DENTI
parte prima
NOTE GENERALI
Nell’infanzia compaiono i denti primitivi, o da latte, che sono 20, 10 per ogni arcata. Dai 6 anni vengono sostituiti dai denti permanenti, che sono 32, 16 per ogni arcata.
In particolare: a 6-7 anni erompono i primi molari (cioè vengono sostituiti). Entro i 9 anni vengono sostituiti gli incisivi, entro i 14 i canini, entro i 12 erompono i primi e secondi premolari, entro i 13 anni i secondi molari e da 18 anni in poi compaiono i terzi molari o denti del giudizio. (((questi possono comparire anche a 30 o 40 anni e in alcuni soggetti mai))). Ogni arcata è formata da 4 incisivi,2 canini, 4 premolari e 6 molari nella parte posteriore della bocca che confinano con le gengive, il tessuto molle che contribuisce a mantenerli in posizione nell’osso e dal cui benessere dipende la salute dei denti.
All’interno di ogni dente troviamo, procedendo dall’interno all’esterno, la polpa che contiene vasi e nervi. La dentina, una sostanza dura che circonda la polpa. Sopra la dentina la corona e, a foderare la parte che sporge dalla gengiva, lo smalto. Sotto la gengiva c’è la radice, ricoperta da una sostanza simile all’osso detta cemento. Questo è collegato con l’osso dell’alveolo dal legamento peridontale, che funziona come ammortizzatore e aiuta a contrastare la vibrazione dei denti e del cranio durante la masticazione .
Tengo a sottolineare che i denti si usurano e si ricostruiscno continuamente. Ciascun dente viene interamente ricostruito nell’arco di 1 anno e anche lo smalto si trova in fase di costante reintegrazione e sostituzione delle parti consumate. Questo concetto lo riprenderò quando , in un prossimo articolo, parlerò della profilassi a base di fluoro e sul perché sono contraria.
La costante ricostruzione delle gengive e dei denti richiede approvvigionamenti adeguati di Ca, Mg, Zn,Cu,Mn, fluoruro, silice, boro e vitamina D. Una o più di queste carenze causano danni ai denti fino alla completa perdita. Anche il tartaro e la placca meritano la dovuta considerazione e con essi i 400 e più farmaci che riducono il flusso di saliva.
Omeopatia
Cure ortogenetiche si effettuano già nella donna in gravidanza e sono utili sia ai denti del nascituro sia a tutta la sua struttura ossea. L’associazione CALCAREA CARBONICA+CALCAREA FLUORICA+CALCAREA PHOSPHORICA alla 7 CH, 3 granuli di ognuno 1 volta a settimana : prima alla donna in gravidanza per qualche mese e poi al neonato per alcuni anni darà una sana dentizione e una calcificazione ossea ottimale.
Per rinforzare i denti, lo smalto e prevenire la carie SILICEA CM. Oligoterapia
Fluoro oligodrop ( F ) 1 fiala da bere 2 volte a settimana, oppure RAME-ARGENTO-ORO (Cu-Ag-Au), oppure MANGANESE (Mn) stessa posologia. Per i bambini CALCIOKIND globuli.
Per la dentizione CALCAREA CARBONICA D6 se dentizione lenta nel bambino magro e irritabile. CALCIOKIND Per il ritardo della dentizione in generale. CHAMOMILLA D2 come calmante del dolore. CHAMODENT idem CAMILIA idem.
Per facilitare l’uscita dei denti dalle gengive CALCAREA PHOSPHORICA D12 alternata a CALCAREA FLUORICA 1 cp x 3 volte al dì. Se è presente febbre durante la dentizione FERRUM PHOSPHORICUM D12 1 cp x 6 volte al dì.
MAGNESIA PHOSPHORICA D12 se presente infiammazione e dolore: 1 cp ogni ora da scogliere in acqua calda.
