sabato 26 marzo 2011
PRANOTERAPIA
PRANOTERAPIA
Eccoci giunti al confine tra la concezione olistica e l’esoterismo. Ma esiste davvero un simile confine?
Per il momento lo definisco così, ma va tenuto presente che si tratta di un artificio che serve a spiegare in parole povere su quali basi poggia questo sistema.
Il termine olistica è molto vasto e indica semplicemente “visione dell’individuo in toto” contrapposta alla visione meccanicistica in cui esso viene considerato come una macchina in cui si possano aggiustare o sostituire singoli pezzi.
Sotto questa definizione quindi stanno tutti quei metodi di cura definiti “naturali” e parecchi altri metodi anche moderni che si avvalgono di alta tecnologia ma sempre orientati a considerare la visione d’insieme e la non invasività.
Ma se andiamo ad intervistare molti medici, vediamo ben presto che alcuni accettano la totalità dei metodi, altri una parte, altri una minoranza di tutti i metodi e altri infine la sola omeopatia oppure la sola bioenergetica ...in sintesi il solo metodo che hanno avuto modo di approfondire.
Questo non dipende solo dal fatto di avere ancora una visione parziale, quella che definisco omeopatia applicata in modo allpatico.
Dipende nche da come ognuno di noi stabilisce il confine tra gli argomenti che è disposto ad accettare, in quanto, seppure non scientifici in senso stretto, possono essere verificati su basi statistiche oppure attraverso la propria esperienza, ed aromenti che non riesce ad accettare perchè considerati basati sul nulla, sul cosiddetto paranormale... insomma roba da ciarlatani!
Ma se consideriamo l’uomo non solo come un sistema corpo-mente , ma anche come dotato di un campo energetico, ecco che arriviamo a considerare i metodi che “lavorano con l’energia” molto men astratti e paranormali di quanto abbiamo creduto al primo impatto.
Certo che entriamo in un terreno esoterico.
Ma questo a mio parere non diminuisce l’importanza dell’argomento, anzi si spinge ad una maggior profondità nel cercare di comprendere e conoscere l’aspetto spirituale dell’uomo.
Come ho detto in altri articoli, la fede è un fatto personale e può assumere infinite forme, ben al di là di quella delle religioni ufficiali.
Diversi metodi che abbiamo già descritto non prescindono dall’aspetto spirituale, anzi lo sottendono nelle proprie basi. Tra questi la floriterapia di Bach, l’Ayurveda, l’omeopatia intesa in un certo modo, la kinesiologia e la terapia cranio-sacrale... tanto per citarne alcuni.
Ma tutti questi metodi sono affiancati da spiegazioni sul piano “materiale” che rendono possibile accostarvisi anche ad un soggetto estremamente “materialista” purchè dotato di disponibilità a provare.
Con la pranoterapia ci confrontiamo con l’inspiegabile, in un certo senso con il “miracolo”.
Inutile dire tutte le obiezioni della medicina ufficiale! Le abbiamo sentite troppe volte e si riassumono nella parola “ciarlataneria”.
LA MIA OPINIONE E’ CHE LA PRANOTERAPIA MOLTO SPESSO FUNZIONA DOVE FALLISCONO ALTRI .
Tutti abbiamo una dose di prana e coloro che ne sono dotati in quantità maggiore e qualità migliore (potremmo dire, anche se non credo si riesca a misurare!) possono metterla a disposizione degli altri, dopo aver imparato come padroneggiarla ed orientarla; oppure, in una minoranza di casi, anche in modo inconsapevole.
Il pranoterapeuta vive la sua condizione come un “dono”, anche se non sempre questa capacità di guarire è direttamente proporzionale al valore spirituale raggiunto dal soggetto.
Ecco perchè a mio avviso, siamo in una zona molto “trafficata” e poco conosciuta. IL livello energetico che ancora risiede vicino al corpo più che allo spirito.
in esoterismo vengono attribuiti all’uomo almeno 3 involucri energetici:
(1) il corpo eterico che rappresenta l’energia di superficie ed è considerato come un sottile strato che avvolge il corpo e in un certo senso ne definisce il confine materiale.
(2) il corpo astrale come lo strato successivo che può essere di spessore variabile da pochi centimetri a qualche metro; questo è un corpo d luce in quanto i veggenti lo indicano come caratterizzato da diversi colori e diversa luminosità.
