Indice

1. Sciatica
2. Artrite Reumatoide
3. Osteoporosi
4. Emicrania
5. Dismenorrea
6. Infertilità
7. Gastrite
8. Cistite
9. Menopausa
10. Tabagismo
11. Ipertensione
12. Insonnia
13. Obesità
14. Stress e pnei
15. Cistite interstiziale
16. Psoriasi
17. Occhio secco
18. Viaggi
19. Acufeni
20. Allergie-Asma
21. Gravidanza e neonato
22. Due riflessioni
23. Stipsi
24. Vertigini
25. Cani e Gatti
26. Tipi Omeopatici
27.Bambino-psiche
28.Sport
29.Disturbi venosi
30.Salute obbligatoria
31.Cuore
32.Neonato-mamma-papà
33.Memoria
34.Anziano-aspetti nutrizionali e pnei
35.Colesterolo
35-bis.Colesterolo-bis
36.Acne
37.Anemie
38.Tosse-Omeopatia
39.Enuresi
40.Reflusso gastro-esofageo
41.LEI e LUI
42.LEI e LUI seconda puntata
43.LEI e LUI terza puntata
44.Raffreddore
45.Un po' di respiro
46.Influenza
47.Adolescenza
48.Chakras
49.Ayurveda
50.Medicina cinese
51.DENTI parte prima
52.DENTI parte seconda
53.DENTI parte terza
54.CAPELLI parte prima
55.CAPELLI parte seconda
56.FITOTERAPIA
57.diabete-parte prima
58.diabete-parte seconda
59.Trattamento viscerale
60.Pelle
61.Cronobiologia
62.ANORESSIA parte prima
63.ANORESSIA parte seconda
64.Alcolismo
65.Colori
66.Fegato parte prima
67.Fegato parte seconda
68.Posture
69.Fermenti intestinali parte prima
70.Fermenti intestinali parte seconda
71.Epitrocleite
72.TIROIDE parte prima
73.TIROIDE parte seconda
74.SALUTE E MALATTIA
75.CONGIUNTIVITI
76.OTITE parte prima
77.OTITE parte seconda
78.ORMONI parte prima
79.FISIOGNOMICA
80.ORMONI parte seconda
81.COSMETICI
82.ORMONI parte terza
83.METAFISICA
84.EPIFISI
85. Perchè rinunciare?
86.INQUIETUDINI DI FERRUM METALLICUM
87.ICTUS
88.ICTUS parte seconda
89.Mantra
90.KINESIOLOGIA
91.Fiori di Bach
92.Sogni
93.Odori
94.Gli occhiali
95.La vista
96.Il tatto
97.Il gusto
98.Udito
99.Energia e Cosmo
100.Cento
101.VERATRUM ALBUM
102.EFT
103.Lupus
104.Cavoli
105.Farmaci
106.COLON IRRITABILE parte prima
107.COLON IRRITABILE parte seconda
108. MEDICINA CINESE ancora
109.Il corso di EFT
110.Corsi permanenti
111.Calcoli renali
112.DRENAGGIO
113.Metabolismo2-Fascia
114.PRANOTERAPIA
115.Morbo di Crohn
116.Dolori muscolari
117.Alitosi
118.Carotenoidi
119.Le voglie matte
120.IRIDOLOGIA parte prima
121.IRIDOLOGIA parte seconda
122.HERPES
123.DANNI DEI FARMACI PER LO STOMACO parte prima
124.DANNI DEI FARMACI PER LO STOMACO parte seconda
125.Storia delle babbucce
126.IDROTERAPIA
127.PARODONTITE
128.MEDITAZIONE SUL CUORE
129.LA MORTE DEGLI ALTRI
130.Il sole e la pelle
131.ENFISEMA POLMONARE parte prima
132.ENFISEMA POLMONARE parte seconda
133.Sistema immunitario cerebrale
134.Spagirica
135.TRAUMA DA PARTO
136.SPIGOLATURE
137.I GRASSI
138. Fico d'India
139.Occhi e mirtillo
140.PSICOSOMATICA
141.PSICOSOMATICA parte seconda
142.PSICOSOMATICA parte terza
143.Contatti estenuanti
144.Omeopatia per la pelle
145.HIV
146.CISTI OVARICHE
147.TUMORI
148.Singhiozzo
149.TEMPO DI BILANCI
150.NAUSEA E VOMITO
151.Test per la coppia
152.FEBBRE
153.PARKINSON
154.Minerali da antica farmacia
155.Omotossicologia e metabolismo
156.MEDICINA TIBETANA parte prima
157.DERMATITI E DERMATOSI
158.TRE BIOTIPI
159.Jung
160.GAMBE SENZA RIPOSO
161.Due prodotti delle api
162.ATTACCHI DI PANICO
163.ESAMI DELLE URINE
164.VERMI
165.AVVELENAMENTI parte prima
166.AVVELENAMENTI parte seconda
167.Alcuni alimenti
168.DIVERTICOLI
169.PENSARE POSITIVO
170.Naja Tripudians
171.Tumori 2
172.Unghie
173.Pensare col corpo
174.Gambe disturbi venosi
175.SCLEROSI MULTIPLA
176.Malattie autoimmuni
177.SCLERODERMIA
178.Rimedi per gli occhi
179.INTEGRATORI PER MAMMA
180.PSICHE E FIORI DI BACH parte prima
181.PSICHE E FIORI DI BACH parte seconda
182.PSICHE E FIORI DI BACH parte terza
183.PSICHE E FIORI DI BACH parte quarta
184.PSICHE E FIORI DI BACH parte quinta
185.PSICHE E FIORI DI BACH parte sesta
186.PSICHE E FIORI DI BACH parte settima
187.PSICHE E FIORI DI BACH parte ottava
188.PSICHE E FIORI DI BACH nona e ultima parte
189.Gli oli essenziali
190.OMEOPATIA PER INSONNIA DEL BAMBINO
191.CONSIDERAZIONI SULLA SALUTE
192.Macchie scure sulla pelle
193.Blefarite
194.IPERTENSIONE alcune piante
195.DIFESE IMMUNITARIE
196.ALZHEIMER
197.PIANTE ANTI-STRESS
198.FEGATO parte terza
199.Lavaggio energetico
200.Colpo di fulmine tra due LACHESIS
201.ALOE parte prima
202.Maculopatia degenerativa
203.Fluidificanti del sangue
204.ALLERGIE parte prim
205.ALLERGIE parte seconda
206.ALLERGIE parte terza
207.DEMENZA SENILE
208.INSUFFICIENZA RENALE
209.Quanto siamo aciduli
210.Non è tutto cromo ciò che brilla
211.DALLO SPIRITO ALLA MATERIA
212.Pancreatite
213.Raffinate ed accurate primitive terapie
214.Dermatite seborroica
215.RIMEDI PER BAMBINI
216.SCUOLA SALERNITANA parte prima
217.SCUOLA SALERNITANA parte seconda
218.SCUOLA SALERNITANA parte terza
219.Controllo e Ascolto
220.OLIO DI GERME DI GRANO
221.ORTICARIA
222.REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO parte seconda
223.INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
224.STORIE DI ORDINARIO TORMENTO parte prima
225.STORIE DI ORDINARIO TORMENTO parte seconda
226.DIETA BASE e BAMBINO IPERCINETICO
227.ARTRITE E DOLORI ARTICOLARI
228.RIEDUCAZIONE DELLA PERCEZIONE SONORA
229.OBESITA INFANTILE
230.UNA MEDITAZIONE PER CORREGGERE LE REAZIONI RIPETITIVE
231.ANCORA CUORE
232.VACCINI
233.Balbuzie
234.PAROLE DIFFICILI idiopatico
235.SCOLIOSI
236.Percorsi benessere con regalo
237.DIURESI alcune piante utilissime
238.DIETA BASE
239.ALCHIMIA
240.RADIOTERAPIA un sostegno omeopatico per limitare i danni
241.CORSO ACCELERATO DI OMEOPATIA
242.ANALISI FISIOGNOMICA di un attore
243.CHILI DI TROPPO
244.CHILI DI TROPPO parte seconda
245.ARGILLA
246.Memoria e concentrazione
247.LE PAROLE DIFFICILI escara e flittena
248.ABBASSAMENTO RENALE
249.ALIMENTI FERMENTATI
250.MELATONINA
251.SONDAGGIO
252.Ottuso dogmatismo
253.Ancora fegato
254.PRANAYAMA parte prima
255.PRANAYAMA parte seconda
256.CEFALEA
257.Alimentazione spigolature
258.LE PAROLE DIFFICILI Fotosensibilizzazione
259.ANCORA RENE
260.MEDITARE STANDO AFFACCIATI
261.PRESSIONE ALTA parte prima
262.IPERTENSIONE parte seconda
263.OGM prodotti transgenici
264.Abusi della sanità
265.PRODOTTI SOLARI
266.Ricette mediterranee
267.IPERTENSIONE parte terza
268.TUMORI parte terza
269.COSE DI DONNE
270.Falsi bisogni creati dal mercato
271.IPERTENSIONE parte quarta
272.ANTICHE RICETTE una conserva di susine
273.LE PAROLE DIFFICILI Palliativo
274.STIPSI
275.TAURINA
276.IPERTENSIONE parte quinta
277.INQUINAMENTO ACUSTICO
278.DERMATITE ATOPICA
279.SAPORE DI SALE
280.PARACELSO
281.Metalli pesanti e danni alla pelle
282.IPERTENSIONE parte sesta RIMEDI NATURALI
283.MIA CONFERENZA
284.MALATTIE AUTOIMMUNI parte prima
285.MALATTIE AUTOIMMUNI parte seconda
286.SISTEMA NERVOSO DUE NOTE
287.LE PAROLE DIFFICILI Deontologia e Metastasi
288.IPERTENSIONE parte settima
289.ALLUCE VALGO
290.VERTIGINI fitoterapia
291.DISTURBI INVERNALI DEL BAMBINO
292.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte primaO
293.OMOTOSSICOLOGIA
294.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte seconda
295.Buon Natale filosofeggiando
296.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte terza
297.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte quarta
298.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte quinta
299.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte sesta e ultima
300.DISTURBI INTESTINALI antichissima ricetta
301.Donna e iperandrogenismo
302.FISIOGNOMICA APPLICATA AI RIMEDI OMEOPATICI
303.Possibile prevenire il tumore al fegato con il Chelidonium
304.Litoterapia
305.Fitoterapia per emicrania
306.Parole difficili della medicina OSTEOFITI
307.IL DOLORE DEI NOSTRI ANIMALI
308.RAVANELLO
309.Tre tipi di pepe
310.RUGHE
311.DISTURBI DELLA PROSTATA
312.FERMENTI INTESTINALI
313.PRANOTERAPIA
314.MENINGITE
315.Parole difficili della medicina FISTOLE
316.CLORURO DI MAGNESIO
317.PANNOLINI PER BAMBINI
318.Le emozioni depositate sui denti
319.Meditazione sulla vergogna
320.ANTIOSSIDANTI
321.Malattie autoimmuni
322.INSONNIA punti da trattare
323.Parole difficili in medicina STEATOSI EPATICA
324.Carota
325.Cicatrizzazione
326.Strategie di bisogno e potere
327.ENZIMI
328.Lampone
329.Commento durante la breve vacanza
330.LE PAROLE DIFFICILI DELLA MEDICINA apoptosi e necrosi
331.Nasce la nuova associazione TING
332.ALOPECIA AREATA rimedio Ayurvedico
333.LAVAGGIO EPATICO
334.Incontri autunnali
335.Sindrome di Dupuytren
336.Abuso di farmaci
337.TOSSE parte prima
338.Corso di alimentazione
339.TOSSE parte seconda
340.TOSSE parte terza
341.TOSSE parte quarta
342.MEDITAZIONE SULLE PAURE
343.Interazione individuo e ambiente
344.Respirazione
345.Epifisi e melatonina
346.Cefalea
347.Ibisco
348.CLa magia dei fermenti
349.LEDUM PALUSTRE
350.Unghia di gatto
351.Cicoria
352.Respirazione
353.Albero della vita e scelta di un rimedio
354.Studiare da adulti
355.Meditazione per essere autorevole
356.Tre piante per gli occhi
357.Metabolismo
358.Un consiglio disinteressato
359.Gengivite
360.Diarrea del bambino
361.Fiori di Bach per uscire da una dipendenza
362.Sulfur
363.Linfa e tessuto connettiv
364.Anatomia della fascia
365.GOLA
366.Fiori di Bach per il neonato
367.Note sul cuore
368.Artemisia
369.Codici biologici
370.Rimedi omeopatici per insonnia e paziente scettico
371.Piselli
372.Rimedi per cani
373.Un decotto antico per depurarsi
374.Un caso di diabete di tipo II
375.ALOE
376.Le radici del desiderio
377.Alzheimer approfondimento
378.Colori
379.Colori per la casa
380.USO PERSONALE DEI COLORI
381.DERMATOMERI E METAMERI
382.La nostra pelle
383.Omeostasi, salute e malattia
384.Parole difficili della medicina ACROMEGALIA
385.DERMATITE un questionario utile
386.Citrus aurantium
387.Fibromialgia
388.Piante per gli occhi
389.Coliche addominali del bambino
390.Disturbi mentali
391.Piccola pausa
392.Raffreddore
393.SISTEMA IMMUNITARIO storiella horror-humor
394.ALIMENTAZIONE tre note
395.ASMA rimedi omeopatici
396.ARNICA rimedi omeopatici
397.Rhus Toxicodendron
398.Zucca
399.Corso di fitoterapia online
400.Conferenza su Cuore e dislipidemie
401.Prove di efficacia
402.Incompatibilità
403.Boswellia
404.Tiroide Storia di due donnea
405.Semprevivo
406.Causticum
407.Assafetida
408.Bryonia

