Indice

1. Sciatica
2. Artrite Reumatoide
3. Osteoporosi
4. Emicrania
5. Dismenorrea
6. Infertilità
7. Gastrite
8. Cistite
9. Menopausa
10. Tabagismo
11. Ipertensione
12. Insonnia
13. Obesità
14. Stress e pnei
15. Cistite interstiziale
16. Psoriasi
17. Occhio secco
18. Viaggi
19. Acufeni
20. Allergie-Asma
21. Gravidanza e neonato
22. Due riflessioni
23. Stipsi
24. Vertigini
25. Cani e Gatti
26. Tipi Omeopatici
27.Bambino-psiche
28.Sport
29.Disturbi venosi
30.Salute obbligatoria
31.Cuore
32.Neonato-mamma-papà
33.Memoria
34.Anziano-aspetti nutrizionali e pnei
35.Colesterolo
35-bis.Colesterolo-bis
36.Acne
37.Anemie
38.Tosse-Omeopatia
39.Enuresi
40.Reflusso gastro-esofageo
41.LEI e LUI
42.LEI e LUI seconda puntata
43.LEI e LUI terza puntata
44.Raffreddore
45.Un po' di respiro
46.Influenza
47.Adolescenza
48.Chakras
49.Ayurveda
50.Medicina cinese
51.DENTI parte prima
52.DENTI parte seconda
53.DENTI parte terza
54.CAPELLI parte prima
55.CAPELLI parte seconda
56.FITOTERAPIA
57.diabete-parte prima
58.diabete-parte seconda
59.Trattamento viscerale
60.Pelle
61.Cronobiologia
62.ANORESSIA parte prima
63.ANORESSIA parte seconda
64.Alcolismo
65.Colori
66.Fegato parte prima
67.Fegato parte seconda
68.Posture
69.Fermenti intestinali parte prima
70.Fermenti intestinali parte seconda
71.Epitrocleite
72.TIROIDE parte prima
73.TIROIDE parte seconda
74.SALUTE E MALATTIA
75.CONGIUNTIVITI
76.OTITE parte prima
77.OTITE parte seconda
78.ORMONI parte prima
79.FISIOGNOMICA
80.ORMONI parte seconda
81.COSMETICI
82.ORMONI parte terza
83.METAFISICA
84.EPIFISI
85. Perchè rinunciare?
86.INQUIETUDINI DI FERRUM METALLICUM
87.ICTUS
88.ICTUS parte seconda
89.Mantra
90.KINESIOLOGIA
91.Fiori di Bach
92.Sogni
93.Odori
94.Gli occhiali
95.La vista
96.Il tatto
97.Il gusto
98.Udito
99.Energia e Cosmo
100.Cento
101.VERATRUM ALBUM
102.EFT
103.Lupus
104.Cavoli
105.Farmaci
106.COLON IRRITABILE parte prima
107.COLON IRRITABILE parte seconda
108. MEDICINA CINESE ancora
109.Il corso di EFT
110.Corsi permanenti
111.Calcoli renali
112.DRENAGGIO
113.Metabolismo2-Fascia
114.PRANOTERAPIA
115.Morbo di Crohn
116.Dolori muscolari
117.Alitosi
118.Carotenoidi
119.Le voglie matte
120.IRIDOLOGIA parte prima
121.IRIDOLOGIA parte seconda
122.HERPES
123.DANNI DEI FARMACI PER LO STOMACO parte prima
124.DANNI DEI FARMACI PER LO STOMACO parte seconda
125.Storia delle babbucce
126.IDROTERAPIA
127.PARODONTITE
128.MEDITAZIONE SUL CUORE
129.LA MORTE DEGLI ALTRI
130.Il sole e la pelle
131.ENFISEMA POLMONARE parte prima
132.ENFISEMA POLMONARE parte seconda
133.Sistema immunitario cerebrale
134.Spagirica
135.TRAUMA DA PARTO
136.SPIGOLATURE
137.I GRASSI
138. Fico d'India
139.Occhi e mirtillo
140.PSICOSOMATICA
141.PSICOSOMATICA parte seconda
142.PSICOSOMATICA parte terza
143.Contatti estenuanti
144.Omeopatia per la pelle
145.HIV
146.CISTI OVARICHE
147.TUMORI
148.Singhiozzo
149.TEMPO DI BILANCI
150.NAUSEA E VOMITO
151.Test per la coppia
152.FEBBRE
153.PARKINSON
154.Minerali da antica farmacia
155.Omotossicologia e metabolismo
156.MEDICINA TIBETANA parte prima
157.DERMATITI E DERMATOSI
158.TRE BIOTIPI
159.Jung
160.GAMBE SENZA RIPOSO
161.Due prodotti delle api
162.ATTACCHI DI PANICO
163.ESAMI DELLE URINE
164.VERMI
165.AVVELENAMENTI parte prima
166.AVVELENAMENTI parte seconda
167.Alcuni alimenti
168.DIVERTICOLI
169.PENSARE POSITIVO
170.Naja Tripudians
171.Tumori 2
172.Unghie
173.Pensare col corpo
174.Gambe disturbi venosi
175.SCLEROSI MULTIPLA
176.Malattie autoimmuni
177.SCLERODERMIA
178.Rimedi per gli occhi
179.INTEGRATORI PER MAMMA
180.PSICHE E FIORI DI BACH parte prima
181.PSICHE E FIORI DI BACH parte seconda
182.PSICHE E FIORI DI BACH parte terza
183.PSICHE E FIORI DI BACH parte quarta
184.PSICHE E FIORI DI BACH parte quinta
185.PSICHE E FIORI DI BACH parte sesta
186.PSICHE E FIORI DI BACH parte settima
187.PSICHE E FIORI DI BACH parte ottava
188.PSICHE E FIORI DI BACH nona e ultima parte
189.Gli oli essenziali
190.OMEOPATIA PER INSONNIA DEL BAMBINO
191.CONSIDERAZIONI SULLA SALUTE
192.Macchie scure sulla pelle
193.Blefarite
194.IPERTENSIONE alcune piante
195.DIFESE IMMUNITARIE
196.ALZHEIMER
197.PIANTE ANTI-STRESS
198.FEGATO parte terza
199.Lavaggio energetico
200.Colpo di fulmine tra due LACHESIS
201.ALOE parte prima
202.Maculopatia degenerativa
203.Fluidificanti del sangue
204.ALLERGIE parte prim
205.ALLERGIE parte seconda
206.ALLERGIE parte terza
207.DEMENZA SENILE
208.INSUFFICIENZA RENALE
209.Quanto siamo aciduli
210.Non è tutto cromo ciò che brilla
211.DALLO SPIRITO ALLA MATERIA
212.Pancreatite
213.Raffinate ed accurate primitive terapie
214.Dermatite seborroica
215.RIMEDI PER BAMBINI
216.SCUOLA SALERNITANA parte prima
217.SCUOLA SALERNITANA parte seconda
218.SCUOLA SALERNITANA parte terza
219.Controllo e Ascolto
220.OLIO DI GERME DI GRANO
221.ORTICARIA
222.REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO parte seconda
223.INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
224.STORIE DI ORDINARIO TORMENTO parte prima
225.STORIE DI ORDINARIO TORMENTO parte seconda
226.DIETA BASE e BAMBINO IPERCINETICO
227.ARTRITE E DOLORI ARTICOLARI
228.RIEDUCAZIONE DELLA PERCEZIONE SONORA
229.OBESITA INFANTILE
230.UNA MEDITAZIONE PER CORREGGERE LE REAZIONI RIPETITIVE
231.ANCORA CUORE
232.VACCINI
233.Balbuzie
234.PAROLE DIFFICILI idiopatico
235.SCOLIOSI
236.Percorsi benessere con regalo
237.DIURESI alcune piante utilissime
238.DIETA BASE
239.ALCHIMIA
240.RADIOTERAPIA un sostegno omeopatico per limitare i danni
241.CORSO ACCELERATO DI OMEOPATIA
242.ANALISI FISIOGNOMICA di un attore
243.CHILI DI TROPPO
244.CHILI DI TROPPO parte seconda
245.ARGILLA
246.Memoria e concentrazione
247.LE PAROLE DIFFICILI escara e flittena
248.ABBASSAMENTO RENALE
249.ALIMENTI FERMENTATI
250.MELATONINA
251.SONDAGGIO
252.Ottuso dogmatismo
253.Ancora fegato
254.PRANAYAMA parte prima
255.PRANAYAMA parte seconda
256.CEFALEA
257.Alimentazione spigolature
258.LE PAROLE DIFFICILI Fotosensibilizzazione
259.ANCORA RENE
260.MEDITARE STANDO AFFACCIATI
261.PRESSIONE ALTA parte prima
262.IPERTENSIONE parte seconda
263.OGM prodotti transgenici
264.Abusi della sanità
265.PRODOTTI SOLARI
266.Ricette mediterranee
267.IPERTENSIONE parte terza
268.TUMORI parte terza
269.COSE DI DONNE
270.Falsi bisogni creati dal mercato
271.IPERTENSIONE parte quarta
272.ANTICHE RICETTE una conserva di susine
273.LE PAROLE DIFFICILI Palliativo
274.STIPSI
275.TAURINA
276.IPERTENSIONE parte quinta
277.INQUINAMENTO ACUSTICO
278.DERMATITE ATOPICA
279.SAPORE DI SALE
280.PARACELSO
281.Metalli pesanti e danni alla pelle
282.IPERTENSIONE parte sesta RIMEDI NATURALI
283.MIA CONFERENZA
284.MALATTIE AUTOIMMUNI parte prima
285.MALATTIE AUTOIMMUNI parte seconda
286.SISTEMA NERVOSO DUE NOTE
287.LE PAROLE DIFFICILI Deontologia e Metastasi
288.IPERTENSIONE parte settima
289.ALLUCE VALGO
290.VERTIGINI fitoterapia
291.DISTURBI INVERNALI DEL BAMBINO
292.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte primaO
293.OMOTOSSICOLOGIA
294.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte seconda
295.Buon Natale filosofeggiando
296.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte terza
297.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte quarta
298.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte quinta
299.ASPETTI PSICHICI DI ALCUNI RIMEDI OMEOPATICI parte sesta e ultima
300.DISTURBI INTESTINALI antichissima ricetta
301.Donna e iperandrogenismo
302.FISIOGNOMICA APPLICATA AI RIMEDI OMEOPATICI
303.Possibile prevenire il tumore al fegato con il Chelidonium
304.Litoterapia
305.Fitoterapia per emicrania
306.Parole difficili della medicina OSTEOFITI
307.IL DOLORE DEI NOSTRI ANIMALI
308.RAVANELLO
309.Tre tipi di pepe
310.RUGHE
311.DISTURBI DELLA PROSTATA
312.FERMENTI INTESTINALI
313.PRANOTERAPIA
314.MENINGITE
315.Parole difficili della medicina FISTOLE
316.CLORURO DI MAGNESIO
317.PANNOLINI PER BAMBINI
318.Le emozioni depositate sui denti
319.Meditazione sulla vergogna
320.ANTIOSSIDANTI
321.Malattie autoimmuni
322.INSONNIA punti da trattare
323.Parole difficili in medicina STEATOSI EPATICA
324.Carota
325.Cicatrizzazione
326.Strategie di bisogno e potere
327.ENZIMI
328.Lampone
329.Commento durante la breve vacanza
330.LE PAROLE DIFFICILI DELLA MEDICINA apoptosi e necrosi
331.Nasce la nuova associazione TING
332.ALOPECIA AREATA rimedio Ayurvedico
333.LAVAGGIO EPATICO
334.Incontri autunnali
335.Sindrome di Dupuytren
336.Abuso di farmaci
337.TOSSE parte prima
338.Corso di alimentazione
339.TOSSE parte seconda
340.TOSSE parte terza
341.TOSSE parte quarta
342.MEDITAZIONE SULLE PAURE
343.Interazione individuo e ambiente
344.Respirazione
345.Epifisi e melatonina
346.Cefalea
347.Ibisco
348.CLa magia dei fermenti
349.LEDUM PALUSTRE
350.Unghia di gatto
351.Cicoria
352.Respirazione
353.Albero della vita e scelta di un rimedio
354.Studiare da adulti
355.Meditazione per essere autorevole
356.Tre piante per gli occhi
357.Metabolismo
358.Un consiglio disinteressato
359.Gengivite
360.Diarrea del bambino
361.Fiori di Bach per uscire da una dipendenza
362.Sulfur
363.Linfa e tessuto connettiv
364.Anatomia della fascia
365.GOLA
366.Fiori di Bach per il neonato
367.Note sul cuore
368.Artemisia
369.Codici biologici
370.Rimedi omeopatici per insonnia e paziente scettico
371.Piselli
372.Rimedi per cani
373.Un decotto antico per depurarsi
374.Un caso di diabete di tipo II
375.ALOE
376.Le radici del desiderio
377.Alzheimer approfondimento
378.Colori
379.Colori per la casa
380.USO PERSONALE DEI COLORI
381.DERMATOMERI E METAMERI
382.La nostra pelle
383.Omeostasi, salute e malattia
384.Parole difficili della medicina ACROMEGALIA
385.DERMATITE un questionario utile
386.Citrus aurantium
387.Fibromialgia
388.Piante per gli occhi
389.Coliche addominali del bambino
390.Disturbi mentali
391.Piccola pausa
392.Raffreddore
393.SISTEMA IMMUNITARIO storiella horror-humor
394.ALIMENTAZIONE tre note
395.ASMA rimedi omeopatici
396.ARNICA rimedi omeopatici
397.Rhus Toxicodendron
398.Zucca
399.Corso di fitoterapia online
400.Conferenza su Cuore e dislipidemie
401.Prove di efficacia
402.Incompatibilità
403.Boswellia
404.Tiroide Storia di due donnea
405.Semprevivo
406.Causticum
407.Assafetida
408.Bryonia