(3) il corpo causale che è ancora più esterno e che non si vede in tutti i soggetti.
il corpo eterico è l’espressione del nostro grado di energia. E’ quello che ci fa dire a volte “questa persona mi è antipatica a pelle”: questo fatto ci fa intuire fin dall’inizio quando l’energia di una persona non è compatibile con la nostra.
Lo percepiamo tutti a livello intuitivo anche se non gli attribuivamo questo nome.
il corpo astrale è stato in molti casi identificato con l’anima e con l’emanazione dei primi sei chakras.
il corpo causale con lo spirito e con l’emanazione del settimo chakra;
il pranoterapeuta usa il proprio corpo eterico come conduttore, trasmettendo in quello del paziente il prana, cioè l’energia risanatrice vitale del corpo eterico planetario.
ciò avviene perchè in realtà non esiste niente di separato ma ogni cosa ed ogni essere sono collegati da una grande rete energetica.
STOP
Nella prima figura ho schematizzato i corpi di luce:
il tratto in nero che delimita proprio il disegno della donna rappresenta il corpo eterico;
il tratto luminoso misto di rosso, azzurro e blu rappresenta il corpo astrale, mosso dal vento.
il tratto giallastro che sembra tracciare un ovoide a una certa distanza intorno alla donna rappresenta il corpo causale.
I bellissimi dipinti posti dopo il primo sono opere di Giada ottone dal titolo:
Adamo ed Eva,
Divinità lovecraftiana
Le mie mani si trasformano.
sabato 19 marzo 2011
Metabolismo-Fascia
PILLOLE DI VARI ARGOMENTI
Di recente ho fatto un bilancio dei primi cento articoli finora pubblicati.
Ora mi trovo con poco da dire su moltissime cose.
Niente paura, non è il blocco dello scrittore ;-)
Si tratta solo del fatto che ho dato un’impostazione abbastanza “lunga” e particolareggiata ai principali argomenti. Molti altri con nuovi nomi di patologia vengono egregiamente curati in modo analogo ai problemi già trattati.
La medicina allopatica ha l’abitudine di trovare sempre nuove definizioni e denominazioni alle varie patologie.
In questo periodo però ho avuto modo di concludere che è inutile darvi la stessa minestra riscaldata. Molto meglio trattare in modo breve argomenti vari che potrete facilmente incorporare in quelli principali già trattati ai primi cento capitoli.
Questi serviranno o a capire meglio come funzionano certi sistemi di cura o come si sviluppano certi disturbi e tutti i vari casi particolari nei quali magari potreste riconoscere il vostro.
Oggi ne tratterò due:
Il primo va a completare l’argomento visto al capitolo precedente. Oltre al drenaggio, è particolarmente utile l’omotossicologia per sbloccare i blocchi metabolici: quindi si tratta pur sempre di un drenaggio biochimico.
Il secondo è una spiegazione in più su come agisce la terapia cranio-sacrale, l’osteopatia ed eventuali altri trattamenti indicati come “fasciali” o “di rilascio della fascia”
Mi propongo quindi, d’ora in avanti, di trattare articoli molto brevi ma indicizzati sempre argomento per argomento in modo che coloro che si avvalgono anche dei miei testi come materiale di studio possano copiare ed accorpare vari argomenti senza perdere tempo.
Coloro che invece rimpiangessero questo nuovo “bignamismo” possono fare tutte le domande, anzi! Sarò ben lieta di sviluppare ogni argomento a richiesta!
ALTERAZIONI DEL METABOLISMO INTERMEDIO
Le malattie cronico-degenerative possono insorgere per una qualsiasi alterazione del metabolismo cellulare. Se la cascata metabolica è compromessa per deficit funzionale o blocco delle reazioni enzimatiche (esempio inquinamento ambientale), si determina un’alterazione dell’intero processo reattivo: la complessa rete dei sistemi di autoregolazione viene compromessa. Molte reazioni catalizzate dagli enzimi necessitano di cofattori (coenzimi), molecole che rivestono un ruolo centrale nel metabolismo in quanto attivatori e boosters di molteplici reazioni biochimiche.
Omotossicologia
Considerando che nel corso di una reazione a catena l’elemento più compromesso determina la quantità del prodotto finale, l’impiego terapeutico di cofattori del metabolismo intermedio in diluizione omeopatica mira al riequilibrio del relativo blocco metabolico, ripristinando il fisiologico funzionamento.