Alimentazione-integratori
Il MIELE, benché contenga un’alta concentrazione di zuccheri , manifesta notevoli proprietà antisettiche e antibiotiche grazie alla presenza di principi attivi detti inibine (di natura flavonoidica) in grado di inibire la crescita batterica anche di ceppi come Pseudomonas, Staphylococcus e Streptococcus. Inoltre esso contiene piccole quantità di glucosio-ossidasi in grado di scindere il glucosio in H2O2 e acido gluconico. Questa proprietà è estremamente utile nel creare un microambiente aerobio all’interno del parenchima linguale e in generale nel cavo orale in grado di bloccare la crescita e indurre la morte di batteri anaerobi obbligati responsabili della produzione di mercaptani che causano l’alitosi. La dose ottimale è una diluizione del 5-10% in acqua. Prima fare sciacqui con questo e poco dopo rimuovere sciacquando con un normale collutorio per evitare comunque eventuali effetti cariogeni.
I GRASSI sono amici dei denti. E’ stato accertato che li ricoprono con una pellicola protettiva che rallenta la corrosione da parte della placca. Hanno quindi una proprietà caiostatica. Prima scelta è l’olio extravergine d’oliva da usare in abbondanza nei condimenti
Kinesiologia
Non sempre i problemi della bocca dipendono dai denti e pertanto devono essere inquadrati in un contesto di simmetria globale del corpo; d’altra parte, l’equilibrio della bocca può essere un fattore scatenante di alterazioni posturali e malesseri localizzati o diffusi in zone del corpo anche molto distanti dal cranio.
Se si crea uno squilibrio nella bocca, questo provocherà una serie di adattamenti tra le ossa del cranio, determinando una modificazione della posizione delle aree su cui si inseriscono i muscoli che scendono nel collo. Ciò comporterà rotazioni e controrotazioni del collo e delle spalle. Poiché il cardine di questa relazione è l’atlante, che per i suoi rapporti anatomici con il SN e il sistema vascolare assume un ruolo fondamentale nell’equilibrio corporeo, un disordine relazionale locale può avere ripercussioni generalizzate.
Almeno in un consistente numero di casi anche semplici problemi di carie possono essere generati da alterazioni posturali che si riflettono a livello della bocca. Una diagnosi precoce che evidenzi l’alterazione dei rapporti scheletrici tra le ossa della bocca, può essere fondamentale per prevenire non solo problemi occlusali, ma spesso anche danni in altri segmenti corporei. In più di un caso è stato possibile osservare lo sviluppo di scoliosi o alterazioni della colonna vertebrale (CV) per l’uso di bite inappropriato o per l’applicazione di apparecchi ortodontici inadeguati che prendevano in considerazione esclusivamente i rapporti cranici ma non la situazione della CV.
Altre volte, in seguito a un’estrazione dentale o a un intervento di odontoiatria conservativa o protesica il paziente ha cominciato ad accusare labirintiti, cefalee, nausee, disturbi visivi o dolori di schiena e sciatalgie. Gli squilibri derivanti da incorretti rapporti maxillo-facciali (classe II e III) , se non bilanciati o trattati sono spesso responsabili di atteggiamenti compensatori a livello della muscolatura del collo che, presto o tardi, porteranno a fenomeni degenerativi a livello cervicale, innescando sintomi di tipo cefalgico o labirintitico.
Problemi di strabismo o diplopia , ma anche affaticamento visivo, possono essere risolti intervenendo sui rapporti occlusali così come alcuni tipi di dolore alle orecchie dipendono dai cattivi rapporti masticatori.
Il ricorso a bite costruiti su indicazione del kinesiologo, previo test, permettono spesso un’accelerazione della riequilibrazione e riduzione del malessere.
FARMACI CHE INDUCONO EFFETTI INDESIDERATI A CARICO DEL CAVO ORALE
I farmaci che diminuiscono la secrezione salivare sono: i farmaci psicotropi come ad esempio antidepressivi triciclici e neurolettici, gli anticolinergici, i miorilassanti, i farmaci per il morbo di Parkinson, gli antistaminici, i sonniferi, i sedativi, gli anoressizzanti, e in misura minore gli antipertensivi, i diuretici, i glucocorticoidi, i retinoidi i citostatici ecc ecc.
