di pausa nelle forme croniche. Arnica agisce sui traumi e le contratture muscolari, in particolare della muscolatura paravertebrale; viene prescritto a media diluizione per ottenere un effetto sia sugli aspetti fisici che psichici. Phosphorus è il rimedio di fondo della nostra paziente, longilinea, magra, con prevalenza della componente ectodermica (secondo una classificazione riferita ai tre foglietti embriologici), irritabile ma che non cova rancori. Si infiamma facilmente e facilmente si spegne. Si stanca molto nel fare sforzi intellettuali, ma anche fisici data la sua tendenza astenica (soggetto magro-astenico secondo la cassificazione dei 4 tipi ippocratici). Un soggetto astenico che fa un lavoro che richiede notevole impegno muscolare ha davanti a sé una continua fatica... vive il lavoro come “travaglio”, termine molto usato nel mio dialetto-madre che è il siciliano. D’altra parte ha scelto questo lavoro perché si tratta di arte, che è proprio il suo elemento vitale. Forse la incontreremo ancora.
Per ora .....STOP
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Informazioni personali

- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com