In tal modo le funzioni cellulari ed enzimatiche bloccate possono venir riavviate. In quest’ambito è particolarmente significativo il ciclo dell’acido citrico, snodo focale di tutto il metabolismo. I substrati operano una regolazione dei processi reattivi con conseguente by-pass dei blocchi enzimatici attraverso l’eliminazione dei metaboliti tossici. L’uso di rimedi che innescano queste reazioni è particolarmente indicato nelle malattie
cronico-degenerative, eventualmente anche come farmaci di supporto. Un esempio valido è rappresentato da COENZYME COMP fiale heel; esso contiene: acido alfa-lipoico necessario al trasporto di H2O, coenzima del catabolismo dell’acido piruvico (decarbossilazione ossidativa); acido alfa-chetoglutarico fattore attivo nel ciclo di Krebs e dei sistemi red-ox utile per la sensazione di fatica; acido cis-aconiticum fattore con stesse attività del precedente utile per il deficit immunitario; acido citrico come sopra utile per gengivorrea, malattie defedanti, invecchiamento precoce, arteriosclerosi, in particolare sclerosi cerebrale, deficit energetico; acido succinico fattore attivo nel ciclo di Krebs utile per stati di esaurimento ed astenia opprimente, rinite allergica; adenosin-5-trifosfato (ATP) utile per la soppressione energetica dei sistemi logorati, specie per danni iatrogeni; acido ascorbico cofattore nelle funzioni fermentative (sistemi red-ox) utile in particolare perché partecipa alla sintesi della sostanza fondamentale del connettivo; bario-ossalsuccinato attivo nel ciclo di Krebs e nei sistemi red-ox utile per i disturbi di regolazione del sistema endocrino e disturbi vascolari; coenzima-A è coenzima della transacetilazione; cisteina fattore contenente gruppi -SH e potenziali red-ox utile per i danni retossici e per i danni iatrogeni; ac malico ciclo di Krebs e red-ox favorisce la detossicazione; acido fumarico ciclo Krebs e red-ox utile per gli stati di esaurimento; manganum phosphoricum potenziante l’azione degli oligoelementi soprattutto nelle funzioni fermentative del ciclo di Krebs utile per stati di esaurimento con anemia; NAD biocatalizzatore, stimolazione dell’endoossidazione della catena respiratoria; natrum oxalaceticum ciclo Krebs e red-ox, utile per deficit immunitario; natrum piruvicum ciclo Krebs e sistemi red-ox favorisce la detossicazione; nicotinamide cofattore fermentativo (deidratasi); piridossina (vitamina B6) cofattore fermentativo (transaminasi, deidratasi, desulfidrasi, decarbossilasi); riboflavina (vitamina B2) cofattore fermentativo flavoproteine e sistemi red-ox; tiamina (VitaminaB1) cofattore delle funzioni fermentative (decarbossilazione ossidativa).
Questo studio è stato svolto su 498 soggetti con malattie reumatiche, malattie associate a infiammazione (colonpatia, cistite, gastrite, sinusite, bronchite) e malattie neoplastiche (carcinoma mammario, polmonare, prostatico) psoriasi e acne, atrofia mucosa e cutanea, e stati di esaurimento psico-fisico; durata del trattamento 2 mesi
nell’80% dei soggetti, mentre il rimanente 20% più di 4 mesi ( casi più “difficili”).
Il miglioramento è stato osservato già dalla prima settimana di terapia nel 14% dei soggetti, il resto più avanti nel tempo.
STOP
NOTA : Questo è un riassunto mooolto succinto di un interessante articolo apparso su La medicina biologica.
Mi scuso in anticipo per non avere il riferimento del numero nè dell’autore... nel caso qualche lettore ne fosse già a conoscenza o nel caso lo stesso autore si ritrovasse con sorpresa e disappunto a leggere l’articolo così “monco” sarò pronta a citare la paternità, rettificare o eliminare, secondo sua richiesta.