Altri farmaci sono sospettati di provocare gengiviti o iperplasia gengivale: gli antiepilettici, come ad esempio la fenitoina, più raramente il fenobarbital e il primidone; i calcio-antagonisti, soprattutto la nifedipina; la ciclosporina A; i contraccettivi orali, i citostatici, i metalli pesanti ecc. Inoltre numerosi farmaci sono stati messi in relazione con le afte: griseofulvina, tetracicline, dapsone, penicillina, idrossicorochina, isoniazide, streptomicina, diuretici tiazidici, furosemide, metildopa, idralazina, propranololo, allopurinolo, sali d’oro, naproxene, penicillamina, fenotiazine, fenitoina ecc.
Poi ci sono sostanze che possono alterare il colore dei denti, della mucosa orale o della lingua. Ad esempio una colorazione bruna è spesso dovuta a clorexidina, sali di ferro, tabacco, caffè, té; macchie bianche sui denti sono il segno di una leggera fluorosi dentale o di demineralizzazione ; una macchia gessosa indica carie esordiente .
Sostanze che possono danneggiare lo smalto sono acido acetilsalicilico (basti pensare all’aspirina effervescente e sublinguale), acido ascorbico, acido cloridrico, dentifrici altamente abrasivi se usati a lungo. Il contatto con l’ASA può inoltre provocare necrosi delle mucose. Infine ci sono le reazioni allergiche ai farmaci come ad esempio l’esantema farmacologico fisso, o sindrome di Lyell dovuta ai sulfamidici e altri farmaci, la stomatite da contatto allergica provocata dai materiali usati per le cure dentali, ecc.
Un dente caduto per effetto di un trauma, non deve essere tenuto per la radice, ma deve essere conservato nel latte, in una salvietta umida o tra la gengiva e la guancia((( mentre si va dal dentista per farlo riposizionare))).
ALITOSI
la causa più frequente è una cattiva igiene orale, perché il ristagno di residui alimentari tra i denti fermenta e causa un sapore fetido in bocca. I batteri residenti nel cavo orale demoliscono le proteine del cibo rimasto tra i denti e producono sostanze organiche solforate , i mercaptani, responsabili dell’alito cattivo.
Ma un alito cattivo può essere dovuto anche a patologie gengivali o parodontali, a una carie trascurata, a scarsa produzione di saliva, ad una patina batterica spessa sul dorso della lingua o a cause più generali come epatopatie , disturbi dell’apparato digerente e/o respiratorio.
Pare che le malattie dentarie come la parodontite siano strettamente correlate all’insorgenza di alitosi cronica e, viceversa, l’eliminazione della patina costituita da batteri morti e vivi , cellule desquamate e detriti organici presenti sulla superficie del pavimento della lingua elimini l’alitosi e anche la parodontite. Quindi è necessaria un’adeguata pulizia della lingua (come l’Ayurveda insegna da secoli) e cavo orale in generale, non solo dei denti.
Fitoterapia per l’alitosi
Una preparazione particolarmente utile è la tisana a base di SALVIA 40g, MENTA 40g, ALTEA radice 20g e 7-8 CHIODI DI GAROFANO. Si utilizzano circa 60 g della miscela per L. d’acqua. Le erbe andranno versate direttamente nell’acqua, accendendo poi la fiamma e spegnendo ai primi segni di ebollizione. Si ascia in infusione per circa mezz’ora coprendo il recipiente, e se ne consuma 1 tazza al momento dei pasti. La stessa preparazione può essere usata per sciacqui dopo i pasti o in caso di necessità.
DENTI SENSIBILI
Il disturbo si verifica quando la dentina risulta esposta agli stimoli termico, evaporativo (che asciuga la superficie del dente, come nel caso di un soffio d’aria), tattile e chemio-osmotico. Questo capita a causa della progressiva perdita dello smalto e a recessioni gengivali. L’abrasione dello smalto è dovuta , nella maggior parte dei casi, a una non corretta igiene orale, quale un errato o troppo vigoroso spazzolamento dei denti. L’azione meccanica dello spazzolino , infatti, soprattutto se con setole rigide, utilizzato con eccessiva forza e magari anche con un dentifricio abrasivo, porta all’esposizione della dentina e dei tubuli interni e favorisce la comparsa di recessioni gengivali.
Questo fenomeno può essere aggravato da una malocclusione dentaria a causa per esempio di bruxismo notturno, favorendo un indebolimento strutturale dei denti, che vengono così ad essere più facilmente intaccati dall’azione abrasiva dello spazzolino.
