domenica 1 maggio 2016

Note sul cuore


Prendi un pezzo del mio cuore dice la grande Janis Joplin in questo stupendo brano.

Introduco l’argomento  con alcune etimologie ed associazioni di idee:
la parola Coraggio deriva dalla parola latina cor (cuore) e indica un agire in modo impavido ma per altruismo e generosità, non per spavalderia.
Quella che sulla nostra mano viene comunemente definita Linea del cuore, era chiamata dagli antichi Linea mentale. Questa sfumatura sottolinea che essi attribuivano le funzioni della vita di relazione più al cuore che al cervello.
Queste due brevissime e forse scontate riflessioni per introdurre un bellissimo articolo del Dr Alberto Lomuscio
-- specialista cardiologo-- su Eco news gennaio 2010


“La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) pone particolare 
attenzione al cuore: esso rappresenta il “complesso dello 
spirito vitale”. Già gli antichi Autori cinesi consideravano che soltanto in presenza del battito cardiaco un uomo era in vita e quindi possedeva un’attività vitale. 
Allargando questo concetto, il cuore è stato considerato 
il controllore dello Shen, termine che sta a indicare tutte 
le attività vitali guidate dall’input del pensiero informativo, compresa la psiche, l’intelligenza e il carattere, i sentimenti e le sensazioni: esiste infatti un aforisma secondo il quale “il cuore riceve gli stimoli esterni e reagisce ad essi” (si pensi per esempio alla tachicardia generata da uno spavento). Ciò significa che, secondo la MTC, l’organo tramite il quale vengono convogliati all’interno dell’organismo gli stimoli esterni è il cuore, e che questo processo si avvale dell’attività funzionale di tutti gli organi e di tutti gli apparati di senso, dal tatto all’udito. Attraverso questi organi sensori l’uomo riceve gli stimoli e li conduce al cervello, secondo il detto “le 
funzioni cerebrali sono controllate dal cuore”. 
La seconda importante funzione del cuore si esprime nel “comando del sangue e dei vasi”, ossia nel governo della circolazione ematica: nel corso dei millenni, infatti, il cuore è stato sempre riconosciuto come “l’Imperatore” della circolazione. 
Un’altra funzione attribuita al cuore è quella di controllare la sudorazione, in quanto la MTC ritiene che il 
sudore sia un liquido organico appartenente al cuore: 
probabilmente ciò è da attribuire al rapporto dialettico 
esistente tra l’aumento del calore, che genera 
vasodilatazione e contemporaneamente sudorazione, e la riduzione del calore, che dà vasocostrizione e annullamento 
della sudorazione.

Il cuore nella patologia 
Ma l’antica Medicina Cinese si era spinta ben oltre queste semplici osservazioni, delineando una serie di sindromi che presentano interessanti sovrapposizioni con la nostra patologia occidentale. 
Una di queste è la “sindrome da deficit di energia del 
cuore”, che può aggravarsi in “deficit dello yang del 
cuore”. Queste sindromi sono riconducibili a patologie 
cardiache ben note alla nostra Medicina Occidentale, come 
lo scompenso. 
Un’altra fondamentale forma cardiaca è la “sindrome da 
stasi di sangue del cuore”, alla quale sono riconducibili 
le varie espressioni cliniche della cardiopatia ischemica. 
Interessante è notare come già diverse decine di secoli 
prima della scoperta dei farmaci e delle procedure an- 
ti-ischemiche il principio terapeutico fosse già noto, e 
cioè: far circolare il calore fisiologico dello yang di cuore 
(ossia aumentare la quantità di sangue coronarico circo- 
lante tramite la vasodilatazione) e rimuovere la stasi di 
sangue (ossia, la stasi di yin). 
Ciò che è importante notare, infine, è che tra la Medi- 
cina Occidentale e la mtc non sembrano esistere 
differenze sostanziali o posizioni conflittuali: esiste invece 
un accordo di fondo che trova la sua origine nella 
complementarietà delle due medicine; esse, infatti, pur par- 
tendo da presupposti dottrinali profondamente diversi, 
e pur disponendo di mezzi di ricerca qualitativamente 
agli antipodi, giungono pur tuttavia alla fine a definire e 
ad analizzare un fenomeno biologico naturale, univoco, 
che può anche ammettere percorsi di ricerca differenti, 
ma non conclusioni differenti, perché esso è realtà, è 
verità. 

E la Verità, come il Tao, è una sola”. 

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