domenica 28 dicembre 2014

Buon Anno Nuovo

Buon anno a tutti gli amici, i contatti, i visitatori occasionali: che sia un anno di saggezza, pace e gioia !!!

ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte terza


Ferrum metallicum 
Ebbrezza. Nel corso della serata diventa estremamente agitato. Nessuna voglia di parlare né di lavorare, si sente molto serio e a disagio ma non triste.  Nella donna, oscuro abbattimento dello spirito ed eccitazione nervosa per tutta la durata delle mestruazioni. Depressione mentale prima e dopo le mestruazioni.  Mente errante e insoddisfatta. Sensazione di stordimento. Desiderio di solitudine, orrore nei confronti della conversazione, dei rumori e delle visite, e persino della compagnia degli amici più cari. Ansietà, come se fosse successo qualcosa di spiacevole: non riesce a dormire e si agita nel letto. Per motivi di scarsa importanza ansietà con palpitazioni all’incavo dello stomaco. Violenza, umore litigioso; insiste per avere ragione. Eccessivamente allegro una sera, triste e malinconico la sera seguente. Poco incline a pensare, confusione in testa. Pensieri di avvenire cupo.
La mente oppressa al massimo, scoraggiamento; grande inquietudine a proposito della famiglia, con pensieri di morte costanti. Ansietà per la ragione più insignificante, con palpitazioni all’incavo dello stomaco. Paura di apoplessia. Irritabilità. Piccoli rumori, quali lo spiegazzamento di un giornale lo portano alla disperazione. Meschino, litigioso, incline alle discussioni, facilmente provocabile, la minima contraddizione lo mette in collera. Sonno: frequenti sbadigli per tutta la giornata; sonnolenza e sete la sera, tendenza a dormire più del consueto; grande voglia di dormire, per cui gli risulta quasi impossibile rimanere sveglio durante la lettura; si addormenta mentre cuce. Al mattino crisi di stiracchiamenti e di sbadigli durante le quali gli occhi sono pieni d’acqua; sonnolenza e stordimento dopo il pranzo, oltre a mal di testa al di sopra della radice del naso; Incapacità di intraprendere qualsiasi lavoro mentale; tendenza ad addormentarsi quando si trova in posizione seduta, non importa a che ora del giorno; pesante sonno mattutino fino alle 9 , da cui si sveglia difficilmente. 
Dorme con gli occhi semiaperti.
Insonnia:  insonnia pressoché completa durante il giorno e la notte; talvolta dopo essersi addormentato si sveglia 15 minuti dopo in un bagno di sudore, in preda ad uno stato di estrema prostrazione e di angoscia epigastrica; ha la sensazione che la vita lo lasci; segue uno stato di eccitazione nervosa. Rimane disteso per ore intere prima di addormentarsi; si addormenta in preda alla fatica e dorme, anche se non ne ottiene riposo; rimane coricato a lungo prima di addormentarsi di nuovo. Ciò nonostante non si sente affaticato al momento del risveglio mattutino. Sonno leggero non profondamente riposante.
Sonno agitato con sogni ed eiaculazioni; la notte può distendersi solamente sul dorso; non può dormire sul fianco. Frequenti veglie serali seguite da un sonno tranquillo solamente dopo le 2 del mattino.
 Sogni: la notte è turbata da sogni, grande stanchezza al risveglio mattutino. Sonno turbato da sogni animati, ansiosi e confusi; sogna di trovarsi al centro di una battaglia, di cadere nell’acqua. Sonno più profondo del solito, ma con sogni spiacevoli; non dorme bene poiché il sonno è turbato da sogni in cui compaiono vecchi amici.
Sogni spiacevoli per tutta la notte riguardanti amici e genitori morti da 25 anni. Forte attacco di incubi.
Si addormenta per la fatica o la debolezza mentre cuce, quando si trova seduta o durante lo studio. Sonno privo di riposo durante la notte; non riesce ad addormentarsi la sera. Di notte ha bisogno di alzarsi e camminare. Il bambino non dorme a causa degli ossiuri. Il dolore al dorso peggiora se durate la notte rimane scoperto per un certo periodo. Il nocciolo del problema è che il soggetto ha subito un torto, un danno, e proietta tale situazione nel futuro: secondo lui il torto o danno è sul punto di succedergli. Il rumore gli dà l’impressione che la presenza che lo perseguita sia ancora presente. Avverte il rumore come una persecuzione permanente: il fruscio di un giornale lo manda fuori di sé. SICOSI: si immagina che il problema possa essere evitato prestando attenzione alle cose insignificanti, ai dettagli. Cerca sempre di avere ragione, assume un atteggiamento dogmatico, dittatoriale. Appare trionfante quando ha ragione e prova una sensazione di autonomia. l’aspetto più importante di questo sintomo: è il rimedio più sensibile alla contraddizione; ha la sensazione di essere stato disprezzato per i suoi errori. Si è sbagliato su qualcosa che sembrava trascurabile, mentre in realtà era importante.
GLI AMICI: la sua immaginazione è colma dei suoi amici (((secondo me dalla gente del suo passato in toto))), costruisce la propria sicosi sul tentativo di avere sempre ragione. Ciò significa che si sente sempre deficitario nei confronti della ragione, poiché è stato commesso un errore. Profonda sensazione di essersi sbagliato su un giudizio di valore: ha creduto che qualche cosa di importante fosse banale ed è stato disprezzato da qualcuno per motivi riguardanti l’amicizia. Ha la sensazione di aver commesso un abuso contro un amico il quale lo perseguita continuamente. Nella sua sicosi crede di poter riparare l’errore dimostrando di non essersi sbagliato.
Mente confusa, offuscata, con piedi freddi e dita rigide. pensieri cupi, la testa viene avvertita come pesante e confusa. Difficoltà a pensare





Ferrum picricum
Sonno agitato, con sogni erotici.