SISTEMA FASCIALE
Ogni struttura corporea è avvolta da una sottile pellicola: la fascia. Questa circonda le ossa, i muscoli, gli organi, i vasi, i nervi mantenendoli isolati e distinti dalle strutture confinanti ed al tempo stesso connessi (non per niente è costituita da tessuto “connettivo”) e permettendo i reciproci urti e scorrimenti secondo le pressioni ed i movimenti del corpo. Ogni struttura perciò non rimane isolata nella sua tasca connettivale, ma, grazie proprio alla fascia si interconnette con le altre strutture creando un continuum. Questa organizzazione è particolarmente importante da un punto di vista funzionale, in quanto, essendo la fascia una struttura elastica a tensione reciproca, ogni trazione, stiramento o limitazione a livello locale viene automaticamente ridistribuito sull’intero sistema.
La fascia gioca un ruolo molto importante nella visione kinesiopatica e osteopatica: grazie alla sua azione di legante tra i vari distretti e segmenti corporei, diviene fondamentale nell’assorbimento o nel mantenimento di tensioni o traumi, con conseguenti squilibri anche sistemici. Recenti studi riconoscono alla fascia anche un ruolo attivo nei processi metabolici e biochimici, sia a livello locale che sistemico.
Le cause di lesione fasciale possono essere molteplici: dalle semplici sbucciature o microstiramenti fino a lussazioni, torsioni, aderenze o cicatrici fino a infiammazioni interne o esterne. Il perdurare della restrizione fasciale, al di là della causa scatenante, può diventare l’origine di una patologia disfunzionale sistemica con sintomatologie anche importanti e non sempre significativamente correlate alla lesione iniziale.
Mal di testa, mal di schiena, dolori al collo o torcicollo acuti, crampi, gomito del tennista, tendenza alla distorsione delle caviglie o di altre articolazioni, disturbi mestruali, febbricola, dolore ai denti, occhiaie sono alcuni dei sintomi che si possono sviluppare.
Quando viviamo delle emozioni, esse sono accompagnate da modificazioni ormonali e risposte muscolo-tensive; La gioia viene spesso accompagnata da fenomeni vasodilatativi e da un rilassamento generalizzato, mentre la rabbia/difesa si manifesta con un aumento delle catecolamine circolanti e con una risposta muscolo-tensiva generalizzata, con prevalenza nei distretti interessati dal meccanismo di difesa.
Situazioni prolungate di queste tensioni possono lasciare “cicatrici” a livello fasciale.
In terapia cranio-sacrale questi problemi vengono trattati con una tecnica detta “unwinding”.
Il ricordo delle esperienze emotivamente significative viene immagazzinato nella fascia: il ricreare lo stesso modello spaziale e la stessa tensione a livello fasciale favorisce la ricostruzione del quadro sinaptico facilitando l’emergere del ricordo ed è possibile a quel punto facilitarne la liberazione. Man mano che il terapista segue i movimenti fasciali arriva ad un punto di immobilità, ad una restrizione, che chiamiamo “barriera”.
A questo punto egli mantiene e focalizza l’attenzione su questo punto (o zona) fino a quando sentirà, percepirà, il dissolversi di questa barriera e l’inizio di un movimento di assestamento che porterà a un senso di libertà e mobilità del tessuto.
A volte si assiste a una serie di liberazioni di diverse barriere, come se fossero a strati o concatenate in senso orizzontale. A livello tissutale ogni area di rigidità fasciale prelude alla formazione di alterazioni dell’ambiente cellulare: si crea cioè un ambiente con scarso apporto di O2, e quindi tendenzialmente acido, dove i processi di scambio cellulare sono rallentati o difficoltosi.
Si forma un’area, definita “cisti energetica”, che impedisce a quella parte di integrarsi completamente nel corpo.
A livello viscerale, poi, la mobilità e motilità degli organi può trovarsi in squilibrio o in blocco, proprio a anche a causa del formarsi di aderenze tra un segmento e l’altro di intestino o tra un organo e l’altro. In questo caso dal rivestimento di uno trasuda un liquido “colloso” che va a incollare la zona permeabile con quella che in un dato momento vi aderisce e così il normale scorrimento viene alterato e con esso la normale motilità e quindi la funzionalità di un organo.
STOP
Questa descrizione della fascia è tratta da Anno Zero rivista di kinesiopatia edita dalla scuola che ho frequentato e che potete trovare a
www.kinesiopatia.it
domenica 13 marzo 2011
SOMATOPSICOENERGETICA
SOMATOPSICOENERGETICA
Sabato e domenica scorsi ho partecipato al corso di somatopsicoenergetica di cui accennato in precedenza.