domenica 26 luglio 2009

ANZIANO aspetti nutrizionali e pnei



ANZIANO
aspetti nutrizionali e pnei

Figura schematica: i macrofagi, mentre mangiano i germi o gli agenti patogeni uccisi dai linfociti T, producono sostanze tossiche (radicali liberi) che indeboliscono i linfocitiT. L’importante è che il danno rimanga di proporzioni modeste rispetto all’utilità. Quando ciò non accade, il sistema immunitario diventa autolimitante.

Considerazioni
Riporto alcune considerazioni tratte da un articolo del Dr Malzac su La medicina biologica (rivista Guna, che potete trovare al link che ho indicato nel primo capitolo. Di questo stralcio però, non ricordo il numero della rivista... era circa del 2006). Per ovvie esigenze riassuntive il testo non è riportato alla lettera.

MELATONINA, INFORMAZIONE CELLULARE E ALTRO


“ Alle dosi in cui viene abitualmente assunta come integratore , che ultimamente sono più che raddoppiate rispetto all’inizio della sua commercializzazione (ed erano già dosi 30 volte superiori alla produzione dell’organismo), causa effetti disastrosi sull’equilibrio del sistema psico-neuro-endocrino-immunitario (PNEI).
Questa recente tendenza provoca vere catastrofi reattive a causa di un errore di interpretazione dovuto ad uno sfasamento del bioritmo costituzionale. Questo insieme reattivo può essere rappresentato con una struttura piramidale modulabile grazie a due variabili rappresentate dalla regolazione interna e dalla regolazione esterna che, secondo l’importanza di ciascuna di esse , può invertire il senso della piramide con predominanza dell’effetto periferico, quando si tratta di problemi strettamente psicosomatici.
La vita di relazione inizia con l’attivazione degli organi di senso, con la raccolta delle informazioni visive, uditive e di sensibilità cutanea (v origine embriologica del derma). L’insieme di queste diverse informazioni costanti viene analizzato ed elaborato in un centro specifico in grado di elaborare il messaggio chimico (il messaggio proteico che comprende le diverse cellule del nostro organismo) in vista di una difesa che deve essere la più efficace possibile. Il benessere quotidiano è strettamente dipendente dalla buona elaborazione di questo messaggio, dalla buona strutturazione di questa proteina-messaggio. Il funzionamento dell’epifisi (la ghiandola che produce la melatonina) sarà dunque di primaria importanza nella realizzazione dell’effetto periferico e soprattutto nella corretta informazione che viene inviata alle nostre cellule. L’epifisi ha dunque un ruolo centrale di primaria importanza nell’equilibrio generale della risposta immunitaria. Questa risposta, dovuta principalmente alla regolazione della secrezione di melatonina, ma anche a quella di numerosi altri ormoni di questo network, consente di rifasare i networks cerebrali ed immunitari, permettendo anche una complementarità d’azione specifica. Questa regolazione si regge, a volte, sul primo livello di risposta così come sui livelli successivi, sui passaggi informazionali integrativi necessari e sui diversi livelli di integrazione informazionale. L’organismo deve dunque lottare quotidianamente per poter mantenere in equilibrio , anche se instabile, l’insieme di questa delicata costruzione. Questa regolazione passa attraverso due costanti interdipendenti che sono il controllo periferico e il controllo centrale realizzate sulla dicotomia informazionale dei sistemi immunitari e del SNC, nel quadro della integrazione informatica. I due punti di rottura di questi differenti sistemi sono rappresentati da una parte dal corpo pineale (= epifisi) e dall’altra dalla ghiandola surrenale, che controllano i diversi messaggi secondo l’intensità e il grado di risposta necessario. Al contrario, in termini integrativi i due sistemi si completano e si controllano vicendevolmente al fine di riequilibrare il sistema. Chiameremo in causa il network cerebrale con la secrezione, in caso particolare, delle endorfine (= molecole della dimenticanza selettiva dei fenomeni traumatizzanti) ed il network immunitario che realizza la secrezione delle diverse citochine, permettendo una corretta informazione cellulare ed una corretta memoria dei fatti correlati al funzionamento interattivo dei due sistemi pineale e surrenale (dicotomia del “bene” e del “male” cellulare, lo yin e lo yang). La legge dei 5 elementi in MTC ci richiama all’ordine e ci ricorda il ruolo primario della disintossicazione epatica e renale, nonché quello della riattivazione energetica dei sistemi yin-yang che reggono il controllo superiore del benessere psicosomatico. Il secondo punto da analizzare è il controllo ed il mantenimento del funzionamento del sistema immunitario. Questo avviene attraverso l’attivazione di un sistema di domanda-risposta, di recezione-integrazione relativa alla realizzazione di un messaggio proteico informativo corretto. Tutto ciò è finalizzato ad un effetto positivo di riequilibrio del meccanismo scompensato e invertito, come nel caso di malattie autoimmuni, che possono avere origini lontane e sono conseguenza finale di uno squilibrio psicosomatico di natura diversa. E’ necessario risalire all’origine del tipo di deficit interpretativo che ha generato questa catastrofe, peraltro prevedibile, e lo squilibrio anticorpale. Il benessere necessita dunque di:
(1) regolazione delle entrate, mediante regolazione del segnale di entrata. Ad esempio cercando di eliminare gli effetti dell’inquinamento atmosferico;
(2) miglioramento della ricezione cellulare con il rispetto di regole di igiene di vita, con una dieta personalizzata ed una terapia preventiva per il mantenimento della risposta organica e psicologica di fronte ai rischi quotidiani della vita moderna, minata da numerosi squilibri del bioritmo.
(3) Attivazione cellulare corretta, mediante la diminuzione dell’usura metabolica: evitando l’abuso di terapie allopatiche (...)
(4) potenziamento dei segnali in uscita al fine di realizzare una migliore risposta ed attivazione dei sistemi di controllo.
(5) specificazione del messaggio necessario al corretto riconoscimento e azione periferica e centrale adattate all’effetto generato