Formica rufa
Mancanza di memoria che peggiora la sera. Soggetto spesso indisposto, lunatico, ansioso, apprensivo. Quando è insolitamente emozionato e molto felice, diventa molto attivo e poi altrettanto facilmente si stanca. Cachessia=

Gelsemium
Desiderio di stare solo e in pace. Non vuole essere costretto a esprimere un’idea. Insonnia per eccitazione nervosa. Cattivi effetti di un’emozione  ad esempio coliche e diarrea prima di un esame. Indicato quando l’emozione rende muti. Prima di una prova (esame, performance ecc ) spesso viene colto da uno stato di inibizione quasi stuporosa ; è rimedio di prima scelta per la “fifa degli esami” . Possono comparire tremore, diarrea, emicrania. 
 Tremore: quando per motivi emotivi tremano le gambe e sembrano deboli al paziente. Indicato per problemi che vanno dal semplice tremore emozionale al grande tremore del parkinsoniano. Non si riesce a guarire un parkinson conclamato ma si riesce ad attenuare il tremore.
 Paresi e paralisi che hanno come comune denominatore il tremore. Caratteristici sintomi sono debolezza delle gambe con incoordinazione, debolezza delle mani (il paziente lascia cadere gli oggetti), paresi dei muscoli palpebrali: ptosi. Lingua intorpidita e gonfia riesce difficile parlare, la lingua trema quando il paziente la deve mostrare. Afonia paretica scatenata da un’emozione o che si manifesta durante le mestruazioni. 
Congestione cerebrale con volto rosso e caldo, aspetto abbrutito, parola imbrogliata.  Fobie: claustrofobia, agorafobia, bambini che hanno paura di cadere. Utile nel tabagismo e nell’alcolismo qualora il paziente ricerchi in queste droghe un sollievo contro ansia e paura. Ansia da anticipazione, attacchi di panico. Apatia. Fobie in genere, anche non da anticipazione.

Nei pazienti in cui una cronica condizione d’ansia abbia portato all’instaurarsi di problemi somatici (emicrania) o dipendenza da droghe, è indicata la prescrizione delle alte diluizioni che va ripetuta al ripresentarsi dei sintomi

NOTA 
l'immagine si intitola Le facce della città ed è di Giovanni Ambrosioni che potete visitare su Flickr

martedì 23 dicembre 2014

Buon Natale filosofeggiando

Buon Natale a tutti i lettori, gli amici, i colleghi e a chiunque passi per caso in questa pagina. 
Ma il mio augurio che grazie ad un nostro rinnovamento  interiore e di vita pratica possa corrispondere un rinnovamento del mondo questa volta non sarà così breve
eh eh eh….
per quelli che hanno fretta possano bastare queste poche righe e il mio abbraccio virtuale.
Per quelli che vogliono assaporare un discorso lungo e articolato, ecco la mia annuale omelia :-)



Di tanto in tanto, piuttosto raramente, e in corrispondenza di qualche festività tradizionale, mi sento ispirata a filosofeggiare   sul tema della festività stessa o, con un giro più largo, su alcuni concetti religiosi non così scontati come appaiono al religioso osservante (per quanto mi riguarda mi sento vicina agli gnostici… in ogni caso non appartengo a nessuna religione organizzata ma solo alla mia personale religione). Voglio solo porgervi il mio punto di vista. In questa occasione per farlo riporto un brano tratto da Uomo, donna, natura di Alan Watts.
Cosa c’entra questo discorso con la terapia olistica?  A mio parere c’entra parecchio. La medicina allopatica come il pensiero occidentale di un certo tipo di occidente (quello che io non approvo, quello della competizione, della pretesa di crescita, della farmacologia industriale, della chirurgia estetica e della fecondazione artificiale) vede la natura come qualcosa che l’uomo può e deve sottomettere; vede il mondo dei contrari solo come antagonisti e le malattie solo come nemici da combattere. La medicina naturale, invece, vede la natura come qualcosa della quale anche l’uomo fa parte — e senza esserne il protagonista—
Il mondo dei contrari è molto spesso costituito da aspetti complementari e la malattia è un tentativo del corpo di adattarsi ad una nuova situazione… e in ogni caso un segnale da ascoltare, non da mettere a tacere a tutti i costi.
Anche nel campo della metafisica (in questo caso non prendo in considerazione l’ateismo, perché anche l’ateo, che lo ammetta o meno, è dotato di un discorso  interiore e spirituale) ci sono modi diversi di rapportarsi all’ignoto e in particolare all’idea di Dio. Questi modi di rapportarci, siamo sicuri che ci appartengono veramente e non sono il frutto di un condizionamento? Ben presto tutti ci siamo posti questa domanda…ebbene: nel mirabile brano che segue si confrontano due modi opposti di considerare l’argomento e queste considerazioni costituiscono un’ottima base del pensiero olistico.


“E allora non potrebbe essere che molte delle idee centrali del cristianesimo siano invenzioni creative, come le città in cui si sono sviluppate? Questo è naturalmente vero per ogni religione o filosofia nei limiti in cui è un sistema di idee — idee che non possono venir verificate attraverso un richiamo all’esperienza. Ma il cristianesimo in questo punto differisce radicalmente dalle altre tradizioni come il buddismo o i Vedanta. In questi ultimi, alle idee è riservato un ruolo del tutto secondario, dato che il vero fulcro della tradizione di trova nell’esperienza ineffabile, ovvero in un’esperienza concreta e non verbale, ovvero radicalmente diversa da un’idea. Nel cristianesimo, invece, l’accento è posto più sulla fede che sull’esperienza, e viene attribuita enorme importanza all’accettazione e all’osservanza di dogmi, dottrine e riti nella loro formulazione corretta. Sin dall’inizio della sua storia, il cristianesimo rifiutò la gnosis, ovvero l’esperienza diretta di Dio, a tutto favore della pistis, ovvero la fiducia volontaristica in alcune proposizioni rivelate riguardo a Dio.

Nel cristianesimo, dunque, lo spirito si distingue dalla natura come l’astratto dal concreto, e le cose dello spirito si identificano con le cose della mente — ovvero con il mondo delle parole e dei simboli del pensiero — che però vengono interpretate non come rappresentazioni del mondo concreto ma come suoi fondamenti. E, sin dal "In principio era il Verbo", il Figlio di Dio venne concepito come la Divina Idea sul cui schema è stato creato l’universo. In questo modo il regno dei concetti non acquisisce soltanto una vita propria e indipendente, ma una vita più reale e fondamentale di quella accordata alla natura non verbale. Le idee non rappresentano più la natura, ma è la natura che rappresenta le idee, compresse e limitate dalla realtà materiale. Di conseguenza, quanto è impossibile e inimmaginabile in natura è possibile alle idee, come ad esempio il fatto che la polarità negativa possa essere permanentemente separata da quella positiva, o la gioia dalla sua interdipendenza con il dolore. In breve, alla pura possibilità verbale viene attribuita una realtà superiore di quanta non ne venga accordata alla possibilità fisica. È difficile non scorgere in tutto ciò lo sforzo del pensiero di fuggire in avanti per conto suo e di porsi fuori della portata del reale. Un pensiero che si difende dall’accusa di essere privo di senso affermando che per prima viene la realtà della sua essenza, mentre la natura non ne è che una copia sbiadita.

Cose inseparabili in natura possono venir separate a parole perché le parole sono contenitori e classificatori riordinabili e riorganizzabili. La parola "essere" è formalmente separabile dalla parola "nulla", come "piacere" da "dolore". Ma in natura, essere e nulla, solido e spazio, costituiscono una relazione inseparabile proprio come "davanti" e "dietro". Allo stesso modo, il carattere formalmente statico delle parole che definiscono i sentimenti nasconde il fatto (o, meglio, l’evento) che i nostri sentimenti sono "direzioni" piuttosto che "condizioni", e che nel regno delle direzioni non esiste nord senza sud.

Per le grandi tradizioni asiatiche, invece, lo spirito — sia esso Brahma o il Tao — non si può confondere tanto facilmente con l’astratto. Lo spirito si trova nell’esperienza diretta del mondo concreto della natura, in ciò che i buddisti chiamano tathata, "cosità", ovvero nel suo stato non-verbale e non-concettuale. Questo non significa, però, che intendiamo riferirci al mondo nel suo stato fisico o materiale, dato che, come vedremo, la parola “materiale” significa in un certo senso che il mondo viene "misurato" — ovvero che il mondo non-verbale viene rappresentato attraverso i singoli fatti, gli oggetti che lo costituiscono, gli eventi che, come i metri e i centimetri, sono invenzioni umane finalizzate a maneggiare e descrivere la realtà. Non c'è una parola per dire che cosa è il mondo nel suo stato naturale, non-verbale. E infatti la domanda "Che cosa è?" in realtà significa "In quale classe si inserisce?", Ora dovrebbe essere evidente che la classificazione è, ancora una volta, un'invenzione umana, e che il mondo naturale non ci viene dato in forma classificata, in scatolette dotate di etichetta. Quando chiediamo di sapere che cos'è un oggetto nella sua condizione naturale, l’unica risposta possibile è di indicarlo, suggerendo a chi ha posto la domanda di osservarlo a mente silenziosa.