I canini e i premolari sono i denti più colpiti.
Dalla polpa dentaria fuoriesce costantemente attraverso i tubuli della dentina un liquido interstiziale (liquido dentinale). Questo movimento centrifugo di liquidi serve per sbloccare l’eventuale arrivo di sostanze batteriche provenienti dal cavo orale fino alla polpa stessa, proteggendola da eventuali irritazioni. Se la dentina e i tubuli sono scoperti a causa dell’abrasione e dell’erosione dello smalto, gli stimoli esterni provocheranno delle brusche accelerazioni di questo fluido in uscita determinando uno stiramento delle terminazioni nervose, provenienti dalla polpa e contenute nei tubuli dentinali, e quindi il dolore. E’ vero anche che all’abrasione dello smalto dovuta allo spazzolamento è connesso anche un meccanismo costante di compensazione. Infatti, i detriti risultanti dallo spazzolamento vanno a formare quello che è chiamato “fango dentinale” che funziona da stucco e ostruisce l’imbocco dei tubuli dentinali; tuttavia, questo fango può subire un’erosione a causa del consumo di bevande e cibi acidi evantualmente associati ad una ridotta proprietà tamponante della saliva.
Terapia di uso esclusivo del dentista sono le vernici, gli adesivi dentinali, i compositi e i cementi; questi vengono usati qualora la perdita di tessuto sia di già a livello avanzato. Poi ci sono collutori e dentifrici. Le sostanze maggiormente usate sono quelle che riducono la permeabilità della dentina. Esistono inoltre agenti desensibilizzanti a base di potassio che diminuiscono l’eccitabilità delle fibre nervose presenti nei denti impedendo quindi la propagazione dell’impulso. Anche questi costituiscono gli ingredienti attivi di dentifrici specifici per il trattamento della sensibilità dentale.
SANGUINAMENTO GENGIVALE
Le parodontopatie sono certamente al 1° posto. La patologia sistemica più frequente è il diabete mellito, che accentua la parodontopatia.
La gravidanza di frequente interviene nel favorire il sanguinamento gengivale. Ciò è dovuto alla ridotta immunità dei tessuti. Inoltre, l’aumentata secrezione di estrogeni determina una selettiva ipervascolarizzazione ed una proliferazione del connettivo che favoriscono la comparsa , in genere dopo il 4°-5° mese di gravidanza, di una gengivite aspecifica caratterizzata da iperemia e ipertrofia, sanguinamento diffuso e rammollimento dei tessuti gengivali. 1-2 mesi dopo il parto scompaiono sia la gengivite sia i piccoli noduli (epulidi) che talvolta si formano a livello delle gengive. Non è però sempre possibile recuperare i danni derivanti dai fenomeni infiammatori che siano stati trascurati in gravidanza.
Le stomato-mucositi possono causare emorragie gengivali. Si tratta di infiammazioni e distrofie del cavo orale causate da infezioni virali.
In questi casi però il sanguinamento è un sintomo secondario.
Tumori colpiscono l’età avanzata. Il carcinoma colpisce più frequentemente i maschi oltre i 50 anni. Le sedi più comuni sono la lingua, le labbra, le guance, le ossa mascellari, il palato duro e molle, il pavimento orale. Lo sviluppo è favorito dal fumo e si manifesta spesso nella sede di traumi, per esempio da protesi. Il sanguinamento è localizzato e compare quando la neoplasia infiltratasi in profondità va incontro a necrosi e si ulcera. La lesione ha i margini rilevati e duri e non guarisce con il tempo. Il decorso successivo è rapido con metastasi locali e linfonodali. In genere le lesioni precancerose possono essere individuate nel corso di controlli odontoiatrici e asportate tempestivamente.
Malattie del sangue. Talvolta il sanguinamento gengivale costituisce il primo sintomo di malattie del sangue , come ad esempio le leucemie.