E’ dunque necessario lottare contro la diffusione della fluorosicosi nella società così come è necessario lottare contro le malattie autoimmuni che sono il riflesso organico e psichico individuale di questo blocco. Per far questo è necessario utilizzare lo stesso rimedio che ha generato questo squilibrio, rettificare la stessa informazione (teoria frattaliana dell’equilibrio), impiegando gli stessi messaggi, le citochine, gli ormoni, i fattori di crescita nervosa, i diversi veleni chimici dell’atmosfera ecc e conseguentemente rinnovare il nostro arsenale terapeutico biologico in funzione dei diversi progressi della scienza. Le diverse fasi di reattività tissutale possono essere dunque viste sotto il profilo di reattività linfocitaria in due fasi logiche: (a) fase di interpretazione positiva separata anch’essa in 3 fasi che seguono la classificazione di base della tavola omotossicologica (1) fase di risposta interpretativa normale; reazione basale dell’organismo di fronte all’aggressore; escrezione. (2) Fase di interpretazione squilibrata, da ritenersi certamente positiva, ma che già rivela una verta debolezza dell’organismo di fronte ad una aggressione più forte che ha già forzato e rotto certe barriere di primo livello: la reattività macrofagica è già superata o insufficiente e l’infiammazione comincia a propagarsi come struttura di difesa rapida e di blocco circostanziale di questa aggressione. (3) Fase di reattività debole: l’organismo comincia ad affaticarsi, la sclerosi diventa più importante, localmente, la fluorosicosi guadagna terreno, i messaggi cellulari cominciano ad essere interpretati in modo negativo. Le tossine cominciano ad accumularsi per mancanza di una corretta disintossicazione metabolica. Il reticolo di Pischinger comincia a saturarsi, l’informazione viene trasmessa in modo scorretto, l’organismo deve sottoscrivere un debito energetico importante per poter continuare a funzionare in termini fisiologici. (b) Fase di interpretazione negativa. Al di là di questa frontiera passiamo alla fase di interpretazione negativa dove l’organismo deve lottare e creare una patologia, esprimere una diatesi, al fine di reagire di fronte all’aggressore troppo efficace. Questo corrisponde alle diatesi evolutive di squilibrio di tipo fluorotico e luetico. Questa interpretazione produce progressivamente sclerosi e blocco informazionale fino all’ultimo stadio di incomprensione totale, rappresentato dalla fase neoplastica dove l’interpretazione viene completamente invertita dall’intervento della mutazione del gene p53 in fase G1 del ciclo cellulare. “


Come ritardare l’invecchiamento

Una nutrizione giudiziosa può conservare il sistema immunitario assai più a lungo di quanto fosse ritenuto possibile. Innanzi tutto è importante operare una divisione di massima tra immunità umorale, pertinente i fluidi del corpo, e immunità cellulomediata. Nell’ambito umorale le truppe più numerose, i macrofagi, attaccano gli organismi invasori in numero preponderante, inglobandole e morendo nel corso di tale processo. I macrofagi coadiuvano inoltre le cellule immunitarie più importanti note come linfociti T , incaricate di secernere anticorpi, i quali costituiscono un’arma preziosa per la distruzione degli invasori. A questo punto entrano in gioco i linfociti B (mentre i T sono timo-dipendenti, i B sono timo-indipendenti) che assumono il ruolo di cellule-memoria con il compito di riconoscere immediatamente nel futuro gli stessi invasori. Nell’immunità mediata da cellule i linfociti si combinano con le cellule intruse e le distruggono riconoscendo i segni distintivi delle loro superfici estranee. Successivamente entrano in azione i macrofagi che provvedono a sgombrare il campo da morti e morenti. La funzione dei linfociti T appare chiaramente di importanza critica in entrambi i tipi di immunità descritti; essa di fatto forma la principale protezione del corpo umano dagli aggressori esterni, siano questi batteri, virus, funghi, cellule o allergeni.

Il primo componente colpito dall’invecchiamento è la ghiandola timo. Questo organo linfoide situato nel mediastino anteriore è la sede in cui i linfociti T immaturi si sviluppano, per poi essere immessi nel flusso sanguigno per combattere gli agenti patogeni. Una volta superati i 20 anni d’età il timo inizia a raggrinzirsi e a restringersi. Nel soggetto medio il processo di involuzione ha termine intorno ai 50 anni, quando rimane solo un residuo rinsecchito dell’organo. Il decadimento del timo provoca un drastico abbassamento del numero di linfociti T; l’assenza della ghiandola come sito di maturazione per queste cellule porta all’immissione nel sangue di linfociti T immaturi, di efficacia alquanto scarsa. Il corpo diviene facile preda delle malattie che lo insidiano. Inoltre, il corpo in fase di invecchiamento inizia a rivolgere le proprie armi contro se stesso. Questo processo aberrante rappresenta il principio comune a tutte le malattie autoimmuni della vecchiaia. Qualsiasi nutriente, alla luce delle attuali conoscenze, ha un ruolo ben preciso nei confronti dell’immunocompetenza. Questo è uno dei motivi per cui è molto importante una corretta alimentazione.



Nell’ambito dell’immunità cellulomediata i linfociti T attaccano e distruggono gli agenti patogeni identificando sulla loro superficie i segni distintivi della loro estraneità. I macrofagi inglobano gli invasori morti o morenti. Durante l’esecuzione di questo compito gli stessi macrofagi causano considerevoli danni, principalmente attraverso la fabbricazione di prodotti di ossidazione tossici. Questi ossidanti indeboliscono gli stessi compagni dei macrofagi, ossia i linfociti, diminuendone la capacità di affrontare nuove cellule patogene. In questo modo appare chiaro come il sistema immunitario, nell’adempimento del proprio compito di difesa, finisce per attaccare se stesso. Nessuno è ancora riuscito ad elaborare una teoria esauriente per spiegare questa debolezza intrinseca del sistema immunitario. Qualunque sia la verità, si può affermare con sicurezza la necessità di integrare costantemente l’alimentazione con antiox supplementari, allo scopo di proteggere l’attività dei linfociti dalle tossine prodotte dall’azione dei macrofagi.

ALIMENTAZIONE E INTEGRATORI

MALNUTRIZIONE
Per malnutrizione intendo riferirmi a quella dovuta ad iperalimentazione o ad alimentazione con cibi-spazzatura già citati in altri capitoli. In campo allopatico, molti autori ritengono che l’anziano non debba iponutrirsi rispetto all’adulto, mentre è ampiamente dimostrato che l’anziano ha un fabbisogno calorico inferiore (dal 30 al 50% in meno a quello che era il suo fabbisogno da adulto secondo il tipo costituzionale) sia per il rallentamento del metabolismo basale che per tutti gli altri fattori inerenti l’ipofunzionamento di organi e tessuti ed il diminuito ricambio.
L’iponutrizione è da prendere in seria considerazione nel momento in cui il calo ponderale è evidente rispetto al peso ideale in rapporto all’età, rispetto alle aspettative del soggetto oppure è troppo repentino.
Riporto qui degli spunti interessanti, specie per quanto riguarda le varie patologie e farmaci che possono indurre anoressia.

Numerose indagini epidemiologiche dimostrano che, nei soggetti anziani, la mortalità associata a ridotti livelli di colesterolo tende a risultare superiore a quella associata a elevati livelli di colesterolo. La presenza di livelli di colesterolo inferiori a 156 si è dimostrata un indice di elevata mortalità.

Si pensa che ciò sia espressione di una malnutrizione proteico-calorica. E’ stata peraltro segnalata anche l’esistenza di un rapporto tra ridotti livelli di colesterolo e sviluppo di neoplasie maligne.