Una tacita osservazione di questo tipo è esattamente quanto si intende con sentimento (inteso come facoltà. e perciò distinto dai singoli sentimenti), ovvero l’atteggiamento e l’approccio con il quale si deve esplorare la natura se vogliamo recuperare il senso originario della nostra integrazione con il mondo naturale. Nel taoismo e nello zen questo atteggiamento è detto kuan, o "contemplazione senza parole". Così come a volte è necessario rimanere in silenzio per sentire ciò che gli altri hanno da dirci, allo stesso modo anche il sé ha bisogno di silenzio se intende prestare ascolto a qualcosa di altro da sé, appunto. Non c'è di che sorprendersi se, in mancanza di un tale silenzio, parole su parole infestano la nostra mente. E da qui non c'è che un passo per giungere a fantasticare che la parola sia antecedente alla natura stessa, quando, in realtà, precede soltanto la classificazione della natura, ovvero la sua schedatura in cose e in fatti, poiché sono le cose, e non il mondo naturale in se stesso, a venir create dalla parola. È solo la mancanza di silenzio interiore che può farci confondere.

L’incantesimo delle parole non si esercita soltanto sugli intellettuali. Anche le persone più semplici sono sua facile preda, e sembrerebbe che il potente strumento del linguaggio abbia prodotto una singolare confusione in tutti i livelli sociali delle culture in cui il cristianesimo  si è sviluppato. È divenuto una specie di giocattolo nuovo per un bambino, cosicché l’eccesso di comunicazione verbale è davvero il malessere tipico dell'Occidente. Non riusciamo proprio a porvi un freno, tanto che anche quando non parliamo con le altre persone siamo come costretti a pensare, che è un modo di parlare sottovoce con se stessi. La comunicazione è diventata un'abitudine nevrotica, e le culture che non ci dicono tutto o, peggio, si aspettano che comprendiamo alcune cose senza che ci vengano dette ci fanno l'effetto di entità misteriose e ci disorientano. Non dimenticherò mai l’esclamazione esasperata dell'artista giapponese Hasegawadi di fronte alle continue richieste di spiegazioni che gli venivano dai suoi studenti occidentali: "Ma insomma! È possibile che non riusciate proprio a sentire?"

Insomma, per un tipo di cultura, la "verità sulla natura" consiste nella spiegazione verbale, nella ricostruzione del mondo considerato come un sistema di leggi che lo precede e ne costituisce il fondamento, come il progetto dell’architetto precede e fonda la costruzione della casa. Per un altro tipo di cultura, invece, la "verità sulla natura" è la natura stessa, di cui si fa esperienza diretta in quel silenzio della mente che il buddismo zen chiama wu-nien, o "non-pensiero". [12] Ecco perché nelle culture dell'estremo Oriente è così raro imbattersi nel disaccordo tra religione e natura tipico dell'Occidente. Al contrario: la migliore arte buddhista o taoista in Cina e in Giappone non rappresenta affatto, come si potrebbe credere, temi formalmente religiosi, ma è pittura di paesaggio e studi di uccelli, alberi, rocce e piante. Inoltre, lo zen viene applicato direttamente alla tecnica del giardinaggio e a uno stile architettonico che integra consapevolmente la casa con l'ambiente naturale che la circonda, e ciò include l'uomo e ammette la natura. È questo, e non le immagini del Buddha, ciò che esprime la conoscenza della realtà ultima.

E qui conviene citare un segnale curioso e apparentemente trascurabile della spaccatura, non tanto tra cristianesimo e natura, quanto tra cristianesimo e le forme d'arte naturalistiche dell’estremo Oriente. Stranamente, infatti, è pressoché impossibile rappresentare il simbolo centrale del cristianesimo, ovvero la Croce e la Crocifissione, nello stile pittura cinese. Il tentativo è stato ripetuto diverse volte, ma senza alcun successo, dato che la forma simmetrica della croce distrugge completamente il ritmo della pittura cinese se viene elevato a soggetto principale della rappresentazione. I cristiani cinesi hanno cercato di risolvere il problema dipingendo croci "rustiche", con la corteccia, i rami e il muschio ancora presenti sul tronco, ma quei due bracci spalancati stridono irrimediabilmente con il resto della composizione e l'artista cinese non può seguire la sua naturale tendenza a rendere irregolarmente le linee rette senza distruggere completamente il simbolo della croce. Egli infatti segue la natura amandone le forme sinuose, frastagliate e asimmetriche, forme squisitamente adatte ai suoi tipici mezzi di espressione — il morbido pennello e l’inchiostro nero. Invece, nelle forme d'arte tipiche del cristianesimo, come l'arte bizantina o il gotico, troviamo amore per l’architettura e per ciò che è cortese. Dio è concepito nell’immagine di un monarca in trono, e i rituali della Chiesa sono modellati sui cerimoniali di corte degli imperatori greco-romani. Allo stesso modo, nell’antica religione ebraica, l'Arca dell’Alleanza è essenzialmente un trono, celato all’interno del Sancta sanctorum, costruito nella forma esatta di un cubo, simbolo di completezza e perfezione.Eppure, dal punto di vista della filosofia e dell'estetica cinese, questa perfezione simmetrica e architettonica è rigida e priva di vita. Queste forme si trovano solo raramente in natura, ed è per questo che l'artista cinese, quando prende a dipingere la rigidità della Croce, si trova in conflitto con se stesso: ciò che vorrebbe veramente dipingere è un albero vivente. Inoltre, si rappresenta il potere che sta dietro la natura, non nell'immagine di un monarca, ma come Tao, ovvero come la strada, lo scorrere della natura, e trova le sue immagini nell'acqua e nel vento, nell'aria e nel cielo, oppure nei processi di crescita. Per il Tao non ha senso cercare di imporsi all’adorazione o rifulgere di gloria come un monarca, quanto, invece, lavorare di nascosto e ignoto a tutti, lasciando pur credere che tutti i suoi risultati siano stati opera di altri. Nelle parole di Lao—Tzu:

Il grande Tao pervade ogni luogo,
sia a destra sia a sinistra.
Per mezzo di lui tutte le cose vengono all’essere,
ed egli non le rifiuta.
Pn i suoi meriti non chiede riconoscimenti.
Ama e nutre tulle le cose,
ma non vuole dominare su di esse. (xxxiv)

Dall'altra parte, invece:

I suoi occhi sono come fiamma ardente; sul suo capo numerosi sono i diademi e porta scritto un nome che nessuno, all'infuori di lui, comprende. Il mantello che indossa è intriso di sangue; il suo nome è: Verbo di Dio […] Dalla sua bocca esce una spada affilata per colpire le genti. È lui che le governerà con verga di ferro; è lui che pigerà il tino dell’ira furente di Dio, l’Onnipotente. Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: "Re dei re e Signore dei signori." [13]

Nella sua magnificenza, questo stile è del tutto diverso dalla concezione taoista del monarca, che

Smussa la sua asprezza.
si libera della sua separatezza;
attenua la sua brillantezza;
si rende pari alla polvere,
E questo si chiama profonda identità, (lvi)

Poiché

Colui che vuole governare sopra il populo, deve parlare di se stesso come se fosse sotto di esso.
Se vuole essere a capo del suo popolo, deve mantenersi in persona dietro di esso.
Così quando il raggio è in alto il popolo non sente il sua giogo.
Quando è a capo di tutti, il suo popolo non lo sente come intralcio.
(lxvi)

È il re a modellarsi sul Tao e non il Tao a prendete il re a modello. E il Tao è sempre anonimo e sconosciuto, cosicché l’incessante mutevolezza, lo scorrere inarrestabile della natura, vengono considerati come il simbolo dell’impossibilità di afferrare o concepire in una qualsiasi forma fissa il Tao.

Lo stile di pensiero costruttivistico e artificioso del cristianesimo si rivela chiaramente nell‘idea che Dio sia il creatore del mondo, e che quest’ultimo sia in se stesso un prodotto, costruito secondo un piano e, di conseguenza, dotato di uno scopo e di una spiegazione. Invece, la modalità d’azione del Tao è detta wu-wei, un termine traducibile sia come "privo di sforzo", sia come "non-creativo". Dal punto di vista della filosofia taoista, le forme della natura non sono create, ma crescono, e vi è una differenza radicale tra l’organico e il meccanico. Le cose che vengono prodotte, come le case, i mobili, le macchine, sono un insieme di parti riunite o formate, come una scultura, con un movimento che va dall’esterno verso l’interno. Ma le cose che crescono si formano da sé, dal loro interno. Non si tratta di un assemblaggio di arti originariamente distinte; le cose si differenziano da sole, elaborando la loro stessa struttura dal tutto alle sue parti, dal semplice al complesso.
È affascinante osservare la formazione dell’oggetto naturale che ha l'aspetto più innaturale — il cristallo. Infatti esso non comprare nella soluzione parte dopo parte, ma tutto in una volta, quasi fosse un'immagine proiettata che gradualmente viene messa a fuoco su uno schermo. Allo stesso modo, le linee di forza di un campo magnetico non compaiono in modo seriale, come in un disegno, ma si compongono nella limatura di ferro come se migliaia di mani le disegnassero contemporaneamente e con perfetta coordinazione. Persino quando un oggetto naturale come lo stelo di una pianta cresce linearmente, non lo fa per pura addizione, come si costruisce un muro di mattoni o si getta una colata di cemento. L’intera forma si espande dal suo interno, e questa direzione — ovvero dall'interno verso l'esterno — è esattamente il significato del temine cinese per dire natura, ovvero tzu-jan, cioè spontaneità. La forma del cristianesimo differisce dalla forma della natura poiché nella chiesa e nella sua atmosfera spirituale ci troviamo all'interno di un universo che è stato creato una volta per tutte. Fuori della chiesa, invece, siamo in un universo che cresce. Per questo il Dio che ha creato il mondo è esterno a esso, come il muratore è esterno a ciò che ha costruito, mentre il Tao, che cresce il mondo, è interno a esso. La dottrina cristiana ammette, in teoria, l’immanenza di Dio, ma in pratica non fa che porre l'accento sulla sua trascendenza, sulla sua alterità. Ci è permesso pensare che Lui sia interno alle cose e interno al mondo solo a patto di mantenerlo a una distanza infinita — qualitativamente parlando — dalle creature che abita. Anche quando è dentro di esse, Dio è fuori di esse, così come l'architetto è sempre esterno alla casa che costruisce, anche se vi entra per decorarne gli interni.