Si trattava di un corso che faceva parte dell’iter della scuola di Counselor della quale non faccio parte.
In pratica il resoconto che avevo intenzione di fare al mio ritorno diventa ora del tutto inadeguato, se non si conosce il contesto nel quale erano inseriti gli interessantissimi esercizi che abbiamo fatto.
Non mi resta che darvi il link del docente e farvi godere queste immagini dell’incantevole Eremo di S. Antonio alla Palanzana (nei pressi di Viterbo) dove si è svolto il “ritiro energetico”
SERGIO SCIALANCA
http://www.accademiaenergeo.it/somatopsicoenergetica.htm
giovedì 3 marzo 2011
DRENAGGIO
DRENAGGIO
....queste stupende foto sono panorami sudafricani ritratti da Edward Ratto che ringrazio con tutta la mia ammirazione!
La primavera, anche nel soggetto “sano”, è la stagione più adatta in cui effettuare un trattamento depurativo.
Per drenaggio si intende l'atto di promuovere il transito e la fuoriuscita dei liquidi e con essi le varie sostanze da eliminare dall'organismo.
Il drenaggio avviene già spontaneamente in particolari condizioni e ci indica che l'organismo sta liberandosi per adattarsi ad una nuova condizione.
Ad esempio l'eliminazione eccessiva di muco fluente dal naso indica che ci stiamo liberando dei germi e/o delle sostanze prodotte da una reazione allergica.
Ogni organo di eliminazione ha una sua capacità di adattamento.
La esecuzione di un drenaggio “farmacologico o fitoterapico” porta l’organo a oltrepassare e forzare i propri meccanismi di regolazione;
questo avviene:
--- nella reattività verso una data sostanza, la cui eliminazione deve essere superiore a quella normalmente indotta dalla sua concentrazione
--- provocando, al di fuori dei normali effetti di induzione, l’eliminazione di questo o quel prodotto della sua secrezione vettrice. In parole povere si tratta dell’esagerazione volontaria di una funzione naturale.
La comparsa di un autodrenaggio può essere rilevata da un aumento della peristalsi dei canali escretori, dalla fistolizzazione spontanea e dall’adattamento del livello di secrezione di un organo di eliminazione.
Quando l'eliminazione fisiologica è insufficiente, può essere indicato assumere un drenante.
Questo deve essere attuato solo a fronte di un preciso bisogno dell’organismo e deve rispondere a precisi criteri di selettività di azione.
Esistono diverse categorie di drenaggio terapeutico:
(1) drenaggio d’organo;
(2) drenaggio d’organismo.
(1) è un’azione terapeutica specifica su un organo.
La dose del medicamento varia da un soggetto all’altro, da un organo all’altro del medesimo soggetto, e da un periodo all’altro sulla stessa funzione dello stesso organo nello stesso soggetto.
(2) E’ un’azione terapeutica molto ponderata, nella sua specificità e nella scelta dei differenti punti di attacco, che si integra al trattamento specifico di una malattia. Potrà essere in funzione di un agente tossico preciso (più spesso di origine endogena), destinata alla correzione a lungo termine di uno squilibrio (organico o funzionale), mirata a sostenere o facilitare una funzione insufficiente, o infine concepita per intervenire nel rallentamento della degradazione di un organismo il cui equilibrio è particolarmente auto-patogeno.
DRENAGGIO DEGLI EMUNTORI. E’ un’azione senza una specificità propria, agendo sui diversi gruppi emuntoriali incaricati principalmente della funzione di disintossicazione, soprattutto verso i sovraccarichi esogeni.
La conoscenza delle diverse proprietà delle piante dimostra come può essere pericoloso scegliere una pianta per una delle sue proprietà senza tener conto delle altre, privando il soggetto della necessaria assonanza tra le diverse proprietà della pianta e la complessità dei disturbi che presenta.
Quando non diversamente precisato, tutti i rimedi sono in forma di TM, vanno miscelati ana parti e assunti nella posologia di 10-50 gtt / 3 volte al dì.
Gruppo emuntoriale fegato comprende:
(a) drenaggio epatico; per esso sono indicate due formule. (1a)= crysantellum americanum, rubia tinctorum, salvia officinalis
(2a) anthemis nobilis, lavandula officinalis e saponaria.