“Con l’avanzare dell’età un processo di adattamento fisiologico sembra condurre ad una diminuzione dell’assunzione di alimenti. Tale adattamento, attribuibile ad un ottundimento (mediato da dinorfina) del meccanismo di regolazione dell’appetito e ad una conseguente precocità della sensazione di sazietà (mediata dall’ormone gi colecistochinina), si accompagna la progressiva riduzione dell’attività fisica e del metabolismo basale.”
Ciò è quanto sostengono diversi autori citati prima e dai quali dissento. La diminuzione della fame va interpretata, al contrario, come conseguenza del diminuito metabolismo basale e della diminuita capacità di convertire i nutrienti in energia, per cui l’eccesso sarebbe accumulato come grasso e affaticherebbe ulteriormente il soggetto. Ci tengo a sottolineare che il calo dell’appetito va ascoltato e assecondato, in quanto è un prezioso segnale dell’organismo che ci avverte del diminuito fabbisogno di cibo. Sottolineo che sull’argomento FAME e SETE dissento fortemente da chi sostiene che tali sensazioni diventino falsate con l’età e consigliano di mangiare di più o di bere di più. Il bere quando non si ha sete determina solo ritenzione idrica e aggrava molte condizioni. Anche in corso di patologie croniche, la fame e la sete vanno rispettate e non forzate: per fortuna il nostro corpo è “più intelligente” della nostra mente!!!
Cause mediche= tra le affezioni endocrine, l’ipertiroidismo può causare un grave decremento ponderale. Alcuni anziani possono presentare una forma di ipertiroidismo mascherato, caratterizzato da calo ponderale, miopatia prossimale ed insufficienza cardiaca. Negli anziani, l’iperparatiroidismo può causare anoressia. In presenza di ipoalbuminemia il rilievo di livelli di Ca corrispondenti ai limiti superiori della norma può denunciare l’esistenza di questa condizione.
La malattia di Addison si può presentare con anoressia o con dolori addominali, nausea e vomito.
Il feocromocitoma può produrre calo ponderale associato ad ipertensione.
Negli anziani questi tumori sono frequenti quanto nei giovani ma sono diagnosticati soltanto raramente. La presenza di un feocromocitoma dovrebbe essere sospettata in ogni caso nel quale un’ipertensione non si risolve, nonostante lo sviluppo di malnutrizione .
Con un calo ponderale si può manifestare anche un diabete incontrollato. In alcuni soggetti anziani, affetti da diabete, si può talvolta sviluppare una miopatia prossimale ed una distrofia generalizzata, nota come cachessia neuropatica diabetica. Analogamente vari, negli anziani sono i problemi di alimentazione che possono condurre allo sviluppo di malnutrizione. Uno spasmo esofageo può rendere fastidiosa l’assunzione di alimenti. Un’esofagite da candida può causare dolori alla deglutizione. Ad alcuni anziani che presentano una lieve disfagia, può accadere di introdurre accidentalmente cibo nelle vie aeree durante il pasto e questi possono pertanto evidenziare una avversione condizionata ad alimentarsi.
La mancanza dei denti si accompagna ad una iponutrizione e, precisamente, si tende ad assumere in media 100 Kcal in meno.
Le infezioni croniche (come le sinusiti) possono accompagnarsi alla liberazione di interleuchine e di fattori di necrosi tumorale, che si sono dimostrati capaci di causare una iponutrizione attraverso una riduzione dell’appetito.
Un’ischemia intestinale può causare una precoce sensazione di sazietà. Una grave insufficienza cardiaca può produrre sia anoressia che enteropatia essudativa (con perdite intestinali di proteine), con notevole calo ponderale. Questa condizione è stata indicata come cachessia cardiogena.
Negli anziani malnutriti è necessario prendere in considerazione l’esistenza di una sindrome da malassorbimento.
Un pregresso intervento di chirurgia addominale può essere responsabile di una sindrome dell’intestino corto.
Un malassorbimento può essere inoltre prodotto da intolleranza al lattosio o da allergia ad altri alimenti. Non raro è il rilievo di un’enteropatia da glutine ad inizio tardivo.
I soggetti affetti da parkinsonismo presentano un elevato metabolismo basale e necessitano di un aumentato apporto calorico.
Il metabolismo basale risulta aumentato anche nei soggetti affetti da bronco-pneumopatia-cronica-ostruttiva (BPCO). Questi pazienti vanno tipicamente incontro a dispnea durante i pasti: il consumo dei pasti si accompagna ad una diminuzione della saturazione arteriosa di O2. Essi possono presentare un miglioramento delle condizioni facendo un maggior numero di pasti piccoli e ad elevato contenuto di grassi.

Molti farmaci possono causare un calo ponderale.
La digossina causa un calo nel 25% dei soggetti di oltre 60 anni che ne fanno uso. Tale calo può verificarsi senza che questo farmaco produca nausea ed in presenza di livelli ematici che rientrano nella gamma di quelli terapeutici.
Quando le sue concentrazioni seriche si avvicinano a quelle tossiche, la teofillina può produrre nausea ed iperattività metabolica.
I farmaci psicotropi possono causare un rallentamento psicomotorio ed una ridotta assunzione di alimenti.
La levodopa può dare sensazioni di gusto amaro e secchezza delle fauci e produrre anoressia.
L’ibuprofene può causare secchezza delle fauci, stipsi e diminuzione dell’appetito.
Chinidina, furosemide, spironolattone, vitA, solfato di ferro e psillio, alcoolismo possono portare anoressia.
Le neoplasie maligne possono condurre a malnutrizione ma sono responsabili di meno di 1/3 di tutti i casi di grave calo ponderale rilevabili negli anziani.






Memoria e facoltà neurologiche

(1) Una tavoletta di OISTERSOL contiene il concentrato di 25 ostriche. Glucidi 63%, proteine 25%, lipidi 1% , per il resto altre sostanze inerti. Nutrienti contenuti= vit B2, oligoelementi, glicogeno 34% e taurina 4,9%. E’ ben noto che il glicogeno è uno zucchero complesso che rappresenta una fonte energetica prontamente utilizzabile dalle cellule dell’organismo. La taurina, invece, ha un ruolo di stimolatore dello scambio di O2 tra sangue e tessuti specie a livello cerebrale.
I sintomi che registrano un netto miglioramento sono: la memoria, la capacità di concentrazione, la lucidità, l’astenia e i sintomi depressivi. La taurina (tau) viene sintetizzata nel fegato per passare poi rapidamente in altri organi, soprattutto nel cuore e nei muscoli scheletrici. Attualmente si conoscono numerose azioni farmacologiche della tau. Svolge un’importante azione lipotropa ed inoltre agisce a livello del metabolismo protidico e glicidico. In seguito a carenza di tau si ha necrosi epatica.
La tau nel trattamento delle arteriopatie cerebrali diffuse. La tau ha dimostrato una valida azione terapeutica nelle situazioni in cui vi è un alterato metabolismo cellulare dovuto a ipossia relativa. In un importante studio il trattamento è stato attuato per via orale per 30 giorni alla dose di 3 g di tau = 6 caps da 500 mg. La tollerabilità si è rivelata ottima. E’ stato osservato in particolare un miglioramento del ritmo sonno-veglia, la diminuzione degli episodi confusionali serotini, il miglioramento delle funzioni mnesiche e delle capacità attentive. Si è osservata una minore intensità delle vertigini e della cefalea e una netta riduzione dell’astenia. I risultati migliori si sono avuti nei soggetti con forme meno avanzate della malattia, cioè in quelli del gruppo neurastenico distimico e in quei soggetti in cui vi erano disturbi di tipo confusionale. I risultati meno validi si sono avuti nei gruppi in cui più spiccato era il decadimento intellettivo. Ai miglioramenti osservati si accompagnava poi una risposta psicologica positiva perché il paziente vedeva finalmente un miglioramento dei disturbi che fino ad allora aveva considerato irrimediabili ed irreversibili. Non avendo la tau proprietà vasoattive dobbiamo ritenere che la sua azione sia stata di tipo metabolico. Sottolineo che si tratta di un integratore assolutamente atossico e che ha mostrato una perfetta tolleranza anche in soggetti in condizioni generali non sempre buone come sono spesso i vasculopatici cerebrali. Questa tollerabilità rende possibile l’associazione con qualsiasi altro prodotto, in quanto può avere un suo ruolo ben definito nel trattamento delle vasculopatie cerebrali diffuse. Di particolare interesse sono i rapporti tra tau e tessuto muscolare striato, tanto più che i muscoli scheletrici contengono circa il 75% di tutta la tau presente nell’organismo. In alcune forme di necrosi muscolare da farmaci o da irradiazioni si ha una ipertaurinuria notevole, probabilmente in seguito al disturbo metabolico generalizzato degli aminoacidi solforati. Anche in pazienti affetti da distrofia muscolare si ha un aumento di perdita urinaria a carico di aminoacidi, tra cui la tau.

Nel campo della terapia geriatrica l’importanza dei gruppi sulfidrilici è stata riconosciuta in base a una serie di ricerche sperimentali e cliniche. Una delle cause dell’invecchiamento precoce è rappresentata dall’accumulo di gruppi S-S e dalla perdita di attività dei gruppi sulfidrilici, per cui la somministrazione di sostanze contenenti tali gruppi permette di correggere le alterazioni dovute alla senescenza dei vari organi , e di svolgere un effetto anabolizzante ed energetico, particolarmente evidente nei riguardi della tipica tendenza all’atrofia e all’astenia degli anziani.
Ai fini terapeutici, l’associazione della tau con altre sostanze può essere giustificata in considerazione dell’opportunità di correggere altri stati deficitari che si riscontrano frequentemente nel corso dell’invecchiamento, soprattutto a livello degli apparati nervoso, muscolare e cardiovascolare, in seguito al deterioramento anatomico e funzionale da usura.

Taurina nell’involuzione cerebrale senile. Recenti dati sperimentali tendono a riconoscere alla tau il ruolo di mediatore cerebrale, come lo è, ad es, il GABA, che esplica un’azione inibitoria sulla trasmissione sinaptica centrale. E’ stato inoltre riscontrato nell’animale che il contenuto di tau del tessuto nervoso è alto nel periodo di accrescimento rapido del SNC e decresce quando il cervello ha raggiunto la completa maturità. Nondimeno, quando la maturità è stata raggiunta la tau oltrepassa senza alcuna difficoltà la BEE; poichè la tau esogena viene liberata e metabolizzata lentamente dalle cellule, una volta penetrata nell’encefalo vi permane a lungo. Alla luce di questi studi si può prospettare che nel deterioramento mentale arteriosclerotico si realizzi una carenza di tau a livello delle strutture nervose centrali. La somministrazione prolungata di tau porterebbe ad una correzione di tale deficienza ed al conseguente miglioramento clinico. In conclusione la tau è capace di far regredire i segni di deterioramento mentale legato ad una involuzione cerebrale senile. L’attuale sperimentazione è stata limitata a casi con manifestazioni iniziali anche se funzionalmente ben definibili.



(2) Taurina

(3)Tè verde,
(4) AR-STENOVIT della guna,
(5) OXYPUR della Aboca,
(6) PAPPA REALE,
(7) EQUISETO,
(8) Olio di germe di grano
(9) Olio di fegato di merluzzo
(10) Il DHEA raggiunge i valori massimi intorno ai 20 anni per poi diminuire di circa il 2% all’anno: ecco perché molti Autori gli hanno attribuito il titolo di elisir di lunga giovinezza. Secondo me è meglio essere prudenti, visti i numerosi eff coll. I più comuni eff collaterali, infatti, sono: comparsa di effetti mascolinizzanti nella donna; cancro alla prostata nell’uomo; epatite tossica; tumori all’apparato riproduttivo (Medical letter dicembre ‘96).
(11) Alcuni aminoacidi, tra i quali ARGININA e ORNITINA agiscono inibendo la liberazione di Somatostatina ipotalamica e sono efficaci secretagoghi dell’ormone della crescita (GH).