Dunque, concependo l'uomo e l'universo come creature, la mentalità occidentale e cristiana si sforza di interpretare queste entità in chiave meccanicistica, e in ciò consiste il suo genio e la sua cecità al tempo stesso. È un'idea fissa che l’universo sia formato di elementi o entità distinte, che altro non sono che le parti del prodotto finito. L’uomo stesso è uno dei componenti introdotti dall'esterno a far parte del "prodotto natura", finalmente montato, come un elemento aggiunto a una struttura architettonica. Inoltre, i meccanismi dell’universo naturale sono interpretati secondo le leggi della logica e l'ordine meccanico delle cose viene visto una serie lineare di cause ed effetti, con tutte le limitazioni di una coscienza che li percepisce e li simboleggia a uno a uno, pezzo per pezzo. La terra e il cielo vengono così misurati per approssimazione, accostando le forme capricciose e bizzarre della natura ai cerchi, ai triangoli astratti e alle linee rette di Euclide. La natura sembra essere un meccanismo solo perché, con questa mentalità, di essa può cogliere solo ciò che si riesce a inserire in un'analoga meccanica o matematica. In realtà, in questo modo non si vede mai la natura, ma soltanto lo schema di forme geometriche che si è cercato di cucirle addosso.

Purtroppo, questo abbozzo meccanicistico di pensiero si rivolta contro Dio stesso poiché, per quanto il cristianesimo insista soprattutto sul fatto che Dio è persona vivente, la sua natura, così come viene concepita, in pratica manca proprio dell’attributo più importante della personalità. E in effetti Dio è pensato come un insieme di principi — principi di moralità e di ragione, di scienza e di arte. Il suo amore temperato di giustizia è allo stesso modo trasformato in principio, poiché è amore voluto più che sentito, collegato più al Logos, maschile. che all’Eros, femminile. L’attributo mancante in questa rappresentazione di Dio si definisce in modo ideale con la parola ‘interiorità’, intesa nel senso antico più che in quello moderno e sentimentale di "avere un cuore". Gli organismi viventi, infatti, crescono dall'interno verso l’esterno, non si plasmano osservandosi da fuori, come farebbe un architetto o un meccanico, ma si muovono secondo una spontaneità interiore piuttosto che secondo un principio oggettivo. L’interiorità è dunque misteriosa e imperscrutabile, ma non per questo caotica e capricciosa. Non opera secondo una legge, ma le "leggi di natura" sono tratte in modo approssimativo dal suo comportamento, ex post facto. Esse non sono altro the un’analogia meccanica nei confronti della vita e del suo ordine spontaneo — un triangolo al posto di una montagna.

Una volta i miei figli mi chiesero che cosa fosse Dio e io risposi che Dio è la cosa più profonda dentro ogni cosa. Stavamo mangiando dell’uva e loro domandarono se Dio era anche dentro l'uva. Io risposi di sì e proposi: "Apriamo un acino e vediamo". Mentre tagliavo l’acino, dissi: "Strano: non mi sembra che abbiamo trovato il vero dentro, ma solo un altro fuori. Riproviamo". Allora tagliai una delle due metà dell'acino, e misi in bocca a uno dei bambini l’altra metà. "Caspita!" esclamai. "Sembra che abbiamo trovato dei nuovi fuori". Tagliai in due uno dei quarti di acino e offrii l'altro ai bambini. "Be', continuo a vedere soltanto dei fuori", commentai mangiando a mia volta l'ottavo di acino. A quel punto, mentre stavo per procedere a un'altra divisione, la mia piccola corse a prendere la sua borsa e strillò: "Vedi, ecco il dentro della mia borsa, ma Dio non c'è". "No", risposi, "ma questo non è l'interno della tua borsa, è solo l’interno-esterno, mentre Dio è l’interno-interno, e non penso proprio che riusciremo mai a raggiungerlo".

E ciò perché la vera interiorità non può mai diventate un oggetto. A causa dell’interiorità del nostro processo vitale noi non sappiamo o, meglio, non possiamo dire, come o perché viviamo, anche se è la nostra più recondita intimità che muove la nostra vita. Eppure, almeno in Occidente, non accettiamo il fatto che siamo proprio noi a muovere la nostra vita e, nella misura in cui non riusciamo a controllare consapevolmente o a capire la formazione del nostro sistema nervoso, ci sembra che sia qualcuno o qualcos'altro — forse Dio — a muoverla. Ci sentiamo stranieri alla nostra stessa interiorità, tanto che anche il mistico sente che la sua intima esperienza di Dio è l’esperienza di qualcosa totalmente altro. Ma ciò accade perché anche il battito del suo cuore gli appare come qualcosa d’altro, dato che esso pulsa di una vita involontaria che sembra appartenere all'organo più che all’organismo. Insomma, abbiamo imparato a identificate noi stessi son l'area superficiale e ristretta della coscienza e della volontà.

Ed ecco che, all’interno di questa immagine superficiale del Sé, concepiamo persino Dio, anche se poi gli attribuiamo facoltà ampiamente maggiori. Dio è l’«altro» Sé, consapevole, che disegna e mette in funzione i nostri processi interni e tutti i meccanismi della natura. Nella Sua onniscienza Dio si occupa consapevolmente di tutte le cose contemporaneamente, e nella Sua onnipotenza le assoggetta alla Sua volontà. A prima vista questa può sembrare una concezione affascinante e meravigliosa — una mente infinitamente cosciente, concentrata simultaneamente su ogni galassia e su ogni atomo con tutta la sua attenzione. Però, a una seconda riflessione, il concetto si rivela più mostruoso che meraviglioso  — una specie di elefantiasi intellettuale, nient’altro che un colossale ampliamento e una smisurata moltiplicazione della modalità analitica e cosciente della conoscenza intellettuale. In questo modo, l'immagine di Dio risulta quella di una coscienza scissa, priva di interiorità, dato che conosce fino nei più intimi recessi non solo tutte le cose, ma anche se stesso. Egli è completamente trasparente, anche alla sua comprensione conscia: la sua soggettività è completamente oggettivata, ed è proprio per questa ragione che gli manca un dentro. Forse è così che l'uomo occidentale vorrebbe essere: un individuo  completamente padrone di se stesso, analizzato fino alle ultime profondità del suo inconscio, compreso e spiegato fino all'ultimo atomo del cervello, e quindi completamente meccanizzato. Quando anche l'ultimo elemento di interiorità è divenuto oggetto di conoscenza, la persona è ridotta a un semplice involucro risonante.

Egualmente mostruosa è la nozione di onnipotenza assoluta se viene identificata con un perfetto autocontrollo, che di fatto è equivalente a uno stato di completa paralisi. Il controllo è infatti un livello di inibizione, e un sistema che fosse perfettamente inibito sarebbe anche completamente immobile. Ovviamente, quando diciamo che un pianista o un ballerino dispongono di un perfetto autocontrollo intendiamo riferirci a una certa combinazione di controllo e spontaneità. L’artista ha stabilito un’area di controllo all'interno della quale si può abbandonare senza riserve alla spontaneità. Dovremmo piuttosto pensare a Dio come a un'entità la cui spontaneità è tanto perfetta che non richiede alcun controllo, la cui interiorità è tanto armoniosa che non richiede un’analisi cosciente. Ma questa non sarebbe l'immagine ecclesiastica del Dio re che sovrasta e domina il cosmo come un despota benevolo e illuminato.

Fortunatamente, comunque, c'è un'altra corrente nel cristianesimo, anche se si è rivelata più pienamente nell’ortodossia orientale che non in Occidente. È la visione della creazione come di una kènosis di Dio, ovvero del suo 'auto-svuotamento'. L’incarnazione del Figlio di Dio, Gesù, è vista come l'immagine storica dell'intera produzione dell’universo.
Coltivate in voi questi sentimenti che furono anche in Cristo Gesù il quale, essendo per natura Dio, non stimò un bene cui aggrapparsi l’essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo natura di servo, diventando simile agli uomini: ed essendo quale uomo, si umiliò facendosi obbediente fino alla morte. [14]