(b) Drenaggio della vescica biliare (VB):
(1b) combretum raimbaultii, aloe vera e rosmarinus officinalis;
(2b) cardus marianus, orthosiphon stamineus e convolvolus arvensis;
(c) drenaggio epato-vescicolare:
(1c) eupatorium cannabinum, taraxacum officinalis e rosmarinus officinalis;
(2c) cynara scolymus, pneumus boldus e curcuma xanthorrhiza.
(d) regolazione dello sfintere di Oddi: lavandula officinalis, angelica arcangelica e vinca minor; in caso di crisi acuta aggiungere ammi visnaga.
Drenaggio del gruppo emuntoriale rene
Volumetrico= nasturtium officinalis, lampsana communis e prunus spinosa; oppure Asarum europaeum, viola tricolor e saponaria officinalis.
Volumetrico e azoturico= arctium lappa cichorium intibus e taraxacum officinalis.
Volumetrico e natriurico= Apium graveolens, parietaria officinalis e ruscus aculeatus.
Volumetrico e uricosurico= cynara scolymus, lespedeza capitata e solidago virga aurea.
Volumetrico- azoturico- uricosurico-clorurico= betulla alba, petroselinum sativum e spirea ulmaria.
Volumetrico-antispasmodico= anethum graveolens, asperula odorata e cochlearia armoracia.
Volumetrico-ssudorifero= ononis spinosa, rubus idaeus e juniperus communis: nb: il suo OE è controindicato in caso di albuminuria e/o ematuria.
Gruppo emuntoriale cute
Generalmente la pelle interviene in forma suppletiva in caso di notevole sovraccarico, quando un emuntorio non può assicurare la sua doppia funzione di depurazione e di drenaggio. Si tratta di un drenaggio da prescriversi mentre si sostiene l’emuntorio che partecipa a una determinata funzione.
Emuntorio fegato= arctium lappa, eritraea centarium e buxus sempervirens;
emuntorio pancreas= junglans regia, fumaria officinalis e polygonum avicolare;
emuntorio rene= betula alba, triticum repens ed erica cinerea;
emuntorio intestino= vaccinium myrtillus e cinnamomum zeylanicum;
emuntorio polmone= plantago major e betula alba.
Gruppo emuntoriale intestino
Assicura la corretta eliminazione dei residui alimentari ed evita il riassorbimento di tossine. Integra il trattamento della costipazione.
Lassativo= sciroppo di fiori di pesco, succo di prugna, marmellata di tamarindo e polvere di rabarbaro ana 0,20g la sera.
Purgativo= corteccia di bardana, cascara, polvere di rabarbaro 1g la sera.
Associare, se necessario e a seconda dei casi, trattamenti locali, loco-regionali o a distanza:
di tipo motorio: antispasmodico, muscolotropo papaver rhoeas;
neurovegetativo misto: erysimum officinalis;
sedativo nervoso centrale: passiflora incarnata;
di tipo secretorio = drenaggio epatovescicolare e/o pancreatico: chelidonium majus.
Gruppo emuntoriale pancreas
Pur non essendo un emuntorio in senso stretto, il pancreas è importante almeno quanto il fegato nella digestione primaria e secondaria. I suoi succhi dovranno essere adattati quantitativamente e qualitativamente ai bisogni generali e locali dell’organo e/o della sua funzione. Il drenaggio potrà essere secretorio, escretorio o entrambi. Un esempio per la secrezione esocrina: nasturtium officinalis, fumaria e rumex patientia.
Gruppo emuntoriale polmone
Consiste nell’adattare l’organo alle necessità di eliminazione dell’organismo, assicurando il miglior trasporto possibile verso l’esterno delle scorie ematiche, attraverso tre modalità di azione: aumento della superficie di scambio transalveolare, soppressione o diminuzione dei fattori di resistenza all’evacuazione propri dell’albero bronchiale, o alle sue secrezioni. La scelta delle piante varierà a seconda dell’affezione, ad es:
(a) in presenza di un soggetto portatore di un’affezione broncopolmonare con forte componente spasmodica: glechonia hederacea, grindelia robusta e lobelia inflata; gleconia è antispasmodico-antitosse, grindelia balsamico e lobelia espettorante e vasocostrittore.