Gli argomenti “ anziano” in generale e “anziano -alimentazione”certamente non finiscono qui.
Mi propongo di dedicarvi altri capitoli e un esame particolareggiato dei numerosi integratori che assumono su consiglio del medico (e che la mutua non passa).
L’anziano ha numerosi problemi nel campo delle interazioni tra farmaci e farmaci-alimenti e per questo motivo può risultare difficile l’autocura. In realtà secondo me occorre solo molta informazione.
Quindi cari lettori “anziani” alla prossima!!!

STOP

giovedì 23 luglio 2009

MEMORIA

MEMORIA

“José Arcadio segnò ogni cosa con il suo nome: tavolo, sedia, orologio, porta, muro, letto casseruola. Andò in cortile e segnò gli animali e le piante: vacca, capro, porco, gallina, manioca, malanga, banano. Poteva arrivare un giorno in cui si sarebbero individuate le cose dalle iscrizioni ma non se ne sarebbe ricordata l’utilità. Allora fu più esplicito: questa è la vacca, bisogna mungerla tutte le mattine e il latte bisogna farlo bollire per aggiungerlo al caffè e fare il caffelatte. Così continuarono a vivere in una realtà sdrucciolosa, momentaneamente catturata dalle parole, ma che sarebbe fuggita senza rimedio quando avessero dimenticato i valori delle lettere scritte. Sull’entrata della strada della palude avevano messo un cartello su cui era scritto Macondo e un altro più grande nella strada centrale che diceva Dio Esiste. Un giorno arrivò un visitatore. José Arcadio lo salutò con ampie mostre di affetto, temendo di averlo conosciuto in altri tempi e di non riconoscerlo ora. Ma il visitatore si rese conto della sua falsità. Si sentì dimenticato, non con la dimenticanza rimediabile del cuore, ma con un’altra dimenticanza più crudele e irrevocabile che egli conosceva assai bene, perché era la dimenticanza della morte. Allora comprese. Aprì la valigia zeppa di oggetti indecifrabili e tra quelli prese una valigetta con parecchi flaconi. Diede da bere a José Arcadio una sostanza di colore gradevole, e la luce si fece nella sua memoria. Gli occhi gli si inumidirono di pianto, prima di vedere se stesso in un salotto assurdo dove gli oggetti erano etichettati, e prima di vergognarsi delle solenni baggianate scritte sulle pareti, e prima di riconoscere il nuovo venuto in un abbagliante fulgore di gioia. Era Melquìades.”

Brano tratto dal grande classico Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez.

Alimentazione-integratori

(1)Quasi 4000 ultrasessantacinquenni di Chicago, sottoposti per ben 3 volte allo stesso test cognitivo nell’arco di 6 anni, hanno dimostrato che mangiare PESCE aiuta a mantenere la mente lucida e a non risentire, a livello mentale, degli effetti dell’invecchiamento. I volontari che mangiavano pesce almeno 1 volta alla settimana mostravano un declino delle capacità mentali più basso del 10% rispetto alla media e coloro che assumevano pesce 2 volte a settimana hanno evidenziato un declino più basso del 13%.

(2) L’alimentazione deve essere ricca di ACIDO FOLICO e Vit B12. Gli ultrasessantenni che hanno riportato punteggi migliori nei test di abilità cognitiva ((( secondo un altro studio))) sono risultati quelli con una maggiore presenza vitaminica nel plasma e livelli inferiori di omocisteina. La concentrazione di questo aminoacido, che quando supera una certa soglia ha effetti neurotossici e risulta spesso associato alla demenza e all’ Alzheimer, può essere infatti controllata proprio grazie al folato e alla vit B12. La VITAMINA B6 agisce da coenzima nel metabolismo proteico, lipidico e glicidico, assumendo un ruolo di spicco nella sintesi di GABA.

(3)La CREATINA svolge un ruolo chiave nell’omeostasi dell’energia a livello cerebrale, essendo coinvolta nella produzione di energia e agendo come uno shuttle di ATP dall’interno dei mitocondri al citosol. In uno studio la creatina ha dimostrato con un trattamento di 6 settimane di migliorare la performance sia della memoria operativa sia sui test di intelligenza che richiedono una consistente velocità di elaborazione.

(4) Si può trarre giovamento dall’apporto di precursori di vari neurotrasmettitori. FENILALANINA (phe) è precursore di adrenalina (A), nor-adrenalina (NA), dopamina. A livello epatico essa viene trasformata in tirosina la quale viene trasportata a livello delle terminazioni nervose adrenergiche dove viene convertita in L-dopa e dopamina. La dopamina viene concentrata nelle vescicole sinaptiche dove si trasforma in NA.

(5)La COLINA ( che è un aminoacido) è il precursore dell’Ach.
Questi due precursori sono importanti soprattutto per l’azione sulla memoria a breve termine.

(6)Per il consolidamento delle tracce mnemoniche sembra che giochi un ruolo di 1° piano l’RNA , che tramite la sintesi di proteine specifiche permette l’immagazzinamento delle informazioni.

(7)Il cervello è ricco di fosfolipidi tra cui l’INOSITOLO che, sotto forma di composto fosforilato, attiva neurortrasmettitori quali l’Ach e la NA. Quando è importante ricordare ciò che si sta leggendo è utile fare spuntini con alimenti ricchi di grassi. Il grasso stimola il rilascio di un neurotrasmettitore, la COLECISTOCHININA, che aiuta a fissare le informazioni nella memoria. I semi e il grasso della frutta secca rappresentano la scelta migliore.

(8) Nutrienti utili: TIAMINA, presente nel lievito, germe di grano, semi di girasole; RIBOFLAVINA; CAROTENE; VITAMINA B 12; AC FOLICO; FERRO. VITAMINA C Poichè l’emivita della vitC è breve si consiglia di assumere diverse dosi frazionate nella giornata o di usare la forma retard; dose consigliata 1g al dì per un periodo di tempo breve.
Succhi benefici: cavolo a foglia liscia, cavolo comune, prezzemolo per la riboflavina; carote, cavolo a foglia e melone per il carotene; asparagi, spinaci, cavolo a foglia per i folati; cavolo a foglia e prezzemolo per il Fe; peperoni rossi, cavolo a foglia e prezzemolo per la vitC.

(9)Le miscele di aminoacidi per via orale non possono essere utilizzate dall’organismo con la stessa efficienza di equivalenti quantità di proteine contenenti gli stessi aminoacidi. Con la somministrazione di aminoacidi puri si determina un assorbimento troppo rapido e una conseguente inondazione tissutale di questi ultimi in eccesso rispetto alle capacità di utilizzazione dell’organismo per cui il sovrappiù viene distrutto. Non esiste un’incapacità digestiva che sia in grado di impedire l’utilizzazione degli aminoacidi presenti nelle proteine della dieta neppure nei casi di estrema denutrizione, malattie o interventi chirurgici. Molto consigliato è il PESCE almeno 2 volte a settimana. Per la memoria è importante siano presenti proteine, carboidrati, lecitine, vit gruppo B, Mn, ac folico, I2 e Tiroxina. Una limonata zuccherata bevuta dopo aver studiato aiuta a mantenere i ricordi. Il glucosio, infatti, sostiene i processi del cervello legati alla registrazione di informazioni nella memoria a lungo termine.

(10)Un aminoacido si è rivelato avere un ruolo di stimolatore dello scambio di O2 tra sangue e tessuti specialmente a livello cerebrale: la TAURINA. Essa ha effetti benefici su memoria, concentrazione, astenia e depressione. Le OSTRICHE sono tra gli alimenti più ricchi di taurina. Viene raccomandata la sua associazione con L-tirosina e glutamina. La L-tirosina è il precursore della NA che è responsabile dello stato di attenzione e concentrazione. La glutamina ha un importante ruolo nei processi di apprendimento e memorizzazione, poiché è in grado di fornire energia alle cellule cerebrali. Oltre alle vitamine citate aggiungiamo la E e la PP. La B1 è già di per sé un neurotrasmettitore, ma in più interviene nella sintesi dell’Ach. La B6, la PP e la C sono direttamente coinvolte nella sintesi della NA e altri neurotrasmettitori. La C e la E garantiscono un apporto antiox a prevenzione dei danni ossidativi a livello cerebrale.Inoltre sono particolarmente consigliati OLIO DI PESCE e MAGNESIO.VITAMINA E è di prima scelta come antiox; utile anche nel trattamento della discinesia tardiva da neurolettici; dosi 400 mg al dì. VITAMINA A , idem; le stesse indicazioni valgono per il beta-carotene; dose 15000 UI (= circa 5 mg ) al dì; se sovradosata diventa tossica. In gravidanza è controindicata . COLINA-FOSFATIDILCOLINA rientra tra le vit del gruppoB; è essenziale per la formazione dell’Ach; dose 1-2g al dì di ognuna. Volendo usare la LECITINA DI SOIA le dosi salgono a 15-20g al dì. Questi integratori non vanno usati in caso di psicosi.

(11)SELENIO serve per chelare i metalli pesanti che inquinano il SN, Hg in particolare, portando nel tempo a malattie neurodegenerative; dose 200-300 mg al dì; a forti dosi è tossico. Se possibile scegliere una forma organica piuttosto che inorganica.

(12) COENZIMA Q10 oltre ad un’azione antiox generale è indicato nella prevenzione del Parkinson; dosi 30-50mg al dì.

(13) GLUTAMINA è un aminoacido non essenziale che attraversa la barriera emato-encefalica (BEE). Nel cervello viene scisso con la formazione reversibile di ac glutammico e NH3. L’ac glutammico è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del SNC. Tale azione è mediata da specifici recettori di membrana (AMPA, ac kainico, NMDA). E’ fondamentale che tale attività recettoriale sia ben modulata, in quanto una iperattività dei recettori al glutammato può portare a una serie di danni neurologici più o meno gravi. Dose max 1g al dì.