Anche il mondo, come la Parola divina nel caso della generazione del Figlio di Dio, è creato dall'abbandono spontaneo, dal nascondersi di Dio, cosicché la natura non è più governata dall'esterno, ma vivificata dal suo stesso interno. [15] L’amor che move il sole e l'altre stelle è visto come una forza interiore, che è Dio il quale eternamente fa dono di se stesso. Vi è quindi una tensione irrisolta nell'insegnamento cattolico come in quello protestante, che riguarda l'umiltà e l’automortificazione di Dio in Cristo intesa come la più profonda rivelazione del cuore divino, molto più di tutte le immagini di magnificenza e di potere. Una tensione che viene controbilanciata dal pensiero che quell’«unico, pieno, perfetto e sufficiente sacrificio» è storicamente passato, e ora il Cristo risorto regna nella gloria, siede alla destra del Padre, e di nuovo verrà, a giudicare, con il fuoco, i vivi e i morti. Di nuovo, una sottile intuizione teologica può riconciliare i due motivi. Si può interpretare l'immagine di regalità come un simbolo della gloria interiore, spirituale e invisibile che sgorga dall'umiltà e dall'amore. Si può porre in evidenza che il fuoco del giudizio è la fiamma dell'orgoglio e dell’angoscia che consuma i cuori di coloro che non si arrendono all'amore e alla fede. Ma anche se fosse così, l’immagine sarebbe comunque deviante, e dato che le immagini sono molto più potenti di ogni discorso razionale, sarebbe meglio lasciarla cadere, oppure cambiarla, piuttosto di cercare di spiegarla. E in effetti è l'immagine più che la vera dottrina a creare la forza di persuasione di una religione, e considerarla relativamente di poco conto vuol dire semplicemente sottovalutare l’influenza che esercita, non solo su coloro che le credono alla lettera, ma anche sugli altri che, per guanto la interpretino allegoricamente, vivono nell’atmosfera da essa creata. [16]

Tornando all’impressione personale che citavo all’inizio, il repertorio di immagini del cristianesimo e l’atmosfera delle chiese sembrano del tutto estranei al mondo che si apre fuori delle loro mura. Ma la ragione sta nel fatto che, quando esco dalla chiesa e mi lascio alle spalle la città per ritrovarmi sotto la volta celeste, quando sono in compagnia degli uccelli e della loro voracità, delle nubi e dei loro tuoni, delle tempeste e degli oceani e dei mostri che nascondono, non riesco a sentirmi cristiano semplicemente perché mi trovo in un mondo che cresce dal suo interno. Sono semplicemente incapace di percepire quella vita come qualcosa che viene dall’alto, da oltre le stelle, per quanto comprenda che si tratta soltanto di una figura retorica. Ma, più esattamente, non sento che questa vita proviene da un Altro, da qualcuno che qualitativamente e spiritualmente è esterno a tutto ciò. Al contrario, percepisco che il mondo intero si muove partendo dal suo interno, e da un interno tanto profondo che è anche il mio interno, un’interiorità che è più veramente "io" di quanto non lo sia la mia superficiale coscienza. Il senso di affinità che provo nei confronti di quel mondo non si limita agli aspetti più evidentemente simpatetici e belli, ma comprende anche quelli orribili e strani. Ho scoperto, infatti, che gli aspetti mostruosi o inumani dei pesci, degli insetti o dei rettili non sono tanto in loro, quanto in me. Sono personificazioni esterne dei miei timori e dei miei tremori, del pensiero del dolore e della morte.

In un certo senso, il conflitto tra spirito e natura si fonda sull’associazione della morte e della decadenza con il male, quasi che morte e decadenza originariamente non facessero parte del progetto divino. Ma, ovviamente, è facile dimostrare che la vita è vita e morte insieme e non vita opposta a morte, sebbene questa razionalizzazione non riesca ancora a modificare un senso di repulsione tanto profondamente radicato. Eppure il problema della morte non si risolve sicuramente con la sua abolizione, operazione che equivarrebbe al decapitarsi per farsi passare il mal di testa. Il problema sta in questa repulsione, e specialmente nel nostro ribellarci alla repulsione — quasi si trattasse di una debolezza di cui dobbiamo vergognarci.

Ma, una volta di più, l'associazione di Dio con l'essere e con la vita a discapito del non essere e della morte, e il tentativo di trionfare sulla morte attraverso il miracolo della risurrezione dimostra il fallimento di una visione incapace di comprendere che tra questi elementi non c’è alternativa ma correlazione. Essere o non essere: non è questo il problema, dato che il puro essere e il puro non essere sono soltanto fantasmi concettuali. Ma, non appena si percepisce l’«identità interiore» di questi elementi correlati — un'identità simile a quella che c'è tra uomo e natura, tra conoscente e conosciuto — la morte appare semplicemente come il ritorno a quell’interiorità sconosciuta dalla quale siamo nati. Ciò non significa che la morte, dal punto di vista biologico, sia una nascita, al contrario, ma piuttosto che la vera fonte profonda della vita di ciascuno non nasce con noi, eppure rimane dentro di noi, come la vita rimane nell’albero anche se la frutta viene e va. Esternamente, dunque siamo solo una mela tra le altre. Interiormente, siamo l’albero. [17]

Forse è proprio questo che Gesù Cristo intendeva quando disse: "Io sono la vigna, voi siete i tralci". Il cristianesimo, infatti, non è necessariamente opposto alla natura, e all’interno della sua tradizione riposano i semi di una fioritura che un giorno potrebbe modificare profondamente la sua atmosfera. La rigida Croce potrebbe fiorire come il tronco di Iesse [18] e tra le sue spine potrebbero nascere i fiori poiché, come suggerisce un antico inno, la Croce è realmente un albero:

Crux fidelis, inter omnes
arbor una nobilis;
nulla silva talem profert
fronde, flore, germine.
Dulce lignum, dulces clavos,
dulce pondus sustinet. [19]

Ecco cosa accadrebbe se l’artista cinese riuscisse a dipingere la Crocifissione. Certo non si tratta semplicemente della sostituzione simbolica delle dure assi della croce con un albero. Né tantomeno significa l’edulcorazione del simbolo per nasconderne il carico di angoscia e di sangue. Sarebbe semplicemente il segnale esteriore che l'uomo occidentale ha scoperto il Dio della natura dopo aver adorato il Dio dell’astrazione, e che la Crocifissione non è più soltanto un avvenimento storico, isolato e distante, ma la interiore del mondo che, vista da un punto di vista più ampio di quello ristretto dell’individualità, contiene un nucleo sacrificale. E il fatto stesso che la vita è sempre legata alla morte, e si perpetua attraverso il suo stesso sacrificio, mostra esattamente che questo mondo "banalmente naturale", è la concreta incarnazione di ciò che Cristo ha detto: "Questo è il mio Corpo, offerto per voi, e questo è il mio Sangue che per voi è stato sparso". Profeticamente, l'inno alla Croce così continua:

Flecte ramos, arbor alta,
tesa laxa viscera,
et rigor lentescat ille
quem dedit nativitas;
et superni membra Regis
tende miti stipite. [20]

Ma le rigide fibre non si sono ancora rilassare, e ciò perché la natura è ancora temuta, come seduttrice, tentatrice e matrigna, l'abisso del vortice universale che sempre minaccia di inghiottire la persona umana. La natura è vista come la selva che minaccia il giardino e l'oceano che spazza le coste — cieca, caotica, una sorta di proliferazione tumorale contro cui l’opera umana deve difendersi attraverso una perpetua vigilanza. E l'opera maggiore da difendere è la personalità, l’Io conscio, che ha bisogno di un’arca per salvarsi dalle acque dell’inconscio e dalle sue vaste correnti di pulsioni e di terrori ferini.

La ragione Cristiana, distinta dal sentimento, sa bene, tuttavia che la natura è un processo di redenzione, e che i suoi aspetti oscuri e distruttivi si manifestano soltanto dietro l’autorizzazione e il controllo della volontà di Dio. Essendo illimitato nei suoi poteri, l'ordine divino non corre alcun rischio da parte della natura. Ma l'ordine umano, con il temibile dono di cui dispone, la libertà, si sente sicuro nei confronti della natura solo fino a quando si modella sull’ordine divino. Non appena l’uomo si distoglie dal divino, la natura diventa, come i demòni, uno strumento dell’ira di Dio. Così, quando una società tecnologica post-cristiana vede nella natura soltanto un'immensa casualità su cui imporre instancabilmente il proprio ordine, il cristiano si trova nella posizione di indicare nella natura l’eterno nemico dell'uomo che ha perso Dio e si rammenta dei santi che potevano vivere indisturbati tra le bestie feroci e avevano il potere miracoloso di comandare alle forze della natura.

In fondo, questa è una concezione dell'unità universale come di un impero dipendente in ultima analisi dalla forza della divina onnipotenza, una cosmologia il cui ordine è politico più che organico. È vero che, man mano che il cristianesimo si fa più maturo, la forza dell’onnipotenza diventa sempre più la forza persuasiva dell'amore, proprio come negli stati ben regolati diventa possibile abolire la pena capitale e destinare i criminali agli ospedali psichiatrici e non alle prigioni. Eppure, anche nella nazione più benevola, la forza, per quanto ben nascosta, rimane alla base dell’autorità. E ciò perché, dal punto di vista politico, il popolo sono altri, ovvero volontà aliene e coscienze isolate su cui l'ordine non può che essere imposto dall'esterno.