(b) in presenza di un soggetto asmatico all’inizio di una crisi occlusiva: anagallis phoenica come espettorante-diuretico-diaforetico, drosera arvensis o rotundifolia come antispasmodico-vagolitico e diplotaxis temifolia come simpaticomimetico.
(c) In presenza di un soggetto allergico con infezione broncopolmonare: tropaeolum majus come espettorante diuretico, veronica officinalis come espettorante-aperitivo-stomachico e plantago major come emolliente-antiallergico-stimolante-antinfiammatorio.
(d) Quando è richiesta un’azione fluidificante ed emolliente bronchiale pura polygala e viola odorata.
Ghiandole salivari e seni paranasali
Per le ghiandole salivari fumaria officinalis, raphanus niger e tilia silvestris; per i seni paranasali acqua di mare, zolfo oligosol 1 fl di ciascuno in ciascuna narice mattino e sera; oppure raphanus sativum, triticum repens e allium cepa.
Reumatologia
Questo intervento migliora la qualità degli scambi nutrizionali a livello delle articolazioni, agendo su due meccanismi fisiopatologici: la mancanza di nutrimento (oligoelementi, aminoacidi ecc) e l’eccesso di scorie (acidi diversi, cataboliti fisiologici e/o iatrogeni, eccesso di sostanze nutritive.
(a) trattamento locale. TM di ginepro 90 gtt, OE di lavanda 9 gtt, OE di cipresso 3 gtt OE di angelica 1 goccia alcolato di rosmarino qb a 250ml.
(b) Trattamento generale Ribes nigrum, physalis alkekengi, salix alba e hamamelis virginiana.
(c) Aspetti specifici di drenaggio nell’artrosi; le piante considerate hanno, oltre le loro proprietà antireumatiche, un’azione di drenaggio sugli emuntori, da scegliersi a seconda del soggetto: Drenaggio epato-vescicolare in un artrosico. Arctium lappa come coleretico-diuretico-antireumatico, rubia tinctorum come diuretico-coleretico; durante gli accessi infiammatori si possono aggiungere stimolanti della corteccia surrenale come rosmarinus (coleretico-colagogo-diuretico), calendula officinalis
( coleretico a effetto estrogeno, adatto nell’artrosi
post-menopausa).Drenaggio pancreatico in un artrosico. Nasturtium officinalis = ipoglicemizzante, diuretico, ricco di oligoelementi. Olea europea= ipoglicemizzante, diuretico, antispasmodico, colagogo, vasodilatatore.
Salvia officinalis= ipoglicemizzante, stimolante della corteccia surrenale, adatta nell’artrosi post-menopausa per le sue proprietà estrogene. Drenaggio intestinale in un artrosico. Rumex patientia= purgativo, antianemico, alto contenuto di Fe; persica vulgaris = antinfiammatorio, antispasmodico, antidegenerativo; brionia dioica= purgativo, colagogo, antinfiammatorio, antidegenerativo, tossica a dosi elevate; malva silvestris= lassativo, antinfiammatorio, iperglicemizzante. Drenaggio renale in un artrosico Betula alba e spirea ulmaria= antinfiammatori, azoturici, uricosurici e clorurici;
juniperus communis= ipoglicemizzante, volumetrico, sudorifero; erigeron canadensis=uricosurico, antinfiammatorio, azoturico, natriurico; zea mais= clorurico, uricosurico, inibitore della tiroide.
Affezioni del piccolo bacino. Drenaggio decongestionante: polygonum bistortae, piper methysticum ed aesculus hippocastanum; oppure gingko biloba, ruscus aculeatus e hamamelis virginiana. Mucosa uterina: in caso di atonia uterina artemisia absinthium, juniperus communis; in caso di congestione endometriale aristolochia clematidis, senecio vulgaris (come uterolitici), melaleuca leucodendron, stachys sylvestris come antispasmodici e uterotonici. Drenaggio associato. Esempio per l’apparato genitale femminile: Organi che partecipano direttamente alla regolazione ormonale dell’ovaio sono fegato --> carciofo, achillea e salvia; pelle --> bardana, calendula e salsapariglia. Organo di regolazione esterna è il pancreas --> bardana, crescione e salvia.
STOP
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Informazioni personali
- Marina Salomone
- Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
per chi fosse interessato a trattare questi argomenti in maniera più appofondita c' è sempre il mio sito web ufficiale: www.GurudiTamara.com