Consideriamo il sanguinamento gengivale dovuto ad una alterazione della coagulazione da causa piastrinica. Un deficit di piastrine si manifesta con piccole emorragie, di solito arrestate dalla pressione locale. Il sanguinamento si associa alla presenza di petecchie (= chiazze rosse che scompaiono alla pressione) che possono apparire sulle mucose, specie dopo un piccolo trauma (sulle gengive per il contatto con lo spazzolino da denti), oppure sulla cute (ad esempio sul braccio dopo aver gonfiato il bracciale dello sfigmomanometro).
Le cause di alterazioni piastriniche sono molto numerose. Tralasciamo le rare sindromi ereditarie e consideriamo le cause acquisite. Patologie sistemiche , quali i tumori possono portare ad alterazioni della funzionalità piastrinica, così come le gravi malattie autoimmuni.
Alterazioni piastriniche possono verificarsi anche in gravidanza, specie dopo il parto, nell’immobilità prolungata e nell’obesità. Importanti sono le alterazioni piastriniche indotte dai farmaci (aspirina, estrogeni, carbamazepina e altri).
Nella conta delle piastrine il range di normalità è tra 150.000 e 450.000/ml di sangue. Talvolta il numero non è particolarmente ridotto, ma le piastrine sono mal funzionanti: lo si evidenzia con il test di sanguinamento (= nel caso che il tempo per arrestare il sangue di una piccola ferita superi i 10’ , il test è positivo). Tra le alterazioni della coagulazione ricordiamo l’errata assunzione della terapia anticoagulante orale come ad esempio l’uso di aspirina o barbiturici da parte di persone in terapia con warfarin.
ASCESSO
è una raccolta di pus, cioè un insieme di cellule del sistema immunitario che hanno ingerito i batteri e stanno distruggendo un focolaio infettivo.
Può avere origine dagli apici dentari o dai tessuti di sostegno dei denti, da tonsille e da ghiandole salivari. Gli ascessi più comuni sono causati dalla carie che distrugge lo smalto e la dentina, permettendo ai batteri di raggiungere la polpa. Altri possono essere causati dalla parodontite, malattia delle gengive che crea tasche attorno ai denti facendoli diventare mobili. Si presenta con un notevole gonfiore sulla gengiva e mucosa nella zona del dente interessato, con dolore intenso irradiato a più parti del volto.
Omeopatia
Hepar sulfur dalla 4 alla 7CH è utile per accelerarne il decorso , mentre alla 9-15 ne favorirà il riassorbimento: bisogna valutare il grado di gonfiore e dolore e la localizzazione. Infatti favorire la maturazione di un ascesso ed eventuale rottura della sacca ove è contenuto il pus, può essere rischioso, se questo pus drena verso l’organismo invece che all’esterno , cioè nel cavo orale dove si elimina con degli sciacqui. Se l’ascesso è in una fase iniziale può essere opportuno favorirne il riassorbimento.
Secondo il tipo costituzionale potremo usare anche sulfur , calcarea carbonica, silicea.
Rimedi utili anche per il dolore sono apis, aconitum, arnica, belladonna
ecc ecc.
Come specialità:
R1 per infiammazione e suppurazione delle radici dentali e per gli ascessi. GRAPHITES CM . SULFUR PENTARKAN.
Si osserverà che in questo paragrafo non mi sono dilungata sull’uso dei rimedi omeopatici. Questo perché il trattamento di un ascesso è di pertinenza medica e quindi NON CONSIGLIO il fai-da-te!
PULPITE
Infiammazione della polpa del dente, esacerbata dal caldo. Il caldo, infatti, provoca la dilatazione dei vasi sanguigni in uno spazio non espansibile quale la camera pulpare e la conseguente compressione delle terminazioni nervose ancora vitali. Spesso questo dolore corrisponde al ritmo cardiaco e si accentua nella posizione orizzontale. Tra le complicazioni più comuni della pulpite non trattata vi è il granuloma. Si tratta di una masserella di tessuto che si forma in seguito alla reazione infiammatoria locale: esso può essere del tutto asintomatico oppure può dare dolore soprattutto alla masticazione.
MAL DI DENTI
Alcuni indizi
Dolori per esposizione al freddo, di breve durata: localizzazione principale sui colletti dentali sensibili; primo sintomo di carie.