(13) Secondo uno studio svolto da J G Wen nel 2001, il RABARBARO CINESE è utile nel curare le lesioni cerebrali gravi.



TERAPIA VISIONE OLISTICA
Oltre alle zone citate al paragrafo “approfondimenti”, nella memoria è coinvolta anche la zona occipitale della corteccia, che presiede 
all’immagazzinamento e all’ordinamento degli stimoli visivi provenienti dalla retina. L’esercizio cerebrale e un giusto apporto di sostanze specifiche possono essere d’aiuto per mantenere l’eccitabilità dei neuroni, migliorare la loro capacità di conduzione, facilitare le trasmissioni sinaptiche e attivare i circuiti più adatti alla funzione da svolgere.
Lo stress ossidativo cerebrale accelera l’inevitabile processo di decadimento fisiologico dei vasi cerebrali e di isolamento dei neuroni. Principali cause: livelli elevati di omocisteina, mancanza di carnitina, debolezza dei vasi cerebrali. Nell’invecchiamento la struttura del neurone si modifica; la rete dendritica si deteriora, l’assone si accorcia, il corpo cellulare si rimpicciolisce e alla fine il neurone muore. Tra i vari cataboliti che danneggiano la cellula nervosa c’è la lipofucsina, nota come “pigmento della vecchiaia” in quanto visibile come macchia scura sulla pelle. Essa è uno dei vari elementi che impediscono la normale funzionalità del neurone, arrivando nel tempo a provocarne la morte.
A proposito dei vari metaboliti, buoni e cattivi, ricordiamo che il SNC ha un particolare sistema di trasporto, la pompa dell’ac ascorbico, che consente di ottenere una concentrazione di vitC decine di volte superiore a quella sanguigna per proteggere le cellule nervose dai danni ossidativi.
I ritmi biologici favoriscono la memoria al mattino e la concentrazione alla sera. Anche l’esercizio fisico intervallato allo studio risulta salutare.
Ecco il decalogo per rafforzare e/o usare al meglio la memoria, particolarmente utile per chi studia:
(1) interessarsi, porsi domande e formulare obiezioni;
(2) evitare maratone di studio: leggere troppe pagine aumenta l’interferenza tra le informazioni;
(3) dormire 8h;
(4) prendere appunti;
(5) capire;
(6) ripassare al mattino;
(7) ritornare sull’intera pagina e non solo su parti sottolineate;
(8) fare associazioni con immagini;
(9) rilassarsi
(10) organizzarsi.


FITOTERAPIA
citiamo un composto costituito da CENTELLA+ NOCE DI COLA+ SPIREA OLMARIA, che in medicina cinese è chiamato fo-ti-tieng. Esso è un tonico per il SNC, stimola la vigilanza, l’apprendimento e la memorizzazione. Favorisce l’integrità delle strutture neuronali e l’irrorazione cerebrale.

ELEUTEROCOCCO per l’effetto adattogeno sullo stress.

GINGKO BILOBA ha un ruolo importante nell’ossigenazione dei tessuti compreso a livello cerebrale.

ACEROLA ricca di vitC.

BACOPA MONNIERA è una pianta originaria dell’India il cui meccanismo d’azione è poco noto ma sembra agisca sull’ippocampo aiutando a riparare i danni neuronali, attraverso la stimolazione di una kinasi, un enzima cerebrale responsabile della formazione di nuovi elementi neuronali. I nuovi neuroni possono così sostituirsi a quelli danneggiati, favorendo i processi di memorizzazione. Bacopa M ha anche attività ansiolitica senza effetti secondari . L’estratto standardizzato si chiama Bacopin TM.E’ particolarmente utile per potenziare le capacità percettive sensoriali del soggetto. E’ un potente stimolatore della memoria, delle capacità di apprendimento e di concentrazione.

Piante per l’insufficienza circolatoria cerebrale sono particolarmente indicate per l’anziano. Esse da una parte attivano il microcircolo cerebrale, aumentando l’ossigenazione dei tessuti, dall’altra difendono tutto il comparto dall’attacco dei ROS.
OLIVO oltre alle proprietà note, ha azione antiox e protegge la membrana dei globuli rossi.
GINGKO BILOBA agisce sul microcircolo e come antiox, inoltre è antiaggregante.
PERVINCA viene usata per l’azione vasodilatatrice della vincamina. Essa possiede un’attività a livello cerebrale, produce aumento dell’ossigenazione e della redistribuzione del flusso sanguigno verso le zone cerebrali ipossiche e/o ischemiche. L’associazione olivo+gingko+pervinca permette un’azione sinergica. Consiglieremo olivo +gingko nell’insufficienza cerebrale iniziale e gingko+pervinca nel soggetto anziano. Posologia e dosaggio vanno personalizzati.


Piante stimolanti e tonificanti il SN
ELEUTEROCOCCO. GINSENG. COLA. PANACE ( Heracleum Sphondilium) contiene cumarine, OE, sostanze amare; ha effetto contro l’affaticamento fisico e mentale.

AVENA proprietà neurotoniche dei semi nel surmenage, nelle convalescenze, nella depressione.

DAMIANA psicostimolante.

ROSMARINO tonico generale del sistema circolatorio, colagogo e coleretico.

SANTOREGGIA stimolante, afrodisiaco, indicato nell’anziano depresso.


RODIOLA ROSEA Lo stress cronico può interferire gravemente sulle funzioni cognitive alterando la capacità di apprendimento, di memorizzazione ed abbassando il livello di concentrazione. A livello delle cellule cerebrali perfino brevi periodi di stress possono indurre delle variazioni neurochimiche misurabili, lasciando i neuroni in una condizione di ipersensibilità che può durare anche delle settimane. In uno studio svolto all’università della California (Rozendaal Center for the neurobiology), gli Autori hanno somministrato alte dosi di corticosterone a ratti normali 30’ prima di effettuare un test di ritenzione mnemonica. Il trattamento non alterava le capacità di orientamento spaziale degli animali, ma comprometteva seriamente la loro capacità mnemonica sia nella fase di apprendimento che in quella di consolidamento. Il fenomeno è del tutto reversibile, tanto è vero che sopprimendo la secrezione di corticosterone nei ratti si riescono a prevenire anche i disturbi della memoria che un evento stressante induce su di essi. Dato che la rodiola è un potente agente antistress, è stata sperimentata anche sulle capacità mnemoniche. Dagli studi svolti (il libro monografico della Aboca ne riporta 4 con diversi sistemi e su campioni di pazienti abbastanza significativi, ma sottolineo che le sue indicazioni sono per soggetti adulti normali che devono svolgere esami o varie performances intellettive, non a soggetti anziani con patologie degenerative tipo Altzheimer) è risultato che questa pianta potenzia la performance mentale del 60% nell’apprendimento di una lingua straniera, e dell’80% però solo nel 40% dei soggetti trattati, al test della tavola di ANFIMOV . Si tratta di un test di per sé stressante perché si devono correggere delle bozze cariche di errori in due manches consecutive. Questo test mette a dura prova la memoria perché vengono scelti apposta argomenti non significanti per il soggetto in esame.



OMEOPATIA

ARGENTUM NITRICUM eccitazione, carenza di memoria associata a paura degli esami.

NUX MOSCATA stordimento, smemoratezza, sensazioni “cardiache”.

BARIUM IODATUM perdita di memoria associata a calcificazione arteriosa e/o ipertensione.

ALUMINA se la memoria è molto debole e il paziente sembra non ricordare neppure il proprio nome.

BARITA CARBONICA quando la carenza di memoria si associa a lentezza nell’apprendere; il soggetto è iperteso, arteriosclerotico, in sovrappeso e mostra grande sensibilità al freddo.

COCCULUS se il soggetto è lento nel pensare e nel rispondere tanto da sembrare incosciente.

HYOSCIAMUS NIGER se il paziente ha molta difficoltà a trovare le parole adatte, è molto agitato e si innervosisce parecchio per la sua difficoltà a camminare.

KALIUM PHOSPHORICUM quando la memoria è molto indebolita e il paziente ha una grande astenia mentale.

LYCOPODIUM se il paziente dimentica il significato delle parole e spesso le smarrisce nei suoi discorsi. E’ un soggetto che tende a isolarsi pur avendo paura della solitudine.

PHOSPHORICUM ACIDUM fa fatica a concentrarsi, avverte molto la stanchezza, si sente debilitato, avverte un gran peso al centro della testa.

SELENIUM non sopporta il lavoro intellettuale, riferisce continue cefalee, in particolare sull’occhio sx; ogni malattia debilita profondamente l’organismo.

ZINCUM METALLICUM è per il soggetto tremolante, ipersensibile, con grande irrequietezza agli arti e ai piedi.




SPECIALITA’
R54 turbe della funzione cerebrale, debolezza di memoria, insufficiente sviluppo psichico nel bambino in età scolare. Contiene: Ac arsenicosum, anacardium, belladonna, gelsemium, kalium phosph, lycopodium, phosphorus e sepia.
AR-COGITON (guna) riduce i livelli di omocisteina grazie alle vitamine del gruppo B; contiene carnosina, gingko biloba e CAT (= complesso antiox trasversale) che proteggono i vasi cerebrali; contiene coenzima Q10. Posologia 1 flaconcino al dì.