Quindi l'ordine politico è diverso per principio dall’ordine organico: qui le parti costituiscono un tutto per natura, là l'unione si ottiene con la forza o la persuasione. Nell’ordine organico è primario il tutto, e le parti si sviluppano reciprocamente al suo interno. Ma nell'ordine politico il tutto è ottenuto attraverso un progetto. Non c'è "corpo politico" finché le società vengono assemblate e non crescono dal loro interno. Allo stesso modo, né l'universo, né la Chiesa possono venir considerati Corpo di Cristo se allo stesso tempo vengono definiti come Regno di Dio. Le due concezioni sono profondamente contraddittorie. Non c’è comun denominatore tra l'ordine della Vigna e l’ordine della Città. Ma, ancora una volta, è chiaro che una concezione politica dell’universo e una concezione politica della società umana vanno di pari passo con una visione frammentaria e disorganica del mondo, con una mentalità talmente affascinata dalla parola e dal pensiero da aver perso la capacità di cogliere l’intervallo, la realtà che si trova tra i termini della classificazione. I  termini, il punto euclideo, i confini e le linee diventano il tutto e il contenuto è nulla.”



giovedì 18 dicembre 2014

ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte seconda

Quando si trovano  queste modalità nei sintomi psichici, è particolarmente indicato adoperare le diluizioni altissime e cioè dalla 200 CH in poi. Il mio consiglio, per facilitare la scelta del dosaggio è il seguente:
— se riscontrate una certa similitudine con i vostri sintomi e con il vostro stato emotivo nella descrizione di un rimedio, potete assumere la dose di 200 CH in granuli una sola volta al giorno;
— se riscontrate una similitudine molto marcata o addirittura proprio la vostra situazione nella descrizione di un rimedio, allora potete prendere un tubo dose da 200 CH una volta alla settimana per tre settimane; in seguito valutare secondo come si evolve la situazione, se continuare con lo stesso rimedio alla 1000K oppure cambiare rimedio partendo  dalla 200.
Queste descrizioni dettagliate, oltre che sul piano psicologico,  le ho formulate anche per tutti gli altri disturbi e le diverse funzioni corporee (apparato digerente, respiratorio ecc) e le potete trovare nel corso on line Dizionario dei sintomi: chi fosse interessato può visitare il sito Guruditamara (clickando nell’intestazione di questo blog dove è scritto “sito ufficiale Guru di Tamara”) e, una volta trovata la pagina del sito, clickare il tasto “corsi”.

Berberis aquifolium
Infelicità;  depressione che arriva  improvvisamente; il soggetto non si vuole spostare né fare alcunché, si sente stordito, come in trance. Sonnolenza diurna. frequenti crisi isteriche.

Berberis vulgaris
Difficoltà di concentrazione, stress, tensione e incapacità di superare la paura; paura del buio; paura delle persone. Mancanza di stimoli; malinconia; sensazione di spossatezza spirituale; lentezza nel pensare.

Bryonia
Umore irritabile e cattivo.

Bufo
Eccessiva preoccupazione per la propria salute, ipocondria.
Voglia di stare soli. Intorpidimento mentale.
Intolleranza alla musica (questa è una key-note).
Paura della malattia, della morte, degli animali.
Irrequieto, impaziente. Ansia; paura che accada qualcosa di terribile. Va da un lato all'altro della stanza e si torce le mani. Ride e piange facilmente.




Calcarea carbonica
Soggetti dotati di un forte senso di responsabilità e abituati a lavorare sodo. Tendono ad assumersi un sempre maggiore numero di impegni. Questo senso di responsabilità non è l’egoistica competitività tipica dei sulfurei, né il desiderio di essere all’altezza tipico di Nux vomica. Il suo è coerente con l’osservazione “qualcuno deve farlo, e se nessuno lo farà me ne incarico io”. Soggetto lento e preciso a volte così preciso che si perde nei dettagli. Quando comincia a dover affrontare un volume sempre maggiore di particolari e di compiti, comincia a sentirsi sopraffatto. Crede che se si aggiunge un solo problema perderà il controllo e tutto crollerà. E’ un soggetto che vive attraverso la mente. Si presenta come  un soggetto tradizionalista che vuole tenere tutto sotto controllo. Più avanti il senso di fatica diventa il disturbo principale. Quando è allo stadio del sentirsi sopraffatto, ha l’impressione  di non poter mantenere gli impegni assunti e questo lo rende irritabile. Comincia a manifestare una vera e propria avversione per il suo lavoro.  Può dare l’impressione di essere pigro, ma in realtà si sente sempre più esausto e non riesce ad andare avanti. Tuttavia va avanti. Lo stato di affaticamento si propaga anche alla mente che si indebolisce, perdendo in parte la capacità di concentrarsi. A questo punto comincia ad avere l’impressione che la mente stessa stia crollando, che stia perdendo i contatti con la realtà  e che stia impazzendo. La paura della follia è profondamente radicata nei soggetti di questa costituzione. Ancora maggiore è la paura che gli altri si possano accorgere di questo deterioramento. Altra caratteristica è l’ansia dopo aver sentito parlare di crudeltà (a maggior ragione durante e dopo l’assistervi per  esempio a scene di un film). Se per strada vedono un capannello di gente che assiste agli esiti di un incidente appena avvenuto, non solo non sono tentati di avvicinarsi, ma vi passano alla larga. Sempre allo stadio della sopraffazione, possono andare in depressione o ansia isterica.
In genere questi soggetti comunque a parte depressione, ansia o nevrosi ossessiva, non scivolano nella psicosi vera e propria. In quel caso, infatti, non rientrano più in questo tipo ma nel tipo Belladonna, con manie, allucinazioni e fobie. In sintesi il rimedio è  indicato, sul piano psichico, per l’ansia dei soggetti lenti introversi e con frequenti sintomi di spasmofilia. Fobie: paura del vuoto. Solo a vedere qualcuno su un tetto o sull’orlo di uno strapiombo li fa star male, non ne reggono la vista. Vertigini: In genere le vertigini sono determinate dalla paura di cadere  cioè tipiche vertigini quando  si scende (come Argentum nitricum). Claustrofobia, paura delle malattie e della morte, della povertà, delle droghe, del buio, dei temporali, dei topi e degli insetti. I bambini sono  ostinati e con poca energia. Per il resto stesse attitudini degli adulti. Possono soffrire di diarrea se bevono il latte. In età ancora infantile manifestano interesse per la spiritualità.
Tendenza a spasmi epilettiformi.


Calcarea fluorica
Ansioso, avaro, indeciso.


Calcarea fosforica
Nevrastenia nel soggetto di costituzione fosforica ( longilineo e magro).



China
Depressione. Soggetto serio, introverso e suscettibile.  Quando sta bene   lavora incessantemente per realizzare i suoi obiettivi  e di solito ci riesce; quando inizia una patologia comincia a perdere il suo coraggio e  gli sembra che tutto lavori contro di lui. Quando la patologia è al culmine si sente totalmente incapace e preda dei suoi pensieri di successo mancato, e dei suoi sogni. Ha paura degli animali anche quelli domestici.



Colocynthis
Stress psicologico, come conseguenza di indignazione e collera.



Digitalis
Insonnia, depressione. Grande ansia, senso di colpa. Rimorso. Ansia estrema, soprattutto la sera o di notte, con una tendenza a piangere e una grande paura del futuro. 
Paure: di morire; di perdere la ragione; del futuro; della soffocante notte. Vuole stare solo, non ha voglia di parlare, ha tendenza ad essere pessimista. Cerca di svignarsela quando si sente costretto a socializzare. Profonda tristezza, malinconia; peggiora con i sospiri e le lacrime: per questo preferisce non parlare del suo problema. Indifferenza, apparente stato anaffettivo.  Irresolutezza. Ostinazione. Calo della memoria. Dimentica tutto e subito. Riflette troppo. Stati di rabbia parossistica e delirio maniacale. Delirium tremens. Disturbi di amore non corrisposto. Sofferenza a causa di  cattive notizie 
Fantasie erotiche giorno e notte. Confusione in testa. Ogni notte, quando sta per addormentarsi, ha un brusco risveglio perché spaventato da un immaginario rumore metallico o da una sensazione di crepa nella testa; tutto questo più volte, fino a quando non riesce a dormire. Pressione e tensione mentale. Si sveglia spesso di notte, sorpreso, spaventato da sogni di caduta dall'alto o in acqua. Preferisce essere disteso con la testa in giù, senza un cuscino. Sonnolenza, notevole stato di torpore.
Ansioso e con un sonno non ristoratore, interrotto da ripetuti stimoli di minzione.

Drosera
Ha paura delle delusioni e, inconsciamente tende a vedere soltanto il lato negativo delle situazioni; soggetto introverso e solitario. Stati di depressione e di mancanza di coraggio. Persona indecisa. Tendenza, di fronte a ogni nuova situazione, a manifestare timori e ansia.  Incapacità di porsi degli obiettivi (che è una delle note caratteristiche della depressione)





Dulcamara
Irrequietezza, delirio e attacchi d’ira.




Elaps
Soggetto solitario come tendenza di base, vuole stare solo quando ha i sintomi acuti e tuttavia coltiva pensieri  di tragedia imminente che peggiorano il suo malessere. Ipocondriaco, quando ha i sintomi teme una patologia letale. Quando è in compagnia, se assillato dai suoi pensieri, si comporta in modo “assente” e in tal modo è giudicato dagli altri, come persona che non si interessa minimamente a ciò che gli accade intorno.  Insonnia. Insonnia a causa della cefalea. Sogni ambientati sul luogo di lavoro e sogni di persone morte. (Questo psichismo ricorda quello dei soggetti di costituzione NITRICA ed a questa serie di rimedi si può felicemente abbinare).