Dolori evocati da alimenti molto zuccherati, intermittente, della durata di pochi secondi: segno di un amalgama difettoso, che deve essere sostituito; sintomo di carie avanzata.
Dolori per esposizione al caldo, di breve durata: colletti dentali sensibili; eventualmente carie.
Dolori per esposizione al caldo , di lunga durata, possono durare fino a qualche minuto: segno di pulpite, consultare urgentemente il dentista.
Dolori alla pressione: sovraccarico sul dente; dente fratturato; processi infiammatori parodontali o a carico dell’apice radicolare (dente lungo).
Dolori lancinanti, pulsanti, simili a punture di spillo all’interno del dente: pulpite acuta, consultare urgentemente il dentista.
Dolori profondi, lancinanti, nella regione dei molari posteriori, accompagnati da trisma, dolori alla deglutizione e da linfoadenite: tipico di una eruzione malposizionata del dente del giudizio, consultare il dentista.
Dolori forti, martellanti, con gonfiore: processo purulento (ascesso)
Dolori intermittenti con spasmi, spesso irradiati, non provocati da stimoli come pressione, caldo o freddo: possibili dolori nevralgici.
Attenzione : il mal di denti può anche avere cause esterne, quali soprattutto le affezioni dei seni frontali, mascellari e delle orecchie. Cause esterne di mal di denti assai più rare possono essere un tumore cerebrale, un infarto del miocardio o un’angina pectoris. Così, ad esempio, i dolori alla pressione dei primi molari mascellari sono tipici di una sinusite.
Omeopatia
GELSEMIUM CM,
MERCURIUS VIVUS D12 1 cp ogni h. Quando non c’è una precisa causa legata al dente, come ad esempio dopo un’infreddatura, Fe Phosphoricum D6 1 cp ogni 30’. Aconitum , Arnica, Chamomilla a bassa diluizione assunti circa ogni mezz’ora aiutano a sedare. Tuttavia la scelta dell’analgesico omeopatico, fatta a ragione per non assumere fans, va fatta dopo aver chiarito la causa ed avviato, se necessario, una terapia antibiotica.
Fitoterapia
le piante ad effetto analgesico sono numerose. Io consiglio Arnica TM 30-50 gocce per 3 volte al giorno, ARTIGLIO DEL DIAVOLO a stomaco pieno fino a 6 cp al giorno. OE di CHIODI DI GAROFANO lo consiglio come prima scelta (solo per l’adulto) non solo per il grande effetto anestetico, ma anche per l’effetto antinfiammatorio ... in questo caso l’OE di chiodi di garofano non si limita a sopprimere un sintomo ma è curativo. Grazie al suo elevato potere di penetrazione nei tessuti, è a mio avviso di prima scelta negli ascessi dove espleta effetto antibiotico su molti ceppi batterici. Può essere applicato localmente in caso di emergenza. Ma dato che un’applicazione ripetuta più volte di seguito può irritare la mucosa orale, e dato che è preferibile una migrazione del disturbo dall’interno verso l’esterno, come prima scelta va assunto per uso sistemico (cioè interno e non applicazione locale) alla dose di 3 gocce in un cucchiaino di miele, o vino, o olio (dove è solubile) per tre volte al giorno
dolore alveolare
l’alveoloalgia, detta anche osteite alveolare, è una complicanza post-operatoria che si può avere in seguito ad estrazione dentale. In un importante studio sono stati esaminati 975 pazienti con estrazione del 3° molare. Il trattamento con ACEMANNANO DI ALOE (Salicept) riduce maggiormente l’incidenza di alveoloalgia rispetto al trattamento con clindamicina. In particolare sono stati riscontrati solo 11 casi di alveoloalgia contro i 78 dei pazienti trattati con clindamicina.
NOTA A proposito di denti, mi è sembrato quanto mai opportuno vedere il punto di vista kinesiologico, ed a questo proposito, ho riportato una sintesi di quanto insegna F. Gandolfi (che potete consultare in www.kinesiopatia.it).
Il paragrafo sugli effetti dannosi dei farmaci nei confronti dei denti l’ho tratto dal Manuale pratico del farmacista 2001-2002, quindi sottolineo che questo concetto è affermato dalla stessa medicina ufficiale allopatica.
STOP
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