CONIUM COSMOPLEX per stati di debolezza di memoria e ansietà tipici della senilità, nell’arteriosclerosi, nelle deficienze di irrorazione sanguigna del cuore e delle gambe dovute all’età avanzata. Può essere alternato con cocculus -CM e glonoinum-CM; terapia a lungo termine 10 gtt 2-4 volte al dì prima dei pasti. Compresse 2-4 volte al dì. Esso è così composto: gocce= aesculus, conium, secale cornutum, anacardium, barium iodatum,arnica, cholesterinum, viscum album, carbo vegetabilis, cortison acetato, calcium carbonicum, solanum nigrum, tabacum, natrium oxalaceticum, arteria suis, kalmia. Compresse= aesculus, conium, strontium carbonicum, barium carb, secale, seme carpus, anacardium, arnica e tabacum.




Oligoterapia

MAGNESIO 1 dose a gg alterni x cicli di 3 mesi; è indicato nella diminuzione delle funzioni cognitive associate a irritabilità, ansia, insonnia, cefalea.

FOSFORO 1 dose 3 volte a sett x cicli di 3 mesi.

Un trattamento particolare è con MANGANESE-RAME 1 dose a gg alterni x cicli di 3 mesi in età scolare per bambini che si affaticano con facilità e apprendono con lentezza.

MANGANESE-COBALTO 1 dose a gg alterni nella difficoltà di memoria e concentrazione in soggetti esposti a condizioni stressanti e con turbe distoniche.

RAME-ORO-ARGENTO 1 dose a gg alterni nella riduzione netta delle facoltà intellettive nel soggetto anergico.


Sali di Shussler Per debolezza della memoria KALIUM PHOSPHORICUM D6 1 cp ogni h; CALCIUM FLUORATUM D12 se dovuta ad aterosclerosi 1 cp x 3 volte al dì; i due preparati possono essere anche alternati o associati.

Approfondimenti e note allopatiche
L’energia al cervello viene fornita da glucosio, acidi grassi essenziali e proteine.
L’apprendimento degli schemi motori avviene nel cervelletto .
La trasformazione della memoria a breve termine in memoria a lungo termine avviene nell’ipotalamo e infine nella corteccia cerebrale i dati appresi ed immagazzinati vengono organizzati, riordinati, interpretati ed elaborati per formare e concatenare i vari pensieri.
Il termine neuroplasticità indica la capacità dei neuroni di adattarsi ad un gran numero di eventi patologici e non, reagendo in maniera positiva, funzionale cioè al benessere del soggetto. Ad esempio in seguito ad ictus, quando un certo numero di neuroni viene lesionato dall’anossia, i neuroni residui sono in grado di modificare la loro attività per sopperire a ciò che è venuto a mancare e questo si attua attraverso meccanismi tra cui vanno annoverati la neosinaptogenesi, lo sprouting, l’aumento delle ramificazioni dendritiche, utili per creare nuove connessioni interneuronali sostitutive di quelle perdute.•

Esiste anche una memoria sensoriale che viene stimolata dagli organi di senso. Ogni volta che si vede un oggetto o si sente un rumore viene coinvolta la memoria sensoriale. Essa è spesso legata all’affettività: ad esempio una melodia può rendere tristi o allegri.

Le strutture del cervello connesse alla memoria immediata e a breve termine sono quelle limbiche. I ricordi vengono incisi sulle sinapsi. Le sinapsi sono mantenute attive per un certo tempo (da qualche ora a qualche mese) e poi vengono sostituite da altre sinapsi che a loro volta vengono create e mantenute. La memoria a lungo termine è distribuita in tutto il cervello per permettere la creazione di circuiti stabili che vengono mantenuti nel tempo. In alcuni casi si accede a questi circuiti in modo immediato: per riconoscere e usare oggetti di tutti i giorni non è necessario pensare o ragionare. Per altri ricordi è necessario compiere uno sforzo mentale. Alcuni circuiti, quindi, sono sempre aperti, mentre altri sono da aprire pur essendo già costituiti. Alcuni ricordi poi sono immagazzinati nell’ “inconscio”.

La memoria esplicita è suddivisa in episodica e semantica. La memoria episodica riguarda la vita del soggetto, mentre la memoria semantica riguarda simboli di uso comune come ad esempio lettere, numeri, luoghi geografici, significato delle parole. La memoria semantica è più difficile da perdere in caso di disturbi della memoria.

La capacità di memorizzare può essere compromessa da diverse cause: depressione ed ansia, alcolismo, abuso di farmaci, traumi cranici.

Negli anziani la perdita di memoria è una normale evoluzione fisiologica. E’ importante quindi distinguere tra invecchiamento e demenza. Se, poi, al decadimento fisiologico si associa il ritiro dal lavoro e/o la diminuzione degli interessi, ecco che la memoria sarà sempre meno sollecitata. Nei casi di demenza i disturbi della memoria sono accompagnati dalla perdita di altre funzioni cognitive fondamentali. Se la perdita di memoria è legata all’invecchiamento bisognerà innanzitutto adeguare le proprie abitudini di vita ai nuovi ritmi del cervello, mettendo in pratica i vari accorgimenti:
(1) associare il concetto ad una sensazione visiva, uditiva, tattile;
(2) ripetere ad alta voce e/o scrivere;
(3) selezionare ciò che è importante e disporlo in ordine logico e ripetitivo come ad esempio mettere le cose negli stessi posti ecc;
(4) coltivare interessi;
(5) condurre una vita sana;
(6) limitare l’assunzione di farmaci e sostanze voluttuarie;
(7) rilassarsi e dormire bene.• La caffeina e la nicotina facilitano l’apprendimento, ma ad alte dosi possono generare l’effetto contrario. In seguito ad una forzata privazione di sonno (analoga ad una situazione di stress) le capacità di apprendimento peggiorano, con una alterazione dei livelli delle amine biogene cerebrali quali serotonina e glutammato (che aumentano) e GABA che diminuisce.





VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI MENTALI

Certe alterazioni cerebrali localizzate si accompagnano a caratteristiche aberrazioni mentali. Una valutazione delle condizioni mentali può offrire affidabili informazioni circa la normofunzionalità o la disfunzioonalità di certe specifiche strutture cerebrali. Se una prova tende a produrre irritazione, l’esaminatore può proseguire passando ad un’altra prova destinata a valutare un differente ambito funzionale. Va fatto un esame dell’attenzione, della memoria, del linguaggio, della coordinazione visivo-spaziale e delle capacità intellettive complesse, indicate come funzioni decisionali. L’esame di calcolo aritmetico può essere utile per il riconoscimento di certe specifiche sindromi cliniche. Il primo esame che viene fatto è appunto sull’attenzione, perché se scarseggia questa anche gli altri test vengono falsati.

(1) Leggere al paziente una serie di numeri casuale e chiedergli infine di ripetere i numeri che si ricorda: il soggetto normale ricorda almeno 5 numeri, il più delle volte 7-8; un’alterazione di questa capacità si osserva nelle affezioni che comportano un ottundimento del sensorio, negli stati confusionali acuti e nelle demenze avanzate e risulta presente anche nelle affezioni che compromettono l’udito e la capacità di espressione verbale (sordità oppure afasia).
(2) L’esaminatore legge ad alta voce una serie di 60 lettere. Il paziente deve alzare una mano ogni volta che l’esaminatore legge una A. I soggetti normali sono generalmente in grado di eseguire questa prova senza alcun errore.
(3) La memoria verbale si valuta chiedendo al paziente di imparare 3-4 parole e ricordarle dopo 3’. Nei pazienti che non sono in grado di ricordare queste parole è necessario distinguere l’incapacità di codificare e di conservare (cioè apprendere) le parole dall’incapacità di richiamarle alla memoria. Le due esperienze possono essere differenziate valutando la capacità del soggetto di trarre vantaggio dai suggerimenti. I soggetti che non sono in grado di apprendere non ricavano vantaggio dai suggerimenti, mentre gli altri si. •


Nei pazienti che presentano una difficoltà di apprendimento l’amnesia è dovuta ad alterazioni delle strutture emisferiche mediali, come l’ippocampo, il fornice, il corpo mammillare, la via mammillo-talamica o la parte mediale del talamo. Le alterazioni dell’ippocampo possono essere dovute ad un’occlusione dell’arteria cerebrale posteriore, ad una encefalite erpetica, ad una ipossia secondaria, ad un arresto cardiorespiratorio o ad un trauma cranico. Un danno ipotalamico (interessante il corpo mammillare) si verifica nella sindrome di Wernicke-Korsakoff. Una lesione talamica può essere causata da un tumore o da un ictus. Nei pazienti con difficoltà a ricordare i dati immagazzinati esiste generalmente un’affezione frontale subcorticale comportante qualche alterazione delle parti dorso-laterali dei lobi frontali o della testa del nucleo caudato. Questi pazienti possono presentare un’affezione degenerativa diffusa (malattia di Pick, Corea di Huntington) o una lesione localizzata (secondaria ad insulto apoplettico, trauma, tumore o infezione).


La memoria non verbale. Il soggetto deve ricordare dei disegni da lui stesso precedentemente copiati. La valutazione può consistere nella determinazione della sua capacità di riprodurre i suddetti disegni a memoria o di riconoscerli dopo un intervallo di 3’.
Un’amnesia non verbale è espressione di una patologia a carico del lobo temporale dx o delle formazioni limbiche mediali.


Memoria su dati remoti. Per il test si usano fatti remoti della storia collettiva (che, ovviamente, devono essere plausibili con la conoscenza del paziente). Nei pazienti con semplici disturbi di memoria, i dati remoti restano intatti nella sua memoria, mentre nei pazienti con demenza risultano cancellati. I substrati neuroanatomici per la memoria su dati remoti non sono stati ancora definiti ((( questo test mi sembra poco attendibile))).