STOP

martedì 16 dicembre 2014

OMOTOSSICOLOGIA

per descrivere l’Omotossicologia, che potremmo classificare come una branca dell’omeopatia o meglio un MODO di fare omeopatia, trovo particolarmente utile riportare un brevissimo stralcio tratto da un articolo che si riferisce, invece, a una problematica specifica: i danni conseguenti alla radio-terapia o danni da radiazioni in generale. Il titolo dell’articolo, pubblicato su La medicina Biologica n 95 di gennaio 2003 è “Prevenzione e terapia delle lesioni acute e croniche da raggi” e potete trovare l’intero articolo qui:

“Dal 1998 abbiamo iniziato ad utilizzare farmaci omotossicologici. 
L’Omotossicologia è una scienza medica relativamente giovane, nata in Germania negli Anni Trenta, ideata dal Dr. H. H. Reckeweg (1905-1985), medico, musicista, ricercatore c/o l’Università di Berlino, contemporaneo ed amico di Krebs. Secondo la visione omotossicologica, ogni organismo è continuamente minato da un’enorme quantità di tossine esogene (batteri, virus, tossine alimentari, fattori di inquinamento ambientale, ecc.) ed endogene (prodotti intermedi dei metabolismi, cataboliti finali, ecc.). Secondo i principi dell’Omotossicologia la malattia è una tappa necessaria affinché l’organismo malato possa eliminare le sostanze tossiche (omotossine). Secondo quest’ipotesi la corretta modalità di terapia non è quella di utilizzare farmaci che agiscono elettivamente bloccando i meccanismi di difesa.
E’ a questo punto che l’Omotossicologia differisce dalla Medicina convenzionale da noi applicata routinariamente. Infatti, riprendendo il discorso dell’intossicazione, Reckeweg suggerisce che una qualsiasi manifestazione patologica, ad esempio lo stato infiammatorio di un’artrite, altro non sia se non una specifica espressione fisiopatologica dell’organismo, messa in atto nel tentativo di eliminare un generico “stato tossico”. Utilizzare l’acido acetilsalicilico ad es., e quindi somministrare un farmaco sintomatico che agisca “bloccando” i meccanismi fisiopatologici che inducono la flogosi, potrà portare solo sollievo temporaneo, ma non eliminare la causa di fondo, che è, secondo questa originale interpretazione, lo stato tossico. Il suo persistere provocherà, prima o poi, un nuovo attacco artritico, oppure un’altra malattia, magari etiologicamente diversa dalla prima, ma che per il nostro sistema immunitario assume lo stesso valore: promuovere l’eliminazione dello stato tossico in atto, attraverso una malattia. Ciò che veramente differisce e rende l’Omotossicologia una scienza medica
del tutto peculiare è la terapia. La terapia omotossicologica consiste 
nell’eliminazione delle cause dello stato tossico agendo sull’alimentazione, 
l’ambiente e, soprattutto, somministrando sostanze farmacologiche omeopatiche complesse, al fine di provocare la detossicazione organica e riparare gli eventuali danni causati dalle tossine. Lo stato di salute, dunque, secondo questa interpretazione, coincide con l’assenza di una condizione di intossicazione e il mantenimento di un sistema di flusso in equilibrio dinamico, in accordo con la teoria di von Bertalanffy che definisce l’organismo vivente un sistema di flusso in equilibrio dinamico”.





venerdì 12 dicembre 2014

ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte prima

Quando si trovano  queste modalità nei sintomi psichici, è particolarmente indicato adoperare le diluizioni altissime e cioè dalla 200 CH in poi. Il mio consiglio, per facilitare la scelta del dosaggio è il seguente:
— se riscontrate una certa similitudine con i vostri sintomi e con il vostro stato emotivo nella descrizione di un rimedio, potete assumere la dose di 200 CH in granuli una sola volta al giorno;
— se riscontrate una similitudine molto marcata o addirittura proprio la vostra situazione nella descrizione di un rimedio, allora potete prendere un tubo dose da 200 CH una volta alla settimana per tre settimane; in seguito valutare secondo come si evolve la situazione, se continuare con lo stesso rimedio alla 1000K oppure cambiare rimedio partendo  dalla 200.
Queste descrizioni dettagliate, oltre che sul piano psicologico,  le ho formulate anche per tutti gli altri disturbi e le diverse funzioni corporee (apparato digerente, respiratorio ecc) e le potete trovare nel corso on line Dizionario dei sintomi: chi fosse interessato può visitare il sito Guruditamara (clickando nell’intestazione di questo blog dove è scritto “sito ufficiale Guru di Tamara”) al tasto “corsi”.

Abrotanum
Sonno agitato; sogni spaventosi.
Ansia e depressione. Soggetto imbronciato, depresso, molto irritato.  Desiderio di fare qualcosa di crudele. Difficoltà di concentrazione. Sensazione che il cervello sia debole. Il paziente si stanca facilmente conversando o a causa di uno sforzo mentale. Soggetto eccitato, parla continuamente, spesso a voce alta.


Actea
Passa da una loquacità a mutismo  in modo estremo.
Depressione con la sensazione di avere la testa immersa nell’ovatta. Numerose fobie: è di prima scelta per la paura del parto nelle donne in gravidanza. Poi in generale il soggetto ha paura della follia e della morte. I suoi disturbi psichici sono inversamente proporzionali a quelli fisici. Quando ha un disturbo somatico migliora il suo equilibrio psichico e quando non ha dolori subentrano le angosce. Quando il soggetto è molto in squilibrio, per correggere il disturbo psicologico è opportuno consigliare dosi dalla 9 alla 30CH.




Agaricus emeticus
Desiderio violento ed improvviso di acqua ghiacciata, che causa graduale sollievo durante gli attacchi di ansia



Alumina 
Esaurimento e irritabilità. Lentezza nel pensiero.
Ansia, fobie e paure immotivate (ad esempio degli  oggetti appuntiti, pungenti o che tagliano, delle forbici).
Decadimento delle funzioni mentali a causa della senescenza con vertigini, senso di disorientamento, stato confusionale e amnesie. E’ indeciso, si spaventa facilmente, ha umore mutevole, ha la fobia del sangue. Il suo sonno è disturbato, agitato, per cui non si sveglia riposato. Sul piano psichico il rimedio è in grado di rinforzare ed equilibrare, in particolare in caso di paura e insicurezza. Lo consiglieremo ad alte diluizioni in caso di  Incapacità decisionale. Paura e agitazione.
Lentezza di pensiero e debolezza di concentrazione; Tristezza.





Ambra grisea
Psicastenia, nevrastenia, ipereccitabilità, depressione, irritabilità. Misantropia, agorafobia, isteria, debolezza di memoria e difficoltà di concentrazione. La sua timidezza è inverosimile: non riesce a fare nulla in presenza di un estraneo. Anche la sua sensibilità emotiva è un elemento di spicco: la musica gli provoca il pianto. Insonnia.
Ansia, paura, fobie. La timidezza si manifesta spesso con sudori freddi




Ammonium picricum
Mente ottusa; avversione al lavoro




Antimomium crudum
Tipo scontroso e bisbetico, scontento, imbronciato, rifiuta il dialogo, è poco espansivo, facilmente irritabile, brontolone, irrequieto ed ha sussulti agli arti. E’ un buon rimedio pediatrico, per bambini eccessivamente golosi: a basse diluizioni cura i disturbi della digestione, ad alte diluizioni cura la psicologia infantile. I bambini che necessitano del rimedio sono irritabili, non vogliono essere né toccati né guardati, gridano, sono piagnucoloni




 Antimonium tartaricum
Irritabile, inquieto, apprensivo, agitato, smarrito, non vuole che ci si occupi degli affari suoi, non vuole essere seccato. I bambini che necessitano del rimedio amano essere presi in braccio, ma piangono se qualcuno li tocca.
Agitato, nervoso, ansia da anticipazione. Non vuole restare solo. Non sopporta di essere toccato



Argentum nitricum
Ansia da anticipazione nel soggetto fobico e afflitto da somatizzazioni (anche quando coesiste un riscontro organico o una genesi organica). Spesso soffre di diarrea, gastralgia, pollachiuria, vertigini, disfonia, vertigini nei luoghi alti; le sue fobie sono caratterizzate dall’impulso-paura di fare qualcosa  come ad esempio gettarsi da un balcone o dirupo o scala, schiantarsi, mentre è lui a guidare, su un muro. Grande frettoloso, ha sempre tanto da fare, si muove molto  ma ha sempre le gambe stanche. 
 Nevrastenia, psicastenia; malinconia; mancanza di memoria; agorafobia: a volte per strada ha l’impressione che le case si avvicinino per cadergli addosso. Vertigini, debolezza di memoria, tremore generale.
Tutte le infiammazioni delle mucose danno dolore come da punture







Arnica
traumi causati da un dispiacere forte, un’emozione forte, un lutto, uno spavento. Incubi ricorrenti in seguito allo shock. Assumere un tubodose da 15 CH subito e un altro dopo due settimane. Osservando la sua situazione dal di fuori, può anche darsi che obiettivamente al paziente non sia accaduto nulla di sconvolgente, ma quel che conta è come lui percepisce l’evento. Se il paziente ha la sensazione di essere vittima di un trauma, il rimedio è certamente indicato. E’ di prima scelta per gli attacchi di panico e certamente utile nelle depressioni reattive come detto a inizio del paragrafo. Insonnia da surmenage, quando il soggetto non riesce a dormire a causa della troppa stanchezza 





Arsenicum album
Irritabile, perfezionista. Paura dei ladri e della morte. Forte astenia. Bruxismo mentre dorme. Bruciori diffusi. Molta sete. Dorme male con risveglio brusco.Nevriti e nevralgie. Irritazione generale e motoria.Grande irrequietezza e paura fino alla paura di morire.  Nevriti di vario tipo, fino alla polinevrite. A volte ha febbre intermittente o febbre continua senza causa apparente




Aurum
 Paura, malinconia,depressione, pensieri di suicidio

Barium carbonicum
Debolezza della memoria. Insonnia





Belladonna
Sensazione di surriscaldamento. A volte dorme con le mani sulle orecchie e/o con bruxismo. Difficoltà ad addormentarsi pur avendo sonno. Quando è insonne soffre di scosse muscolari. Stati deliranti, svenimenti o stati maniacali.  Allucinazoni, epilessia, convulsioni infantili, meningite, cefalea congestiva, insonnia in cui quando il paziente riesce a dormire si manifestano numerose piccole scosse muscolari

Bellis perennis
Paura di essere attaccati

STOP

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Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
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