Linguaggio. Le compromissioni del linguaggio possono essere espressione di alterazioni all’emisfero sx, che svolge una funzione dominante nella totalità dei destrimani e nella maggior parte dei mancini. Ma tali compromissioni possono essere anche espressione di alterazioni degenerative che interessino la corteccia dello stesso emisfero come la malattia di Alzheimer o di Pick.
In questo test prima si fanno al soggetto alcune domande per stabilire se “capisce”; ad esempio: “indichi la porta, la finestra, la lampada ecc” “lei si mette le scarpe prima delle calze?”. Quest’ultima è un esempio di una serie di domande che ammettono come risposta un si o un no. O domande con un verbo passivo chiedendo poi chi fa l’azione: “sono stato derubato da un ladro. Chi è stato derubato?” oppure con pronomi possessivi : “il fratello di mia moglie è un uomo o una donna?”.
Disturbi di comprensione del linguaggio si osservano in presenza di alterazioni delle parti posteriori dell’emisfero sx e sono presenti nell’afasia di Wernicke, nell’afasia transcorticale sensoriale, nell’afasia globale e nell’afasia transcorticale mista.
Poi si valuta la capacità di ripetizione. Si fanno ripetere sequenze di parole e poi anche di numeri. La compromissione della capacità di ripetere le parole dipende da alterazioni delle strutture situate ai margini della scissura silviana (afasia di Broca, di Wernicke, afasia di conduzione e afasia globale). Tale capacità è invece conservata nei casi di afasia transcorticale associata ad alterazioni che risparmiano la zona perisilviana (= afasia transcorticale motoria, sensoriale o mista). In certe condizioni afasiche la capacità di lettura ad alta voce resta inalterata per parecchio tempo dopo la perdita della capacità di comprensione delle parole scritte . La capacità di scrittura e lettura sono compromesse nelle alterazioni alle parti posteriori dell’emisfero sx , in particolare alterazioni al lobulo parietale inferiore sx; una difficoltà di lettura e non di scrittura si rileva nei pazienti con lesioni a carico della corteccia occipitale mediale sx e della porzione posteriore del corpo calloso. Le afasie non caratterizzate da una perdita dell’eloquio si osservano nei pazienti con lesioni nella parte posteriore della convessità dell’emisfero cerebrale sx: queste afasie sono caratterizzate dall’espressione di molte parole e lunghe frasi con normale prosodia(= melodiosità dell’eloquio) ma con limitati contenuti informativi. Queste afasie sono inoltre caratterizzate da parafasie che possono essere di tipo semantico (o verbale) consistenti nella sostituzione di intere parole con altre, di tipo fonemico consistenti nella sostituzione di lettere o sillabe o di tipo neologistico consistenti nella produzione di nuove parole. Invece, le afasie caratterizzate da poche parole e/o male articolate ma con normale contenuto informativo indicano che la lesione è nelle parti anteriori dell’emisfero cerebrale sx.
Coordinazione visivo-spaziale. Si richiede al paziente di disegnare o copiare una figura tridimensionale (es un cubo); si chiede di disegnare un fiore , una casa o altro disegno spontaneo. Qualche difetto della coordinazione visivo-spaziale può essere osservato sia nei pazienti con lesioni a focolaio che nei pazienti con lesioni diffuse di tipo degenerativo. Questi difetti appaiono particolarmente evidenti e persistenti quando le lesioni interessano la parte posteriore dell’emisfero cerebrale sx, ma le capacità costruttive richieste nel disegnare possono risultare compromesse in presenza di lesioni localizzate in molte parti differenti, come il lobo frontale, parietale o occipitale di entrambi gli emisferi cerebrali. I pazienti che presentano lesioni localizzate a dx tendono a eseguire disegni abnormemente orientati e privi degli appropriati elementi figurativi esterni (es i muri esterni di una casa), ma riportanti i dettagli interni, mentre quelli con lesioni localizzate a sx tendono a trascurare, nel disegno, specialmente i dettagli interni. Le lesioni localizzate ad un lobo parietale possono far sì che il paziente ometta la metà controlaterale dei disegni eseguiti.


Funzioni esecutive. Sono legate ai lobi frontali, alle strutture subcorticali correlate e cioè corteccia prefrontale posterolaterale, testa del nucleo caaudato, globo pallido e parte mediale del talamo. Le alterazioni di queste funzioni denunciano la presenza di alterazioni focali o degenerative (malattia di Pick, malattia di Huntington) a carico di queste strutture. Per valutare queste capacità si fanno tre test.
(1) Produzione di elenchi= si chiede al paziente di elencare il maggior numero di animali in 1 minuto. I soggetti normali sono in grado di elencare 18-24 nomi. Una compromissione di questa capacità si osserva non solo nei pazienti con afasia ma anche nei pazienti con ritardo psicomotorio e/o delle funzioni esecutive.
(2) Programmazione motoria= si chiede al paziente di eseguire una serie di attività manuali complesse come ad esempio mettere prima la mano a pugno e poi a piatto e di dichiarare contemporaneamente ad alta voce la posizione assunta dalla mano; oppure il paziente deve battere 1 volta la matita sul tavolo dopo che l’esaminatore l’ha battuta 2 volte e viceversa. I pazienti con lesioni ai lobi frontali tendono a copiare il comportamento dell’esaminatore.
(3) Modifica dei metodi operativi= serve a valutare le capacità del soggetto di modificare i suoi metodi operativi in risposta ad un mutamento del compito richiesto; esempio si chiede al soggetto di ordinare delle carte da gioco in base al seme. Una volta ottenuto questo, l’esaminatore cambia l’ordinamento senza informare il soggetto e poi gli chiede di procedere al nuovo ordinamento secondo il nuovo criterio: es dispone tutti i 3, tutti i 4 tutti i 5 e poi dice al paziente : “ora continua tu”.
Capacità di astrazione. Possono essere valutate chiedendo al paziente di spiegare il significato di certi proverbi e modi di dire. Questo ovviamente dipende dal grado di istruzione del soggetto per cui deve essere fatto compatibilmente a quali si presume fossero le sue cognizioni prima di avere il disturbo che stiamo esaminando.



A proposito di memoria per il linguaggio, la memorizzazione migliore si ha per l’ascolto con l’orecchio dx; il che collima con la struttura fisiologica che presiede al riconoscimento del linguaggio a dominanza emisferica sx. Il percorso dell’informazione uditiva proveniente dall’orecchio dx è inferiore a quello del sx che deve raggiungere l’altro emisfero per la completa decodificazione.

Vediamo alcune patologie caratterizzate da demenza. Certe forme di epilessia; arteriosclerosi; Alzheimer. Nell’Alzheimer accade che nelle cellule del cervello si formano dei grovigli di sottilissimi filamenti che strozzano le cellule stesse. Sindrome di Korsakoff è una malattia, diffusa soprattutto tra gli etilisti, che conduce ad una carenza di vitB1, indispensabile al metabolismo delle cellule nervose. Alcune infezioni batteriche. AIDS. Sclerosi multipla. Carenza di vitamine del gruppo B.

Nelle situazioni di stress si ha una maggiore secrezione di cortisolo da parte della corteccia surrenale in risposta all’ACTH ipofisario che aumenta in modo sensibile nei periodi di forte stress e depressione. Il cortisolo, raggiunto il SNC, andrebbe a rimpicciolire o addirittura ad atrofizzare l’ippocampo. Normalmente i livelli di cortisolo possono fluttuare sia di giorno sia di notte (la notte viene prodotto di più), ma salgono alle stelle quando il soggetto vive situazioni stressogene, intensa angoscia e preoccupazione. In uno studio recente è stato somministrato del cortisone ad alcuni volontari e placebo ad un secondo gruppo. Quindi tutti sono stati invitati a memorizzare una breve lista di parole. Alla fine della prova si è visto che coloro che avevano assunto cortisone non riuscivano a memorizzare, al contrario di quelli trattati con placebo. Si può concludere che per alcune persone depressione e/o stress agiscono come una somministrazione di cortisone, in quanto i livelli di cortisolo si innalzano e rimangono alti per tutto il periodo del malessere. Da altri studi, effettuati su persone di età variabile (tra i 33 e gli 83 anni) si è visto, tramite risonanza, che l’ippocampo più piccolo era quello dei pazienti depressi e non quello degli anziani. Quindi non c’è relazione tra vecchiaia e diminuzione dell’ippocampo. Quanto detto non si applica ai pazienti Alzheimer che hanno l’ippocampo danneggiato ma livelli di cortisolo normali.


TERAPIA VISIONE ALLOPATICA
Esercizi per potenziare la memoria
(1) prendere 20 parole alla volta e leggerle tutte; poi metterle sotto categorie (es 4 categorie); infine, senza guardare, provare a scrivere tutte quelle che si ricordano.
(2) prendere un brano scritto e descriverlo con un disegno; oppure guardare un disegno complesso e provare, dopo averlo osservato per 2’, a elencare quanti più oggetti e particolari possibile.•

Ripetendo gli esercizi ci si accorge che col tempo si ricorderanno sempre più cose. L’uso continuato della memoria (come ad esempio esercitarsi a memorizzare cose che non interessano affatto, o sottoporsi a stress da esami) può affaticare e infine distruggere sinapsi e neuroni, e quindi alla fine si ottiene un deterioramento delle capacità cognitive, invece che un miglioramento.


A livello cerebrale per i processi mnestici viene utilizzata l’ acetilcolina (Ach) come neurotrasmettitore. La somministrazione di un antagonista dei recettori muscarinici dell’Ach ,come la scopolamina, causa una condizione di amnesia simile a quella osservabile nella demenza di Alzheimer, nella quale è stata riscontrata una degenerazione dei neuroni colinergici del setto e del nucleo basale di Meynert.
Anche nell’invecchiamento non patologico si instaura una ipofunzione di alcune vie colinergiche cerebrali, come dimostrato nei ratti vecchi dalla marcata riduuzione della sintesi di Ach e nei soggetti anziani da una aumentata sensibilità agli effetti amnesici dei farmaci anticolinergici.



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Marina Salomone
Mi occupo di terapie olistiche dal 1983. Hobby principale il disegno: sono su Flickr sotto il nome di Marina Salomone
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